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venerdì, novembre 06, 2020

Gocce d'inchiostro: Underground. Racconti a più voci dell’attentato alla metropolitana di Tokyo - Murakami Haruki

Mi considero una persona paziente e ho sempre pensato che ogni romanzo abbia bisogno del proprio tempo per raccontarsi. Non bisogna affrettarsi ed immergermi fra le sue pagine con la velocità di un maratoneta che ha come obiettivo quello di raggiungere il traguardo, né ostentarlo con trionfo e orgoglio. Bisogna leggere per imparare, apprendere, e se motivati da una buona dose di curiosità, costanza e perseveranza, quel libro in particolare ben presto diverrà un caro amico. Una persona in carne e ossa a cui si volge attenzione, tempo, amore per qualche giorno. Nel mio ultimo caso, tale situazione è avvenuta con Underground, che ha stanziato sullo scaffale da inizio anno. Ed io, che amo Murakami, ho letto tutti i suoi romanzi, ho affidato il mio tempo - pomeriggi miti e solitari – nelle mani di questo straordinario scrittore, con un pizzico di vergogna ammetto per averlo letto solo adesso. Un residuo della mia coscienza mi induceva a volgere i miei interessi su altro; avevo l’impressione che, nel momento in cui mi ci sarei approcciata, non l’avrei apprezzato come si deve. Però una cosa resta e resterà intatta: il mio amore incommensurabile per la prosa murakamiana, e per questo la mia seconda lettura di novembre mi vide recarmi nella Tokyo fumosa, surreale e onirica che mi piace tanto facendo il possibile per ricucire lo strappo della nostra distanza che si è aperta in questi mesi, perché nel momento in cui Murakami prende in mano una penna il mondo acquisisce un senso, colore, magia, cantuccio personale in cui ho amato e amo rifugiarmi.

Titolo: Undeground. Racconto a più voci dell’attentato alla metropolitana di Tokyo
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 507
Trama: Il 20 marzo 1995 in quattro treni della metropolitana di Tokyo viene sparso veleno liquido da una setta religiosa, causando dodici morti e migliaia di intossicati. Questo libro è una ricostruzione degli eventi per mezzo delle testimonianze delle persone coinvolte, ma è anche un viaggio nella coscienza collettiva dei giapponesi.

La recensione:

