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venerdì, aprile 13, 2018

Gocce d'inchiostro: Il meglio di me - Nicholas Sparks

Ho conosciuto Dawson e Amanda, le figure recise e romantiche che compongono un altro tassello del puzzle sparkiano, qualche anno fa, quando ero appena entrata nella soglia dei vent'anni e di loro non ne conoscevo nemmeno l'esistenza.
I personaggi di Sparks, infatti, sono talmente numerosi da sembrare una foresta, tanti alberi che sono cresciuti proprio lì, e che l'autore ha scolpito così bene in una foresta di corpi, facce, animali. Le diversità annuali, di nomi, luoghi o tematiche danno l'impressione che nei suoi romanzi Sparks dia se stesso. Donne scolpite come un vaso pregiato, schiave di una realtà senza gioia, facce tagliate in due dal coltello dell'autore che come un abile scultore mostra i due lati della loro faccia separati da qualche tempo. Figure troncate, scolpite sapientemente sensibili e vulnerabili, come frammenti di corpi. Chissà quanti lettori di notte, proprio come me, avranno versato lacrime, quando tutto il mondo si spegne, gli alberi si piegano, col cuore colmo di nostalgia per le mie impennate amorose, gemendo per questo nuovo battito. Questa nuova vita?
In mezzo a queste domande, a queste figure, la storia di Dawson e Amanda spicca esile, piccola, come un bambino dalla faccia rotonda, piccola e imberbe. Perché questo suo romanzo non posso di certo considerarlo indimenticabile come I passi dell'amore o Ricordati di guardare la luna, ma la sua agro dolce storia di passioni represse, amori passati e poi ritrovati, il suo apparire maturo e assennato gli conferiscono qualcosa che affascina, intriga. Poiché inzuppato dalla realtà umana, poderoso e commovente in cui alla fine si cerca invano un legame che non potrà mai consolidarsi. Scherzi di un destino egoista e crudele, che contorcono persino le nostre budella.

Titolo: Il meglio di me
Autore: Nicholas Sparks
Casa editrice: Frassinelli
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 392
Trama: Tutti volevano credere che si potesse amare per sempre. Lei ci aveva creduto, una volta, aveva diciotto anni … Nella primavera del 1984, quando frequentavano il liceo, Amanda e Dawson si erano innamorati: profondamente, irrevocabilmente. Nonostante appartenessero a due mondi opposti, il loro amore sembrava tanto grande da sfidare le regole della vita di Oriental, la cittadina del North Carolina dove erano cresciuti. Dawson, segnato dalla violenza della sua famiglia, pensava che il sentimento per Amanda lo avrebbe riscattato da un destino di solitudine e infelicità. Per lei, Dawson era uno spirito libero e appassionato, tutto quello che la sua rigida educazione di ragazza perfetta le aveva negato. Ma alla fine di quell'ultima estate, imprevedibile e fulminea come un temporale d'agosto, le loro strade si erano bruscamente divise. Ora, venticinque anni dopo, Amanda e Dawson si ritrovano a Oriental per il funerale di Tuck, il vecchio amico che un tempo aveva dato rifugio alla loro giovane passione. Nessuno dei due ha avuto la vita che sperava … e nessuno dei due ha dimenticato il primo sconvolgente amore che li aveva cambiati per sempre. Mentre eseguono le ultime volontà di Tuck, espresse in due lettere, scoprono in quelle pagine verità impensabili su chi è rimasto, chi se n'è andato e soprattutto sul loro legame. Costretti ad affrontare ricordi dolorosi, Amanda e Dawson verranno a conoscere i veri motivi delle scelte fatte nel passato.

