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domenica, agosto 02, 2015

Gocce d'inchiostro: I cento colori del blu - Amy Harmon

Buon pomeriggio, ragazzi! Dopo una settimana di assenza, quest'oggi Sogni d'inchiostro si è mosso rapido con la recensione di un romanzo sorprendente e, per certi versi, emozionante. Crudo, realistico, letto assieme alla nostra Elisa, I cento colori del blu è stato quel genere di romanzo che molto probabilmente non avrei mai letto. Ma, trascinante e dalle tinte un po' forti, appassiona nel suo idillio e nella sua straordinaria imperfezione.


Titolo: I cento colori del blu
Autore: Amy Harmon
Prezzo: 9,90 €
Casa editrice: Newton Compton
Trama: Tutti a scuola conoscono Blue Echoawk. Abbandonata da sua madre quando aveva solo due anni, Blue non sa quale sia il suo vero nome né quando sia davvero il suo compleanno. Ma ha imparato a fuggire il dolore con atteggiamenti da ribelle: indossa sempre vestiti attillatissimi e un trucco pesante. E soprattutto il sesso è il suo rifugio, un gioco per dimenticare tutto, per mettere sotto chiave le sue emozioni. A scuola poi è un caso disperato. Eppure il suo nuovo insegnante di storia, il giovane Darcy Wilson, non la pensa così: Darcy crede in lei, e sa che Blue ha bisogno di capire chi sia prima di trovare un posto nel mondo. E così la sprona a guardarsi dentro e a ripercorrere il passato, a scrivere la sua storia, a dar voce alle sue emozioni. Tra i due nasce una grande amicizia, e forse, a poco a poco, qualcosa di più: un sentimento forte, travolgente, a cui ciascuno dei due cerca in tutti i modi di resistere.

La mia recensione:

Amare qualcuno significa mettere i suoi bisogni al di sopra dei propri,
qualunque cosa accada.

So che a molti lettori non piacciono i new adult, ma a me piacciono moltissimo. Nonostante siano simili fra loro, terribilmente, nonostante di storie di giovani eroine coraggiose ed incasinate ne leggo a bizzeffe. E da raccontare, infatti, ce né. Si racconta in un silenzio che opprime, si racconta all'inizio di ogni cosa, si racconta dopo aver perso qualcuno o qualcosa che si ama più di se stessi, come se fosse un corso accelerato sulla mortalità.

Raccontare è compito dei protagonisti e mi rendo conto che quel raccontare - così intimo da esserne completamente travolti - influenza il mio stato d'animo; forse alza il mio livello di sensibilità. Succede particolarmente quando si parla di giovani nati sotto una cattiva stella, la cui felicità illusoria avrebbe potuto sfiorire in una manciata di secondi. Per Blue era scontato: nonostante si guardi attorno e osserva ciò che accade all'esterno, si sente dispersa. Sola. Priva di identità, confidando di poter redimere il timore di essere una persona spaventosamente brutta. Ed io non ho potuto fare a meno di affezionarmi moltissimo e, pagina dopo pagina, dilaniando la mia anima in minuscoli pezzettini.
Sarà stato il suo passato problematico, sarà stata il legame intenso che la lega al bel Wilson, ma, ripescare ricordi che si credevano perduti, tornando cristallini come acqua di sorgente, mi ha trasmesso un ché di drammatico che rasentava il tragico. Leggendo mi era sembrato che il mio Io diventasse parte integrante della sua storia. Una cosa sempre più grande e vicina; il mio destino sempre più irrilevante.
E' stata, infatti, Blue la <<persona incasinata >> che mi ha trascinato in una storia di cui non sapevo assolutamente nulla. Il sentiero che percorsi quando l'autrice accennava del suo passato in un frammento che, per caso, aveva tenuto per se per anni, quando ancora non aveva idea di cosa la parola << identità >> volesse dire.
Una che crede ciecamente che ognuno di noi è diverso dall'altro sono io. Io che di disuguaglianza o di etnie ne so ben poco, ma che ha custodito alcuni segreti che mi sono stati dati da una giovane e sofferta ragazza quando ero completamente ignara della sua esistenza e da cui, mi dicevo, dipendeva il suo futuro. Li riversava in quel contenitore imperfetto che è la scrittura, durante una noiosissima lezione di storia, nel silenzio delle sue riflessioni, e su quei ricordi concentrava la sua attenzione meditando. Rievocando un altro luogo, un altro tempo, intero, sano, creativo, che combina il dispiacere di sfruttare il passato. Erano diapositive, di nascita violenta e cruda vita, come un frutto acerbo che rimane attaccato all'albero per molto tempo. E che, come una ferita non ancora rimarginata, avevano il potere di influenzare il suo spirito.
Le parole stesse creavano, infatti, una particolare vibrazione che, entrando in sintonia con il lettore, agivano in maniera curativa o distruttiva agli occhi del mondo o su chi legge in questione. Un po' come la musica agirebbe sulle nostre facoltà cognitive, insomma.
Io in tutto questo mi facevo da parte, facendomi piccola, più di quanto era possibile, come un omino indiscreto e invisibile.
Leggendo la sua storia, legando l'ultimo ricordo al primo e così via, la musica sprigionata dalle parole acquistò un ritmo tutto suo e determinò il cambiamento dell'individualità di Blue (o del suo futuro) di cui mi parlò l'autrice. Senza dubbio c'era qualcosa di particolare fra quei detriti trascurati del tempo, in anno in anno, in ritmo in ritmo. E fra questi c'era ancora quello della ragazzina sola e indifesa che la seguirà per sempre come un ombra.
Solitudine. Mancanza. Perdita. Tanto mere quanto vere. Perché, sebbene siamo consapevoli si tratti di un romanzo, la realtà è questa. La vita è questa. Crudele. Egoista. Ingiusta. Nonostante gli sprazzi di felicità, che illuminano giornate uggiose, nonostante la nostra anima talvolta si senta appagata.
I cento colori del blu, avvolgente, romantico, drammatico, terribilmente realistico, è quel genere di romanzo che io avrei evitato impunemente. Mi ha trasmesso sensazioni incredibilmente spiacevoli, durante la lunga settimana che oramai mi sto lasciando alle spalle, emozionandomi, facendomi sentire davvero fortunata nonostante il poco che possiedo. Completamente travolta dalla storia che Blue si porta dentro, col cuore che martellava nel petto, in preda di sensazioni altalenanti. Dove la casa abbandonata della mia coscienza, senza mobili e utensili, riconosceva come unica traccia esclusivamente quella di questa ragazza.
Come uno straniero che si adatta in terra straniera, Blue ambisce al Paradiso, alla pace dei sensi. Il bruciore di una ferita l'ha costretta in Terra. O forse spedita dritto tra le braccia del suo amato Wilson. Strappandola dall'inferno, colpendola come un pugno nello stomaco, bruciandola come un ardente fiamma.
Cogliere l'intima essenza di questa storia, scritta in quelle che non sono altro pagine della memoria di una giovane adolescente, è stato davvero sorprendente. Mi ha permesso di vedere I cento colori del blu sotto una nuova luce, grazie alla piega improvvisa che prenderanno gli eventi: una ragazzina che non è mai stata tale, la crudeltà della vita, il bisogno di allietare lo spirito.
Quello della Harmon è un romanzo che ha un suo potenziale. Un potenziale che non sta nella cosa in sé, ma nel potere della mente che crede nel potere della cosa. L'autrice lo spiega con questa storia, suggerendo immagini vivide e reali, catapultandoci brutalmente fra le pagine di un racconto che, esposto alle porte del tempo, domina nella nostra coscienza per la sua violenza spirituale.

