Una ragazza apparentemente scialba, con la
carnagione chiara quasi trasparente, origini americane depositate su origini
più antiche e più profonde, la classica ragazzetta inglese della letteratura
ottocentesca, malinconica e melodrammatica che celata sotto un manto di false
apparenze, ardè come una corona celeste sulla mia testa, membra affusolate e
fianchi stretti, un bagaglio di conoscenze che ad una semplice occhiata la
rendono insipida, quasi insulsa, non la tentatrice astuta che sembrava capace
di rubare ogni cosa. Slanci caldi e affettuosi, per molti versi una ragazza
normalissima e banalissima che non ha attratto la mia attenzione, bensì ciò che
ha compiuto. Né brillante né bella, ma posata la cui apatia quasi priva di
vita, fu come cristallizzata nell’esigenza di riconoscere alcunchè.
Con questo romanzo, non è scattata la scintilla
nell’immediato. Non mi sarei esposta così tanto se non avessi visto del
potenziale, che poteva fungere da espediente per scacciare la malinconia,
qualunque forma di dramma, e la Baker ci induce a toccare tutto questo
cancellando il bisogno di una grande passione ad un certo punto della sua vita.
Per il momento bastava comprenderla, poi si sarebbe provveduto a pensare ad
altro, riuscendo persino a sentirsi appagati.
Non un incontro di menti come l’ennesima bellissima
lettura il cui ricordo avrei preservato per sempre, ma qualcosa che ben o male
mi ha tenuta incastrata fra le sue grinfie.
Titolo:
Cassandra al matrimonio
Autore: Dorothy Baker
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 274
Trama: E’ un’estate dei primi anni Sessanta e Cassandra Edwards è in viaggio verso il ranch di famiglia. Partita da Berkeley, sta andando al matrimonio della sorella gemella, Judith, ma non sa come comportarsi perché non ha proprio voglia di conoscere il cognato, né di gioire dell’evento. Cosa succede nel cuore di un fratello gemello quando l’altra metà decide di andare via, di iniziare una vita propria da condividere con un estraneo? Accade di arrivare nella casa paterna e di aver voglia di tuffarsi subito in piscina, dove la testa si libera dai pensieri e nell’acqua ci si dimentica quasi di essere mai nati; di stringere tra le braccia la nonna, ancora affilata nei giudizi eppure così spudoratamente di parte nei confronti delle nipoti; accade poi di parlare con il proprio padre, in un’infilata di brandy che aiuterà a sfogare la propria tristezza e le paure. La casa degli Edwards è un piccolo mondo distante, e fiero di esserlo, dalla società americana degli anni Sessanta; è un ambiente colto e progressista dove il capofamiglia è un professore di filosofia in pensione le cui figlie ricordano con grande fierezza l’educazione libera e tesa alla curiosità che gli ha impartito; ed è una casa dove manca una madre da qualche anno, il weekend che accompagna il racconto di Cassandra al matrimonio è quasi lo scampolo di una storia familiare idilliaca, l’ultimo colpo d’occhio di una giovane donna che sta per volgere lo sguardo altrove.
Autore: Dorothy Baker
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 274
Trama: E’ un’estate dei primi anni Sessanta e Cassandra Edwards è in viaggio verso il ranch di famiglia. Partita da Berkeley, sta andando al matrimonio della sorella gemella, Judith, ma non sa come comportarsi perché non ha proprio voglia di conoscere il cognato, né di gioire dell’evento. Cosa succede nel cuore di un fratello gemello quando l’altra metà decide di andare via, di iniziare una vita propria da condividere con un estraneo? Accade di arrivare nella casa paterna e di aver voglia di tuffarsi subito in piscina, dove la testa si libera dai pensieri e nell’acqua ci si dimentica quasi di essere mai nati; di stringere tra le braccia la nonna, ancora affilata nei giudizi eppure così spudoratamente di parte nei confronti delle nipoti; accade poi di parlare con il proprio padre, in un’infilata di brandy che aiuterà a sfogare la propria tristezza e le paure. La casa degli Edwards è un piccolo mondo distante, e fiero di esserlo, dalla società americana degli anni Sessanta; è un ambiente colto e progressista dove il capofamiglia è un professore di filosofia in pensione le cui figlie ricordano con grande fierezza l’educazione libera e tesa alla curiosità che gli ha impartito; ed è una casa dove manca una madre da qualche anno, il weekend che accompagna il racconto di Cassandra al matrimonio è quasi lo scampolo di una storia familiare idilliaca, l’ultimo colpo d’occhio di una giovane donna che sta per volgere lo sguardo altrove.
