Pages

lunedì, aprile 08, 2019

Gocce d'inchiostro: Ragione e sentimento - Jane Austen

Questa recensione doveva essere pubblicata i primi del mese, periodo in cui avrei dovuto elaborare un piano pur di realizzare una recensione meticolosa ma bella. Ben o male i miei progetti sono andati a buon fine, e il pensiero di riabbracciare una delle opere più belle di Jane Austen mi è sembrato quel luogo magico in cui i pensieri o le paure più oscure evaporarono in un niente.
Titolo: Ragione e sentimento
Autore: Jane Austen
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 368
Trama: Lo scenario è la lussureggiante campagna inglese. Siamo a cavallo fra due secoli, Settecento e Ottocento. Tre sorelle perdono il padre, venendo a trovarsi in ristrettezze economiche a causa dell'avidità della cognata. Le reazioni a catena generate dall'improvvisa povertà influenzeranno profondamente le loro vite, anche negli aspetti sentimentali più privati.

La recensione:


“È l'amore un capriccio od un sentimento? No, è immortale come la verità incorrotta. Non è un fiore che si sfoglia quando la gioventù cade dal gambo della vita poiché crescerà persino in regioni aride dove non scorre acqua né un raggio di speranza inganna le tenebre.”

Sensibilità e amore. Amore e psiche. L'eterno contrasto. Semplici parole che sembrano stonare fra loro, così opache nella semplicità delle cose, silenziose e luminose che dicono più di quel che tacciano. Ma, sussurrate nel tempo davanti agli occhi del mondo, rispecchiano l'idea dell'amore o del desiderio di un mondo in cui l'uomo è oggetto d'unione alla sua anima: "l'alato Cupido che viene dipinto cieco", come diceva Shakespeare.
Questa è una breve massima che compone il ciclo della produzione austeniana. Questa è la storia di Ragione e sentimento. Due sorelle che scoprono la natura di questo sentimento dal nulla. Due ragazze romantiche e sognatrici incuranti degli incauti sussulti del cuore che, talmente forti da dare un senso di malessere, sono state trasportate qua e là dalla corrente dell'amore, osservando l'inutilità di un mondo fatto di cose grandi e piccoli di ricchi signori acutamente consapevoli del loro status sociale. Protagoniste di un destino incerto, che li induce a scoprire la natura delle loro opinioni e azioni in contrasto alle massime preferite, descritti in tutta la loro meravigliosa stupidità e trascuratezza, conferendo un ritratto carente della vita che c'è stata. Due fanciulle ingenue e un pò bigotte che, a loro rischio e pericolo, sono scesi a patti con il vuoto morale dei loro tempi. Provando sulla loro pelle l'essenza dell'amore nella pronta immaginazione, nei modi affetti, buoni e garbati, nella più assoluta perfezione. La vita vissuta con troppa calma, con molti aspetti pieni di banalità, arroganza e artificialità. E, a dargli coraggio sul campo di battaglia, a regalargli intelligenza o coscienziosità, a sospingerle verso un lento processo di scoperta verso se stessi e il mondo circostante sono due gentiluomini che hanno già assaporato la brama lussuriosa dell'amore, per quanto bello ma malinconico. Compiacimento e bellezza. Desiderio e fedeltà. Anime inquiete che, accomunate dal senso di fratellanza, dal rispetto e dalla sottomissione nei riguardi del protettore, si sono adattati allo sfarzo e alla mentalità chiusa del tempo. Sono stati promessi sposi di giovani donne cui non hanno mai nutrito alcun sentimento d'amore, hanno avuto bambini, si sono volutamente sottomessi al volere di una madre rigida ed egoista. Non hanno mai avuto scelta. E le ragazze Dashwood sono arrivate troppo tardi, dubbiose se donare una vita di gioie e agi a un guscio ermeticamente vuoto. Al di là del benessere e della burrascosa tempesta della vita che, in un momento, potrebbe frantumarsi contro gli scogli.
A narrarci la loro storia è una tranquilla signora nubile, che ha avuto a disposizione nient'altro che carta e inchiostro. Una giovane autrice che fece di Ragione e sentimento un chiaro tentativo di difendere il senno e il ritegno per se stessa, rappresentandola in una sottilissima vena ironica, incarnata nella giovane Eleonor. Una trentaseienne romantica e sognatrice, per nulla dissimile a quelle ombre che la circondavano, alla luce tremula di una candela, appollaiate sulle sue spalle - fiaccata dalle disuguaglianze sociali e da alcuni dogmi dettati dal cristianesimo.
Il dolce richiamo a una delle più acclamate opere della letteratura inglese, che qualche anno fa mi aveva fatto conoscere una Jane Austen sentimentale, matura e profonda, è stato inconsueto e particolare. Lucido e, disgraziatamente per me, sentimentale in minima parte. E, ignorando del tutto il gusto e lo stile di quest'autrice, convenzionale e ingenuo. Speravo di farmi cullare da una bella storia d'amore e che, intessendo una trama realistica basata esclusivamente su esperienze amorose che avrei potuto vivere in prima persona, ho ascoltato Ragione e sentimento con freddezza e distacco. Mi aspettavo di trovare, in qualunque sguardo, gesto o imperfezione, qualcosa che riempisse il mio cuore di una dolcezza triste. Il romanzo della Austen, tuttavia, non si è dimostrato come il poema armonioso, sentimentale o seducente che, io, avrei potuto avvertire immensamente. Con la sua travagliata storia di religione, desideri e lealtà, semplice e puro come l'etere. Piuttosto come un moto lento e poco rassicurante dell'anima, involontario e silenzioso che, componendo una melodia dolce e piacevole, avrebbe potuto rendermi prigioniera delle stesse colpe delle sorelle Dashwood. Zeppo di dialoghi e scevro di descrizioni di qualunque natura, nonostante gli sforzi dell'autrice, l'intimità condivisa col lettore è poverissima: c'è sentimentalismo, ma non sorretto da uno stile lirico e romantico.
E' tuttavia un opera che non nasconde un certo fascino, in cui ho trovato nozioni e concetti concerni al secolo. La Austen è indubbiamente una poetessa romantica, affascinante, acuta nella meditazione e nella forte emotività. Scevra di passione, fremiti di autoaffermazione dell'anima, rabbia o follia. La sua voce arriva dritto nei cuori di chi legge e, pronunciando quelle giuste parole capaci d'infondere vita persino alle cose inanimate, esamina i burattini di questo teatro allestito dalle sue parole. Narrando la vita di Eleonor e Marianne quasi come fosse sua. Sciatta, imprecisa, imperfetta destinata a divenire massima di vita, istinto e carne. Padrona del mondo, conseguenza dello spirito a spegnersi come una candela. Una constatazione triste e amara, quando si giunge alla fine di Ragione e sentimento, nonché disincanto del romanzo in se. Le avventure amorose delle sorelle Dashwood sono state ideate con l'intento di osservare i loro movimenti, porre dei limiti con una certa serietà in cui la Austen, nell'evidenziarli, diviene alata e inavvicinabile. Raccontate non in prima persona, ma costruite giorno dopo giorno con eventi che caratterizzano la vita di chiunque.
Ragione e sentimento è un romanzo che non va dritto al cuore ma al cervello, che trascina più razionalmente che emotivamente. Rileggerlo mi ha lasciata un po' insoddisfatta. Desiderosa di poter assistere a qualcosa di più forte: assistere alla nascita di un amore meraviglioso, trascendentale e folle che impallidisce persino dinanzi al bagliore bruciante del sole nel limpido cielo.
Valutazione d'inchiostro: 4 -

