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lunedì, novembre 05, 2018

Gocce d'inchiostro: Come fermare il tempo - Matt Haig

Dentro una storia apparentemente semplice come quella di Haig, su cui l'occhio avrebbe potuto soffermarsi come su una cosa particolarmente interessante, quasi organica, c'è la testimonianza di una vita pulsante che ha imparato a sue spese, per esperienza propria, come monito per gli assalti crudeli del futuro, la polvere e le ceneri delle cose, la brevità della vita stessa, la crudeltà legata a essa, il dolore di una ferita non ancora marginata, la fragilità dell'amore.
L'avvento del mese di novembre mi ha visto trascinarmi, prima faticosamente poi con un certo interesse, fra le fresche, originali, pulsanti pagine dell'onestà di una storia che, adesso che sto scrivendo questo breve post, mi accorgo quanto mi abbia sconcertato.
Non ci ho pensato due volte ad accogliere nel mio cantuccio personale quello che è stato definito il fenomeno mondiale degli ultimi tempi; il mio scopo era trovare il fondamento di questa affermazione. La mia esperienza letteraria in fatto di sensazioni in merito alla lettura di Come fermare il tempo sono molteplici, e con un certo stato d'animo mi sono trovata a riflettere su alcune verità che io volontariamente non avevo mai realizzato seriamente.

Titolo: Come fermare il tempo
Autore: Matt Haig
Casa editrice: Edizioni e/o
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 360
Trama: Pensate a un uomo che dimostra quarant'anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna… ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall'Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell'età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve ad ogni costo difendere l'equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c'è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi.

La recensione:


Essere bravi a scrivere è come essere bravi a strapparsi i capelli. A cosa serve un talento che ti fa soffrire? E' un dono che esala il suo fetore fino al cielo, ed è un fetore di merda di volpe.