La recensione:
Talvolta la vita ci riserva
spiacevoli sorprese, ma lasciatemi dire che questo racconto mi piacque fino a
un certo punto e secondo me la Baker ha scritto di meglio. La giovane Cassandra
era alla ricerca di se stessa, e l’avvento del matrimonio di sua sorella una
gran bella faccenda da sistemare, e con qualche piccola modifica sono sicura
che sarebbe stata molto più coscienziosa. Ma Cassandra è stata tutt’altro che
coscienziosa. Forse fin troppo accecata dalla rabbia, intrappolata in un
baratro di false speranze che divenne così insopportabile, inespugnabile, pur
di non essere trascinati dalla corrente della modernità, pur di essere liberi. Eppure,
per costruirsi una propria identità quando nel mondo esiste un individuo uguale
a te il cui legame sopprime ogni cosa, è difficile discostarsi.. ecco cosa ha
deciso il Fato, ma questo romanzo non mi ha soddisfatta per la stessa Cassandra
quanto di ciò che la sua lettura mi ha donato. Non in maniera frettolosa, ma
sincopata, lenta, che magari è stato questo che non mi ha entusiasmato nell’immediato,
ma che mi ha inevitabilmente trascinato in un pozzo oscuro di ombre e disagi.
Le parole descritte non
hanno sfolgorato più di tanto nella mia testa, nonostante alcuni temi trattati
mi tennero assiepata a un bagaglio di emozioni indefinite., perché mi sono resa
conto nel riporre queste poche righe, che la Dorothy scrisse di meglio, non del
tutto estranea al mio cerchio, ma non il miglior romanzo che ho letto che
racconti una storia che non posso giudicare degna di questo nome ma che prese
forme lentamente, con un certo piattume, che avrebbe potuto essere migliore di
quel che è. In un mattino, la possibilità di fare del legame indissolubile fra
una sorella una possibilità di tenersi stretti modelli che eguagliano persino l’originale,
sostituuirono qualunque forma di comprensione ed amenità che funse da porto in cui
rifugiarsi. La sua figura non stanziò per più di qualche ora, da cui sono
risuonate verità arcaiche che scindono l’anima e i legami indissolubili che
sorgono fra uomo e natura. Di ammaliamento, dunque, fra le sue pagine, ne ho
colto ben poco, ma alla fine qualcosa vi ho potuto apprezzare.
Monumento che ha preso vita
dal nulla, nel quale predominano forze superiori che valicano su tutto e tutti
in cui l’elemento affettivo che ci coglie quando qualcosa o qualcuno si
interpone fra noi pervade lo spirito nell’ostinazione di qualunque forma di
evoluzione. Cosa fare, quando un ostacolo o intermezzo si pone fra te e la tua
esistenza? Nel romanzo resa facile ma non priva di conseguenze, il cui prezzo
da pagare è alto, rievocano momenti o ricordi che hanno assorbito ogni fibra
del mio essere. Critiche e riconoscimenti che mi hanno permesso di osservarla
poi sotto una nuova ottica, comprendendola in ogni forma e costanza.
Cassandra al matrimonio non
è certo uno di quei romanzi il cui ricordo serberò gelosamente, eppure ha avuto
una voce tutta sua in un mondo in cui si desidera voltare le spalle dando prova
a un esistenza artistica e individuale fasulla e ammissibile in qualunque
contesto o frase. Lontana anni luce dalla realtà odierna, rinchiusa in un pozzo
in cui la generosità, la bontà d’animo non esistono.
Valutazione d’inchiostro: 3+
Grazie per questa bella recensione, non ho mai letto nulla di questa autrice, ma il libro mi ispira molto.
RispondiEliminaA te ☺️❤️
EliminaBoa tarde, parabéns pela resenha e dica.
RispondiElimina:)
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