10 commenti:

  1. Ciao Gresi, è da un po' che mi riprometto di leggere questo romanzo (e, magari, vedere il film) ma alla fine tendo sempre a dare la priorità a letture più recenti... cercherò di rimediare ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece ho un amore per quel genere di libri che, a lettura conclusa, non desidero altro che rileggerli :) Ragione e sentimento infatti non ne è un eccezione, e sono contenta di averlo riletto sebbene mi ha entusiasmata maggiormente Orgoglio e pregiudizio :)

      Elimina
  2. Io invece lo rileggo sempre con piacere e ogni volta scopro sfumature nuove, anche se il mio preferito della Austen rimane Persuasione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sullo scoprire cose nuove sono d'accordo, e più o meno anche sulla faccenda riguardante Persuasione. Per me il più bello resta Orgoglio e pregiudizio ;)

      Elimina
  3. molto belle le tue parole, io però non sono tra le estimatrici di questa autrice

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Chiara :) Beh, la Austen è un autrice che non tutti amano. Ma certi suoi libri sono davvero molto belli ;)

      Elimina
  4. Adoro la Austen, e adoro questo rimanzo in particolare. L'ho riletto a distanza di anni (l'ultima, un paio di annetti fa o poco meno, trovi la recensione sul blog ^_^ ), ritrovandomi completamente immedesimata in Elinor tanto quanto, anni prima, ero stata profondamente Marianne.
    Adoro l'ironia con cui la Austen sa ritrarre certi personaggi mai tramontati, a distanza di secoli (l'ipocrita aura da benefattrice della cognata, per citarne una), adoro il suo stile, adoro tutto. Leggo sempre con curiosità le recensioni dei suoi romanzi, perchè ognuno riesce a coglierne sfaccettature diverse; il che, secondo me, dimostra la grandezza di questa scrittrice ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo, Letizia :) Questa, come hai potuto constatare, è una rilettura. Ma ad infiammare il mio animo è stato senza alcun dubbio Orgoglio e pregiudizio. Ragione e sentimento è una bella lettura, ma l'altro ancor di più ;)

      Elimina
  5. Me ne vergogno ma di Jane Austen ho letto solo Emma, che ho apprezzato molto. Prometto a me stessa di recuperare tutti gli altri, questa autrice è da conoscere in modo completo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non c'è da vergognarsi, Maria! Ognuno di noi ha bisogno del momento ideale per approcciarsi a un autore. Che sia conosciuto o sconosciuto non ha importanza. Anche per me, pur quanto l'apprezzi, la Austen è un autrice di non semplice lettura. Eppure Ragione e sentimento è stata una bella lettura, anche se ho apprezzato maggiormente Orgoglio e pregiudizio :)

      Elimina