Le nostre scelte passare ci hanno portato dove siamo ora, non possiamo cambiare quello che siamo stati, ma possiamo deviare il nostro futuro facendogli seguire la strada che preferiamo.

La recensione di Elisa:

In una serata estremamente tediosa di fine luglio, tra un cielo soleggiato e una pioggia estiva, dopo aver finito di cenare, sdraiata sul mio morbido letto, presi una decisione: tastando i polpastrelli sui dorsi di romanzi ancora da leggere e vivere, diapositive, immagini scorrevano davanti ai miei occhi, come un treno in corsa. Storie che, adesso o più avanti, avrebbero fatto parte del mio bagaglio culturale.
Ad attirare la mia attenzione fu, tuttavia, un romanzo in particolare: tante volte vedevo questa ragazza che, con i suoi bellissimi occhi cobalto, mi guardava attentamente, lì, dalla mensola della libreria. E, pur quanto desiderassi avvicinarmi, stringere un legame, lei restava sempre in disparte. Sola.
Eppure avevo una strana sensazione. Era il suo momento. Me lo sentivo.
Quando finalmente la conobbi scoprii cose di lei che non avrei mai immaginato. Tanto bella quanto triste, Blue ha un passato che vuole dimenticare. Cresciuta in fretta, ha dato sfogo alle sue debolezze con del sesso. Non ha idea di cosa siano i gesti semplici d'affetto. Sporadicamente ne ha ricevuti. L'unico uomo che amava è morto ormai da anni e Blue è rimasta sola. Aveva solo lui, quel papà che rendeva il legno un'opera d'arte. Questa è l'unica cosa che le è rimasta: la passione per la scultura. Con i suoi ventidue anni e una grande passione per la storia, Wilson, è un giovane professore che, fra una lezione e l'altra, fra Giulio Cesare, il Rubicone e Giovanna d'Arco, Blue capirà come la storia non è poi così diversa dalla realtà.
Le scelte passate ci hanno portato dove siamo ora, non possiamo cambiare quello che siamo stati, ma possiamo deviare il nostro futuro facendogli seguire la strada che preferiamo.
Ogni sua scelta, per quanto discutibile, sono state prova del suo coraggio e dell'amore che credeva di aver ormai perduto. Ed è per questo amore che Blue decide di scoprire chi è e, soprattutto, da dove viene. Scavando a fondo nel suo cuore e tirando fuori la vera Blue, estrapolerà quella ragazza bisognosa di dare e ricevere affetto.
Assieme a Wilson, in un viaggio che li condurrà a Reno, scoprirà una verità sconvolgente. La vita, così misteriosa ma piena di eventi perfettamente coincidenti, subentrerà nuovamente.
Con soddisfazione ho girato l'ultima pagina del romanzo. Quello della Harmon è un romanzo dolce, forte e, a tratti, anche divertente. E, mentre scrivo, penso ancora a Blue, col sorriso stampato sulla faccia.

<< Cosa ti ha detto quel vecchietto? >>, chiesi sottovoce.
<< Di non preoccuparmi. Ha detto: "Le donne piangono. Se piange per te ti ama ancora". Wilson cercò di imitare la voce tremula dell'anziano. Mi guardò e sorrise malizioso. << Ha detto che bisogna preoccuparsi solo quando smettete>>.

Valutazione d'inchiostro: 4+; 4 e mezzo

2 commenti:

  1. Credo proprio che lo prenderò! In genere non compro molti new adult, ma Sei il mio sole anche di notte mi è piaciuto molto e voglio dare fiducia all'autrice.

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    1. Sei il mio sole anche di notte non l'ho ancora letto, ma questo mi è piaciuto molto! Mi ha sorpreso, e credo leggerò qualcos'altro dell'autrice :)

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