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giovedì, settembre 20, 2018

Gocce d'inchiostro: Asimmetria - Lisa Halliday

La storia di cui quest'oggi mi premurò a parlarvi è stata prefabbricata come tante altre, ma è stata la sua anima - o, per meglio dire, la sua trama - a sedurmi e trascinarmi da una parte a un'altra. Nel cuore di personaggi comuni, ma ignari di un destino oscuro e insidioso, che talvolta ci riserva la vita.
Da quasi un mese dalla sua pubblicazione, Asimmetria è approdato fra gli scaffali della mia strapiena libreria con una veste grafica che dice poco e niente, una ragazza e uno scrittore, un ragazzo solo ma appassionato. Per lo più ha un anima atipica, ma semplice che sembra mi sia caduto addosso per farsi conoscere, raccomandare, benedire o semplicemente consigliarlo e invogliare chi non l'ha ancora fatto di perdersi fra le sue pagine.
Ed ecco che, seduta dinanzi alla mia scrivania, è giunto il mio momento. E' giunto il momento in cui posso finalmente parlarvi di questa lettura!
Mi metto da parte, e osservo l'andirivieni di quei lettori che si soffermeranno - anche solo per poco tempo, fra queste pagine, ingraziandosi o detestandomi per la mia presenza, stabilendo poi se leggere o meno il romanzo di Lisa Halliday.



Titolo: Asimmetria
Autore: Lisa Halliday
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 288
Trama: Alice ha venticinque anni, vive a New York e lavora per una casa editrice. Una domenica, mentre legge seduta su una panchina di Central Park, incontra un signore divertente e affascinante, quarant'anni più vecchio, che Alice riconosce subito come Ezra Blazer, il leggendario Premio Pulitzer per la letteratura universalmente ammirato. Fra i due nasce una tenera storia d'amore.
Amar è un economista iracheno - americano che fa scalo a Heathrow sulla via per l'Iraq, dove è diretto per andare a trovare il fratello. Trattenuto per motivi contorti dalla polizia, passa il weekend in custodia all'aeroporto e ripensa a tutta la sua vita.


La recensione:

Io credo che un artista non sia altro che una poderosa memoria in grado di spostarsi attraverso certe esperienze a suo piacimento, obliquamente …

