Mentre il mio percorso con il mio
amatissimo Zafon prosegue impettito, come un ragazzino vivace ed energico che
brama di conoscere il mondo, a qualche giorno di distanza dell'ultima
recensione - il mio pensiero riguardante una raccolta di poesie davvero molto
belle. Per chi fosse interessato, penso, dovrebbe concedergli almeno
un'occasione -, quest'oggi la recensione riguardante un romanzo che languiva
sullo scaffale già da qualche tempo che, come al solito, ha atteso il momento
più adatto per farsi leggere. Una lettura a prima vista stupidamente banale in
cui inevitabilmente ci si rompe la testa inutilmente su quello che ci circonda.
E soluzione migliore in questo caso è stato quello d'inoltrarmi in un viaggio che
ha lo stesso sapore dei sogni, assieme al piccolo Tomàs, dimenticando tutto e
tutti e costruendo una storia che avesse solide basi. In realtà questa storia
non è semplice come sembra. Forse lo sa lo autore, che l'ha scritta. Fra
l'ignoto o il nulla che, in qualche modo, ho cercato di portare allo scoperto.
Titolo: L'ultima riga delle favole
Titolo: L'ultima riga delle favole
Autore:
Massimo Gramellini
Casa
editrice: Longanesi
Prezzo: 12 €
N° di
pagine: 262
Trama: Tomàs
è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la
vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si
ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella
scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un
viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose,
lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell'amore:
prima dentro di sé e poi con gli altri.
La recensione:
La recensione:
Per sempre felici e contenti,
prometteva l'ultima riga delle favole. Invece siete finiti in una gabbia, e le
sue sbarre le ha costruite il dolore.
Mentre vivevo senza
rendermene conto in una realtà parallela di cui presto sarei entrata a farne parte,
mi tornò in mente un romanzo che lessi due anni fa. Una storia strana e
particolare. Per ammazzare il tempo ne riportai alla memoria tutti i dettagli. Il
cuore colmo di un'indicibile tristezza. La mia sensibilità che diveniva sempre
più intensa, quasi fastidiosa. Intanto a poco a poco ho sentito crescere in me
un inspiegabile sentimento, che finì per trasformarsi decisamente in empatia.
Un empatia tale da spazzare via il dolore, l'ansia, qualunque cosa. Cominciavo
a ricordare chiaramente ogni cosa. Potevo sentire i battiti di un cuore maturo,
la speranza menava fendenti alla mia anima giovane. Per l'ennesima sfida
indetta su Facebook, il mio interlocutore era stato un ragazzino curioso e guardingo,
e anch'io gli avevo prestato del tempo. E trattandosi soprattutto di un
racconto biografico, una confessione sussurrata dalla soglia morale della sua
insoddisfazione, in una manciata di giorni non ho fatto altro che prestargli
attenzione, sin a quando non dovetti salutarlo. Nell'aria non si respirava
nulla che potesse avere il sapore amaro del rancore o del malumore. Quando una
storia non riesce ad appagarci completamente, o, in questo caso, donarci poco e
niente, succede che ci si lascia scappare un opera del genere come sabbia fine
sul palmo di una mano, così si finisce per dimenticarne chi o cosa racchiude.
Però in fondo in questo disegno imperfetto, che mi ha tenuta lontana dalla
realtà proprio come desideravo, la storia del piccolo Tomàs continua a
bruciarmi. Sento ancora sulla pelle il calore e lo sfrigolio di un sentimento
che brucia su una ferita aperta. Una medicina per il cuore e per l'anima
avrebbe potuto risvegliarmi. L'amore visto come realtà, in un cimitero di
cinici e rassegnati, e un ospedale per l'anima che avrebbe dato rifugio a chi
ne ha veramente bisogno.
<< Ci innamoriamo di chi emana
energia, e di regola i farabutti ne manifestano più dei sensibili. Ma quando i
sensibili riescono a esprimere quella che hanno in corpo … il loro fuoco è tale
che basta una scintilla a incendiarci tutte.>>
Intanto senza
accorgermene la voce di un ragazzino aveva invaso le mie orecchie. La voce
incerta e appena sussurrata di un piccolo uomo, dalla vita incerta, la cui
identità è celata sotto strati e strati di ricordi riesumati dal tempo.
