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venerdì, novembre 09, 2018

Gocce d'inchiostro: 22/11/63 - Stephen King

Questa lettura, così fantasmagoricamente bella e ammaliante, uscì dall'ombra, in un pomeriggio noioso e un po' monotono, mentre colui che mi aveva al momento conquistato ora riposa dolcemente sullo scaffale.
La sfida indetta su Facebook a cui partecipo da un anno a questa parte, non mi diede nulla di nuovo questa volta. Avrei dovuto leggere un romanzo i cui colori fossero molto simili a quelli delle bacche; pomodori, mirtilli, dal violetto al blu acceso, rimandavano alla mia memoria una lettura che non compivo da tempo.
Convinta che il mio soggiorno si prolungasse per un bel po', ho così nuovamente accolto la lettura de 22/11/63 considerandola come quel luogo, quella nicchia nasosta da dove mi sarebbero state rivelate tante cose. Osservando tranquillamente quello che mi circondava, vedendo come le cose adesso avevano acquisito un senso, apostrofando con una certa importanza quello che io ho definito un trampolino di lancio verso una realtà parallela bellissima ed emozionante.




Titolo: 22/11/63
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfker
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 767
Trama: Jake Epping ha trentacinque anni, è professore di inglese al liceo di Lisbord Falls, nel Maine, e arrotondando lo stipendio insegnando anche alla scuola serale. Vive solo, ma ha parecchi amici sui quali contare, e il migliore è Al, che gestisce la tavola calda. E' proprio lui a rivelare a Jake il segreto che cambierà il suo destino: il negozio in realtà è un passaggio spaziotemporale che conduce al 1958. Al coinvolge Jake in una missione folle - e follemente possibile: impedire l'assassinio di Kennedy. Comincia così la nuova esistenza di Jake nel mondo di Elvis, James  Dean e JKF delle automobili interminabili e del twist, dove convivoo un'anima inquieta di nome Lee Harvey Oswald e la bella bibliotecaria Sadie Dunhill. Che diventa per Jake l'amore della vita. Una vita che sovverte tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia.

La recensione:

Talvolta, la vita rigurgita coincidenze che nessun autore di narrativa oserebbe copiare.

Leggere 22/11/63 a distanza di ben 5 anni dalla sua ultima lettura è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso riguardo ad alcune decisioni che influenzeranno la mia vita. Raccontare in forma di prosa e vestendo i panni di osservatore esterno non dovrà essere stato, secondo me nemmeno lontanamente, facile. Eppure, Stephen King - non a caso soprannominato il re dell'horror - ci è riuscito. La sua è una prosa diretta, priva di fronzoli, a tratti solenne a tratti ricercata da cui, un giorno, dal nulla, fuoriuscì dalla puna invisibile di una penna, si sedette alla scrivania del suo studio, aprì il computer e scrisse in meno di ottocento pagine un epopea riguardo gli incauti gesti o sconsiderate azioni di un semplice professore di letteratura inglese e il suo tentativo di salvare dalla sua uccisione il presidente Kennedy. Ma per timore che il tema trattato fosse "pesante", strisciò impunemente nel nostro cuore propinandoci una storia che ai più romantici avrebbe fatto palpitare il cuore. Ho trascorso 4 intensissimi giorni in sua compagnia e, com'era logico, ho osservato con una certa attenzione ogni cosa affinchè potessi percepire il minimo sentore di particolarità. Questo tipo di particolarità a cui mi riferisco, infatti, sopravvenne come mi immaginavo, ed io non potei non essere più felice di così. Sicura che fra queste pagine avrei ritrovato il King del mio passato.
Come la prima volta, mi ha lasciata smarrita, quasi turbata questo meraviglioso viaggio intrapreso con Jak. Ma non ho fiatato nemmeno una parola sino a quando non sono giunta alla fine, nemmeno quando avrei potuto farlo. Ne era necessario? A dire il vero no, e se non avessi taciuto non avrei potuto cogliere gli innumerevoli messaggi che erano sparpagliati tutt'intorno.
22/11/63 è lo stesso di 5 anni fa, pagina dopo pagina, rivelazioni dopo rivelazioni. All'autrice di questa recensione, sarebbe piaciuto vivere nel mondo che King dipinge così bene; un mondo rinchiuso nel sortilegio del tempo nel quale esiste una specie di morale artistica che proibisce di annientare il prossimo e nel quale i malvagi che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno di colpo visto prosciugarsi il loro patetico talento, condannandoli a guadagnarsi da vivere all'ingrata maniera di uomini comuni.
Quale sia stato il motivo scatenante che mi ha indotta nuovamente qui non so dirlo con esattezza. Tutto quello che so è che ho desiderato attraversare vicoli tortuosi di una cittadina oggetta di omicidi e criminalità, inerpicarmi giù per qualche collina, affinchè la clessidra del tempo mi condusse in un luogo lontano lontano in cui ogni cosa avrebbe avuto la degna conclusione. Avrebbe decretato definitivamente un certo posto nel mondo. Un capolavoro in cui gli uomini sono figure macchiate da qualche entità negativa, che macchiano tutto ciò che toccano e chi gli sta attorno, in una traversata solitaria di parole labirintiche in cui battersi pur di salvare più di una vita umana è una concezione idealistica che redime i peccati. A cui si aggrappono i personaggi kinghiani, pur di scoprire chi e cosa sono veramente, recuperando la memoria e lo spirito di marionette di carta e inchiostro che perpetuano nella memoria. I viaggi nel tempo, tema trattato e usato fino alla nausea, qui possiede un'importanza superiore, e King lo fa imitando il verismo di certi celebri scrittori, costruendo una favola oscura in cui è lanciato un importante messaggio: in un caos fantasmagorico di voci, suoni, urla e rumori ognuno di noi dovrebbe far rimanere intatto il proprio spirito.
Avvolta da una nebbia fastidiosa mi sono così lasciata trascinare da Jack, ma anche da Al, Sadie, Lee, attraverso i corridoi bui di questa storia. Nel mio stato, non ero del tutto cosciente di quello che stava accadendo. Il mondo aveva acquistato una surreale struttura, le cose procedevano in maniera sconosciuta, tutto era allo stesso tempo famigliare e irriconoscibile.
Quella di 22/11/63 è la visione meravigliosa di un tentativo di salvezza, di ripristino degli elementi, racchiuso fra le imponenti mura di una cattedrale sommersa popolata da strambi personaggi. Una lente d'ingrandimento che mette a fuoco un mondo di ineguagliabile bellezza,dal fondo del pozzo buio dell'anima di chiunque, mediante un dialogo immaginario fra lettore e autore le cui anime entrano a contatto.
Fissandosi nella mia mente con forza e impetuosità, meravigliosa descrizione di un viaggio epico che è beneficio per molti, una storia che a mio avviso la si può definire "pericolosa", che devasta mentre la si legge, inietta nel sangue il veleno di un interesse feroce e delirante, la sete di sapere tanto ardente quanto smorzabile che ai miei occhi ha acquisito una certa particolare consistenza. Onnipresente, come solo poche storie riescono a mantenersi in vita e perpetuare nella memoria di chi le ha lette.
Valutazione d'inchiostro: 5

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