Da quasi un
mese dalla sua pubblicazione, Asimmetria è approdato fra gli scaffali della mia
strapiena libreria con una veste grafica che dice poco e niente, una ragazza e
uno scrittore, un ragazzo solo ma appassionato. Per lo più ha un anima atipica,
ma semplice che sembra mi sia caduto addosso per farsi conoscere, raccomandare,
benedire o semplicemente consigliarlo e invogliare chi non l'ha ancora fatto di
perdersi fra le sue pagine.
Ed ecco che,
seduta dinanzi alla mia scrivania, è giunto il mio momento. E' giunto il
momento in cui posso finalmente parlarvi di questa lettura!
Mi metto da parte,
e osservo l'andirivieni di quei lettori che si soffermeranno - anche solo per
poco tempo, fra queste pagine, ingraziandosi o detestandomi per la mia presenza, stabilendo poi se leggere o meno il romanzo di Lisa Halliday.
Titolo: Asimmetria
Autore: Lisa Halliday
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 288
Trama: Alice ha venticinque anni, vive a New York e lavora per una
casa editrice. Una domenica, mentre legge seduta su una panchina di Central Park,
incontra un signore divertente e affascinante, quarant'anni più vecchio, che Alice
riconosce subito come Ezra Blazer, il leggendario Premio Pulitzer per la letteratura
universalmente ammirato. Fra i due nasce una tenera storia d'amore.
Amar è un economista iracheno - americano che fa scalo a Heathrow
sulla via per l'Iraq, dove è diretto per andare a trovare il fratello. Trattenuto
per motivi contorti dalla polizia, passa il weekend in custodia all'aeroporto e
ripensa a tutta la sua vita.
La recensione:
Io credo che un artista
non sia altro che una poderosa memoria in grado di spostarsi attraverso certe
esperienze a suo piacimento, obliquamente …
L'estate
sta per finire e sulla mensola delle mie librerie stanziano ancora letture che
rappresentano acquisti impulsivi o scelte soppesate o tanto desiderate. Fra una
di queste librerie un bel romanzo dalla copertina dai colori sgargianti e
accesi spiccava attorno a figli di carta di cui conosco perfettamente, e altri
per me ancora sconosciuti: storie di uomini o donne, bambini e vecchi, che si
tengono per mano, premurosi e gentili ad offrirmi sempre un caldo abbraccio.
Alcune di queste storie hanno fatto la loro parte; un dettaglio, un luogo o
semplicemente un ricordo, immobile dinanzi alle soglie del tempo, mi aveva
completamente fagocitata e resa quella che sono adesso.
Fra
queste storie, il romanzo della Halliday era stato messo in risalto, come
espediente pubblicitario, una semplice ma acuta trama realizzata a tavolino e il
segreto che celavano le sue pagine.
Come
altri lettori, quasi senza nemmeno pensarci, anch'io mi sono diretta fra i
meandri di questo nuovo ed effervescente caso editoriale, girovagando da un
posto a un altro, da una recensione a un'altra, affinché il mio interesse o la
mia curiosità non cessassero. L'odore del nuovo che si mescola al vecchio, il
sacro e il profano, l'amore per la letteratura e la buona scrittura si
mischiavano alle zaffate dolciastre di un legame amoroso - abbastanza
prevedibile, e poco sconcertante -, fra un uomo di circa sessant'anni e una
studentessa di venticinque anni. Sul rumoreggiare giocoso degli amanti, la voce
dell'autrice si levava fra mille dubbi, ansie e perplessità, suonando e
diringendo il tutto con una certa
maestria e perdizione, come fosse lei stessa incastrata da questa melodia in
onore del ricordo della morte di uno dei più grandi letterati del secolo:
Philip Roth. Poco lontano, la mia figura avvolta nel silenzio e nella luce
opalescente del giorno, accucciata in un angolo, leggeva incuriosita il destino
di due giovani che inconsapevolmente mi avevano scelto.
Suoni,
luci, odori, immagini: il mondo come esattamente lo conosciamo in un'altra
prospettiva. In Asimmetria c'è stato
tutto quello che avevo immaginato, ma anche qualcosa di profondamente
autentico, vero; una forza che ho avvertito così bene e che mi ha spinta a
rendermi solidale con i personaggi. Poteva essere altrimenti?
Aver
letto questo romanzo mi ha conferito una strana gioia, così come mi ha
particolarmente colpito la sintassi, il modo per come è stato raccontato e il
rendermi conto che per me nel mondo della Halliday non c'era granché da
scoprire. Ho percorso questo cammino, spesso accidentato, in cerca di una
saggezza perduta; era inutile aspettarsi granché o qualche colpo di scena
perché di primo acchito avevo già visto come Asimmetria trattasse di una storia normale, una relazione speciale
fra due scrittori che non trovavano una soluzione per i problemi della vita di
tutti i giorni, o una medicina per i malanni moderni. Non c'era alcuna
scorciatoia. L'unica strada era quello dell'essere l'uomo stesso artefice del
suo destino.
