Per curare le
ferite della mia incredibile vergogna, tutto ciò che posso dire è che questo
romanzo mi ha aiutato nel momento del bisogno. Il signor Norel e Johnatan Strange
si stanno rivelando una compagnia piuttosto piacevole, ma lenta e talvolta
ripetitiva. Un nuovo romanzo, un nuovo amico avrebbe potuto aiutarmi a vivere
meglio questi giorni.. Quale? Rammento ancora le mie perplessità, i miei dubbi
su La camera azzurra e sul suo autore.
Ma senza risultato. Georges Simenon è un autore che non credo rinuncerò a
leggere tanto facilmente. Ad un certo punto sarò consapevole di un interesse
che forse, col tempo, potrebbe trasformarsi in ossessione.
Eppure, alla
fine, ciò che conta è quello che un romanzo, o per meglio dire, il romanzo trasmetta. E proponendolo
come se posto dinanzi a una folla, o davanti a uno specchio, le cronache di vita
di due giovani amanti e le loro ridicole illusioni, che alla fine dovranno pagare
il prezzo dei loro errori.
Titolo: La camera azzurra
Autore: Georges Simenon
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 153
Trama: "Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrèe
"che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti …". Quella
volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora
soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei.
Solo quando il marito di Andrèe era morto in circostanze non del tutto chiare,
e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi,
solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura.
La recensione:
Più
che annoiarmi, la lettura di questo romanzo mi ha fatta sentire inerme. Inchiodata,
ma inesistente, quasi inutile. Poiché di Andrew e di Tony non avevo compreso
perfettamente ciò che il suo creatore aveva descritto, ora che ogni cosa è
giunta al termine. Forse una spiegazione valida per tutto ciò dipende da me,
penso, che realizzo idee o drammi romantici che quasi sempre non si sposano con
la natura artificiosa, semplice o ambiziosa della storia. Forse questa mia
"diffidenza" dipende da qualcosa che ha a che fare con l'istinto. Ma
subito penso che pur quanto questa sia una motivazione ridicola, è sempre prematuro
tirare una conclusione, se di un romanzo non si conosce ne autore ne la sua
bibliografia. Tuttavia, con il romanzo di Simenon ho deciso di sospendere
questo pregiudizio.
La
mia mente vaga da una cosa a un'altra. Le parole scivolano sulla mia pelle come
morbide piume, approdando infine sulla splendida storia d'amore fra Tony e
Andrew. Per un istante mi è venuta in mente un'immagine straordinariamente
perfetta, sensuale ma colma di drammaticità di altri innamorati, altri amanti
condannati ad una vita triste e desolata, e capisco che preferirei di gran lunga
leggere questo tipo di storie piuttosto che romanzi che so potrebbero generare
del tedio, qualche sbadiglio, seduta sulla mia poltrona preferita per Dio sa
per quanto tempo. In questi casi mi viene quasi sempre voglia di conoscerli di
persona; telefonargli per fare due chiacchiere, o scoprire se quello che ho
letto esiste effettivamente. Il mio cuore da lettrice non può farci niente:
sono consapevole di come certe storie sono indispensabili per il mio animo, e La camera azzurra acquisisce una certa
importanza.
Finora
non avevo avuto molte occasioni di trascorrere pomeriggi miti, indisturbata,
serena, e questo romanzo fu il movente per cui vivo addosso una situazione di
smarrimento. Dopo qualche tempo mi sono ritrovata sola con me stessa, senza
nulla di concreto fra le mani, nulla che mi dasse la certezza della veridicità
di certe situazioni, occupandomi del mio mondo interiore e di quello dei personaggi,
della loro esistenza e della loro coscienza, come se fosse un'entità conosciuta,
esplorata, aperta completamente a me. Non ho dunque esitato nel muovermi
velocemente sulla superficie delle cose, studiandone ogni dettaglio fino a
percepire il minimo cambiamento, considerando e valutando se il proseguire la
lettura fosse un processo istintivo e naturale o dettato dalla mia coscienza.
Ed è stato così che, alienandomi dal mondo circostante, senza nient'altro da
vedere che due figure nette e distinte, mi sono concentrata su ciò che li
circondava, e di per se questo conferii una certa gioia. Perché leggere di
Andrew e Tony mi ha dato come l'impressione di guardarmi allo specchio, e
comprendere che invece di osservare due persone ho osservato un'unica entità amalgamata
perfettamente, scrutando ciò che ai miei occhi era sfuggito. Perché ogni cosa,
persino la più insignificante, in La camera
azzurra ha un suo significato. Ha un peso specifico, una voce tutta sua di
cui la camera a cui si riferisce il titolo è qualcosa che ha a che fare con la
realtà, una realtà diversa, distorta ma possibile da capire o comprendere.