L'estate sta per finire e sulla mensola delle mie librerie stanziano ancora letture che rappresentano acquisti impulsivi o scelte soppesate o tanto desiderate. Fra una di queste librerie un bel romanzo dalla copertina dai colori sgargianti e accesi spiccava attorno a figli di carta di cui conosco perfettamente, e altri per me ancora sconosciuti: storie di uomini o donne, bambini e vecchi, che si tengono per mano, premurosi e gentili ad offrirmi sempre un caldo abbraccio. Alcune di queste storie hanno fatto la loro parte; un dettaglio, un luogo o semplicemente un ricordo, immobile dinanzi alle soglie del tempo, mi aveva completamente fagocitata e resa quella che sono adesso.
Fra queste storie, il romanzo della Halliday era stato messo in risalto, come espediente pubblicitario, una semplice ma acuta trama realizzata a tavolino e il segreto che celavano le sue pagine.
Come altri lettori, quasi senza nemmeno pensarci, anch'io mi sono diretta fra i meandri di questo nuovo ed effervescente caso editoriale, girovagando da un posto a un altro, da una recensione a un'altra, affinché il mio interesse o la mia curiosità non cessassero. L'odore del nuovo che si mescola al vecchio, il sacro e il profano, l'amore per la letteratura e la buona scrittura si mischiavano alle zaffate dolciastre di un legame amoroso - abbastanza prevedibile, e poco sconcertante -, fra un uomo di circa sessant'anni e una studentessa di venticinque anni. Sul rumoreggiare giocoso degli amanti, la voce dell'autrice si levava fra mille dubbi, ansie e perplessità, suonando e diringendo il tutto con una  certa maestria e perdizione, come fosse lei stessa incastrata da questa melodia in onore del ricordo della morte di uno dei più grandi letterati del secolo: Philip Roth. Poco lontano, la mia figura avvolta nel silenzio e nella luce opalescente del giorno, accucciata in un angolo, leggeva incuriosita il destino di due giovani che inconsapevolmente mi avevano scelto.
Suoni, luci, odori, immagini: il mondo come esattamente lo conosciamo in un'altra prospettiva. In Asimmetria c'è stato tutto quello che avevo immaginato, ma anche qualcosa di profondamente autentico, vero; una forza che ho avvertito così bene e che mi ha spinta a rendermi solidale con i personaggi. Poteva essere altrimenti?
Aver letto questo romanzo mi ha conferito una strana gioia, così come mi ha particolarmente colpito la sintassi, il modo per come è stato raccontato e il rendermi conto che per me nel mondo della Halliday non c'era granché da scoprire. Ho percorso questo cammino, spesso accidentato, in cerca di una saggezza perduta; era inutile aspettarsi granché o qualche colpo di scena perché di primo acchito avevo già visto come Asimmetria trattasse di una storia normale, una relazione speciale fra due scrittori che non trovavano una soluzione per i problemi della vita di tutti i giorni, o una medicina per i malanni moderni. Non c'era alcuna scorciatoia. L'unica strada era quello dell'essere l'uomo stesso artefice del suo destino.
Questa storia è la storia dell'autrice che, senza pretese e peli sulla lingua, inavvertitamente, mi offrì speranza e sollievo dalle sofferenze che ogni tanto ci riserva la vita. Viene da lontano, Lisa Halliday, e trasferitasi in Italia per amore spicca con la sua voce con un romanzo pulito ma non privo di difetti, dinanzi a un pubblico interdetto, curioso, fan sfegatato di un autore del calibro come Roth, e alla fine, sebbene senza aspettarsi niente, trasmise un messaggio che non mi ha colpita come credevo ma ricevuto quelle attenzioni in cui credevo di riscontrare da un romanzo come questo. Asimmetria è la storia della sua vita, e se anche indifferente agli attacchi esterni, l'equilibrio mentale da cui dipesero il delirio, la follia, il rapimento estatico questa storia penso ha per l'autrice un valore sacro! Questo è stato il suo mondo, con i suoi trucchi, le sue sfumature. Avrei tanto voluto conoscerlo anch'io Philip Roth, eppure ancora non riesco a leggere una sua opera.
Lisa Halliday, scrivendo e ripercorrendo i passi della sua vita, pare aver trovato la pace, il suo equilibrio mentale. L'amore è un tema particolarmente complesso, uno degli elementi che molti autori nostrani trattano ben o male nei loro romanzi. Questo romanzo, sebbene non del tutto estraneo a queste caratteristiche, di amore ce ne parla ma cautamente, delicatamente, quasi privo di pathos, senza dunque trasmettere quella magica sensazione di cadere nel vuoto. La lettura del primo capitolo mi aveva sorpresa delusa ma partecipe. E adesso, seduta dinanzi alla mia postazione preferita, vedo Asimmetria come esattamente è: una straordinaria suggestione individuale, un invito a scandagliare nel passato ma senza una guida particolare, incarnati in una donna di quarant'anni che, sbucata dal nulla, mi mise a mio agio.
Venne a prendermi mediante il favore della pubblicità, della notorietà. E, per cominciare, mi condusse in luogo in cui ho lasciato una traccia del mio passaggio. Più che una traccia, la parvenza di un ombra, in cui vi ho abitato per qualche giorno.
L'aura accattivante del mistero, dei segreti celati in una cortina di dubbi, si lega a quella della letteratura, del gusto della novità e della notorietà, in cui la voce limpida dell'autrice risuona in una cascata infinita di perdita, fallimenti, aspirazioni, legami amorosi o famigliari, in un perpetuo silenzio. Asimmetria infatti non è solo il racconto di un ricordo, la confessione di una giovane donna e del suo amore segreto, piuttosto una sorta di viaggio interiore in cui inevitabilmente si cresce. In una pioggia di scintille che via via si acquietano, in un improvviso bagliore arancione dinanzi l'oscurità. Una luce momentanea che rimane negli occhi per tutta la durata della sua lettura, ma che poi svanisce così com'è apparsa.
Quella di Asimmetria è una storia che non possiede nulla di speciale, ne di maestoso checchè sostengono le recensioni o le critiche delle testate giornalistiche. Eppure, è un romanzo in cui inevitabilmente ci si sente coinvolti. Scava un solco profondo nell'anima di chi legge, rendendolo spettatore di una vicenda accaduta sul serio.

E possibile far credere alla gente che il paradiso sia l'inferno e, per contro, che l'esperienza più sciagurata sia il paradiso. Ma questo succede solo quando la gente abbassa la guardia. Solo quando siamo complici per  non aver agito. Solo quando noi stessi diventiamo dei sonnambuli.

Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo

6 commenti:

  1. Ciao Gresi, non conosco il romanzo, ma la storia mi sembra carina!

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    1. La storia, in effetti, è carina. Tuttavia, forse dovuto dalla troppa pubblicità, è un romanzo da cui speravo in qualcosa in più... Non mi è però dispiaciuto, e presto leggerò e conosceró anch'io Roth 😉

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  2. Incuriosisce molto anche me questo romanzo, ma prima di buttarmici vorrei recuperare qualcosa di Roth, tanto per avere un quadro più completo.

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    1. Anche io, Beth! A mia discolpa, non ho ancora letto nulla di quest'autore. E penso dovrei darmi una mossa ☺

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  3. Ciao, su lacantastoriedeiboschi.blogspot.it sei stata nominata in un tag, ti aspetto 😘❤️

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