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martedì, aprile 25, 2017

Gocce d'inchiostro: Un indovino mi disse - Tiziano Terzani

Titolo: Un indovino mi disse
Autore: Tiziano Terzani
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 429
Trama: Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: << Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai >>.
Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia ( che a suo modo si avvera … ), ma anzi la trasforma in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto e talvolta anche a piedi, Terzani si trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata. Il risultato di quell'esperienza è un libro fuori dall'ordinario, che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e grande reportage.
La recensione:

Forse il futuro è davvero già passato ed è per questo che alcuni riescono a << leggerlo >> con la stessa facilità con cui tutti noi vediamo la luce di una stella che in verità si è già spenta da secoli. Il segreto sta tutto nel togliersi dalla dimensione del tempo; il tempo come siamo abituati a concepirlo, quello fatto di anni, di ore, di secondi.

Le incredibili gesta di Tiziano Terzani finirono nel 2004, quando il mondo possedeva solamente qualcosa di cui non sapeva di che farsene. Lettori di ogni sesso, età furono a loro volta padroni di un tesoro di inestimabile bellezza, scovato tempestivamente in un epoca che sta avanzando in un lento declino, abili profanatori di teorie e critiche, desiderosi di un'indipendenza fisica e morale che non tutti possiedono. Tanti, come me in questi ultimi giorni di Aprile, sono partiti lasciandosi alle spalle una realtà che non soddisfa nella sua massima integrità. Tanti si sono lasciati alle spalle monumenti, tombe, leggende, ricordi bellissimi e tantissimi fantasmi racchiusi in meno di cinquecento pagine che oggi altro non sono che un viaggio sulla vita. Gran belle esperienze di vita nelle quali sono molto pochi coloro che vi vogliono abitare e posti in cui non si è mai soli.
Ogni sera tra le rovine di un cuore giovane racchiuso nella gabbia toracica di una massa di carne instabile e alquanto malconcia ho visto la sagoma di un maestro, un uomo la cui anima ha aderito perfettamente alla mia. Lui era un giornalista, un aviatore, uno studioso. Io una comunissima ragazza messinese, amante dei libri e della buona letteratura. Fummo scoperti amanti dell'arte del leggere e dello scrivere e da allora il nostro incontro fu come una condanna. Amore, vita, speranza e abbandono in una passione continua.
Qualche tempo fa un rispettosissimo Terzani concordava con me sul fatto che la bellezza di un tramonto cela talvolta qualcosa di speciale. Il momento in cui l'aria si fa più pura, limpida, permettendo così all'individuo di guardare, in quel momento, dentro di se, alla ricerca di una qualche spiegazione che possa appagarlo del tutto. Questa situazione è stata per un certo lasso di tempo un ospizio per il mio povero cuore ed era comprensibile che, fra le tante esperienze di vita del signor Terzani, qualcosa avesse fatto breccia in me.
E' in questi momenti, dove il mio spirito sembra splendere di una luce tutta sua, che mi piace pensare che questo tipo di letture altro non sono che lettere indirizzate a nessuno in particolare. Fermi ai bordi dell'anima, come un brusco scorto di sensibilità che spiega qualcosa sull'autore. Cose che possedeva già sotto la pelle, ma che non sapeva dire. E, pur di scrollarsi addosso la tristezza, la curiosità, o l'inappagamento dei sensi, indirizzava i suoi pensieri verso un unico e fondamentale argomento: qual è il vero significato del viaggio? Quanto si può apprendere da ciò, e quanto si può fantasticare sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio o un gesto?
Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo nel vuoto, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. Rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte.
Quella di Un indovino mi disse, così come Un altro giro di giostra, è quel genere di storia ambiziosa, un esperienza sulla vita, che dà un senso a tutto ciò che ci circonda, proveniente da un mondo in cui la ragione spiega tutto. Dove ogni cosa è precaria, la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite. In compagnia di un viandante che diviene poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, che reclama la nostra attenzione. E che Terzani riesce magistralmente a descrivere e che vibra di potenzialità simbolica.
In un mondo dove la vita è sempre più naturale, dove l'umanità è ancora più varia, dove il tempo sembra scorrere ininterrottamente, da un altura di una montagna Terzani osserva quello che si lascerà alle spalle. Interprete di anime, scrittore di parole e di storie di cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice, dipana la storia dei suoi viaggi come una miriade di spiriti radunati che raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri spiriti, molte altre storie.
Una storia che ci parla di speranza, di quanto sia cattivo e ingiusto il destino, e che rivela segreti utili per capire il mondo. Strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. Non bisogna più guardare il mondo circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, affinché ogni cosa possa apparire bianco e luminoso -, ma mettere fine agli alti e bassi affinché ogni cosa torni alla normalità o abbia un suo equilibrio. Viaggiare diviene così qualcosa di fondamentale. Qualcosa che esalta, rinvigorisce, dà da pensare, e, soprattutto, vivere. Un' iniezione di adrenalina, un innamoramento che riempie di emozioni. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure fa le avverse stelle, in cui ogni parte di vita è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita.

A far finta, per un po', d'esser ciechi si scopre che, per compensare la mancanza della vista, tutti gli altri sensi si affinano.


Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo

6 commenti:

  1. Ciao Gresi! Io ho letto la biografia di Terzani, curata dal figlio, e ho visto anche il film, e che dire? Sono rimasta incantata da questo uomo straordinario. Ho intenzione di leggere tutte le sue opere e mi fa piacere conoscere un'altra persona che lo ammira come me!

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    1. Ciao, Maria! A me Terzani in un certo senso mi affascina, ma allo stesso tempo talvolta potrebbe stancare. É un autore però da tenere sott'occhio ;)

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  2. Sembra proprio uno di quei libri intensi che ti lasciano qualche spunto di riflessione: annotato!

    Nel frattempo colgo l'occasione per invitarti al mio Little Linky Party per i due anni del mio blog, Vento di Libri. http://ventodilibri.blogspot.it/2017/04/festeggiamo-i-due-anni-del-blog-little.html
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  3. E' da un pò che voglio leggere Terzani e avevo comprato questo libro solo che l'ho lasciato in attesa.. la recensione mi ha messo ancora più dubbi :/

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