A causa delle
innumerevoli pile che svettavano minacciose dalle soglie delle mie strapiene
librerie, ho avviato un percorso in cui lo smaltire romanzi cartacei appariva
come una sfida impensabile e irraggiungibile. Sono questi propositi personali,
obiettivi che, mi sono resa conto, definiscono il carattere di una persona. Da che
io ricordi, sono sempre stata una ragazza testarda, ambiziosa, una combattente
che non si lascia influenzare da niente e nessuno e che, fin quando non
raggiunge il suo obiettivo, non si guarda indietro nemmeno per un istante. Sola,
nel silenzio delle mie riflessioni, una volta presa una decisione, sono
consapevole sia quella giusta, perciò quando il Caso volle che leggessi questo
retelling non ci pensai due volte ad accoglierlo nel mio cantuccio personale. Inutile
dire che la sua copertina fu motivo di fascino, e chinandomi a sfogliarne
virtualmente le pagine ebbi la sensazione che questa storia fosse giunta al
momento giusto. Incuriosita, eccitata, entusiasta, la volontà piegata ai desideri
dell’autrice e dei suoi personaggi, una storia mossa da sentimenti forti e
contrastanti riconducibili a forme di sopravvivenza che annichiliscono nel loro
lento torpore.
Autore: Jennifer Donnelly
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 468
Trama: Quando, costretta da Maman, si mozza le dita dei piedi per farle entrare nella scarpetta e aggiudicarsi il matrimonio con il principe, Isabelle viene scoperta. E al suo posto viene scelta Ella, la sorellastra buona, la perfetta Cenerentola delle fiabe. A Isabelle resta solo la vergogna più nera e l'ostilità di tutta Saint-Michel. Ma è proprio vero che il destino di una sorellastra "cattiva" è vivere ai margini e che l'unica strada possibile è quella dell'infelicità? Il marchese de la Chance non la pensa così e forse l'unica cosa che può salvare Isabelle è capire che per tutte c'è una possibilità, e che la vera bellezza è scegliere la propria strada e percorrerla senza voltarsi indietro. Questa è una fiaba oscura. È una fiaba crudele. È una fiaba da un altro tempo, un tempo in cui i lupi restavano ad aspettare le bambine nella foresta. Quel tempo è ormai passato. Ma i lupi sono ancora qui e sono due volte più scaltri. Le bestie rimangono. E la morte ancora si nasconde in una spolverata di bianco. È crudele per qualunque ragazza che smarrisca il sentiero. Più crudele ancora per una ragazza che smarrisca se stessa. Sappi che è pericoloso allontanarsi dal sentiero. E tuttavia è molto più pericoloso non farlo.
La recensione:
Stepsister è un retelling di questa fiaba, parecchio semplice e un po’ ingenuotto che si rifà all’insana idea che bisognerebbe trarre vantaggio da ciò che si ha senza porsi alcuna illusione poiché la realtà circostante è più infida di quel che si crede, così carina ma un po' strampalata che ha mosso il mio animo. Mi ha indotta a perdere completamente la nozione del tempo, la lucidità. Mi ha portata lontana, a osservare questa cornice assolutamente classica né originale poiché inzuppato di magia, il cui mondo è sorretto da forme totalitarie in cui il volere individuale si piega al desiderio altrui. Scostante dalla favola originale per la presenza di vecchie megere che avrebbero decretato il Destino di questa ragazza, ci si domanda come mai sia diventato tutto così insopportabilmente difficile ora che il cambiamento si era frapposto al Destino e alla volontà a cambiare ogni cosa. Ci si lascia andare all’andamento lento e sinuoso della linfa vitale che continuano ad opprimere le coscienze di personaggi non propriamente buoni né cattivi ma annientati da calunnie inflitte dai loro stessi gesti, oppressi dai ricordi che hanno taciuto per tanti anni. Ogni cosa collegata ma tirata un po’ troppo per le lunghe, che talvolta hanno appesantito il tono e l’anima apparentemente semplice di qualcosa che avrebbe potuto rivelarsi indimenticabile. È questo quello che succede quando si parte bene, quasi in quarta, e poi qualcosa non va: il finale troppo frettoloso, ad esempio, che stona con l’andamento dell’intera storia.
Quella di Stepsister è una storia che mi ha ammaliata sin dal principio, ma che non presenta alcun elemento nuovo da annoverare fra le nuove e vecchie eroine della narrativa fantastica. Nonché causa ed effetto di una lettura non più così appassionante, come credevo, poiché la storia avrebbe potuto arricchirsi e discostarsi un po’ dall’originale con la presenza di assetti originali, innovativi che in qualche modo avrebbero potuto conquistarmi. Ma l’esordio della Donnelly non mi ha conquistata, semplicemente ha allietato pomeriggi all’insegna del tedio e dell’afa, e che promette molto più di quello che riporta la quarta di copertina.
Apparentemente indirizzato ad un pubblico giovanissimo, è un libro valido sia per i giovani adulti sia per gli adulti veri e propri che fanno di queste storie il loro cantuccio personale e amano immergersi al punto tale da non saper distinguere la realtà dalla finzione. Semplice ed emozionante, il romanzo funge come una sorta di omaggio alle favole di Perrault e, concreto a far trapelare la verità da ogni assetto malvagio e fantasioso, traccia una linea invisibile tra presente e passato. Ritagliando un posto speciale persino nei cuori di coloro che credono che leggere questo genere di storie non sia altro che una perdita di tempo.
Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo
Amo i retelling mi sono sempre piaciuti quindi questo libro me lo segno. Le tue recensioni sono sempre bellissime, un vortice di emozioni che mi ricorda che anche le storie più semplici possono dare tantissimo ❤️
RispondiEliminaMa grazie 🤗❤️ io li ho scoperti solo qualche anno fa, ma sono davvero molto carini
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