Autore: Leah Hager Cohen
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 330
Trama: Biscuit ha dieci anni e questa
mattina dovrebbe già essere a scuola. Invece sta sfrecciando con la sua
bicicletta lungo il fiume Hudson. Il vento le fa pizzicare gli occhi e
arrossare le guance, ma Biscuit non si ferma. Come accade da settimane, sta
marinando la scuola per rifugiarsi nel suo angolo preferito sulla sponda del
fiume e leggere uno dei libri che ha rubato dalla biblioteca. Questo angolo
all'ombra di un grande albero frondoso è l'unico luogo dove può stare da sola.
Lontana dai silenzi dei suoi genitori, dal loro disinteresse, dal sottile velo
di malinconia che ammanta ogni gesto quotidiano. Sua madre, Ricky, ormai non la
guarda nemmeno più negli occhi e suo padre, John, si è rinchiuso nel suo lavoro
di scenografo. Tutto è cominciato un anno prima, quando un grande dolore ha
colpito la loro famiglia. Da quel momento la loro vita non è stata più la
stessa. Ma quello che Biscuit non sa è che sua madre si è trovata di fronte a
una scelta. E che le conseguenze della sua decisione la stanno lacerando, anche
se la sua unica colpa è stato l'eccesso di speranza. Una speranza che adesso
minaccia di distruggere l'ultimo sottile filo che lega la loro famiglia. Solo
Biscuit può aiutarla a ritrovare la luce che sembra ormai sepolta nel profondo
del suo sguardo. Anche a costo di incendiare le loro ultime incertezze…
La recensione:
La recensione:
Sappiamo più di quanto fingiamo di
sapere. Più di quanto presumiamo di sapere. Eppure ciò che sappiamo colmerebbe
appena un cucchiaino di caffè.
Mi sono buttata a
capofitto fra le pagine di Come un petalo
bianco d'estate come se avessi sceso lungo una scala di ferro fissata a un
muro, giù in fondo a un pozzo buio come la pece. Ho cercato una qualche forma
di vita, riconoscere anche nel dettaglio più irrilevante qualcosa che riveli la
mia presenza: un naso piccolo e roseo quasi sempre indirizzato fra le pagine
bianche di un amico nelle cui vene scorre l'inchiostro; una vecchia e consunta
bicicletta; un padre quasi sempre assente. Alcune delle poche ragioni che mi
hanno condotta qui senza una ragione valida di quest'ennesima ispezione, che ha
preso la storia della piccola Biscuit accogliendola nel suo abbraccio solido ma
caldo. Con lei e la sua storia, sebbene per nulla scevra da alcune imperfezioni
narrative, nell'oscurità della sua anima mi sono sentita stranamente
tranquilla. Mi ha aiutata a concentrarmi, spettatrice di una storia che è stato
un continuo percorso a ostacoli.
Appena l'ho
conosciuta, ne ho afferrato saldamente i bordi della sua anima con tutte due le
mani, come un battitore che si appresta a impugnare una mazza da baseball. Un
gesto impulsivo, quasi rassicurante che, in un limbo quasi totale, in una trama
di cui si sa poco e niente, quel che ho potuto vedere non ha soddisfatto
pienamente le mie aspettative. Ma tutto ciò una storia concepita come un
piccolo rituale utile a tranquillizzare. Il cuore pulsante di una storia
coincide quasi sempre con un frammento dell'anima di chi li scrive. Come
immagini che galleggiano sull'acqua riflettono sprazzi di vita comune, sospese
nell'aria stagnante, mantenendo tuttavia intatta la propria forma come se
fossero sottopressione; senza alcuna ragione di cambiare col passare del tempo.
Attorno all'anima di
questa storia era sospeso un cerchio di luce. Galassie di piccole intuizioni
che apparivano provvisoriamente. Guardandolo, penso a quanto sia diversa la
vita di ognuno di noi. Un complicato meccanismo di ossa, organi e tessuti il
cui combustibile è il respiro di Dio. Ho dovuto camminare lentamente ma
spedita, nella tenue luce pomeridiana, girovagando come un anima in pena, pur
di prendere un treno che mi spedisse fra le braccia di entità multidimensionali
fatte di coscienza e intelligenza. E pensando che la loro altro non è che una
storia comune, che si tratti di qualcosa di naturale, non c'è bisogno di
riflettere. Anche se la scelta del tema trattato induce a non poter fare
altrimenti. Racchiusa in un essere luminoso che affettuosamente chiamo romanzo,
fra cui si istaura un'immediata intimità, che dura per sempre o per un breve
lasso di tempo. Come un petalo bianco
d'estate disgraziatamente rientra in quest'ultima categoria e sebbene io
non mi sia sentita parte di sé, penso che non riuscirò più a tornare in questo
mondo; non sarò più in grado di provare curiosità o interesse né poter più
udire la voce melodiosa della piccola Biscuit. Il suo volto, lattiginoso e
quasi perlaceo, posto su un morbido
ripiano, mi fissava di profilo. E quando poi le sue labbra si mossero e
sprigionarono una canzone il cui tenore è particolare capii che la sua storia
non era perfetta per me. Dal momento in cui varcai la soglia di casa sua la
fronte cominciò a incresparsi senza la mia volontà. Il senso della realtà si
faceva sempre più forte, ma in compenso fui avvolta dall'intimità dei suoi
segreti. Lì c'era distacco, tristezza e sconforto, così repentinamente
avvertiti come una morbida carezza sulla pelle. Un dolore sconosciuto m'invase.
