Titolo: L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
Autore: Alice Basso
Prezzo: 14,90 €
Casa editrice: Garzanti
Numero di pagine: 271
Trama: Dietro
un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da
ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la
vita degli altri è il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale:
coglie l'essenza di una persona da piccoli indizi e riesce a pensare e reagire
come avrebbe fatto lei. Un'empatia profonda e un intuito raffinato sono le sue
caratteristiche. E di queste caratteristiche ha fatto il suo mestiere: Vani è
una ghostwriter per un'importante casa editrice. Scrive libri per altri.
L'autore le consegna la sua idea, e lei riempie le pagine delle stesse parole
che lui avrebbe utilizzato. Un lavoro svolto nell'ombra. E a Vani sta bene
cosi. Anzi, preferisce non incontrare gli scrittori per cui lavora. Fino al
giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con
Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si
capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni
tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva
più possibile con nessuno. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo
aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni,
Riccardo sembra essersi dimenticato di lei. E quando il destino fa incrociare
di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso
nascondono retroscena insospettabili.
La recensione di Elisa:
Era un giorno di luglio
quando la mia compagna di letture mi propose questo romanzo. Fin dalle prime
righe le avevo già espresso le mie aspettative.
Come noi lettori ci
immedesimiamo nei protagonisti, colui che svolge il lavoro di ghostwriter si
immedesima nello scrittore. E Vani è proprio una ghostwriter. Come tale resta
sempre nell'ombra, anche nei romanzi più affermati. Nessuno, a parte lo scrittore
e il caporedattore, conosce la verità.
La nostra protagonista,
Silvana Sarca, detta Vani, ha trentaquattro anni ma ne dimostra dieci di meno. E
si presenta così: ciuffo nero corvino che le copre un occhio, impermeabile scuro
e rossetto viola. E non solo, Vani ha una diffidenza profonda nei confronti di
tutti e tutto. Sembra incredibile che una ragazza di questo tipo possa assumere
così tante personalità.
Per Vani è semplicissimo
immedesimarsi nello scrittore e dare vita a innumerevoli personaggi, diversi
per epoca, carattere e vita. La ragazza ha questa meravigliosa dote e ha deciso
di farne il suo lavoro. Sa di essere odiata da tutte le persone che sono
costrette a chiederle aiuto, eppure Riccardo non la odia ma sembra ammirarla.
Durante la loro stretta collaborazione, Vani si rende conto che tutto sommato
il mondo non è proprio così nero come le sembra, ma esiste qualcosa di bello e
inaspettato: l'amore. Una serie di colpi di scena la renderanno parte di
un caso poliziesco e la ghostwriter si ritroverà ad affiancare un poliziotto
che sembra uscito niente di meno che da un romanzo giallo.
Ma non solo: Vani si
rivelerà astuta, vendicando un comportamento scorretto e aiutando una piccola-Vani
di nome Morgana.
Questa è stata la piacevole
compagnia di una settimana terribilmente calda e laboriosa. Non vedevo l'ora
che arrivasse la sera per scappare dalla monotonia e rifugiarmi nella fresca
tranquillità della mia stanza, pronta a immedesimarmi in Vani Sarca.
La scrittura è semplice e
scorrevole, la storia è diversa dalle solite e la protagonista… beh, non si può dire che Vani sia la
solita protagonista! Brontolona e a volte scortese, Vani riesce ugualmente a
entrare nelle grazie del lettore, dimostrando che non sempre il protagonista è
una persona dolce e gentile.
La mia recensione:
In
fondo il mondo è pieno di gente come noi,
brutte
copie, versioni beta. E a me non poteva che toccare di appartenere a questa
categoria, perché
evidentemente è mio destino essere sempre il doppione di
qualcun altro.
La
situazione era banalissima. Una scrittrice e un lettore. E io ero la lettrice.
Con la fronte aggrottata, gli occhi che seguivano febbrilmente i caratteri
stampati, le palpebre pesanti, in silenzio, accettando di privarmi della
coscienza e lasciarmi condurre nel flusso incontenibile di questo nuovo
straordinario viaggio. Protetta da tutte le avversità del mondo, arrivando con
le parole dall'altra parte, persino sdraiata su una comoda poltrona o in un
morbido letto. In compagnia di una viaggiatrice eccentrica, sarcastica e un po'
acida, al sicuro nella mia stanza a osservare, a volte immobile per qualche
ora, il mondo che si agitava appena intorno alla parete di vetro di Vani: abile
nel saper "dialogare" di scrittori esordienti, la cui anima con gli
anni si è inaridita come il deserto del Sahara.
