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mercoledì, dicembre 20, 2017

Gocce d'inchiostro: Solo perché ti senti bene - Salvatore Gagliarde

Per dedicarmi alla stesura della recensione di questo romanzo ho avuto bisogno di qualche minuto per riflettere. La veridicità dei sentimenti che si agitano dentro e la speranza di poter trovare un posto tutto proprio nel mondo è stato davvero contagioso. Ed io, sebbene non ho potuto fare granché a eccezione di leggere e capire, non ho potuto immaginare cosa significhi vivere come Nick se non quando vestì completamente i suoi panni. Nick è stato davvero una continua scoperta! E tutto ciò che lo ha compreso, tutto ciò che mi è stato narrato è stato davvero bello ed emozionante. E anche se ho il sospetto che in lui ci sia qualcosa dell'autore, credo di averlo capito come desideravo.
Questa recensione, infatti, poteva rivelarsi un enorme pasticcio se, inaspettata, proprio come l'email del suo creatore. Eppure leggere Solo perché ti senti bene è stato come mettere in contatto questo mondo con quello dell'altro. Dovuto da una speciale predisposizione a scuotere e a scricchiolare l'anima di chiunque, planando lentamente fra le stanze polverose della mia coscienza, dopo una sfilza di letture di vario tipo.




Titolo: Solo perché ti senti bene
Autore: Salvatore Gagliarde
Casa editrice: Segmenti
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 184
Trama:  “Solo perché ti senti bene” è un romanzo breve, scritto in forma di diario. La voce narrante è quella del protagonista, che si muove con disinvoltura sullo sfondo appena accennato dell’Europa della crisi economica. Nick, il protagonista,  è un vincente consapevole di esserlo, un personaggio apparentemente freddo e sicuro di sé ai limiti dell’arroganza, che ha tutto sotto controllo e che sembra appassionarsi a un unico gioco del quale conosce ogni aspetto: la seduzione. Al racconto delle sue gesta e della sua quotidianità, Nick collega riflessioni, flashback e digressioni con pretesa di scientificità.
La storia si divide in tre parti. Il Prima si riferisce al personaggio al massimo del suo fulgore personale e psicologico e ne ho già accennato. Nella seconda parte il protagonista si imbatte, in un’esperienza che lo coinvolge dal punto di vista emotivo in modo per lui inspiegabile. Cercherà di gestire la cosa con la spensierata sicurezza con cui ha sempre vissuto la sua vita, ma imparerà che ci sono situazioni che rendono vano ogni tentativo di controllo.  Nella terza parte, di carattere abbastanza drammatico (più sotto l’aspetto psicologico che per quello che accade concretamente) il protagonista finirà per cambiare completamente punto di vista e atteggiamento, vedendo scardinate molte delle proprie certezze. L’epilogo è un ritorno all’ottimismo, anche se più maturo e consapevole, da parte del protagonista.

La recensione:

Un giorno in cui qualcuno ti guarda, e nei cui occhi vedi una promessa di quei sentimenti, a lungo inconsciamente vagheggiati e ora finalmente annunciati a gran voce da un coro di usignoli nella testa e un ritmo di grancassa nel petto.