L'intensità di una miscela disomogenea di sentimenti, la condizione di un uomo frustato dal senso del tempo, la macchia del passato che lo adorna come un orpello ridicolo e ingombrante, furono finalmente visibili nel momento in cui decisi di leggere questo romanzo, e, soprattutto, conobbi Tom. Lanciando un occhiata attorno, prima di cimentarmi nella lettura del romanzo di Haig, avvertii la strana sensazione che a lui e alla sua storia dovevo obbligatoriamente avvicinarmi e parlargli, anche se la sua era una condizione irreprensibile. Un'invincibile riluttanza a non poter amare il prossimo mi fece capire come Tom avrebbe preferito essere invisibile.
Il giovane protagonista è un uomo che il corso della vita l'ha costretto solo, con la tacita speranza che ci fosse una svolta positiva per il suo avvenire. Fino a questo momento ho letto e visto un mucchio di storie in cui il tempo era la matrice primordiale attorno a cui ruotavano molte cose. Questi incontri accadono solitamente in gravi momenti, o in periodi di sana tranquillità; uno di quest'ultimi coincise con l'intento di conoscere Matt Haig, progettato e messo in pratica la notte di Halloween, in cui il mio turbamento emotivo conciliò con l'essenza stessa di questa storia. Ma la lettura di questo romanzo ha ingigantito ogni cosa che,  anche vedendo sotto le mentite spoglie di una storia chiaramente conosciuta e visibilmente romanzata, pentita della tempistica, il timore che la delusione prendesse il sopravvento paralizzò ogni nervo del mio corpo. Dovevo avanzare per scoprirlo.
E pensare che, dalle recensioni entusiastiche che popolano il web, Come fermare il tempo emanava un chè di magico … Mi sbagliavo a pensarlo? C'è stata la stessa spiacevole bellezza dell'abbandono, la genesi di una storia d'amore zeppa di dispiaceri e sacrifici; la sua veste era adorna delle tonalità più chiare e luminose, un gioco di colori che già gli conferivano un diverso carattere, sufficiente a togliere e dissipare alcun dubbio e a giustificare per un attimo le  mie remore iniziali sulla sua identità.
I miei sensi percepirono, perlomeno non nell'immediato, una stupefacente e manifesta esaltazione al sentimento, una dolce canzone realizzata mediante parole che graffiano sulla pelle e che sono penetrate come rasoi appuntiti. Questo tipo di melodia, che non mi era sembrata per nulla originale, meno di quattro mesi fa aveva portato alle mie orecchie sentimenti particolari, così divergenti ma profondi, che il mio cuore ancora soffre per l'ironia del contrasto.
E' stato dunque una trasformazione che una declinazione quella dello sfortunato Tom. Le curve sensuali del passato si adattano a linee cariche di sentimento, dramma e passione che l'autore esprime quasi come una supplica; l'ardore di trovare la sua piccola metà, che può essere interpretato come mezzo per poter sopravvivere a tutto, in Come fermare il tempo sono esaltati mediante lo splendore di una rinascita; la vecchiaia, la morte raggiungono un chè di lontano, quasi impercettibile, per la dolce potenza di un amore che è quasi feroce. Le spigolosità a cui mi riferisco, che compaiono sulle pagine quando i desideri di Tom venivano contrastati, dipinsero l'incorreggibile crudeltà del tempo che insiste a rivoltarsi contro di lui.
Ma può essere davvero così? Può mai essere che a un uomo comune non sia destinata la felicità? Haig non è il primo autore che mette in evidenzia la crudeltà della vita, l'ombrosità di un mondo in cui non sono ammessi tentativi per salvare l'anima finchè si è ancora in vita. E perché questo dovrebbe sembrarci innaturale? Nel mondo in cui vive Tom questo non è altro che l'abitudine di un pensiero che è stato inculcato in lui nel corso degli anni, innumerevoli esperienze che hanno inzuppato la sua anima.
Nel momento in cui mi sono mossa ho riconosciuto l'effetto dilaniante, quasi violento, delle parole adoperate da Haig. Mi sono ritrovata in quel rifugio segreto di lettere e parole con cui Tom si trincera dagli assalti esterni, trasformandolo in un piccolo combattente che poi tanto coraggioso non è.
La clessidra del tempo, la sabbia fine che scorreva al suo interno hanno eretto una barriera di suoni, parole, magia, che hanno inzuppato queste pagine e le hanno trasformate in una storia molto bella, profonda, intensa, quasi potente e inspiegabile che lascia tramortiti, inconsapevoli di essere saldi nell'abbraccio gioioso e doloroso di un anima appassionata, sognatrice ma dannata.
Il mondo è quel palcoscenico grigiastro in cui subentra la compassione, in cui una pennellata semplice e delicata si spande rapidamente come una grande macchia nera nel sangue, espandendosi in un momento e poi invadendo i sensi. La luce dorata che vi ho visto attorno, tutti i colori chiari si collocano ai posti giusti, ma questa tonalità di nero ha vibrato in un certo modo.
E' questa la prova che Come fermare il tempo ha aderito così bene alla mia anima? Si è congiunta al mio essere, per divenire un'unica grande cosa?
Adeguandomi agli incauti sussulti di un cuore debole come quello del "giovane" Tom, ho visto nel romanzo di Haig una certa poesia. Una certa magia che ha raggiunto la mia anima, in quanto ciò che è stato scritto è stato messo su da un fato crudele ed egoista che ha calpestato i sogni e le speranze di chiunque. Tom aveva aspettato da tempo che qualcuno battesse alla sua porta, lo aiutasse nel momento del bisogno a sfogarsi, senza remore, con il timore di non essere capito.
Un uomo come tanti stava lentamente per perdere l'equilibrio, la pace, la serenità. Diretto verso una strada senza uscita, un tunnel in cui è impossibile scorgerne la luce, guidati dalla voce soave di un uomo apparentemente forte ma fragile che mi ha permesso di aprire una porta sulla sua anima ed entrarci dentro.
Fra sprazzi di vita comune, salti temporali frequenti, e la certezza di un futuro che nessuno può pianificare, anticipare, e che quando arriva ti prende alla sprovvista, una lettura veramente bella la cui dolcezza velata di tristezza va a cercare conforto nella bellezza dei sentimenti.

A volte devi guardare quello che conosci già per scoprire ciò che si trova proprio davanti a te.

Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo

4 commenti:

  1. anche a te è piaciuto tanto. Devo allora proprio cambiare idea, perché "a pelle" non riesco a farmi venire voglia di leggerlo, non so perché

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    1. Sai, Chiara, è stata una lettura un po instabile. Il mio giudizio però è decisamente migliorato verso la fine... Alla fine è dipeso il mio giudizio ☺

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  2. Questo vorrei tanto leggerlo anche io :) Meravigliosa recensione, come sempre :)

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