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venerdì, febbraio 15, 2019

Gocce d'inchiostro: Il signore delle mosche - William Golding

Generalmente le storie che decido di vivere sulla mia pelle, senza criteri di pregiudizio o di scelta, mostrano simpatia per un particolare tipo di lettori e antipatia per un altro gruppo, spingendo spesso e volentieri queste due fazioni a non poter rifiutarsi di non patteggiare l'uno contro l'altro, se non sotto lo sguardo attento dei loro autori, rovesciando poco gentilmente le spettative di coloro che avevano giudicato quella storia sotto una buona luce.
E' per me massima di vita insistere nel leggere e concludere una storia, anche quando so che il nostro scambio di informazioni può o meno essere breve, per troncare questa parziale antipatia, se non nel momento in cui si decide di abbandonare ogni cosa prima di giungere all'epilogo.
Le mie aspirazioni letterarie, così come la vita in generale, spesso e non poche volte mi inducono a vivere sulla pelle esperienze il cui sapore brucia ancora ai miei occhi, spesso e volentieri in netto contrasto con le mie teorie di vita.
Come molti altri lettori, ben presto la lettura de Il signore delle mosche doveva certamente approdare tra gli scaffali della mia strapiena libreria, mostrando tuttavia la faccia di una medaglia che mi ha indotto ad andare incontro alle mie esigenze.
Questo lungo e insensato preambolo solo per dire, che del romanzo di Golding serberò un ricordo ma non piacevole come credevo. La storia di questi ragazzi dispersi, per molti versi piuttosto simile ai Bambini sperduti di Peter Pan, si è mossa lungo una strada tutta sua che ha accentuato le mie preferenze e catalogando questa lettura in una tipologia di romanzi che io disgraziatamente non amo.
Queste, così come la recensione qui sotto, alcune delle motivazioni che mi hanno indotta a non promuovere il romanzo col massimo dei voti, sebbene la scrittura è molto bella e articolata, i messaggi svariati e colmi di significato, i pensieri oscuri che spingono a prendere consapevolezza di quanto possa essere talvolta spietato l'essere umano, ma di cui io non ho colto propriamente il suo essere emozionante e avvincente. Ricevuta forse con troppa sollecitudine, confidando che la sua presenza sarebbe stata parte delle mie aspirazioni letterarie.

Titolo: Il signore delle mosche
Autore: William Golding
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 282
Trama: Le emozioni in questo romanzo ci sono tutte. Poi ci sono coraggio, dolore e piacere. La protagonista è l''ombra. L'ombra da cui ognuno di noi cerca di fuggire, ma che poi ci prende. Ma cosa fare quando la tua parte nascosta finisce dentro il corpo della persona che ami? Forse, non resta che mollare le cime del pontile e salpare verso la follia. E qual è la follia? Quella di ritrovarsi all'Inferno senza aver peccato? Oppure affidarsi a un sistema non strutturato per la presa in cura, che si affida alla tecnica, che non approfondisce e non si pone domande?


