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mercoledì, gennaio 31, 2018

Gocce d'inchiostro: Scarlet. Cronache lunari - Marissa Meyer

Alla fine di ogni mese, come del resto alla fine di ogni anno, tiro le somme. Non nascondo più i miei appunti, il discreto numero di letture che mi hanno accompagnato in questo lasso di tempo, per quanto non mi piaccia "mostrare" sempre tutto subito e impulsivamente. Per quanto sia stato impegnativo raggiungere il mio obiettivo, subito dopo la lettura del secondo volume delle Cronache lunari, mi trovo nuovamente qui a schiarirmi le idee. Non si tratta dell'ennesimo gesto avventato, ma chi può dirlo con certezza? La soluzione migliore è stata quella di riporre nero su bianco le mie vivide impressioni al riguardo, perché in fondo se queste poche righe le leggerà qualcuno spero sortiscano qualcosa.
 Titolo: Scarlet. Cronache lunari
Autore: Marissa Meyer
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 427
Trama: Anno 126, Terza Era. Androidi e umani popolano le strade di Nuova Pechino, sotto lo sguardo implacabile degli abitanti della Luna. Cinder, giovane cyborg e legittima erede al trono lunare, evade dalla prigione in cui è stata rinchiusa per partire alla volta di Parigi, alla ricerca della donna che in passato l'ha nascosta dalla malvagia Regina Levana. Il suo destino si intreccia a quello di Scarlet, giovane contadina francese costretta ad abbandonare la sua fattoria per ritrovare la nonna, scomparsa senza lasciare traccia. Insieme, con l'aiuto dell'ambiguo Wolf, esperto di combattimenti clandestini, e dell'affascinante cadetto Carswell Thorne, Scarlet e Cinder, moderna Cappuccetto Rosso, dovrà attraversare una città insidiosa come il profondo del bosco, e scoprire se dietro il conturbante Wolf si nasconde un alleato … o un predatore.

La recensione:
Dalla mia scrivania, davanti al pc, posso spaziare con lo sguardo sui campi spogli della Francia, investiti dal vento glaciale di gennaio. Il cielo è fitto di nuvole grigie e gonfie, dall'aria minacciosa. Si dice che una vecchia pazza sia scappata e abbia lasciato sola sua nipote di diciassette anni, ma chissà se è vero. Qui dalla mia postazione non posso dirlo con certezza, né cosa mi riserverà la sorte. Ho letto Scarlet, secondo capitolo delle Cronache lunari, con la speranza che fosse straordinario proprio come il suo predecessore. E questa speranza non è stata messa a dura prova, soprattutto quando avevo già assimilato le prime trenta pagine, quando Scarlet mi aveva accolto nella piccola taverna dove lavora, come un ospite che è messo subito a suo agio, anziché indugiare ad entrare. Il richiamo di una nuova storia suonava nitido e forte nell'aria, e la voce dell'autrice mi avvolse nel suo caldo abbraccio invitandomi ad imboccare questa nuova strada, cullata da uno squarcio di sole e dal caldo come se fosse un tesoro prezioso.
Scarlet ha avuto un certo effetto su di me. Anzi, a essere sincera, questa saga ha avuto un certo effetto su di me. Le favole hanno da sempre avuto per me un grande significato, rappresentando per sempre un punto luminoso in un periodo pieno di ombre. Sin da bambina ho sempre amato questo genere di racconti, ricordi che risalgono a parecchio tempo fa in cui la mia anima si beava di storie di questo tipo, castelli incantati, streghe malvagie ma avvenenti, matrigne arcigne e severe. Allora immaginavo anch'io di trovare un giovane principe, innamorarmi perdutamente di lui … e vivere per sempre felice e contenta. Niente mi impediva a pensare a tutto ciò, penso che il mio amore per le favole sia stata anche la motivazione per cui mi piace così tanto leggere.
Scarlet, la mia nuova compagnia in questo secondo capitolo, era stata la mia fida compagna. Si è dedicata a me, così come io mi sono dedicata a lei con affetto tranquillo. Mi ha ricordato tante cose, così ben educata, libera e intraprendente, e aveva giocato un ruolo importante nello sviluppo delle sue stesse sorti: trovare sua nonna.
In un sabato pomeriggio di fine Gennaio mi mandò a prendere da una navicella conosciuta che ha attraversato lo spazio, varcato i muri invalicabili e insormontabili del mio palazzo, finché planò nel mio cuore. In questa piccola ma straordinaria cabina, bianchissima e luminosa su un vasto tappeto di stelle, mi ha riportato allo splendore natio di un opera che ha infervorato il mio animo in una manciata di giorni; Scarlet, Cinder mi stavano conducendo lungo una strada di cui ancora non conosco la fine facendo però trapelare una certa luce.
A qualche anno di distanza dalla sua ultima lettura, Scarlet ha lasciato un segno indelebile nella sabbia del tempo. Nel cuore di personaggi, cyborg, masse di carne instabili intelligenti, forti, coraggiosi, a cui sono state strappati ogni rimasuglio di felicità, che dal palcoscenico artificiale della loro vita hanno visto lo sviluppo del predominio di una razza aliena, avviarsi lungo una direzione sbagliata, assistendo a brutali distruzioni, morti cruente, gente infelice. Il loro paese diviso dal solco della razza.
In una perpetua collisione fra generazioni e specie diverse, segni che rimangono impressi involontariamente, la Meyer ha dipanato il tutto in una storia che è un ode all'amore e ai sentimenti. Una canzone amorosa composta mediante una miscela disomogenea. In un mondo che è stato modificato per sempre. Popolato da sventurati che stanno sopravvivendo ad atrocità viventi, diversi da sembrare irriconoscibili, versione modificata delle rispettive forme vitali.
Il romanzo della Meyer fa parte di quella cerchia di romanzi che, nel panorama della narrativa per ragazzi, sono stati denominati e classificati come "per ragazzi". Inflessibile, ma quieto e tranquillo come un mare in bonaccia. Globi instabili di soggetti indotti al dramma, costretti a respirare grumi di polvere condensati in varie forme, che se ne stanno sospesi nel cielo.
Ho girato l'ultima pagina del romanzo in balia di una vastità di sentimenti contrastanti. Variazioni dell'aria. Un condensarsi della luce. Particolarità che fanno vibrare il vuoto, che hanno illuminato persino i corridoi più bui della mia anima. Questa storia così bella, stramba e originale al tempo stesso, che ha avuto un certo fascino su di me, ha avuto la forma di una matassa che si forma nello stomaco e procura fastidio. Il sapore amarostico di un frutto non ancora del tutto maturo propinatoci dalla destrezza di un autrice che gioca con i sentimenti delle persone. 
Scorrevole, romantico, avvincente, corrode e annienta lo spirito senza che io me ne accorgessi. Seduce, incanta, inducendo a divorare le pagine tutte d'un fiato. Ritmo serrato e asciutto, descrizioni semplici e modeste, l'intimità che nasce, cresce e va a piena maturazione che sorprende e fortifica.
Colorato da particolari sfumature, Scarlet è un gioco romantico e macchinoso che non impedisce di divorarti da dentro. Una corsa inarrestabile per la sopravvivenza, un eco che si diffonde fra le pareti. Accompagnato a volte da un grido acuto.
Valutazione d'inchiostro: 4

4 commenti: