Autore: Thomas Melis
Prezzo cartaceo: 20 €
Prezzo ebook: 4,99 €
Casa editrice: Lettere animate
N° di pagine: 327
Trama: E' una Firenze fredda, notturna e mai nominata quella che fa da palcoscenico alla storia di Calisto e dei suoi solidali, il Secco e Tamagotchi. La città è segnata dalla crisi globale, dietro l'opulenza pattinata del glorioso centro storico si nasconde la miseria dei quartieri periferici. Calisto è intelligente, ambizioso, arriva dal Meridione con un piano in mente e non ha intenzione di trasformarsi in una statistica sul mondo del precariato. Vuole tutto: tutto quello che la vita può offrire. Vuole lasciarsi alle spalle lo squallore della periferia - gli spacciatori albanesi, la prostituzione, il degrado, i rave illegali -, per conquistare lo scintillio delle bottiglie di champagne che innaffiano i privé del Nabucco e del Platinum, i due locali fashion più in voga della città. Calisto vuole tutto e sa come vincere la partita: diventando un pezzo da novanta del narcotraffico. Cupamente, nella rappresentazione di un dramma collettivo della "generazione perduta", schiava di un sistema socioeconomico degenere e illusa dalle favole di una televisione grottesca, si snoda questa storia di ingiustizie e tradimenti, ma anche di amicizie e amori forti tragicamente condannati. Perché il male non arriva mai per caso e la vita non dimentica mai nulla, non perdona mai nessuno.
La recensione:
E' incredibile come, nel palcoscenico
illuminato artificialmente della vita, in un caos fantasmagorico di voci e
volti, si intrecciano e si sovrappongono le azioni di entità semplici ma creati
altrove che determinano il nostro personale destino. Si ha l'abitudine di
negarlo in cui la vita diventa una serie di occasioni perdute, un rimpianto di
ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, sprecando il presente rendendo
un'altra occasione perduta.... Per quanto tempo possiamo ignorarlo, per quante
cose possano sconvolgere il nostro universo personale nel frattempo, esistono
cose che potrebbero ossessionarci. Un guazzabuglio di immagini che galleggiano
sull'acqua come miraggi, eventi che assorbiscono nel loro grigiore tutti i
colori. Tutto il dolore, la felicità. Ti avvolgono come una seconda pelle
infuocandoti come un incendio.
Mi sono sempre considerata una fatalista e, nella
mia prolifica carriera di lettrice, ho sempre pensato che ogni romanzo sia in
attesa del suo momento. Fra libri sparsi in mezzo a ombre evanescenti che si
tengono per mano, che talvolta non riescono a raggiungere il dolce sguardo di una creatura
avida di storie, esistono storie che
seducono ma rovinano l'animo, trascinandoci dall'incontrollabile strisciare del
mondo. Ci rifugiamo fra le sue pagine confondendo la realtà con la
fantasia, in cui a volte l'esigenza di riempirsi il cuore di parole è così
grande che non ci importa cosa significhi esattamente o quanto dovremo pagarlo
in seguito.
E' qualcosa di anormale e allo stesso tempo
affascinante, tutto questo. Eppure è una felicità imprecisa, tanto
che quando riesco a sentirla sulla pelle mi domando se sia tangibile o meno.
Reali come l'amore in mezzo a un caos cosmico. Una sferzata di luce che
inghiotte un enorme buco nero.
Un caso fantasmagorico di voci e volti, di creature le cui voci si intrecciano e si sovrappongono in un unica personale catena è stato per me A un passo dalla vita. L'opera prima di un giovane esordiente
italiano profanata di criminalità, zeppo di distrazioni cruente e realistiche,
che si ammanta di uno stile semplice ma ipnotico che penetra nel lettore
al punto tale d'immergerlo in uno stato comatoso. Un noir raccontato quasi come
un modo per sovrastare il caos che ci circonda, e che Thomas Melis riversa, in
quel contenitore imperfetto che è la scrittura, col suo tocco spiccatamente
maschile le cui descrizioni, che esaminano la psicologia maschile e femminile,
sono crudelmente sincere in quanto ciò che è descritto è descritto attraverso
gli occhi di un uomo che conosce i meccanismi della società. Il capitalismo che
predomina su ogni cosa; il valore perduto delle regole, pur di farsi posto
nella società; l'uomo che nuota controcorrente su un mondo zeppo di
inquietudini, ansie, paure e incubi, alla guida di un esercito che dovrà essere
espugnato.
Leggendolo tutto d'un fiato in una manciata di notti fredde dall'aria
pulita, ho riscontrato quella sferzata di violenza cui è
impregnato e che, come gran parte delle opere che compongono gli scaffali della
mia strapiena libreria, come un meraviglioso compagno di viaggio, ha disegnato
la sua orbita. Assistere alle vicende di questi ragazzi, avvertire sulla pelle
le loro perplessità, i loro dubbi, una malinconia capace d'inquinare persino il
sorriso, trovarsi in una grande città come Firenze è stata la prova che A un passo dalla vita è una storia cruda
che nasconde una certa sensibilità.
Alcune immagini del romanzo sono rimasta saldamente legate al mondo
della mia coscienza e, ritratto umano terribilmente realistico e coinvolgente
di protagonisti intrappolati nel lungo limbo delle convenzioni sociali, sulle
cui spalle grava il peso di grandi responsabilità, realizzati così bene da
essere spontaneamente ideati tutti allo stesso modo, costituiscono un grande
gruppo con un passato alle spalle e osannano la vita e il futuro semplicemente
per i poteri da cui potrebbero adempiere.
E' una storia affascinante in cui sembra quasi impossibile distinguere
la finzione dalla realtà, che prende vita pian piano come la costruzione di un
origami. Reca il presagio di una lenta sofferenza capace di logorare
dall'interno lo spirito delle persone. E suscita nel lettore un empatia
naturale, risvegliando zone assopite nel fondo della sua coscienza. Una storia
che ha un ché di claustrofobico, e che ci permette di seguire attentamente le
vicende di un ventisettenne e tutto ciò che lo circonda che, intrappolato in un
pozzo oscuro, sfida il destino con trucchetti che potrebbero indurlo alla morte,
depurandolo a tal punto di privarli persino della sua anima.
Avvincente sin dalle prime pagine, fa sorgere le riflessioni
più profonde dell'animo umano. Si camuffa fra le mura di un mondo ombroso,
freddo. Descrive situazioni vere e crude che conducono il lettore a immergersi
in profondità del proprio inconscio. Ritratto di figure contrite e appassionate
che avvertono la presenza di una nuova realtà, che avrebbe colmato quel senso
d'incompletezza delle loro esistenze, nonché richiamo costante alla tangibilità
di azioni sopite nel tempo, intriganti, nocive, giunto dopo una sfilza di
letture di vario genere.
Costellato da immagini frammentarie,
dissolti come minuscoli granelli di polvere, sullo sfondo di un epoca che potrebbe essere nostra. In un breve lasso di tempo, i
personaggi hanno finito per raccontarsi. Inconsapevolmente, hanno lasciato
adito a qualche dubbio o perplessità non riuscendo a confidarsi come se stessero confidandosi
con delle stelle che splendono nello spazio. Una lettura godibile
ed avvincente. Un'estrema conseguenza su quello che talvolta potrebbe
riservarci la vita. Così ossessiva. Dolorosa. Impetuosa. Travolgente.
Valutazione d'inchiostro: 4
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