L’amore si
protrende all’indietro nel tempo. Rivendica il nostro primo contatto, le nostre
battaglie e sconfitte. Gli ammazzamenti sono diventati appuntamenti.
Perché ai miei sentimenti non riesco mai a dare voce? Mi domando,
ogni qualvolta termino di leggere un romanzo intenso, profondo e romantico come
questo. Non lo so. Forse perché romanzi di questo tipo dicono molto più di quel
che sembra, non solo fanno parte di una storia ma sono quella storia, non del
mondo fittizio ma del mondo reale. Quello mio, tattile, crudele e ingiusto. Mi
piacciono le storie che ammettono di essere storie e non fingono di essere la
verità, soltanto la verità, nient’altro la verità.
Quella ritratta in questo romanzo enuncia un tipo di narrazione di
cui personalmente non ero più avvezza. E ciò è una sorta di monito alla mia
anima semplice e appassionata, che si lascia quasi sempre contagiare dal tono
drammatico, profondo estremamente tragico di certe opere ma non ascolta la voce
altisonante del suo cuore. La ragione che prevale su sentimenti ardenti e
calorosi. Il mio essere testarda nel proseguire obiettivi prefissati,
attraversati ogni tanto da spiragli di luce intensa e sorprendente. Come giunse
Così sì perde la guerra del tempo nel
mio personalissimo cerchio?
Rosso e Blu, sentimenti forti e contrastanti. Crepe che sono state
aperte in un mondo, la cui cenere che lo circonda diventa un foglio di carta in
cui vi è riportata la calligrafia arabesca di due autori americani per me
sconosciuti. Affettato, surreale, quasi magico, dal ritmo serrato ma ricco di
metafore, simbolismi e allegorie, lettura che ho divorato nel giro di qualche
giorno nonostante avrei voluto trascinarmelo per qualche altro giorno.
Centellinare il piacere della sua lettura. Un solo bicchiere da cui assaggi il
suo contenuto, e se lo bevi tutto d’un fiato resti a secco.
Questo breve e forse inutile preambole per dire, che ciò che penso
di questa lettura questa volta è davvero difficile. Perché? Perché è tutto
estremamente amplficiato, i sentimenti, l’emozioni, i supplizi della simmetria
di un mondo disadorno attraverso il quale gli autori si sono dilettati a esplicare la vera anima dell’intero
romanzo: la lotta incessante fra Bene e Male. Adornato da una serie di
corrispondenze fitte, di pensieri che altro non sono che uno scambio indiretto
di conversazioni, autodistruzioni, tendenzialmente brevi ma vorticanti di
grande intensità, piacere che è davvero impossibile condensare e passare così
come sono arrivati. Perché è davvero difficile andare oltre le parole. Lo credo
bene! Quando ci si imbatte in romanzi del genere, un accozzaglia di fogli,
parole fresche di stampa che profumano ancora d’inchiostro rovesciato e i resti
spiegazzati di due volti dall’aria misteriosa, minacciose, quasi torve che
fungono da reazioni opposte e contrarie, dove si è posato il mio sguardo per
quasi due giorni …. Che ho vissuto in un mondo indefinito, lontano,
introvabile, che solo mediante passato è stato possibile comprendere la realtà
circostante, integrarsi pur di comprendere cosa e chi mi circondasse,
diventando qualcuno, ascoltando il canto altisonante del mondo sulle mie
fragili membra.
Non c’è mai stato nemmeno un momento che ho desiderato volgergli
le spalle: mi è sembrato così difficile, arduo immaginare di andarmene, nel bel
mezzo del nulla, il sole che splende sulla mia pelle, il fragore di una lotta
incessante e inarrestabile che inevitabilmente decreterà il destino di queste
due anime. Ma mi è ancora impossibile capire in che modo sia finita qui,
nuovamente fra le braccia di due abili cantastorie che hanno addolcito il
sapore di una sentenza inviolabile.
Il posto nel quale vi ho risieduto non fa certamente pensare che Così si perde la guerra del tempo sia un
opera facile, ma estremamente solenne,
sofisticata, elegante come un poema omerico in
cui sono stata attanagliata da un forte senso di angoscia – così densa e
profonda – che è molto simile a quella della cosidetta ansia del sole assente,
ma che ti induce a riflettere, a fermarsi in preda ad elucubrazioni in cui lo
spirito si è inevitabilmente addentrato. Nell’invisibile ma non
nell’impossibile, in un certo smarrimemto, in una certa dispersione che mi ha
letteralmente consumata, sottratto qualunque rimasuglio di felicità, lietezza.
Qualcosa di tangibile ma di trasparente che è stata come un ombra che mi ha
completata. Relitto di un destino ignoto, unito a tutte le reticenze della
morte.
Le difficoltà iniziali di mettere in ordine i pensieri, le
sensazioni, persistono persino mentre ripongo queste poche righe. Il mondo
ritratto era quella landa desolata ma disomogenea che di certo non fa pensare
che, nel momento in cui ci si addentra, mantenga intatta quell’obiettivo
estetico e morale che la storia subisse un cambiamento. Gli arrugginiti
ingranaggi di un mondo privo di significato, quasi di identità ritratto come un
Giardino bellissimo ma inavvicinabile in cui i protagonisti, Rosso e Blu,
germogliano e sbocciano attraverso parole che man mano divengono sempre più
astruse. Colgono frammenti del loro essere come prendere un bocciolo di ognuno.
E la poesia che trapela da tutto ciò si cristallizza nel tempo. Poggia più su
forme volute che si possono comandare e modellare a piacimento, minaccia per la
legge e per qualunque forma anti moderna, che si stacca dagli altri romanzi del
genere che sovrasta, piomba nei cuori algidi o ferventi di marionette che
sembrano non avere vita propria se non grazie la scrittura di certe
corrispondenze. Stanziati illecitamente nell’immensa solitudine dei loro cuori,
nella vita degli stessi che senza amore e virtù non spiccherebbero per forma e
sostanza. Si, perché differente da altri romanzi Così si perde la guerra del tempo è esageratamente intriso di
metafore, allusioni fiabesche, con esclusivamente la voce gracchiante di due
giovani amanti che in un modo o nell’altro serbano forme di solitudine ancor
più profonde.
Come avvolto in un manto di cupa dannazione, da cui non ci si
raccapezza nell’immediato, ho osservato il tutto da diverse prospettive. Dal
basso, dal drammatico dramma di due anime attanagliate da un amore intenso e
romantico, da azioni che scombussolano non tanto per la sua natura quanto per
le implicite conseguenze, che mi ha affascinato, stranulato nel comprendere
com’è stato possibile potesse esserci tanta intensità letteraria.
Noi veniamo
coltivati, come credo che tu sappia. Ci rintaniamo nell’intreccio del tempo. La
siepe siamo noi, siamo soltanto boccioli di rosa con spine al posto dei petali.
Lo stavo leggendo, ma lo devo riiniziare perché lo stavo trovando strano e non lo stavo capendo molto XD
RispondiEliminaPerò visti i tanti, tra cui il tuo, pareri positivi, sono curiosa di continuare la storia.
Buone letture!
Altrettanto! 🥰🥰
EliminaNon conosco, ottima recensione, grazie
RispondiElimina🥰
EliminaPur non essendo il mio genere, mi ispira tantissimo!
RispondiEliminaÈ meraviglioso 🥰🥰
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