Qualche volta un autore esordiente nostrano soggiorna per qualche tempo nel mio salotto letterario. Per qualche giorno mi affianco alle loro creature, e poi ci salutiamo dandoci un arrivederci. Anche con Salvatore Gagliarde è stato così. E il nostro non è stato un arrivederci solo perché di lui e dei suoi figli di carta non ne voglio sapere più niente, ma, semplicemente perché il suo visto di alloggio era scaduto. Nick e lui sono usciti di scena troppo presto. Così, per evitare mi lasci prendere dalla malinconia, non darò importanza a questa cosa. Piuttosto su quello che mi è stato confessato. Anche se non vorrei che si pensasse che per me ha contato poco. Affezionarsi a Nick, nonostante il suo temperamento freddo e distaccato, non è stato difficile, e continuo a sorridere se penso a quante barriere si sia circondato pur di combattere gli attacchi esterni.
Mi piace pensare che, per qualche tempo, io e Nick siamo diventati amici. Almeno per quanto mi riguarda, quella persona che ha condiviso un pezzetto della mia inutilissima vita anche se per poco tempo. Circa due o tre notti abbiamo condiviso tante cose. Mi confessò di considerarsi una specie di alieno. Una creatura appartenente a un altro pianeta, se non alla Luna. Eppure ai miei occhi non era più quel manichino di carta i cui fili erano mossi da un abile lettore di anime, piuttosto una persona. A volte troppo umano per essere cartaceo.
Mi dico sempre che è bene distinguere la realtà dalla finzione partendo dal presupposto si tratti di qualche romanzo. Ma come distinguere ciò che ci appare vero, tangibile, da quel che effettivamente non lo è? Un pomeriggio di fine dicembre decisi di accogliere la storia di Gagliarde nel mio cantuccio personale, standoci dentro, in compagnia di un viaggiatore lasciato solo nell'immensità di un cosmo fosse un po' troppo grande persino per lui che, grazie a un viaggio nelle profondità più nascoste del suo essere, avrà una buona occasione per riflettere sul suo destino e soprattutto capire se stesso. Visto da diverse altezze, con una certa malinconia: in cerca di una << cura >>, una missione che possa mettere a posto qualcosa dentro di lui, diretto in un posto pressoché sconosciuto, affinché lo spirito si rifocilli.
Quando arrivai, la prima cosa che feci fu osservarlo. Scrutavo attentamente il suo volto alla ricerca di una qualche risposta che potesse dare un senso a questa mia visita inaspettata. Se guardarlo troppo intensamente era una sorta di invito all'ostilità, alla sua condizione di apparire diversamente da quel che effettivamente è, decisi di provarci almeno un po’. Se non altro non potevano venirmi danni. In fondo stavo soddisfacendo una curiosità personale, e con un po' di fortuna ne avrei avuto degli effetti positivi.
Solo perché ti senti bene è stato quell'amico d'inchiostro che, repentinamente, mi ha trascinato in luoghi dove non pensavo di esservi: uomini ambiziosi, donne belle e ben predisposte, giovani pieni di vita, e tanta gente di passaggio che, in uno spettacolo messo su da un abile narratore, si sono posti dinanzi a quello della mia vita. Attratta da una trama che dice poco e niente, determinata a intraprendere un viaggio che confidavo avrebbe allietato giornate frenetiche e ricche.
Ho ascoltato la storia di Nick come se l'avessi sentita da vicino, come una vicenda vissuta, e solo alla fine ho potuto constatare quanto sia stato facile e piacevole abbracciare con entusiasmo la proposta di Salvatore. Per interpretare il modo in cui ha dipinto la realtà circostante, quello che lui stesso vive, dipingendola con modestissimi acquerelli nascosti nelle stanze buie del suo animo. Ho cercato di interpretarli al meglio, producendoli su carta non tanto visivamente piuttosto cogliendo l'aura lucente in cui è confinato il romanzo.
Come piccoli dettagli che si stanziano nel nulla, il romanzo di Salvatore è stato il tipo di romanzo che solitamente leggo e che ha illuminato i corridoi bui della mia anima. Autobiografia forse dello stesso autore, quadro prettamente realistico nonché ricerca di una strada quando non si aveva la certezza nemmeno di trovare una meta in cui i sogni, i ricordi, i desideri, la realtà si fondono. Un viaggio alla scoperta della propria identità, scovare un proprio posto nel mondo, un romanzo in cui ho visto un uomo che desidera un po' di felicità, lentamente e inconsapevolmente, da una landa deserta cosparsa di rocce da cui non filtra alcuna goccia d'acqua. Lungo una strada sconosciuta, circondato da ombre evanescenti e passeggere come treni in corsa che, come lui, aspettano un cambiamento. Una metamorfosi che lo indurrà a percepire tutto ciò che lo circonda in maniera completamente diversa.
Solo perché ti senti bene è l'incarnazione di una biografia, pagine di diario scritte in maniera sobria, controllata e modesta, corredata di parti decorative forse un po’ troppo frettolose. Semplice, intimo, introspettivo, in cui alla fine il risultato è quello di portare il lettore sull'orlo di comprendere un sognatore come tanti altri.
Valutazione d'inchiostro: 4

4 commenti:

  1. Ciao Gresi, non conosco il romanzo ma il tuo parere positivo fa capire come anche tra gli esordienti si nascondano delle storie degne di nota e di valore :-)

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    1. Questa è davvero una storia degna di nota 😊😊 spero ci farai un pensierino 😊

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  2. Sono molto contento per le belle parole: mi fa piacere che sia stato apprezzato questo mio lavoro e il tempo impiegato a leggerlo sia stato piacevole.
    Con i migliori auguri di buone feste!
    Salvatore

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