Sentimenti forti e contrastanti, che, attraverso una tela di ragno legata
debolmente, mi hanno solleticato la pelle. Con parole che non hanno avuto
l'effetto sperato, ma che mi hanno colmato il cuore di qualcosa di
inspiegabile, una stana visione del mondo, offrendomi rifugio. Senza chiedere
nulla in cambio.
L'amore è l'energia di cui è composto
l'universo, e il cuore umano uno dei canali attraverso i quali si riversa nel
mondo. Spesso però il cuore è otturato e per riattivarlo è indispensabile che
Cupido lo colpisca con una delle sue frecce.
Camminando senza
fermarsi, senza rendersi conto che, arrestandosi, il mondo che credeva di
conoscere esistesse ancora e liberasse quella parte prigioniera che ringhia e
agogna la libertà, sono stati dolorosi ricordi a sommergere la sua coscienza,
nel momento in cui le nostre anime entrarono a contatto. Provenienti dallo
stesso pianeta, ma lontani, dopo uno sterminato viaggio che oscilla
continuamente fra la vita e la morte.
L'ultima riga delle favole è una fiaba realistica ricca di profondità, piccole
perle di saggezza, un po' crudele e inflessibile, che avrebbe potuto lasciare
un solco profondo nel mio cuore di lettrice. Ho letto questo romanzo come primo
tentativo di conversazione con un autore che conoscevo solo per sentito dire,
che non ha avuto quasi alcun effetto su di me ne provocato alcun fastidio. Agro
e un po' aspro in cui in gioco ci sono i sentimenti delle persone; ambiguo ma
sentito come un ricordo estrapolato da lontano. Un viaggio nel più profondo
degli abissi, l'IO, nella perenne lotta per l'amore e la vita. Colorato da
particolari sfumature, in un miscuglio di fiabe celebri che tuttavia non
impediscono a ritrovare il sorriso.
Un surreale dramma che
offre qualche spunto per riflettere e che, nonostante la sofferenza poco
accennata ma inevitabile, impedisce di renderci quello che effettivamente
siamo: uomini vivi che sembrano morti perché hanno smesso di desiderare.
<< Non staccare mai lo sguardo
dalla finestra di fronte a te. E' spalancata sul firmamento: appena riuscirai a
lanciare il tuo desiderio, là fuori una stella si illuminerà d'oro. >>
Valutazione d'inchiostro: 3
Ciao Gresi, conosco l'autore ma non ho letto nulla di suo, non so se potrebbe piacermi oppure no: magari prima o poi gli darà una possibilità ;-)
RispondiEliminaCiao, Ariel! Io ho dato un'occasione, la prima, a quest'autore, e non è andata granché... In futuro ci riproveró, però 😊 Se decidi di leggerlo fammi sapere 😊
EliminaConosco l'autore ma ancora non mi convince...
RispondiEliminaMeglio allora leggere qualcos'altro ;)
Eliminanon so se mi ispira...
RispondiEliminaBuona giornata, Luisa
Buona giornata anche a te! 😊
EliminaCiao Gresi, bellissime le tue parole, capaci di affascinarmi come sempre. Non sai da quanto tempo questo libro mi chiama. Non so se sono attratta dal titolo o dalla trama, ma comunque sento di doverlo leggere. Spero che non si rivelerà una delusione!
RispondiEliminaGrazie, Maria!!
EliminaBeh, il romanzo è costellato da tante piccole perle di saggezza che potrebbero essere interessanti, ma a lungo andare, la lettura cade nella monotonia. Quasi nel surreale. Se sei curiosa, leggi lo! Il mio percorso con quest'autore non terminerá qui, nonostante sia stato un piccolo buco nell'acqua! 😊
Ciao Gresi!
RispondiEliminaUna volta avevo il libro in lista... poi l'ho tolto, e poi rimesso.
Ora non saprei.. magari lo tolgo.
DIciamo che sono un po' indecisa se leggerlo o meno!! :D
TU che mi consigli?
Ti consiglierei di provarci!! Punto di forza di questo romanzo è che in alcuni punti è davvero profondo! 😊
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