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venerdì, dicembre 22, 2017

Gocce d'inchiostro: Abissi - Paolo Cabutto

Sono rimasta a lungo sdraiata a pensare, fissando le bianche pareti della mia stanza. Come rivoli di fumo i miei pensieri salivano e si disperdevano nell'aria in una sorta di nuvoletta di vapore. Avevo appena concluso una fantastica raccolta di racconti. La voce dell'autore risuonava ancora nella mia testa come un martellio continuo e preciso. Qualsiasi cosa avesse indotto Paolo a scrivere doveva essere stato qualcosa di forte, quasi necessario, e una volta letto venne voglia anche a me di mettermi alla prova.
E allora, per quale motivo mi trovo nuovamente qui, vi starete chiedendo? Semplice! Non potevo confinare quest'ennesima lettura in una stanza polverosa della mia coscienza. E vedendo il risultato finale di tutto ciò, mi trovo nuovamente qui a non poter fare a meno di invitarvi calorosamente fra le sue pagine. Perché Abissi è quel regalo perfetto che potrebbe addirittura serrare la gola. Perlomeno, così mi sono sentita io leggendo. E poi la speranza, la possibilità di un ritorno. In questo modo ho sopravissuto leggendo la storia che si porta dentro Paolo e, usando la testa per tenermi lontano dai brutti sogni, mi sono aggirata come una figura snodata e dalla smania di sapere.


Titolo: Abissi
Autore: Paolo Cabutto
Casa editrice: Talos Edizioni
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 186
Trama: Un vicino di casa che ci conosce meglio di quanto immaginiamo, macabri incontri in un cinema di periferia, una stazione della metro che sembra sussurrare il nostro nome, una tragedia shakespeariana che diventa realtà, l'ultima giornata di lavoro di un killer professionista. La paura prende il lettore per mano e lo conduce attraverso tredici stanze buie, in cui l'incomprensibile e il sovrannaturale intaccano la sicurezza della nostra quotidianità. Non resta quindi che chiudere gli occhi, trarre un respiro profondo e gettarsi negli abissi.

La recensione:
Non volevo iniziare questa recensione così. Non ho ancora le idee chiare e volevo aspettare qualche altro minuto per buttare giù qualche parola. Ma ora che ho terminato Abissi da una manciata di minuti non ha alcun senso aspettare. La prima sorpresa riguarda il fatto che Paolo Cabutto è un autore esordiente davvero bravo e talentuoso. Una bella sorpresa. E ne sono rimasta davvero sorpresa perché di Paolo e del suo romanzo non ne sapevo niente. L'altra sorpresa è che il suo stile è davvero molto bello. Mi immagino l'autore che siede alla scrivania a scrivere un nuovo romanzo. Del resto è quello che penso faccia qualunque autore. E Paolo è talmente in gamba come lettore di anime che lo so a mie spese. Mi ha scritto un'email in un periodo che mi ha lasciato spiazzata, impreparata. Voleva conoscere il mio parere riguardo questa sua fatica letteraria. E leggendo Abissi ho potuto cogliere appieno il senso e l'anima di questo suo romanzo.
Non ho fatto niente fin quando il romanzo non si è concluso con un epilogo, agghiaciante e sconvolgente. Non avrei mai parlato di tutto questo, se Paolo non mi avesse scritto, non mi avesse parlato. E' davvero sconvolgente e allo stesso tempo eccitante constatare quanti siano innumerevoli i pensieri che predominano nel palazzo a volte oscuro a volte luminoso della mente umana dove l'individuo è signore e padrone di tutto ciò che vede o immagina. Sono state tante le immagini che camminano da sole come in un sogno e che, come un pinnacolo in un paese sommerso da un'inondazione, si stagliano solitarie sporgendosi oltre la superficie torbida dell'acqua.
In prossimità del Santo Natale, in una rapida discesa, Abissi mi ha portato fra le braccia di figure che non sono altro che soggetti dall'ambizione snodata e dalla smania di successo, che scavano nel cuore della gente per riempirla di illusorie aspettative, mascherando e allontanando ciò che è importante nella loro vita. Qui sono stati depositati tutti i sentimenti negativi che hanno coltivato per tanto tempo e che hanno nutrito con rabbia e invidia. Viaggiatori lasciati soli nell'immensità di un cosmo forse un po' troppo grande persino per loro, in una trama segmentata che scivola nei recessi della psiche umana, ergendo un muro di dubbi, paure e perplessità che inquinano lo spirito, il romanzo d'esordio di questo talentuoso autore affronta una tematica davvero assurda, affascinante e sinistra che, elaborata minuziosamente, claustrofobica e dal ritmo rapido, riesce a mantenere maggiormente viva l'attenzione del lettore: la mente umana.
Identità represse che come bestie ringhiano e agognano la libertà; realtà distorte dove non esistono la compassione, il conforto, la felicità; amori segreti sopiti dal tempo. Una tela bianca imbrattata di nero. L'ingegno dell'autore sta nel aver sprofondamento abilmente nel sotterraneo buio della psiche umana di cui non si trovano limiti, non si conosce la fine e che forse non dà alcuna via d'uscita. Ci invita a percorrere questo cammino tenebroso avvicinandoci a tentoni verso suoni confusi. Rumori, voci, grida …. Qualunque cosa, qualunque sia la voce che ci sussurra il nostro cuore, che ci porta dritto all'isolamento. Ha uno stile modesto, controllato, ricco di svariate scene, e capitoli che scorrono velocemente da indurci a confondere la realtà con la fantasia che, tra un colpo di scena e un altro, rivelazioni sconvolgenti e macabre racchiude un impasto di pensieri, sogni, speranze e delusioni in tutto il loro incredibile terrore.
Una raccolta di racconti avvincente e davvero sconvolgente che, in una giostra di gesti sconsiderati e folli, hanno tormentato il mio spirito senza posa. La storia fluttua silenziosa in un paesaggio rurale in cui spiccano figure recise che ringhiano e agognano la libertà. Intrappolati in una gabbia angusta, e che camminano inconsapevolmente e senza fermarsi lungo il tragitto della morte.
La copertina del romanzo non designa nulla di così speciale da vedere quando la si guarda. Paolo tuttavia è stato molto bravo a ritrarre immagini, figure recise i cui messaggi senza codice sono verità che salvano. L'unica cosa vera che forse ci salverà, presto o tardi.
Valutazione d'inchiostro: 4

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