Il
mio crescente interesse, alimentato da una felicità imprecisata, tangibile o
meno, mi ha condotta fra le braccia di un amore trascendentale, che riesce a far
vibrare il vuoto. Vero come due satelliti nelle vuote tenebre del cosmo,
intenso al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Abbandonandosi
con un certo slancio, un certo calore, il tutto avvolto da una spessa patina di
diffidenza e perplessità. La stessa esistenza umana si riduce a niente. L'uomo
esiste ma brancola nel buio come un animale in gabbia. Misera marionetta in un
caos fantasmagorico di voci e volti, di creature le cui voci si intrecciano e
si sovrappongono in un'unica personale catena.
Non
ricordo nessun giorno delle mie spericolate avventure letterarie che mi abbia
visto così presa a leggere una storia dal tratto indistinguibile, e constatare
come con La camera azzurra sia stato
così mi ha fatto sentire ancor più strana di prima. Georges Simenon scrive un
opera zeppa di distrazioni amorose e realistiche il cui tratto è originale,
richiama alla mente le appassionanti vicissitudini di Arianne e Solal, e che
penetra nel lettore al punto tale d'immergerlo in uno stato fra il fascino e
l'oblio. Il suo tocco spiccatamente maschile riesuma una storia che scruta la
psicologia maschile e quella femminile, ma l'individuo è definito in senso
universale. Il mondo che lo circonda è zeppo di meschinità, di crudeltà,
ipocrisia, cattiveria, che rivelano l'intento dell'autore di esaminare un tema
piuttosto trattato: il senso della vita. Il meccanismo artificioso del tempo
spesso ci induce a dimenticare eventi o situazioni che non vorremmo mai
dimenticare, ma che in un modo o nell'altro ci avvolgono come una seconda
pelle.
Quella
di La camera azzurra è un trattato
terribilmente realistico, sentimentale e seducente, persino tragico, che fa
sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. E che, camuffandosi fra
le mura di un mondo ombroso e sentimentali, descrive situazioni crudelmente
veritiere, quasi ingiuste e crudeli, che inevitabilmente inducono a immergersi
in profondità nell'inconscio dei personaggi. Tony, così come credo gran parte
dei protagonisti della narrativa simeonana, è una figura contrita e appassionata
che ha avvertito la presenza di una nuova realtà, che ha colmato quel senso di
incompletezza e inadeguamento delle sua esistenza, ma ha frantumato la bellezza
di un sogno che avrebbe potuto essere tranquillo. Emozionante, intrigante, appassionante,
giunto dopo una sfilza di letture di vario genere dove l'amore funge da bisogno
primordiale di appartenenza in cui non si riesce a vivere l'uno senza l'altro.
Questa
recensione ha come protagonista un romanzo che ai miei occhi è stato un inno all'amore,
alle ossessioni e alle possessioni di due amanti, violenti come scariche
elettriche. E, prigioniera dei loro stessi peccati, ho letto questa storia come
se fossi stata condannata dalla commedia umana per il pietoso bisogno di essere
amati, confortati. Realizzando così alla fine un quadro raffinato, semplice ma
estremamente solenne e drammatico, che non lo fa sembrare un romanzo piuttosto
una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.
Valutazione
d'inchiostro: 4 e mezzo
Di Simenon ho letto solo qualcosa sul commissario Maigret, ma i suoi romanzi che non fanno parte della serie sembrano comunque molto affascinanti come questo. Avrei bisogno anche io di un nuovo amico di carta perché le letture che sto facendo attualmente mi stanno piuttosto deludendo!
RispondiEliminaMi dispiace, Beth! Spero ti rifarai presto con qualche altra lettura ♥
EliminaBu kitabı bilmiyordum 😊 kitap yorumlamalarını seviyorum 😊 Türkiye'den selamlar 😊
RispondiEliminaSana da selamlar ;)
EliminaNe ho sentito parlare, ma non l'ho ancora letto. Ma leggendo la tua recensione, sono tentata di inserirlo nella mia lunghissima wishlist.
RispondiEliminaFammi sapere se lo leggerai, mi piacerebbe conoscere il tuo parere :)
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