La
sua figura si muoveva silenziosa e imperscrutabile entro i limiti del
possibile: abbastanza vicina da ascoltare i suoi pensieri - zeppi di
interrogativi, strambe idee, spunti di riflessione che non aspetterebbero altro
che di essere sviluppati in un romanzo, e abbastanza lontano da farmi vedere,
nel riquadro della finestra del suo mondo tutta esposta a nord, la sua licenza
da nerd patentata intrappolata, da quando aveva sedici anni, nello spirito
della protagonista di Millenium.
Come
doveva apparire Vani, questa strana ragazza dall'estremo taglio di capelli, con
quel tono di voce acido che arrivava forte e chiaro alle orecchie di chi legge,
sembrava anche a me assurda e bizzarra. Talvolta mi sono sentita a disagio per
lei; ero incapace di frenare quelle sferzate di acidità improvvisa; era troppo
impulsiva per permettermi, anche solo per qualche attimo, di studiare le sue
mosse, ma quella facciata dietro cui volontariamente si nascondeva, e che si
scontrava contro oscuri e lontani echi, scemava e correva via nel momento in
cui scriveva. In una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa, versando
un liquido che assumeva nella sua testa una specifica forma. Uno specchio che
ne replica il volto, l'anima da cui attinge, pur di mantenersi imperturbabile a
decidere il modo più efficace di dire ciò che non si riesce a dire.
Neppure
la naturale forza del sentimento dell'amore, incarnato nell' avvenente
Riccardo, che sorge con rassicurante tranquillità al centro di una storia
piuttosto semplice sembrava collimare con l'anima della protagonista. Mi
chiedevo spesso se, Vani, sapeva come interpretare il linguaggio contorto
dell'amore, quando Riccardo le ronzava intorno e il suo interesse nei suoi
riguardi si faceva sempre più ossessivo, aggiungendo un ulteriore velo di
perplessità al nulla.
Per
qualche giorno, Vani è stata la mia compagnia: da lei ho colto qualche
insegnamento; le conseguenze che implicano certi tipi di mestiere; e,
soprattutto, compreso a fondo cosa voglia dire "stare nell'ombra".
Osservandola muoversi e scomparire fra gruppi di anime, ignari del loro destino.
Da qui ho seguito le sue vicende e quelle dei suoi simpatici coprotagonisti
che, avvolti da una nuvola di mistero, in una sontuosa villa o in una squallida
stanza, accompagnarono la sua avanzata lenta come un ombra che passava in
fretta davanti a lei. Con questa ragazza mi sono immaginata il destino di
questa storia che ho visto arrivare, silenziosamente, nel mio e - Reader, con
una copertina deliziosa e priva di ambiguità e una protagonista dal taglio
bizzarro e tanti progetti, armata di penna sfera e bloc notes. E con lei ho
seguito gli accesi rapporti fra scrittori e editori e quelli, a volte più
spinosi, fra gli editori degli scrittori. E' incredibile quello che si nasconde
nel dietro le quinte di una casa editrice e quanto possa essere difficile fantasticare
sulle vite altrui partendo dall'osservazione di un dettaglio, un oggetto.
Persino
un semplice e poco accogliente posto come questo può fungere da casa e tante
volte, mentre leggevo, pregustavo la gioia di entrare in quel sontuoso salotto
e non sentirmi fuori posto.
L'imprevedibile
viaggio della scrittrice senza nome è un puzzle di idee, spunti, suggestioni
che, in prossimità di un weekend tedioso e statico, mi ha piacevolmente
conquistato. Un giallo semplice e divertente, con protagonista una collega di
letture che, scoprendola in ogni moltitudine, ho accolto a braccia aperte.
Sei acida e sarcastica e lucida
e critica e odi tutto e tutti. Ma questa tua capacità di vedere le cose con gli occhi della altre persone, di interpretare il mondo da dentro la loro testa... o il loro cuore. Questa che a te può sembrare una mera abilità professionale, be', si chiama empatia. E tu puoi fingere con tutte le tue forze che sia il contrario, ma la verità è che fa di te la persona più comprensiva, più
tollerante, e persino più clemente, che io abbia mai conosciuto.
Valutazione d'inchiostro: 3
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