C'è stata, se si può usare un eufemismo, una certa malinconia
in queste pagine. Ero diventata malinconica e tragica? Certo non nel
senso idealizzato dalla Hainswort in questo suo volume d'esordio. Per qualche
giorno ho lasciato il mio salotto letterario non mancando nemmeno una volta alle
vicende che si snodano fra le pagine di Non
lasciarmi mai. E adesso che tutto si è concluso non mi resta che
riflettere, abbozzare qualcosa che si avvicini anche lontanamente a una
recensione, confidando di trasmettere qualcosa. Un messaggio positivo, così
come l'autrice si premura a darci. Godendoci il sorgere di questo nuovo amore
invece che la perizia di alcuni elementi che non mi hanno particolarmente
colpita.
Titolo: Non lasciarmi mai
Autore: Emily Hainswort
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 306
Trama: Cam non sa darsi pace, da quando Viv è morta in
un incidente. Era il grande amore della sua vita, la sua ancora di salvezza da
una famiglia complicata, il suo unico sostegno dopo la brutta frattura che gli aveva
stroncato una carriera nel football. Un giorno, nel punto in cui Viv è morta, Cam
ha una strana apparizione. Sembra un fantasma, ma è una ragazza che viene da un
mondo parallelo, e si chiama Nina. In questo mondo, al tempo stesso simile e
diverso da quello reale, Viv non è mai morta. Cam è al settimo cielo quando
scopre che finalmente potrà riaverla. Ma questa Viv si rivela piuttosto diversa
dalla sua, e poi c'è Nina che si mette di mezzo. Allora Cam si trova a dover
scegliere dove e con chi stare, e deve farlo in fretta, perché il varco tra i
due mondi si fa sempre più stretto …
La
recensione:
<<
A volte non c'è una soluzione giusta e sbagliata. A volte bisogna solo seguire
il proprio cuore. >>
Un
pomeriggio di metà giugno mi vide recarmi ai piedi di una scalinata che portava
dinanzi a un portale, in cui era stata tracciato un bel segno, una decorazione
disegnata con semplicità e armonia così che la mia coscienza venisse poi
sedotta a toccarlo, invitandomi ad entrarvi. Si trattava di una piccola
fessura, uno spazio segreto in cui ho potuto accedere al mondo della Hainswort.
Un disegno geometrico inusuale, talvolta dalle forme incomprensibili, dove ogni
cosa era pervaso da una certa malinconia: malinconia nel descriverci il
protagonista, Cam; malinconia per la mancata solidarietà e conforto che
dovrebbe invece legare una comune famiglia americana; malinconia nel toccare
anche solo per qualche secondo la felicità ma poi farne conto con le
conseguenze; malinconia come centro di ogni cosa … il sole attorno a cui
ruotano l'universo, o il nucleo dell'atomo coi suoi neutroni. La causa e l'effetto
da cui deriva Non lasciarmi mai.
Era
un giorno qualunque, un giorno dedicato alle letture, alle recensioni, alle
celebrazioni del mio blog per l'adesione di una nuova iniziativa. Non ci
sarebbe stato niente che mi avrebbe fatto cambiare idea, nessuna variante. Per
me questa è stata l'occasione di leggere un romanzo che languiva sullo scaffale
da più di un mese e andare a respirarlo con ogni piccola particella del mio
essere. Dirigermi verso una terra sconosciuta, in compagnia di personaggi
sconosciuti che si rifugiano nei loro pensieri, nei loro problemi esistenziali
per evitare la cruda e spietata realtà.
Il
viaggio non è stato eclatante. Il suo andamento, lento, sincopato, talvolta
ripetitivo, talvolta monotono, privo di verve e di pathos è stato come un
percorso a ostacoli. Ci si inoltra fra le pagine di un esordio americano, ma
sei consapevole di quello che potresti trovare strada facendo, inerpicandoci su
una montagna di parole e inchiostro, sbuffando come soffocanti nuvole in un cielo terso d'estate. Avevo sentito
parlare di Non lasciarmi mai come una
lettura che non dovrebbe mancare fra gli scaffali strapieni di qualsiasi
libreria, come un posto bello e tranquillo come tanti altri. Eppure, quando vi
arrivai credetti di aver sbagliato storia. Forse avevo sbagliato romanzo! Vi
avevo appena messo piede, e il romanzo della Hainswort mi apparve come un
pantano, una landa deserta e desolata, in cui ogni tanto si poteva vedere
passeggiare qualche passante. Avevo letto di questo romanzo come una storia malinconica,
ma indimenticabile, come di una piccola oasi di pace che avrebbe colmato
piccoli buchi nei cuori di ognuno. Era si una storia malinconica, ma non così
memorabile e romantica come invece speravo. Con le sue innumerevoli impennate
abissali, continue pennellate di grigio su una nuda parete di granato, che
avrebbe invece dovuto scolorire e rendere più colorato il tutto. Tutt'intorno
l'aria era pervasa da un certa pesantezza, pendevano le colpe dei protagonisti
come fardelli troppo pesanti. La storia era, qua e là, ricoperta di ricordi,
rimorsi, pianti e violenze.
Con
tutta la buona volontà, ho comunque letto e apprezzato la storia della
Hainswort come chi crede di vedere qualcosa di sorprendente e inaspettato da un
momento all'altro. Il suo profilo esile non mi si presentò col solito
disperante entusiasmo, ma tutto questo mi bastò per passare inosservata fra le
sue viscere, brulicando pacificamente sino a quando tutto sarebbe giunto alla
fine.
La
specialità di questo romanzo sta nella vastità dei sentimenti che l'autrice
descrive così bene e che riversa in Cam nel momento in cui scopre che la sua
amata è oramai perduta. Nella sfilza di pensieri, momenti di tensione e
sconforto c'è stato qualcosa, non so dire con esattezza cosa, che ha afferrato
saldamente il mio cuore e l'ha colmato di una dolce arrendevolezza.
Lontanissima a bocciare completamente questo romanzo, sebbene non poche volte
mi sia chiesta a cosa servissero effettivamente tutti questi piagnistei, quando
la bontà divina ha concesso a Cam una seconda occasione. Il miglior modo per
valutare la sua concretezza è stato giungere alla sua conclusione, che ha
distrutto e modificato le congetture che avevo realizzato all'inizio della sua
lettura, vedendolo sotto una nuova ottica.
I
pregiudizi, i ripensamenti, alla fine, hanno perso la loro importanza: mi è
bastato leggere le ultime cento cinquanta pagine e riscontrare qualche
piacevole brividino. La voce, sebbene non sia stata fantastica in ogni momento
la si ascoltava, ha comunque trafitto la mia pelle come un milione di aghi. Non
più lieve di un sussurro, ma capace di penetrare così piano nella testa da non
avere una sua forma, quasi che il romanzo stesso fosse fatto di aria e
malinconia.
Intriso
di drammaticità, tragedia e un pizzico di romance, a colpirmi maggiormente
penso sia stata la bellezza e l'autenticità dei sentimenti umani, così precisi
e penetranti, capace di ridurci a ricordi sfocati ma colorati.
Una
lettura profonda è dunque quella del romanzo della Hainswort il cui protagonista
non mi ha particolarmente colpito. Leggendolo ho pensato quanto la realtà, la
vita in generale talvolta riesca ad essere spregevole. Come il dolore di una
ferita non ancora rimarginata pulsa e dilania il cuore, inghiottendo tutta la
felicità. Tutta la bontà.
Valutazione
d'inchiostro: 3+
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