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martedì, febbraio 26, 2019

Gocce d'inchiostro: Con in bocca il sapore del mondo - Fabio Stassi

Questo periodo di crescente oscurità coincise con il ridursi delle pagine di un breve trattato, un breve epistolario della vita di grandi illustri, poeti o scrittori, che, pian piano, mi hanno esaurito letteralmente l'anima. Perché a un certo punto ho capito che, quando decisi di leggere il romanzo di Stassi, più leggevo, più presto sarebbe scoccata la scintilla in cui non avrei più potuto tirarmi indietro. Le parole erano state scelte con cura; catturarono il pensiero astratto su mucchi di fogli e pagine bianche, combattendo per esprimersi con la massima economia e chiarezza. Mi sono rammaricata che questo mio viaggio con Fabio Stassi sia stato così fugace: addirittura, ho concepito l'idea di scrivere all'autore e congratularmi per questo magnifico piccolo gioiellino. Perché ormai le nobili gesta di uomini giganti come Umberto Saba, Dino Campana, Eugenio Montale, e ancora Alda Marini o Pier Paolo Pasolini non ne resta altro che un dolce ricordo. Ponti verso altri luoghi che mi hanno tuttavia condotto nell'isolotto abbandonato delle loro vita, e adesso che lo ho attraversato non posso non conservarne il bellissimo ricordo.



Titolo: Con in bocca il sapore del mondo
Autore: Fabio Stassi
Casa editrice: Minimum Fax
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 160
Trama: L?ultima spiaggia di via Veneto e un uomo con il cappotto in ogni stagione (Vincenzo Cardarelli). Un concerto di passerrotti sul davanzale e un baritono mancato ( Eugenio Montale). Lo scalo di un treno alla foce di un fiume e un accordatore di parole (Salvatore Quasimodo). Il salotto borghese di una casa in collina e una collezionista di farfalle (Guido Gozzano). Un mercoledì delle ceneri e un vecchio capitano in esilio (Gabriele D'Annunzio). Il baraccone di un tiro a segno e l'uomo dei boschi (Dino Campana). Il retrobottegha di una libreria antiquaria e un figlio del vento (Umberto Saba). Una raccolta di francobolli e un funambolo solitario e malinconico (Aldo Palazzeschi). Un concerto di bossa nova e un bambino di ottant'anni che aveva la voce di Omero (Giuseppe Ungaretti). L'invettiva contro la luna e una donna che pagava i caffè con dei versi (Alda Merini), Fabio Stassi rende omaggio al Novecento e alla grande dimenticata del panorama letterario nazionale, la poesia, con una coraggiosa avventura mimetica e fantasiosa. Rimpatria nel mondo questi dieci autori, li fotografa in un gesto, li fa parlare in prima persona, dopo la morte e oltre la morte, da quel punto sospeso dello spazio e del tempo in cui sopravvive la voce di ogni poeta. Ne viene fuori un racconto in presa diretta della loro vita, di quello che pensavano della scrittura, delle idiosincrasie, ossessioni, desideri, dolori, allegrie. Dieci monologhi appassionati e coinvolgenti, una dichiarazione d'amore.

La recensione:

Ogni stanza è un verso; ogni oggetto una parola rilevatrice, carica di memorie, ancora gravida del luogo e dell'età in cui la raccolsi.

