Titolo:
Il maestro e Margherita
Autore:
Michael Bulgakov
Casa
editrice: Newton Classici
Prezzo:
8,50
N°
di pagine: 386
Trama:
"Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio
Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo
Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del
Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella
Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto
di magia nera accende una girandola di eventi tragicomici.
La
recensione:
La
luna era appesa nel cielo puro della sera, non completamente piena, ma visibile
attraverso una massa informe di nuvole e pioggia. Il suo bagliore acquoso
vegliava l'avanzata lenta di una giovane e romantica sognatrice, in un
complicato ricamo di lettere e parole. In un sudario di bruma che cadeva in
un'aria residenziale tipica delle classi medie, situata alla periferia di una
grande città. In quel santuario magico in cui amo talvolta perdermi, dopo
qualche pagina che trasudava vero smarrimento e turbamento, giunsi a bordo di
una carrozza nelle campagne bucoliche di una Mosca dei primi anni del Novecento. Superate le prime pagine, avevo cominciato a imbattermi in gruppi di
figure curiose, particolari, ed eccentriche che arrivavano da qualche girone sconosciuto
dell'Inferno, tutti per vedere la stessa cosa. Ma queste piccole figure
divennero ben presto una vera marea umana di conseguenze, avvenimenti,
specialmente quando giunsero nel luogo dove evidentemente ero atterrata con un
certo stupore. Sbirciando da una finestra compatta, ho potuto constatare come
regnasse un certo disordine. Come uno sciame di curiosi, mi ci ero precipitata
nelle sue viscere senza nemmeno me ne accorgessi e, appostandomi qua e là,
ho visto questa storia prendere vita mediante la voce acuta e stentorea
dell'autore che, diffondendosi per il viale deserto di un paese russo, mi
permise di apprendere nuove e interessanti nozioni riguardo il culto religioso.
Io
e Bulgakov scendemmo da un vascello diretto chissà dove e ci dirigemmo,
facendoci largo in questo caos di diavoli travestiti in santi, verso
il cuore pulsante di questa storia che indicava già una certa importanza dal
titolo, nettamente visibile dietro la moltitudine di curiosi che si erano agitati
davanti a lui come un gruppo di adoratori.
L'impatto
con la storia che l'autore si portava dentro aprì un buco enorme nel mio cuore,
facendo schizzare un ardente curiosità e una certa dose di ammaliamento per
tutta la durata della lettura e incendiando tutt'attorno frasi e parole, che
ancora esalavano sottili fili di fumo verso un cielo di pomeriggio tardivo. Ho
nuotato in mezzo a un mare di curiosi fino a piazzarmi in prima fila,
catapultata nelle viscere di una storia che sembrava le mancassero persino le
forze di respirare, con un sole ardente che sembrava arroventare Mosca,
precipitando da qualche parte in una foschia riarsa. E solo da qui potei
ammettere che l'autore russo aveva fatto un lavoro eccellente. La presunta storia
esoterica, zeppa di magia e stregoneria era quasi identica a quella che qualche
anno fa avevo letto: ostica, sublime, che rasenta il sovrannaturale e naviga
sull'onda dell'impossibile. E la mia coscienza aveva reagito nel modo più
imprevisto possibile, dando vita a una curiosa partecipazione intorno al
complicato meccanismo in cui ciò avviene. Alcuni lettori l'avevano persino
adorato al primo impatto, come se della sua particolarità e originalità
importasse molto poco.
Eppure,
non ho potuto fare a meno di perdermi nell'intrico di suoni e parole che
Bulgakov costruì così bene. In un silenzio assoluto, nei pressi di qualche
galleria, consumandosi fra queste pagine, realizzando come adesso non è più
possibile tornare indietro. Bastava sollevare la testa dal romanzo, in alto
verso il cielo, per capire che la mia anima si era irrimediabilmente persa. Le
pagine scorrevano impetuosamente come un cielo compatto veniva giù al di là di
una finestra. Nel cielo comparivano ripetutamente fili di fuoco, la sua luce
sembrava quasi spettrale, e nella mia camera pareva fosse illuminata da una luce
incerta che tuttavia ha incuto un certo timore. Ha giaciuto in un dolce
languore, con la lampada che diffondeva dal soffitto una luce attenuata.
Con
parole che sono state scritte col peccato, bellissime, sconcertanti, talvolta
intricate talvolta ostiche, che profumano ancora di un impareggiabile fascino,
Il maestro e Margherita è una storia che al principio stupisce, lambisce le
nostre fragili membra senza nemmeno accorgercene. Eppure, dopo qualche pagina,
la pioggia di fantascienza, esoterismo e misticismo si abbattono su di noi,
andando sempre più a infittirsi e riportandoci così nella vecchia e polverosa
Mosca che ha segnato me sia il giovane maestro - estraneo ad avere commesso
crimini che si possono ancora fiutare nelle mani e condannato a vagare per il
mondo in fiamme che lo hanno segnato, in cambio di qualche moneta o di una
promessa che adesso sembra la più dolce delle ricompense. Un racconto che altri
non è che un oscuro labirinto in cui non tutti amano perdersi e che, per opera
di un magistrale disegno, appassiona e sconcerta.
Una
storia che gioca tra il reale e l'assurdo, sentimentale e drammatica che è una
nostalgica rievocazione del passato, nonché rivisitazione di un epoca
irrecuperabile fatta di strani e oscuri personaggi, rivelazioni sconcertanti e
patti stretti col diavolo. Trascina in un intero mondo di tenebre e ombre, in
sintonia con l'autore, la propria ispirazione e la capacità ricettiva dei
personaggi, che si rispecchiano perfettamente nei personaggi. Figure
evanescenti intrappolate in un terribile pozzo oscuro. Un manipolo di ombre
accomunati dall'insaziabile sete di potere che hanno forme diverse, ma che con
la loro originalità, la loro vita, la loro oscurità interiore riescono a
catturare tutto ciò che li circonda.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao Gresi, ho sentito molto parlare di questo romanzo, ma gli autori russi mi intimoriscono un po' ;-)
RispondiEliminaBuona domenica!
Lo capisco 😉 a chi non intimoriscono?!?! 😏😏
EliminaEheheh, anch'io sono tra le vittime del 'gelido' timore russo, sempre avvolto da un gran fascino classico! Prima o poi dovrò rimediare leggendo un buon libro. Magari Bulgakov, chissà! :)
RispondiEliminaBuona serata!
Fede.
Fammi sapere, allora ☺☺
EliminaCiao Gresi! Come potrei non immergermi in un questa lettura se fantascienza ed esoterismo sono i suoi protagonisti e argomenti a me cari? Però mi associo agli altri per quanto riguarda il timore verso gli scrittori russi. Io intanto segno il titolo ;)
RispondiEliminaBellissima recensione :-*
Grazie mille! Io però te lo consiglio caldamente ☺☺
EliminaL'ho letto anni fa, il surreale non fa per me ma lo stesso ho amato molto la storia e ancora la ricordo
RispondiEliminaSi, anch'io ☺☺
EliminaCiao!
RispondiEliminaTi ho nominata per il Blogger Recognition Award :)
ti lascio il link al mio post: http://meandbooks.altervista.org/blogger-recognition-award/
A presto.
Ciao! Grazie mille :)
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