Sono
rimasta a lungo sdraiata a pensare, fissando le bianche pareti della mia
stanza. Come rivoli di fumo i miei pensieri salivano e si disperdevano
nell'aria in una sorta di nuvoletta di vapore. Avevo appena concluso una
fantastica raccolta di racconti. La voce dell'autore risuonava ancora nella mia
testa come un martellio continuo e preciso. Qualsiasi cosa avesse indotto Paolo
a scrivere doveva essere stato qualcosa di forte, quasi necessario, e una volta
letto venne voglia anche a me di mettermi alla prova.
E allora, per
quale motivo mi trovo nuovamente qui, vi starete chiedendo? Semplice! Non
potevo confinare quest'ennesima lettura in una stanza polverosa della mia
coscienza. E vedendo il risultato finale di tutto ciò, mi trovo nuovamente qui a non poter fare a meno di invitarvi calorosamente
fra le sue pagine. Perché Abissi è quel regalo perfetto che potrebbe addirittura serrare la
gola. Perlomeno, così mi sono sentita io leggendo. E poi la speranza, la
possibilità di un ritorno. In questo modo ho sopravissuto leggendo la
storia che si porta dentro Paolo e, usando la testa per tenermi lontano dai
brutti sogni, mi sono aggirata come una figura snodata e dalla smania di
sapere.
Titolo: Abissi
Autore: Paolo Cabutto
Casa editrice: Talos Edizioni
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 186
Trama: Un vicino di casa che ci conosce meglio di
quanto immaginiamo, macabri incontri in un cinema di periferia, una stazione
della metro che sembra sussurrare il nostro nome, una tragedia shakespeariana
che diventa realtà, l'ultima giornata di lavoro di un killer professionista. La
paura prende il lettore per mano e lo conduce attraverso tredici stanze buie,
in cui l'incomprensibile e il sovrannaturale intaccano la sicurezza della
nostra quotidianità. Non resta quindi che chiudere gli occhi, trarre un respiro
profondo e gettarsi negli abissi.
La recensione:
Non
volevo iniziare questa recensione così. Non ho ancora le idee chiare e volevo
aspettare qualche altro minuto per buttare giù qualche parola. Ma ora che ho
terminato Abissi da una manciata di minuti non ha alcun senso aspettare. La
prima sorpresa riguarda il fatto che Paolo Cabutto è un autore esordiente
davvero bravo e talentuoso. Una bella sorpresa. E ne sono rimasta davvero
sorpresa perché di Paolo e del suo romanzo non ne sapevo niente. L'altra
sorpresa è che il suo stile è davvero molto bello. Mi immagino l'autore che
siede alla scrivania a scrivere un nuovo romanzo. Del resto è quello che penso
faccia qualunque autore. E Paolo è talmente in gamba come lettore di anime che
lo so a mie spese. Mi ha scritto un'email in un periodo che mi ha lasciato spiazzata,
impreparata. Voleva conoscere il mio parere riguardo questa sua fatica
letteraria. E leggendo Abissi ho potuto cogliere appieno il senso e l'anima di
questo suo romanzo.
Non
ho fatto niente fin quando il romanzo non si è concluso con un epilogo, agghiaciante
e sconvolgente. Non avrei mai parlato di tutto questo, se Paolo non mi avesse
scritto, non mi avesse parlato. E' davvero sconvolgente e allo
stesso tempo eccitante constatare quanti siano innumerevoli i pensieri che
predominano nel palazzo a volte oscuro a volte luminoso della mente umana dove
l'individuo è signore e padrone di tutto ciò che vede o immagina. Sono state
tante le immagini che camminano da sole come in un sogno e che, come un
pinnacolo in un paese sommerso da un'inondazione, si stagliano solitarie
sporgendosi oltre la superficie torbida dell'acqua.
In
prossimità del Santo Natale, in una rapida discesa, Abissi mi ha portato fra le
braccia di figure che non sono altro che soggetti dall'ambizione snodata e
dalla smania di successo, che scavano nel cuore della gente per riempirla di
illusorie aspettative, mascherando e allontanando ciò che è importante nella
loro vita. Qui sono stati depositati tutti i sentimenti negativi che hanno
coltivato per tanto tempo e che hanno nutrito con rabbia e invidia. Viaggiatori
lasciati soli nell'immensità di un cosmo forse un po' troppo grande persino per
loro, in una trama segmentata che scivola nei recessi della psiche umana,
ergendo un muro di dubbi, paure e perplessità che inquinano lo spirito, il
romanzo d'esordio di questo talentuoso autore affronta una tematica davvero
assurda, affascinante e sinistra che, elaborata minuziosamente, claustrofobica
e dal ritmo rapido, riesce a mantenere maggiormente viva l'attenzione del
lettore: la mente umana.
Identità
represse che come bestie ringhiano e agognano la libertà; realtà distorte dove
non esistono la compassione, il conforto, la felicità; amori segreti sopiti dal
tempo. Una tela bianca imbrattata di nero. L'ingegno dell'autore sta nel aver
sprofondamento abilmente nel sotterraneo buio della psiche umana di cui non si
trovano limiti, non si conosce la fine e che forse non dà alcuna via d'uscita.
Ci invita a percorrere questo cammino tenebroso avvicinandoci a tentoni verso
suoni confusi. Rumori, voci, grida …. Qualunque cosa, qualunque sia la voce che
ci sussurra il nostro cuore, che ci porta dritto all'isolamento. Ha uno stile
modesto, controllato, ricco di svariate scene, e capitoli che scorrono
velocemente da indurci a confondere la realtà con la fantasia che, tra un colpo
di scena e un altro, rivelazioni sconvolgenti e macabre racchiude un impasto di
pensieri, sogni, speranze e delusioni in tutto il loro incredibile terrore.
Una
raccolta di racconti avvincente e davvero sconvolgente che, in una giostra di
gesti sconsiderati e folli, hanno tormentato il mio spirito senza posa. La
storia fluttua silenziosa in un paesaggio rurale in cui spiccano figure recise
che ringhiano e agognano la libertà. Intrappolati in una gabbia angusta, e che
camminano inconsapevolmente e senza fermarsi lungo il tragitto della morte.
La
copertina del romanzo non designa nulla di così speciale da vedere quando la si
guarda. Paolo tuttavia è stato molto bravo a ritrarre immagini, figure recise i
cui messaggi senza codice sono verità che salvano. L'unica cosa vera che forse
ci salverà, presto o tardi.
Valutazione d'inchiostro: 4
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