Fabio Stassi scrive delle farfalle, delle stelle, della terra, delle speranze dell'umanità mediante la voce di uomini illustri del Novecento che lasciarono un impronta nella sabbia del tempo, specialmente in quello letterario. Si avverte come le parole adoperate vengono si da lui, che in un certo senso fanno parte del mondo in senso lato, ma sembrano così reali e determinate come un sasso, o un lago, o un fiore proprio perché non hanno propriamente a che fare con la sua persona. Bensì con quella di poeti o scrittori come Montale, Pasolini, Merini, Ungaretti, Campana. Ricordo il momento in cui fui folgorata dalla sua struttura linguistica. La delicatezza con cui le parole sono trapelate dalla punta di una penna invisibile, le infinite gentilezze con cui si rivolse al mondo e tutte le opere citate che io ho amato. Niente mi era importato, se non la bellezza di tutto questo. Volevo continuare a sentire, volevo che Stassi non smettesse di parlare, o meglio, narrare, e la coscienza che ciò non era possibile mi faceva soffrire. Eppure, mi sono sforzata di affrontare con coraggio la fine di questo splendido viaggio. Mi sono chiesta se è cosa da tutti scrivere qualcosa del genere, scrivere cimentandosi o vestendo i panni di quello scrittore, di quel poeta, o se invece il tempo o gli anni gli hanno permesso di catturare il pensiero astratto mediante quelle parole che sono servite nel momento del bisogno, riempiendo il buio con la propria voce, pronunciando cose o persone nell'aria, sebbene consapevole che non potranno mai più tornare in vita.
Con in bocca il sapore del mondo è qualcosa che ha a che fare con l'atto di tormentare senza posa il nostro spirito. Perché non si trova risposta ai gesti dettati dall'anima, non tenendo conto del giudizio degli altri o ai fatti esterni. Che cosa dunque mi ha indotta a fiondarmi fra le sue pagine? Semplice, mi dico, la fortuna di esser stata inaspettatamente chiamata a rispondere al sollecito di questo giovane autore italiano. Un uomo per me sconosciuto, divenuto conosciuto mediante questa piccola raccolta di racconti, sprazzi di anima di illustri poeti, piccolo tassello che compone una grande produzione letteraria. Da questa constatazione ne convengo che questa relativa situazione ha coinvolto letteralmente la mia esperienza, e che io sono la persona più adatta che ama la prosa  e non la poesia per affermare e precludere la bellezza di queste pagine.
Leggere di Montale, Ungaretti, Campana, e molti altri, estrapolare situazioni o eventi davvero salienti di cui io non ricordavo quasi nulla, è stata un'esperienza davvero bellissima. Perciò premurarsi a riempire queste poche pagine, scrivere tutto ciò che posso, quanto ricordo o visto, può solo testimoniare quanto io mi sia sentita coinvolta.
Nei loro cantucci personali, i poeti di cui ci parla Stassi mi spiegarono il loro sapere sulla vita, sull'arte, i loro innumerevoli e sfortunati amori, facendo di esse massime di vita a cui non si può non prestare attenzione.
Fabio Stassi scrive un piccolo memoriale di poesie, episodi o eventi in cui ci si sente feriti dalle sue stesse parole, e tutti i tentativi di sganciarsi da questa realtà parallela è davvero impossibile. Un mondo rinchiuso in un sortilegio di ricordi che minacciano di svanire nella nebbia del tempo, nel quale esiste una specie di morale artistica che proibisce di sfruttare le idee altrui a proprio vantaggio, e nel quale i "malvagi" che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno visto prosciugato di colpo il loro ipotetico talento, condannandoli a guadagnarsi da vivere all'ingrata maniera degli uomini comuni.
Il silenzio mi aveva fasciato come una notte buia, una luce ultraterrena che ha la parvenza di qualcosa di buono mi aveva accecata, mi sono inerpicata giù per lunghe e aride colline finchè il mio respiro si congiunse con quello dei personaggi. La storia che si porta dentro Stassi, infatti, ha avuto la degna realizzazione e concretizzazione sul mondo in quanto alleanza di creazione e fantasia. Un opera meravigliosamente indimenticabile che ha macchiato la mia anima irrimediabilmente e irrecuperabilmente, in una traversata solitaria di parole ricche di metafore, lirismo, inudibili come il lieve sbattere delle ciglia, delicate al tatto come lo sbattere delle ali di una farfalla, concezione idealista prodotta nel tempo a cui mi sono aggrappata, pur di scoprire chi e cosa serba talvolta la letteratura italiana, recuperando la memoria di figure oramai quasi dimenticate e il loro spirito che perpetuerà però nella mia memoria. Una favola realistica dai toni sognanti e luminosi in cui ci viene lanciato un triste messaggio che riguarda l'entità e l'importantanza di uomini comuni, in un caos fantasmagorico di un giro di vite che sono state rubate, sottratte, fra anime dannate e peccaminose il cui spirito è molto simile.
Avvolta da una patina di intimità, paure, perplessità, mi sono lasciata trascinare dalla corrente del sentimento attraverso i corridoi bui della loro anima. Nel mio stato, mi sono sentita coinvolta, partecipe. Il mondo aveva acquistato una struttura composta, solida, la figura di questi fantocci avevano acquistato un significato che perpetua nel tempo, tutto allo stesso tempo famigliare e riconoscibile.
Accarezzare, carpire o scrutare l'anima di questa storia è stato un balsamo contro gli effetti collaterali della realtà. Con in bocca il sapore del mondo mi ha inondato di un ubriacante felicità, di un accesso di entusiasmo che è nato dalla certezza che la vita è effimera, ma bella e imprevedibile e la scrittura, così come la letteratura, è massima di vita. Condotta in una specie di limbo all'interno del quale mi è stato davvero impossibile non rimanerne incantata e che, mentre lo si legge, devasta da dentro. Il senso di oppressione, ostruimento, il desiderio di amare la propria amata e consolidare il proprio sogno d'amore, coincide con la diversità e la ricchezza d'animo.
Un romanzo che altri non è che la vivida testimonianza di fatti realmente accaduti, e in cui io, comune mortale, sono arrivata a ripescare pezzi di letteratura che avevo dimenticato quasi del tutto. Letto come tentativo per scovare frammenti di vita di nobili figure che hanno lasciato un segno, opera che ho accolto con un certo entusiasmo e che, medesimandomi, mi ha permesso di vivere e scoprire realtà o isolotti letterari che a mio avviso ognuno di noi dovrebbe leggere almeno una volta nella vita.

Non mi è mai importato di essere uomo. Sono stato appena una molecola di questo globo, una creatura sensuale, un palpito libero nello spazio.

Valutazione d'inchiostro: 5

4 commenti:

  1. Quanto invidio le tue letture! Anche questo in lista da un pezzo. :-)

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    1. Ti auguro di poterlo leggere il prima possibile :) sono certa non ne resterai deluso :)

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  2. che bella recensione! Non conoscevo questo titolo

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