La recensione:
Il lato estremo, coinvolgente del romanzo, resta tutt'ora oggetto di studio per molti critici o recensori e ai miei occhi si era presentato incolto, arido, ma luminoso e sfolgorante, che ha sollevato un polverone di quesiti, perplessità, al solo inoltrarmi in questa isola sperduta, la cui morale risiede unicamente nel seguente messaggio: il Male prevale su ogni cosa. E avanzare delle ipotesi su questo concetto è stato il fulcro principale su cui ruota questa storia. Vi ho riconosciuto vicende intrise di paura, follia, sentimenti indistinti che si impadroniscono dei più piccoli, che capovolgono e distruggono ogni cosa, specialmente quella visione ottimistica dell'infanzia raccontando come i bambini non si discostano poi tanto dagli adulti, poiché influenzati e crudeli dal male, le cui azioni o gesti si annidano nella parte più nascosta dell'animo.
Pur quanto attuale e di facile compresione, non ho compreso appieno le motivazioni condivise dall'autore. L'episodio di un gruppo di ragazzini sperduti in un isola deserta non è altro per me che un incidente di transizione. Anche se Golding non ha avuto propriamente torto circa la linea di condotta dei suoi piccoli protagonisti, qualunque fossero le sue ragioni. Il silenzio in un certo senso era forse il contegno migliore da tenere per la comprensione dei loro gesti: e silenzio c'è stato.
Quest'idea dell'uomo lasciato libero, e non più quindi ambizioso nel progettare o ideare qualcosa, tendendo piuttosto a interpretare e riprodurre le brutture del mondo, è così rafforzata dalle concezioni che sia l'unica persona esistente al mondo ha il diritto di controllare le sue azioni, ma allo stesso tempo di metterle in discussione. Riducendo e facendo evaporare qualunque concezione di responsabilità, la sensazione di avvertire una certa leggerezza nel petto come non lo avevo mai avvertito.
In questa sublime realtà parallela ho visto in questa lettura tutte le buone intenzioni di scrivere dell'individuo in ogni suo aspetto, considerando l'autore come una specie di Guru a cui affidarsi, che trattegiò ogni linea e contorno, i cui simboli sono chiari esempi di personificazione.
Tutt'ora vedo Simone, Raffaele, la risacca disomogenea dei ricordi mi assale, e, d'un tratto, mi sorprendo a porre nero su bianco le mie vivide impressioni al riguardo. Questa lettura è un romanzo che innegabilmente ha a che fare con questioni relative alle azioni individuali, al concetto di forte o barbarico, alla supremazia, al potere che si esercita sul prossimo. Ma, come lo spazio caldo e lontano nel quale ho fatto perdere le mie tracce, Il signore delle mosche non mi ha entusiasmata particolarmente ne emozionata come speravo. Ho scelto infatti di leggere questa lettura come se animata da qualche forza sconosciuta, che mi ha indirizzato lungo una strada indifferente dal solito, con un netto miscuglio di buono e cattivo.
La mia anima ne è stata consapevole sin dall'inizio; Il signore delle mosche è una lettura che avrei apprezzato maggiormente qualche anno fa, che ha rincorso un sogno alla fine irrealizzabile, sebbene la figura di queste piccole creature ha bruciato nella mia testa vivida e bellissima.
La sua figura avrebbe potuto bruciare come una carezza sulla pelle; gli schiamazzi e il frastuono avrebbero potuto ravvivare l'atmosfera; le mie innumerevoli preoccupazioni si sarebbero potute disperdere alla fievole luce di una candela… Il romanzo di Golding non è stato niente di tutto questo. Piuttosto un lento e noioso peregrinare, che mi ha scaraventato su un isola deserta, il cui tema principale è il perenne contrasto tra Bene e Male. ll predominio degli istinti più irrazionali sull'intelligenza, del senso di colpa e del peccato.
Romanzo scaraventato nell'abisso scuro e angosciante della lontananza. Storia di rinascita interiore per il semplice fatto che si crede a qualcosa quando non si aveva la certezza di poter sperare; navigatori che presto o tardi troveranno la pace. Storia d'avventura che tuttavia non ha infervorato il mio animo come credevo, densa di trovate ed episodi vivaci, che si alternano a uno stile visionario e brutalmente espressivo.
Valutazione d'inchiostro: 3

14 commenti:

  1. Olumlu ve olumsuz yorumlamaların oldukça başarılı 😊 aklıma okuduğum kitaptan bir alıntı geldi:
    "Anlarsa uzağım yakınımdır. Anlamazsa yakınım, uzağımdır."
    Blog vasıtası ile seni tanıdığıma çok sevindim 😊 Gresi ... Kitaplar daima birleştiricidir

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  2. Lo lessi anni fa, e credo di avergli dedicato una recensione agli albori del mio blog; personalmente concordo in parte con quanto scrivi, io l'ho trovato estremamente coinvolgente seppure amaro e per cerri versi "disturbante".
    Trovo che sia una lettura da affrontare, una volta nella vita, perchè come uno specchio apre interessanti spunti di riflessione su ció che noi uomini siamo, e su quanto siamo davvero "esseri civili".
    Ma può essere semplicemente che io lo abbia letto in una fase della mia vita in cui, per un verso o per l'altro, per piú incline ad afferrarlo; con i libri conta tanto anche quello, il "mood" in cui ci troviamo quando leggiamo ^_^... bellissima recensione, io adoro sempre quando vedo titoli famosi ma non proprio consueti!

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    1. Grazie mille, Letizia!! Il romanzo è molto attuale, non c'é che dire... ma il mio problema con questa lettura é stato relativo al fatto che la sua lettura mi ha un po annoiato. E che forse qualche anno prima l'avrei apprezzata maggiormente :)

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  3. Ne avevo già sentito parlare, e non mi ha mai convinto tanto. Mah, chissà mai che lo leggerò un giorno.

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  4. Anche io non so se amerò o meno questo romanzo, ma sento che è una lettura da fare e sono curiosa di confrontare le mie impressioni con le tue.

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  5. Ciao Gresi, conosco il romanzo ma non l'ho mai letto, sinceramente non m'ispira particolarmente...

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  6. Non é una brutta lettura, il problema deriva da me che l'ho letto tardi ;)

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  7. Paylaşımlarınızı severek takip etmeye çalışıyorum daha nice paylaşımlarınız olur inşaallah...Sıkılmadan dirayetle :)...Selam ve Dua ile...

    Selam ziyareti :)

    https://insanadavet.blogspot.com

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  8. sono sempre titubante sui classici, proprio per le aspettative

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    1. Io invece mi ci fiondo impulsivamente proprio perché i classici mi piacciono :) ma questo purtroppo non mi ha entusiasmato molto :/

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