Titolo: Un indovino mi disse
Autore: Tiziano Terzani
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 429
Trama: Nella primavera del 1976, a Hong
Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: << Attento!
Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare
mai >>.
Dopo tanti anni Terzani non dimentica la
profezia ( che a suo modo si avvera … ), ma anzi la trasforma in un'occasione
per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per
un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993
diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria:
spostandosi in treno, in nave, in auto e talvolta anche a piedi, Terzani si
trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva
nuova, e spesso ignorata. Il risultato di quell'esperienza è un libro fuori
dall'ordinario, che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, narrazione di
viaggio e grande reportage.
La recensione:
Forse il futuro è davvero già passato ed è
per questo che alcuni riescono a << leggerlo >> con la stessa
facilità con cui tutti noi vediamo la luce di una stella che in verità si è già
spenta da secoli. Il segreto sta tutto nel togliersi dalla dimensione del
tempo; il tempo come siamo abituati a concepirlo, quello fatto di anni, di ore,
di secondi.
Le incredibili gesta di Tiziano Terzani
finirono nel 2004, quando il mondo possedeva solamente qualcosa di cui non
sapeva di che farsene. Lettori di ogni sesso, età furono a loro volta padroni
di un tesoro di inestimabile bellezza, scovato tempestivamente in un epoca che
sta avanzando in un lento declino, abili profanatori di teorie e critiche,
desiderosi di un'indipendenza fisica e morale che non tutti possiedono. Tanti,
come me in questi ultimi giorni di Aprile, sono partiti lasciandosi alle spalle
una realtà che non soddisfa nella sua massima integrità. Tanti si sono lasciati
alle spalle monumenti, tombe, leggende, ricordi bellissimi e tantissimi
fantasmi racchiusi in meno di cinquecento pagine che oggi altro non sono che un
viaggio sulla vita. Gran belle esperienze di vita nelle quali sono molto pochi
coloro che vi vogliono abitare e posti in cui non si è mai soli.
Ogni sera tra le rovine di un cuore
giovane racchiuso nella gabbia toracica di una massa di carne instabile e
alquanto malconcia ho visto la sagoma di un maestro, un uomo la cui anima ha
aderito perfettamente alla mia. Lui era un giornalista, un aviatore, uno
studioso. Io una comunissima ragazza messinese, amante dei libri e della buona
letteratura. Fummo scoperti amanti dell'arte del leggere e dello scrivere e da
allora il nostro incontro fu come una condanna. Amore, vita, speranza e
abbandono in una passione continua.
Qualche tempo fa un rispettosissimo
Terzani concordava con me sul fatto che la bellezza di un tramonto cela
talvolta qualcosa di speciale. Il momento in cui l'aria si fa più pura,
limpida, permettendo così all'individuo di guardare, in quel momento, dentro di
se, alla ricerca di una qualche spiegazione che possa appagarlo del tutto.
Questa situazione è stata per un certo lasso di tempo un ospizio per il mio
povero cuore ed era comprensibile che, fra le tante esperienze di vita del
signor Terzani, qualcosa avesse fatto breccia in me.
E' in questi momenti, dove il mio spirito
sembra splendere di una luce tutta sua, che mi piace pensare che questo tipo di
letture altro non sono che lettere indirizzate a nessuno in particolare. Fermi
ai bordi dell'anima, come un brusco scorto di sensibilità che spiega qualcosa
sull'autore. Cose che possedeva già sotto la pelle, ma che non sapeva dire. E,
pur di scrollarsi addosso la tristezza, la curiosità, o l'inappagamento dei
sensi, indirizzava i suoi pensieri verso un unico e fondamentale argomento:
qual è il vero significato del viaggio? Quanto si può apprendere da ciò, e
quanto si può fantasticare sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio
o un gesto?
Essere vuoti come un guscio, desiderosi di
essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo nel vuoto, è
davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti
col prossimo è la linfa vitale dell'anima. Rinascita di un nuovo sole, come
quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità
cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della
vita e della morte.
Quella di Un indovino mi disse, così come Un altro giro di giostra, è
quel genere di storia ambiziosa, un esperienza sulla vita, che dà un senso a
tutto ciò che ci circonda, proveniente da un mondo in cui la ragione spiega
tutto. Dove ogni cosa è precaria, la certezza e l'incertezza divengono enormi
masse congenite. In compagnia di un viandante che diviene poi fiore. La sua
anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare,
che reclama la nostra attenzione. E che Terzani riesce magistralmente a
descrivere e che vibra di potenzialità simbolica.
In un mondo dove la vita è sempre più
naturale, dove l'umanità è ancora più varia, dove il tempo sembra scorrere
ininterrottamente, da un altura di una montagna Terzani osserva quello che si
lascerà alle spalle. Interprete di anime, scrittore di parole e di storie di
cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice,
dipana la storia dei suoi viaggi come una miriade di spiriti radunati che
raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri
spiriti, molte altre storie.
Una storia che ci parla di speranza, di
quanto sia cattivo e ingiusto il destino, e che rivela segreti utili per capire
il mondo. Strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le
riflessioni più profonde dell'animo umano. Non bisogna più guardare il mondo
circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, affinché ogni cosa possa
apparire bianco e luminoso -, ma mettere fine agli alti e bassi affinché ogni
cosa torni alla normalità o abbia un suo equilibrio. Viaggiare diviene così
qualcosa di fondamentale. Qualcosa che esalta, rinvigorisce, dà da pensare, e,
soprattutto, vivere. Un' iniezione di adrenalina, un innamoramento che riempie
di emozioni. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure fa
le avverse stelle, in cui ogni
parte di vita è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita.
A far finta, per un po', d'esser ciechi si
scopre che, per compensare la mancanza della vista, tutti gli altri sensi si
affinano.
Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo
Ciao Gresi! Io ho letto la biografia di Terzani, curata dal figlio, e ho visto anche il film, e che dire? Sono rimasta incantata da questo uomo straordinario. Ho intenzione di leggere tutte le sue opere e mi fa piacere conoscere un'altra persona che lo ammira come me!
RispondiEliminaCiao, Maria! A me Terzani in un certo senso mi affascina, ma allo stesso tempo talvolta potrebbe stancare. É un autore però da tenere sott'occhio ;)
EliminaSembra proprio uno di quei libri intensi che ti lasciano qualche spunto di riflessione: annotato!
RispondiEliminaNel frattempo colgo l'occasione per invitarti al mio Little Linky Party per i due anni del mio blog, Vento di Libri. http://ventodilibri.blogspot.it/2017/04/festeggiamo-i-due-anni-del-blog-little.html
Se vorrai partecipare o anche solo fare un salto mi trovi qui :)
Grazie, Valeria! Lo farò con molto piacere ;)
EliminaE' da un pò che voglio leggere Terzani e avevo comprato questo libro solo che l'ho lasciato in attesa.. la recensione mi ha messo ancora più dubbi :/
RispondiEliminaMagari dagli un'opportunità. Chissà se potrebbe piacerti 😊
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