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mercoledì, dicembre 06, 2017

Gocce d'inchiostro: Sasenka - Simon Montefiore

Mi piacciono molto le storie che trasudano taciti misteri, che regnano in voluminosi o sottili volumi in pelle o dalla copertina rigida. Alcuni li considerano noiosi, con i loro continui andirivieni e la rigida presenza di un autore che se ne infischia delle buone maniere. Eppure, il fruscio leggero delle loro pagine, il loro profumo inebriante, tutto ciò ha da sempre sortito una sorta di fascino in me: qui riesco a riconoscermi nella mia pienezza, proveniente da una galassia ove vi regna la malinconia e l'insoddisfazione, in cui ci si ritrova in poche righe.
Non so di preciso da dove iniziare, ma se mi trovo qui è perché evidentemente c'è qualcosa che ronza nella mia testa. Avevo già letto di questa forte e coraggiosa donna, eppure mi trovo nuovamente qui, a parlare di lei e tutto ciò che ne conseguì, a qualche giorno di distanza dal Santo Natale. E mentre avanzo impettita fra le strade ghiacciate di una Mosca assediata dal regime stanliano, vi svelo i sentimenti che mi si agitarono dentro e ciò che mi venne in mente quando guardavo negli occhi la giovane Sasenka.
Titolo: Sasenka
Autore: Simon Montefiore
Casa editrice: Tea
Prezzo: 9, 80 €
N° di pagine: 623
Trama: San Pietroburgo, Inverno 1916. La rivoluzione è alle porte. Davanti all'istituto Smol'nyj per nobili fanciulle una governante inglese aspetta una ragazza, che però è attesa anche dalla polizia segreta dello zar; Sasenka Zejtlin ha solo sedici anni, un padre ricchissimo, una madre devota di Rasputin, e uno zio bolscevico che la converte alla causa rivoluzionaria. 1936. Sposata con un compagno che ha fatto carriera, madre di due figli e direttrice di un mensile, Sasenka conduce una vita agiata all'interno dell'èlite vicina a Stalin. Sopravvive alle purghe, ma alla vigilia della guerra commette un imperdonabile errore: per la prima volta in vita sua s'innamora veramente, con conseguenze impensabili per lei e per la sua famiglia.
1994. Più di mezzo secolo è trascorso, di Sasenka Zejtlin e dei suoi famigliari, dei colleghi e dei conoscenti, dello stesso Paese in cui hanno vissuto e si sono perse le tracce .. finché, Katinka, una giovane storica, viene incaricata di compiere una misteriosa ricerca. Destreggiandosi nei meandri degli archivi di partito, da poco aperti, Katinka mette insieme i pezzi di un puzzle drammatico che viene da un passato lontano e dimenticato, ma che riaffiora coinvolgendola ben più di quanto non avesse mai potuto immaginare…
La recensione:
La produzione bolscevica della giovane Sasenka nacque dalla realizzazione di fatti realmente accaduti negli anni quaranta, a tal punto che sul finire degli anni '90 un giovane e ambizioso studioso aveva nutrito una certa curiosità che aveva raggiunto livelli inimmaginabili. Sasenka, gli ebrei, i bolscevichi, Stanlin erano ovunque, adempievano alle più diverse funzioni sia fantasiosamente sia realisticamente, dove si muovevano a schiere, anime contrite e dannate che entrarono nella lotteria della vita. La loro presenza fra chi non visse la loro epoca, pertanto, divenne oggetto di studio. Naturale e imprescindibile tant'è che l'autore di questo splendido romanzo, in una sua recente intervista, li ritenne semplicemente docili marionette fatte di carne e ossa, che solo a distanza di molto tempo smisero di parlargli, favorendo in questo modo una splendida revisione letteraria, condensata in meno di settecento pagine, acquistando allegramente così l'attenzione di chi legge, convinti che questa nuova lettura avrebbe sortito innumerevoli effetti. Ad esempio, uno dei numerosi effetti primordiali che andò di pari passo con l'integrazione della mia anima sognatrice e romantica fra le sue pagine fu senza alcun dubbio la trasformazione di una ragazzina matura, coraggiosa e forte in una donna bolscevica dai forti principi e dalle solide convenzioni. Sempre più determinata, estromessa dal Partito russo e instancabile sostenitrice di cause non del tutto perse, in un mondo che aveva imparato a funzionare senza l'aiuto di nessuno.
