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mercoledì, gennaio 03, 2018

Gocce d'inchiostro: Questa storia - Alessandro Baricco

L'eccitazione peggiorò non appena mi sedetti alla scrivania e aprì il computer. Scrivere la prima recensione dell'anno è sempre un'impresa, e non mi andava che chi mi legge non potesse leggere nemmeno l'introduzione. Non volevo che per questa ennesima recensione di Baricco mi lasciassi trascinare dal "già visto", e abbandonare l'idea che le emozioni sortite fossero molto più di quel che credevo. Maledetta insicurezza! Con questa piccole dose di metà pomeriggio, mi trovo quindi preparata al fatto che per la prima lettura dell'anno avrei dovuto parlare di Questa storia. Il risultato? Sto ancora aspettando che gli spasmi che avevano attanagliato le mie viscere passino in fretta; una corrente elettrica aveva corroso le mie ossa, ancora una volta. E adesso? Adesso tutto quello che so, che sento, è il frastuono di altre voci, altre anime che si accalcano alle soglie del mio animo e attendono il loro turno con paziente attesa...







Titolo: Questa storia
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 288
Trama: Il romanzo racconta la vita di Ultimo Parri, che il lettore incontra bambino in una campagna del Nord Italia all'inizio del Novecento e segue in luoghi e vicende diversi fino agli anni Sessanta. Il destino di Ultimo si svolge e si compie all'interno di una narrazione a più voci. La compongono il rumoroso arrivo delle prime automobili, la passione per i motori e per le gare, un singolare rapporto padre - figlio, atroci scorci della Grande Guerra, una storia d'amore che non inizia e non finisce e si alimenta di segni e di tracce.

La recensione:

Lasciami andare a vedere il sogno, la velocità, il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste, questa notte lasciami vivere laggiù sull'orlo del mondo, solo questa notte, poi tornerò.
Libera dalla presenza di Baricco e dall'aura lucente dei suoi personaggi che lo seguono ovunque, quando terminai il romanzo la prima cosa che feci fu accarezzare la copertina, infilare la mia vestaglia di puro cotone e abbandonarmi ancora una volta agli effetti baricchiani per qualche altra manciata di minuti. Non mi presi il fastidio di riflettere, cincischiare nel realizzare qualche frase compiuta che abbia senso se non per me stessa e restai come immersa in una sorta di stato ipnotico che filtrava da uno scenario straordinario e stupefacente, lasciando che qualcuno mi trascinasse in strade dalla terra arida e bucata, sull'orlo di un mondo, in uno sfavillio di argenti e cristalli. Appiccicata ai bordi di una strada polverosa e rumorosa come una mosca su una baia zuccherosa, in una profusione di bianco e grigio, polvere e relativi concerti meccanici, salutati da ilarità dalla sottoscritta.
Più tardi, avvolta da una massa informe di coperte e piumoni e in compagnia di un ragazzino dal nome parecchio bizzarro, Ultimo, minuscola, nel niente della sera, come un piccolo battito sono saltata a bordo della sua bicicletta sferragliante, sollevando voci e mormorii di sgomento, lanciandomi dietro con un profumo acido di bruciato.
Diamanti, figure eroiche, la vertigine di una solitudine insana, forte e indissolubile capitata nel momento in cui credevo di saperlo, chi era costui che mi stava attorno? Eppure è stato grazie a lui, in questo paesaggio, in cui mi sono avventurata come una biglia su un panno inclinato, che mi sono svegliata dopo pochissimo tempo in ogni singolo istante del mio avanzare fino a indurmi a registrare, o a conservare intatta l'anima di questo romanzo.
Ho sempre saputo che quest'anno sarei tornata da Baricco. Che lo facessi il primo giorno dell'anno, o durante le ultime letture del mese, rivestiva l'occasione di un manto di felicità e curiosità che non potei farne a meno. Immaginavo me stessa aggirarmi fra gli scaffali della mia strapiena libreria, pensierosa, a contemplare la mia piccola raccolta dei suoi romanzi. E tentata di salutarlo in poco tempo e vivere di lui un'altra volta, ho letto Questa storia quasi senza rendermene conto. Senza rendermene conto ho visto la S bianca di una strada, nella luce di mezzogiorno, nel cuore di una cittadina sconosciuta, come un regalo del Creatore, disegnato apposta per i miei occhi. Rumori e odori si facevano largo a stento nella mia percezione, come un eco lontano.
Non mi aveva condotta in nessun posto di preciso, in quanto è una storia a se stessa, fuori dal mondo e da qualunque imperfezione. Ed io non ho potuto fare a meno di amare tutto questo. Il crepitio sotterraneo e incessante, la voce gracchiante di figure a cui è stata sottratta l'identità, la disperazione muta nel cuore della calma, la fragilità dei loro cuori, l'invincibile angoscia di essere felice, non importa come o perché.
Ho visto parole e immagini sgorgare dalla punta di una mano invisibile, come se avessero aspettato con rabbia nella prigione dell'anima dell'autore; ho visto un ragazzo un po' solitario combattere per la realizzazione dei propri sogni; ho visto una donna sottrarsi ai piaceri della vita e riporli mediante sfogo in un diario. Questa storia è una storia che ne contiene tante altre in cui il mondo di fuori lo si percepisce a stento, l'anima dei personaggi intrappolata nei pensieri dell'autore e di chi legge. L'estatico richiamo a uno dei miei autori preferiti che qualche mese fa avevo salutato con un sorrisetto sulle labbra, e che mi ha resa protagonista di una serie di strane sensazioni. Sensazioni in cui lo scorrere del tempo subisce dei leggeri sfasamenti o in cui si riesce a captare cose o nozioni che prima percepivo in maniera del tutto diversa.
Una trama realistica basata esclusivamente su esperienze di vita che sembra di vivere in prima persona, come un eco ripescato dal passato, è un romanzo che ho letto tardivamente ma in tutta la sua meravigliosa essenza. In un frastuono di motori e sferragliamenti, polvere e sudore, in un mondo zeppo di ipertrofici gioielli, sorvegliando silenziosamente nel verde circostante.
Alessandro Baricco sforna una storia avvincente, delicata e profonda che, come un amabile carezza, fa capire come il destino non è una catena di eventi ma una corsa, un continuo affannarsi sulla vita, facendoci conoscere la lucentezza e la brutalità di piccole macchine su ruota come un continuo avvicendarsi di creazione e distruzione. Qualcosa - un padre, una madre, donne sole e disilluse - capaci di prenderci per mano e trovare quella strada, imboccare quella via, avviandosi e non volgendo le spalle al passato, e non pensarci, con la leggerezza delle parole. Così dolci e meravigliose.

E' un'idea loro quella che noi dovremmo partecipare. Hanno bisogno che noi recitiamo sul palcoscenico della loro follia.

Valutazione d'inchiostro: 4

2 commenti:

  1. Ciao Gresi, ho letto qualche romanzo di Baricco, ma trovo la sua prosa troppo analogica per i miei gusti: magari però proverò a dargli qualche altra possibilità!

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