Questa
storia è la storia dell'autrice che, senza pretese e peli sulla lingua,
inavvertitamente, mi offrì speranza e sollievo dalle sofferenze che ogni tanto
ci riserva la vita. Viene da lontano, Lisa Halliday, e trasferitasi in Italia
per amore spicca con la sua voce con un romanzo pulito ma non privo di difetti,
dinanzi a un pubblico interdetto, curioso, fan sfegatato di un autore del
calibro come Roth, e alla fine, sebbene senza aspettarsi niente, trasmise un
messaggio che non mi ha colpita come credevo ma ricevuto quelle attenzioni in
cui credevo di riscontrare da un romanzo come questo. Asimmetria è la storia della sua vita, e se anche indifferente agli
attacchi esterni, l'equilibrio mentale da cui dipesero il delirio, la follia,
il rapimento estatico questa storia penso ha per l'autrice un valore sacro!
Questo è stato il suo mondo, con i suoi trucchi, le sue sfumature. Avrei tanto
voluto conoscerlo anch'io Philip Roth, eppure ancora non riesco a leggere una
sua opera.
Lisa
Halliday, scrivendo e ripercorrendo i passi della sua vita, pare aver trovato
la pace, il suo equilibrio mentale. L'amore è un tema particolarmente
complesso, uno degli elementi che molti autori nostrani trattano ben o male nei
loro romanzi. Questo romanzo, sebbene non del tutto estraneo a queste
caratteristiche, di amore ce ne parla ma cautamente, delicatamente, quasi privo
di pathos, senza dunque trasmettere quella magica sensazione di cadere nel
vuoto. La lettura del primo capitolo mi aveva sorpresa delusa ma partecipe. E
adesso, seduta dinanzi alla mia postazione preferita, vedo Asimmetria come esattamente è: una straordinaria suggestione
individuale, un invito a scandagliare nel passato ma senza una guida
particolare, incarnati in una donna di quarant'anni che, sbucata dal nulla, mi
mise a mio agio.
Venne
a prendermi mediante il favore della pubblicità, della notorietà. E, per
cominciare, mi condusse in luogo in cui ho lasciato una traccia del mio
passaggio. Più che una traccia, la parvenza di un ombra, in cui vi ho abitato
per qualche giorno.
L'aura
accattivante del mistero, dei segreti celati in una cortina di dubbi, si lega a
quella della letteratura, del gusto della novità e della notorietà, in cui la
voce limpida dell'autrice risuona in una cascata infinita di perdita,
fallimenti, aspirazioni, legami amorosi o famigliari, in un perpetuo silenzio. Asimmetria infatti non è solo il racconto
di un ricordo, la confessione di una giovane donna e del suo amore segreto,
piuttosto una sorta di viaggio interiore in cui inevitabilmente si cresce. In
una pioggia di scintille che via via si acquietano, in un improvviso bagliore arancione
dinanzi l'oscurità. Una luce momentanea che rimane negli occhi per tutta la durata
della sua lettura, ma che poi svanisce così com'è apparsa.
Quella
di Asimmetria è una storia che non
possiede nulla di speciale, ne di maestoso checchè sostengono le recensioni o
le critiche delle testate giornalistiche. Eppure, è un romanzo in cui inevitabilmente
ci si sente coinvolti. Scava un solco profondo nell'anima di chi legge,
rendendolo spettatore di una vicenda accaduta sul serio.
E possibile far
credere alla gente che il paradiso sia l'inferno e, per contro, che l'esperienza
più sciagurata sia il paradiso. Ma questo succede solo quando la gente abbassa
la guardia. Solo quando siamo complici per
non aver agito. Solo quando noi stessi diventiamo dei sonnambuli.
Valutazione
d'inchiostro: 3 e mezzo
Ciao Gresi, non conosco il romanzo, ma la storia mi sembra carina!
RispondiEliminaLa storia, in effetti, è carina. Tuttavia, forse dovuto dalla troppa pubblicità, è un romanzo da cui speravo in qualcosa in più... Non mi è però dispiaciuto, e presto leggerò e conosceró anch'io Roth 😉
EliminaIncuriosisce molto anche me questo romanzo, ma prima di buttarmici vorrei recuperare qualcosa di Roth, tanto per avere un quadro più completo.
RispondiEliminaAnche io, Beth! A mia discolpa, non ho ancora letto nulla di quest'autore. E penso dovrei darmi una mossa ☺
EliminaCiao, su lacantastoriedeiboschi.blogspot.it sei stata nominata in un tag, ti aspetto 😘❤️
RispondiEliminaGrazie mille, Diletta! ☺☺
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