Il luogo in cui mi sono ritrovata non mi aveva accettato, ed io non ho potuto
fare niente affinché non fosse così.
Ognuno di noi
predilige un tipo particolare di romanzi. Quelli romantici e drammatici, ad
esempio, o quelli popolati da strane creature fantastiche e magici regni.
Naturalmente ho anch'io il mio tipo di romanzo preferito. Con gli anni mi è
successo di restare affascinata da certi tipi di romanzi che, forse, non avrei
snobbato per tanto tempo o mai letto. Nessuno può stabilire di preciso come
deve essere quello perfetto al 100%. Come
un petalo bianco d'estate, infatti, nonostante ha una copertina molto
bella, non può di certo considerarsi come una delle migliori letture di questo
mese.
Lui camminava da est a
ovest, io da nord a sud. Su due binari completamente diversi, che non si sono
del tutto sposati con i miei gusti letterari. Avevo immaginato tutt'altra
storia, anche solo in poche pagine. Leggere tutt'altra cosa, trovare qualcosa
di mio. E soprattutto capire le complicate combinazioni del destino che aveva
fatto si che io e la Cohen c'incontrassimo in una soleggiata stanza in un
tedioso pomeriggio di fine inverno. Di sicuro tutto ciò aveva a che fare con i
segreti, i misteri, il senso di mancata solidarietà e sconforto di una famiglia,
che aleggiano come invisibili volute di fumo, ma per me non è stato abbastanza.
La distanza fra me e
la Cohen si era già ridotta dopo il secondo capitolo. Era piuttosto evidente la
mia delusione, in proposito, e, a questo punto, mi sentivo perduta. Inappagata.
Dopotutto capitano momenti in cui un romanzo non riesce a fare al caso nostro.
E, tutto sommato, essere lettori significa anche questo. Non sempre riusciamo a
ritagliarci un piccolo angolino, dove ogni cosa ci sembra strana. Ci fa sentire
estranei, o poco partecipi.
La piccola Biscuit mi
ha raccontato una storia in cui le cose sembravano aprirsi repentinamente come
una gemma e repentinamente sfiorire completamente. L'autrice ha optato per la
versione drammatica. Io l'ho seguita con una certa curiosità, ma non è stato
abbastanza. Fatti che registrano la vita, i pensieri, i ricordi e le incertezze
di personaggi la cui anima è deteriorata dal passato. Oggetti di scambio che
percepiscono relazioni a sé stesse.
Un romanzo che si è
lasciato leggere nel momento più adatto. Immediatamente, nemmeno aspettando il
tempo che io constatassi quanto fosse stata improduttiva la sua lettura, senza
che intervenisse alcun strano evento che m'inducesse a rimandare. Non quel
genere di romanzo che boccerei, ma nemmeno che consiglierei spassionatamente.
Impaziente che
scattasse la scintilla, arrivasse quel
momento. Del resto, con una trama di questo, sarebbe stato impossibile non
avvertirlo. Tuttavia quello della Cohen è stato il genere di tentativo di
combinare alla quotidianità il dramma e il tragico, che non mi ha convinta del
tutto. Aspettavo il momento in cui le farfalle cominciassero a volteggiare nel
mio stomaco. L'esito, al contrario, è stata una complessa e accurata metafora
su un complesso ed individuale meccanismo: la rinascita. Sferzata di luminosità
che avrebbe potuto far cadere una pesante coltre nera.
Valutazione d'inchiostro: 3-
Peccato che non ti abbia convinta del tutto Gresi...
RispondiEliminaDalla trama sembrava interessante ma credo che non lo leggerò!
Un abbraccio!
Nuovo post sul mio blog!
Se ti va ti aspetto da me!
http://lamammadisophia2016.blogspot.it
Già! Tutto sommato non lo boccerei completamente. Se sei interessata una possibilità potresti dargliela 😊
EliminaCon piacere! 😊
Ciao Gresi, in effetti dalla trama prometteva bene... peccato che non si sia rivelato all'altezza delle aspettative!
RispondiEliminaBeh, purtroppo, non il massimo! :/
EliminaGresi ciao.
RispondiEliminaChe peccato che non non abbia raggiunto le aspettative desiderate, purtroppo capita
Ciao, Susy!
EliminaSi, purtroppo a volte succede :)
Ciao Gresi!
RispondiEliminaDalla trama avrei detto subito:"Questo libro lo devo leggere!". Ora però non so... onestamente non sono molto convinta :/
Ciao, Jasmine!!
EliminaÉ stata la stessa inpressione che ho avuto anch'io. Ma se ti incuriosisce, provaci! Magari potrebbe piacerti :)
Avevo adocchiato questo libro tempo fa perché la trama mi aveva colpita positivamente, ma poi non l'avevo più preso. Mi fa piacere leggere la tua opinione perché anche se non del tutto positiva, mi da un'idea più chiara del libro.
RispondiEliminaCiao, Beth! Grazie 😊 purtroppo non ha soddisfatto pienamente le mie aspettative, ma non fa niente! È stato comunque bello leggerlo 😊📕
Elimina