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sabato, ottobre 16, 2021

Slanci del cuore: parole su misura per romanzi inchiostrati. Romanzi fuori dalla mia comfort zone che ho amato

Nella mia carriera di lettrice ho sempre creduto che non è la quantità di romanzi che si legge a considerarti lettore ma la qualità di ciò che leggi. Spesso e non poche volte, mi capita di imbattermi nella conoscenza di autori sconosciuti e non che lasciano sempre un segno del loro passaggio, ma, con parole fatte su misura e apposta per me, non solo ti inducono ad abbracciare altre loro opere con trepidazione e malizia, ma a raccontarci altre storie che ci inoltrino in un percorso lungo ma sensazionale. Allora, a questo punto, non posso non fare a meno di non esserci. Solo così, ora non sarei qui a scrivere questo ennesimo post, con protagonisti questa volta quei romanzi che ho amato e che se non avessi letto non credo avrei tessuto esplicate lodi. E come un’improvvisa imboscata, ecco presentarvi quelle letture che mi porto dietro, a distanza di qualche tempo, come portafortuna, nel mio bagaglio culturale. Anche loro, hanno fatto il loro dovere di romanzi. E, poi, in un momento in cui meno me lo sarei aspettata, scandito una melodia che ha oltrepassato qualunque confine. Valicando qualunque barriera.

Ho visto in Zerocalcare qualcosa di speciale, e spedita in zone remote della sua coscienza ha emesso una sentenza da cui ne sono uscita incuriosita. Inorgoglita ad aver ascoltato la voce della mia coscienza, ancora una volta.


Titolo: Dimentica il mio nome
Autore: Zerocalcare
Casa editrice: Bao
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 235
Trama: Quando l’ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell’innocenza giovanile e l’incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione.



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Una lettura che mi ha donato la sensazione di essere avvolta in un atmosfera densa come caramello, appiccicosa e soffocante, dove predomina la malvagità, il desiderio di sopraffare il prossimo, la vendetta, la lealtà, lo sconforto, rappresentano il guizzo di una storia che ha appena emesso un vagito all’inizio di una nuova era e che è possibile leggere o interpretare come se stessimo guardando un caleidoscopio dai toni sgargianti e forti nella cui combinazione si avvicendano a decorazioni belliche.

Titolo: La guerra dei papaveri
Autore: R F Kuang
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 516
Trama: Rin ha passato a pieni voti il keju, il difficile con cui in tutto l’impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che accadranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di Ji potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente. Ma le sorprese non sono sempre buone. Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica. Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri. Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.

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Solo sentimenti, puri e indelebili, incastonati nel cuore dei protagonisti come piccole pietre preziose: solitudine, rabbia, inverni desolati.
Nulla di positivo, ma utile a scacciare il demone della solitudine, come si vuol dire.

Titolo: Novemila giorni e una sola notte
Autore: Jessica Brockmole
Casa editrice: Nord
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 332
Trama: "Cara figlia mia, tu non hai segreti, ma io ti ho tenuto nascosta una parte di me. Quella parte si è messa a raschiare il muro della sua prigione. E, nel momento in cui tu sei corsa a incontrare il tuo Paul, ha cominciato a urlare di lasciarla uscire. Avrei dovuto insegnarti come indurire il cuore; avrei dovuto dirti che una lettera non e mai soltanto una lettera. Le parole scritte su una pagina possono segnare l'anima. Se tu solo sapessi..." E invece Margaret non sa. Non sa perché Elspeth, sua madre, si sia sempre rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda sul suo passato. Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l'unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa improvvisamente. Una lettera che è l'appassionata dichiarazione d'amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla? Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell'umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente. La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all'odio di spegnerla.

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Un romanzo che ai miei occhi è stato un inno all'amore, alle ossessioni e alle possessioni di due amanti, violenti come scariche elettriche. Condannata dalla commedia umana per il pietoso bisogno di essere amati, confortati. Realizzando così alla fine un quadro raffinato, semplice ma estremamente solenne e drammatico, che non lo fa sembrare un romanzo piuttosto una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.

Titolo: La camera azzurra
Autore: Georges Simenon
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 153
Trama: "Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrèe "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti …". Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrèe era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura.


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Rappresentazione scenica di una sfilza di oggetti e situazioni simboliche, in una successione di luoghi e figure che assieme a Holmes e Watson ci condurranno a crescere, conoscere e vedere, discostare quel velo dell’ignoto soffocando l’emozioni, le apparenze, nella crudeltà di un mondo non sempre semplice e ospitale.

Titolo: Il mastino dei Baskerville
Autore: Artur Conan Doyle
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 8 €
N° di pagine: 211
Trama: Nebbia, brughiera, un cane maledetto con le fiamme dell’inferno negli occhi, una morte incomprensibile: il palcoscenico perfetto per Sherlock Holmes e per l’immancabile Watson. La morte in questione è quella di Sir Charles Baskerville, l’ultimo occupante di Baskerville Hall: che sia vera la leggenda che parla di un cane degli inferi, un mastino demoniaco che perseguita la famiglia Baskerville? Un perfetto meccanismo a orologeria, un vero e proprio manuale di investigazione. E, non ultimo, il manifesto della logica d’acciaio del più celebre investigatore della letteratura mondiale.



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Uno dei rari casi in cui il retelling di una figura mitologica non è ritratta in chiave romanzesca e che nel romanzo appaiono distintamente, pregevolmente, perché saggio ampiamente vissuto di una figura incompresa e, per molti, inosservabile.
Titolo: La canzone di Achille
Autore: Madeleine Miller
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 382
Trama: Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna.

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Una storia che altri non è che la vera testimonianza di fatti realmente accaduti, e in cui noi mortali arriviamo a conoscere il nostro vero destino; semplicemente ne veniamo investiti. Un tentativo per scovare la verità, fuggendo da se stessi. Un opera che ho accolto con un certo entusiasmo e che, medesimamente, ho slegato diligentemente i fili di una matassa contorta e quasi inestricabile, che mi ha resa prigioniera di marionette macchiate da crimini e omicidi violenti, esemplari della razza umana che hanno già provato tutto ciò che c'è da provare. 
Titolo: Il segreto di Lady Audley
Autore: Mary Elizabeth Braddon
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 480
Trama:Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un’istitutrice dall’oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall’Australia e prostrato da una recente vedovanza – o almeno così sembra -, che d’un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l’inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un’indagine dai risvolti inattesi che condurrà alla scioccante e imprevedibile colpo di scena finale.

8 commenti:

  1. Letto solo Simenon, da cui mi aspettavo forse di più.

    In lista Zerocalcare!

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    1. A me invece ha colpito molto più di quel che credevo! Zerocalcare invece è molto divertente :)

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  2. Boa tarde minha querida amiga. Suas dicas são sempre maravilhosas e especiais. Um bom sábado e com muita saúde.

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  3. Tra i romanzi che hai citato ho letto Simenon e Conan Doyle. Devo però confessare che il romanzo che mi ha intrigato e commossa di più è stato quello di Madeleine Miller "La canzone di Achille", una storia d'amore e di morte da custodire nel proprio cuore. Un saluto :)

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