Stando così le cose, accecata dal fascino e dall'ammirazione che avevo nutrito nei riguardi di questa donna, non è poi molto strano o innaturale che fra le sue pagine io non abbia scovato una parvenza pasternakiana. Le creature realizzate da Montefiore avevano preso vita propria di nascosto. E certi tentativi di rivolta, malgrado la loro innaturale frequenza, non mi sorpresero più di tanto che, fra le pagine de Il dottor Zivago, avevo assistito a questo e a molto altro. E non risulta quindi una coincidenza che Sasenka sopravvenne dopo qualche settimana sopraggiunse il dottore, perché questa storia non avrebbe potuto emettere un battito se non imbevuta da certi particolari.
Tutto questo infatti potei constatarlo quando tornai in me con una certa riluttanza. Non mi trovavo più nella meravigliosa Russia che l'autore aveva dipinto così bene, che mi aveva dato l'impressione possedesse qualcosa di trascendentale. Ma, sotto la trama bianca e fredda di questa storia camminai fra gruppi di anime dannate, il cui animo è stato macchiato da qualcosa di oscuro e ignoto.
Fra la bellezza di scenari noti o mai visti, ho magnificamente accolto il romanzo di Montefiore nel mio cantuccio personale. Non c'erano più inutili ansie o preoccupazioni: solo una ragazza che correva infreddolita all'interno di una limousine. Su uno scenario meraviglioso, freddo, quasi ostico, che batteva sul terreno tutta affannata a richiamare la mia attenzione. L'anima si era accordata al frenetico e appassionato ritmo di questo sogno russo, che fa cenno a quello di altri romanzi, facendomi cadere inebetita in uno stagno di parole e gioie infinite.
Per il fascino, misto a una buona dose di ammirazione e ammaliamento, per tutto il tempo trascorso qui, per il tono per nulla semplice e soave del canto e per la melodia così intensa e accecante che aveva sprigionato così bene la sua lettura, e per una scarsa tempistica, ho provato una dolce confusione, come un delirio beato, dolorosamente esaltante. L'essenziale era quello che mi stava attorno. Il mondo esterno mi stringeva da ogni parte, così tangibile, impenetrabile, incontestabile come una foresta. E se di questa vicenda ne ero rimasta completamente ammaliata era proprio perché in questo bellissimo disegno mi ero smarrita e ritrovata improvvisamente unanime, con i personaggi. Un disegno che ha scandito attimi di vita trascorsi in loro compagnia: la morte di Arianne; l'innamoramento precoce di Sasenka; i tumulti spregevoli del cuore giovane e ancora acerbo della graziosa Lara.
In queste pagine ho voluto fuggire nell'apparente silenzio della natura, nel muto carcere di un lungo tenace lavoro, nell'ineffabilità di un sonno profondo, in una vera musica o in un tacito contatto di sentimenti e amore, col cuore ammutolito dalla sua pienezza.
Mi è sembrato di assistere alla magnificenza di una fiaba, un sogno scintillante che, in un giorno qualunque, cominciò a cadere il suono, regolare e martellato, di una voce che in poco tempo era divenuta famigliare, già sentito qualche giorno fa. Una bella voce, penetrante e suadente.
Valutazione d'inchiostro: 5

6 commenti:

  1. L'ambientazione di questo romanzo mi affascina molto e sono contenta ti sia piaciuto. In generale ho sentito solo pareri positivi su questo romanzo e sono stata sul punto di prenderlo diverse volte.

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    1. A me è piaciuto tantissimo, Beth! Se dovesse capitarti un ennesima volta, ti consiglio vivamente di fiondarti nella lettura :)

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  2. Sembra davvero molto interessante e la tua altissima valutazione mi fa ben sperare

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  3. Ciao Gresi, dalle tue parole sembra proprio una bella lettura! Mi piace molto anche la cover, molto raffinata!

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