<< Proprio quando stai cercando di dimenticare, ti tornerà in mente tutto .. “

Se non si ama particolarmente un autore non credo si potrebbe apprezzare persino romanzi << fuori tema >> per i suoi standard, lavorando assiduamente e a lungo per un progetto che lo avrebbe allontanato – anche se per poco – dalle luci della ribalta. La maggior parte dei casi, per quanto riguarda la mia personalissima esperienza, con autori che amo particolarmente, accade esattamente questo: per un primo momento non accetto ciò che mi è stato donato ma solo dopo mi rendo conto dello sforzo che si sia compiuto per trovare una << scorciatoia >>. Magari, adesso che ho acquisito una certa esperienza, approvo ciò con una consapevolezza diversa dai primi tempi, nonostante il bruciore della delusione brucia ancora sulle mie fragili membra. Tra l’altro fare di tutta l’erba un fascio non mi è mai piaciuto, il solo pensiero mi indispone particolarmente dove si consolidano quelle che non sono altro i miei propositi letterari. Basta vedere i romanzi che leggo, le pile gigantesche che adornano il mio comodino, finchè qualcosa o qualcuno non si muova dentro di me. Io stesso amo viverci, non c’è nient’altro al mondo che più desidero. È una specie di droga… cosa posso farci?
Sul finire del mese di ottobre, nel pieno delle feste halloweniane, con letture a tema già enunciate, Underground si stanziò nel mio cerchio personale mettendo a tacere qualunque remora o dubbio di approcciarmi a questa lettura, che gestisco l’arte dello sconosciuto, l’inesplorato con coraggio e perseveranza. Certi tipi di arte riguardano le mia attività svolte nel mondo letterario, e, recentemente, in una Tokyo stretta, oscura che come un sotterraneo interseca le vite di svariati personaggi, anzi, le  loro testimonianze dirette, mediante il quale Murakami adoperò per comprendere la realtà circostante. Il peso della realtà gravava sulle loro coscienze come un fardello troppo pesante, ma come un ragno ha inghiottito ogni parola, ogni sminuezza. Queste indagini, proiettate e modellate poi in romanzo, assunsero una forma nel momento in cui Murakami rispose all’eco di quegli antichi idiomi giapponesi che si credevano perduti. Da amante della prosa murakamiana avrei preferito leggere tutt’altra cosa, affezionarmi persino ad un unico personaggio, ma Underground non si è mai presentato come un romanzo bensì come un’inchiesta semplice e poco pretenziosa sciorinate mediante personali testimonianze indotte sul campo. Persone che hanno assistito in prima persona all’attentato della città di Tokyo, negli anni ’80, e alla diffusione di un virus mortale che simultaneamente coincide con il periodo che stiamo disgraziatamente vivendo.
Nella piccola cittadina della mia coscienza capitano momenti in cui vorrei maledirmi. La pazienza, però, è sempre stata uno dei miei pregi e sebbene metta in discussione ogni cosa, persino la mia anima, vado a far frotte in luoghi o posti che non erano per nulla sconosciuti, lasciando semipieno un corpo minuto ma formoso, in cui ispezionare certi tipi di paesaggi diventa un’occasione molto piacevole. Un uomo di media statura, giapponese ma estremamente fantasioso e straordinario, proiettò la sua ombra fumosa sulla soglia di una porta che si è aperta nell’immediato, quando bussò al mio cantuccio personale, intrappolandomi in nient’altro che fogli invisibili e virtuali. Finestre sull’anima di chi legge. Mediante la scrittura, però, compose acute e profonde riflessioni sul ruolo che esercita la realtà circostante sull’individuo, sulla creatività di interpretare un evento storico di quasi quarant’anni fa. Un traduttore, un saggista, un narratore, un corridore, già celebrato per la potenza della sua fantasia – calorosamente accolto dalla sottoscritta – e che, nel corso degli anni, divenne modello d’ispirazione.
Nei lontani anni 80, un virus letale decimò la popolazione giapponese. Tranquilla, quasi sciatta, soggetti qualunque che conducevano una vita banalissima, invasi da un evento catastrofico che si avvicendò  nella testa dell’autore come derivati dal nulla, con il proposito di concepire un romanzo/ indagine che promulgasse un unico obiettivo: dissipare l’odio e la rabbia che attanagliano l’anima dei più forti sui più deboli che ha la forma distorta di un incubo ma che mette in luce le contraddizioni e le crudeltà insite nella società giapponese.
Non come una delle migliori letture murakamiane, ma un opera interessantissima, ambiziosa, concreta e di forte impatto indotta a specchiarsi continuamente nella visione di un periodo storico che ha il temperamento nefasto di dilaniare chiunque. Ci si affanna a sforzarsi a comprendere chi e cosa ci circonda, a mettere in contatto ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, allegoria della stessa esistenza. Una riflessione sulla crudeltà, sull’egoismo, sui sentimenti, il ritratto di una società colma di straordinarie nefandezze, che sono stati sottoposti a maltrattamenti vari, che per quanto di per se la cosa è alquanto orribile, alimentata dalla diffusione di un virus mortale.
Considerato dallo stesso Murakami come una sorta di inchiesta sul campo, riflessioni personali di chi visse in prima persona questo terribile evento, Underground è un romanzo da leggere che potrebbe apparire noioso ma che è un’indagine fedele e approfondita di ciò che effettivamente siamo. Essere senzienti, finiti in un mondo infinito che altro non è che una rapida assimilazione sul processo creativo ma anche spirituale dell’autore, una mera constatazione che non tutti riescono ad impersonare i panni degli altri. A far trapelare anche un mero squarcio di comprensione, sensibilità che come nuvole che vagano nel cielo arrivano e se ne vanno come semplici ospiti di passaggio.
Non un romanzo che ci rivela, nei minimi dettagli, i segreti di un popolo dimezzato da una pandemia, ma, dà alla storia spazio e tempo. Scompone le parti della vita di ognuno come elementi ordinati di una libreria, sorprende per la sua natura estremamente metodica, ordinata, peculiare, agli antipodi dello stereotipo dell’artista surreale e tendenzialmente ripetitivo, che lascia con la generale tristezza che forse quello che abbiamo letto non è poi così distante dalla realtà circostante.

Valutazione d’inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Non conosco e mi mette un po ansia sto libro; grazie per l'ottima recensione comunque

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  2. Di Murakami ho letto soltanto Norwegian Wood, e mi piacerebbe conoscerlo meglio. Magari ci sono libri, però, più rappresentativi di questo :)

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    1. Esatto. Questo è più che altro un inchiesta/ indagine su un importantissimo momento visse Tokyo, nei primi anni 80. Ma il mio consiglio, per leggere Murakami, è di partire o continuare con altro :)

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  3. Boa tarde Gresi. Parabéns pelo seu excelente trabalho.

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