La recensione:    
Chi mi osserva da lontano vede una ragazza minuta, di soli venticinque anni, nei cui occhi le scorrono ancora calde lacrime. Questa ragazza ha appena visto le speranze di una giovane donna evaporare nell'aria, come invisibili volute di fumo, e non si può fare a meno di pensare: "Perché talvolta la vita sa essere così egoista? Perché bisogna soffrire così tanto per la morte di una persona cara, per l'abbandono che si prova nel nostro fragile cuore quando si pensa tutto sia perduto?" Io mi soffermo a compiere queste profonde riflessioni. Io non riesco a non complicarmi la vita, in qualunque situazione, e a credere che la vita talvolta è davvero ingiusta. A volte ci racconta bugie, ma so sempre quando sta mentendo. Mi impongo a prendere certe cose di petto, a non affezionarmi a cose che so potrebbero essere effimere come una lieve brezza estiva. C'è bisogno di essere amati, coccolati. L'altro giorno è venuta a trovarmi un amica di cui non avevo notizie da un bel po' di tempo, un amica che anni fa mi ha parlato per ore del dispiacere causatogli dalla perdita del suo più grande amore. Mi ha confessato che ogni tanto ama tornare nel luogo in cui tutto ciò accadde, rileggere le sue lettere, che adora, e non riesce a capire come mai lo ha abbandonato. Amanda ne soffre ancora molto.
Del resto, come dargli torto? Sono trascorsi quattordici lunghi anni da quand'è che la mia amata nonna è volata in cielo. Quattordici lunghi anni in cui nel tempo le cose persero il suo sapore.
Quando Amanda andò via mi misi a sedere alla scrivania, dinanzi al computer e rimasi un attimo a riflettere, fino all'ispirazione. Quello che mi appresto a scrivere è un lungo e fagocitato reflusso di ciò che mi sembrava giusto o sbagliato di scrivere, condividerlo, viverlo. Talvolta penso di essere in una campana di vetro simile a un fermacarte, una palla di vetro in cui, quando la scuoto, i fiocchi di neve cadono danzando su un castello in miniatura.
Questo castello ricorda la struttura di quest'ennesima recensione, il breve resoconto di ciò che mi è passato nella testa durante la lettura di Sparks. E ' la copia sputata di un castello letterario che Leopardi, ma anche Murakami o lo stesso Sparks avrebbero scritto al posto mio. Questa recensione, infatti, non può presentarsi drammatica, profonda, e, se si vuol esagerare, intensa, completamente incline al mio umore, nel periodo che seguì la lettura sparksiana. Una recensione in cui mi sono premurata ad adattare un mini resoconto, con talvolta qualche pennellata di luce e colori.
Il meglio di me è ambientato in una gaia cittadina di mare, piena di visitatori estivi, ma di cui io non mi sono sentita completamente parte di questa vita. Io ero reduce da un viaggio forsennato e colorato, con un pompiere forte e romantico, dopo un "omicidio" pressoché disumano per una cosa tanto bella e meravigliosa come la letteratura, e dopo un lungo ma doveroso trionfo ero incuriosita della storia della dolce Amanda. La sua storia, così come quella delle sue coetanee letterarie, non si può certo differenziare o ritenere diversa dalle altre, ma si è districata perfettamente fra esperienze e generazioni diverse, tra presente e passato, dove il lettore finisce, inevitabilmente, per preferire più uno rispetto l'altro. Ad aspettare impazientemente di leggere l'unica voce che sentiva come sua in un coro di suoni e rumori indistinti. La voce che sentivo come "mia" e che ho desiderato continuamente sentire, infatti, è stata la sua: lei che gran parte della sua vita ha amato Dawson come non ha mai amato nessun altro. Lui che con un fisico possente ma asciutto, gli occhi ancora colmi di lacrime e il cuore ancora traboccante d'amore per la sua metà perduta, non mi ha tuttavia emozionato come il vecchio Noah de Le pagine della nostra vita.
Quello di Il meglio di me è un racconto realistico, intriso di forza e drammaticità che, con un po' di insoddisfazione personale, non mi ha entusiasmato del tutto. Mi ha lasciata un po' delusa e insoddisfatta per il poco interesse a cui viene qui dato l'amore e, soprattutto, desiderosa di ritrovare il vecchio Sparks con l'ennesima lettura di romanzi che consiglierei senza esitare. Il finale, tragico ma veritiero, dà l'ennesima conferma della straordinaria sensibilità e bravura dell'autore di saper scovare così a fondo i sentimenti degli esseri umani. E, sebbene io lo conosca da così tanti anni da considerarlo quasi un vecchio amico d'infanzia, leggerlo mitiga quasi sempre qualcosa nel mio cuore. Come un frammento di vetro variopinto, quasi sempre mi permette di vedere un mondo prismatico. Un altro mondo, molto simile a quello in cui vivo, in cui mi sento accudita con amore e pazienza.
Valutazione d'inchiostro: 3

2 commenti:

  1. Adoro Sparks e questo libro mi è piaciuto molto. Mi dispiace che non ti abbia convinto appieno

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    1. Anche io amo Sparks, Susy, ma questo romanzo non mi ha entusiasmato come gli altri suoi romanzi 

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