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lunedì, marzo 13, 2023

Gocce d'inchiostro: Norwegian wood - Murakami Haruki

Generalmente gli autori che mi piacciono, le cui storie sono balsamo per la mia anima semplice ma romantica, mi rendono felice. Restituiscono assetti della mia vita, elementi che completano il mio spirito che, nel silenzio delle mie riflessioni, invito la mia coscienza a rifarlo in futuro. Proseguire su questa strada, affinché lo scoppio d’ilarità, forme intrinseche di giubilo rimbalzassero non solo fra le pareti della mia stanza ma solleticassero la mia pelle. Quando incontrai Murakami Haruki, il romanzo con cui ci conobbimo fu quel genere di storia che non credo avrei letto spontaneamente se non avessi deciso di partecipare all’ennesima sfida indetta su Facebook. Mi ero trovata lì spontaneamente, e spontaneamente accolsi nel mio cantuccio personale questa lettura finendo così di tessere innumerevoli lodi all’autore e descriverlo semplicemente come: quello del << sono contenta ci siamo conosciuti, e nel tempo leggerò altro di suo >>.
Sono trascorsi anni da questa fatica frase e, avendo costruito una certa corazza emotiva, sebbene di storie d’amore ne leggo – non più con la stessa frequenza di una volta – mi sono lasciata irretire da qualcosa che sembra apparentemente insulso, ma la cui prominenza è esplicata sin dall’inizio, ma per me questo è un romanzo bellissimo, ricco di sentimenti, nonostante si spacci come un dramma malinconico e un po' tragico ha allietato il mio spirito per una manciata di giorni. Mi ha esposto al mondo con un qualcosa di piccolo ma sublime da cui ci si perde e poi ci si ritrova, riducendo qualunque distanza possibile fra possibile e impossibile, recidendo quel filo invisibile fra realtà e finzione.

Titolo: Norwegian wood
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14, 50 €
N° di pagine: 380
Trama: Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli «altri» per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui. Murakami Haruki in uniform edition Super ET, con le copertine di Noma Bar e nota dell'autore.

La recensione:

Abbiamo tutti qualcosa di squilibrato, qualcosa che non funziona, tutte persone che non sanno nuotare come si deve e che vanno sempre più a fondo. Siamo tutti così, in un modo o nell'altro.

Murakami Haruki - con le sue storie a sfondo realistico/surreale e quelle figure evanescenti che, appollaiate sulle sue spalle, avvertono la presenza di una realtà che presto sarebbe diventata loro, - mi ha sempre dato un po' alla testa. Predisponendomi a pensieri fantasiosi, scaldando il mio cuore con forza e intensità, vivendo con coraggio, orgoglio, amore, pianti e sorrisi storie che sono beneficio per la mia anima sognatrice dinanzi al fragore del mondo. Rughe di un volto maturo che sgorgano dalla sua penna come se fossero intrappolate nella soffitta dell'anima, riempiendo quel contenitore imperfetto che è la scrittura di pensieri e ricordi altrettanto imperfetti.
Non esiste una ragione particolare per cui provi quest'immensa voglia d'imbarcarmi verso luoghi non del tutto sconosciuti. Eppure è una promessa ad un'idea di felicità che non ha alcun fondamento logico, nata dal desiderio collettivo di anime che hanno sempre avuto fame di affetto costruita su sogni o illusioni. Intensa come la vita consumata da una moltitudine di esseri viventi. Tangibile come la luce solenne e bruciante del sole. Poco importa se questo nuovo viaggio era destinato a concludersi in pochissimo tempo con un adulto intrappolato nel corpo di un ragazzo, incapace di amare, schivo, che avanza verso un baratro e vede la brama lussuriosa del suo essere ardere come una fiamma. Watanabe. Questo guscio vuoto, duro e impenetrabile, solo e incompreso che, con uno sforzo terribile, avanza in mezzo al fango. Riempie pagine di diario come tentativo di ripercorrere il suo cammino all'indietro, una confessione disperata dalla soglia della sua insoddisfazione morale per sfuggire al labirinto di gallerie che aveva scavato nella sua mente.
Sotto un cielo perennemente nuvoloso e freddo in cui le giornate sembravano durare un eternità, ho chiuso la porta della mia stanza sul mondo isolandomi con persone fatte esclusivamente di carta e inchiostro. Anime perdute che conosco come le mie tasche, avvolgendomi impunemente dal flusso acquoso e inarrestabile dei ricordi per riesumare nozioni di vita di persone che non esistono. Ho sbirciato senza ritegno nel loro cuore e alle loro spalle per seguire i loro movimenti. Mi sono avvicinata a tal punto su Watanabe, alle prese con le sue esperienze sessuali, da avvertire uno strano fremito all'interno del corpo. Le sue ansie, i suoi dubbi che attanagliano le viscere, senza riuscire ad essere come prima.
La sua voce, uscendo dal romanzo, risuonava nella luce smorzata della mia camera. Ha preso vita nel momento in cui Watanabe avvertì l'impellente desiderio di confidarsi con qualcuno, dando vita a cose del tutto animate, lasciando un segno indelebile sul cuore. A quel punto ero già perduta: Watanabe mi aveva catapultato in un tempo in cui avrebbe dovuto imparare molto, alla ricerca di quella magica sensazione di cadere, per quanto bella e malinconica, che riempisse il suo animo. Rischiarasse le tenebre del suo cuore, grigie e oscure, beneficio per la sua integrità interiore.
Scivolando nei sentieri insidiosi e indistinti della sua memoria, che si rifiuta di fermarsi per permettere di attribuirgli un nome, in maniera indimenticabile e quasi solenne, Murakami ha ritratto se stesso e tutto quello che lo circonda, in un meraviglioso quadro, con un pennello che abbia il potere di abbagliare la sua anima. Rimasugli di una storia passata, abbozzata ma nitida, che gettano una certa luce sul suo passato che coincide con un personaggio immaginario. Trascinandoci via dalla corrente del tempo e perdendoci in momenti particolari della sua vita. Sprofondando, attimo dopo attimo, in un sotterraneo buio in cui non ci sono limiti, di cui non si conosce la fine. Muovendo i fili di fantocci animati e disegnati in pochissimi ma salienti tratti.
La generale malinconia che trasuda dalle sue pagine, così come il senso di vuoto che opprime gli animi dei personaggi, si fusero alla bellezza di poter condividere qualunque cosa con personaggi fatti esclusivamente di carta e inchiostro: sedersi comodamente, aprire una finestra su un mondo che ha tanto di famigliare ed essere capaci di sognare ad occhi aperti, come sto facendo io in questo momento. Nonostante provare questo tipo di esperienze sulla mia pelle mi fa sentire quasi come un intrusa, per me, è una sensazione estremamente gradevole.
Norwegian Wood cede il posto a situazioni assurde, inspiegabili e inverosimili, che tuttavia coincidono col senso di smarrimento e alcune riflessioni sul senso della vita. E, seppur originale nella produzione murakamiana, prende vita lentamente testimoniando il desiderio dell'autore di trovare conforto e comprensione.
Gettata come granelli di fuoco in mezzo lo spazio, così lontana da scorgere soltanto la luce che irradia, la storia di Watanabe è circondata da un muro di riflessioni e insicurezze, e costellata da immagini nitide, precise che conferiscono un quadro piuttosto significativo su quello che si avverte fra le sue pagine: non ci si sente mai così soli come quando apriamo il cuore ad un amico, perché allora ci rendiamo conto di come l'ostacolo sia insormontabile.
Una storia romantica, bellissima che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un unico e indimenticabile viaggio.
Valutazione d’inchiostro: 4

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