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giovedì, maggio 02, 2019

Gocce d'inchiostro: Senza nome - Wilkie Collins

Può anche darsi che all'epoca i romanzi di Collins erano designati come delle indagini riservate, scorci sull'anima di figure incomprese ma dal forte carattere di cui io ne seppi l'esistenza soltanto due anni fa. In effetti, romanzi di questo genere colgono in flagrante la mia attenzione così come Collins mi ha colto sul fatto con il suo bellissimo e straordinario quadro de La donna in bianco. Dopotutto Collins è il padre del romanzo poliziesco da cui si diramano altre importanti figure del calibro della letteratura gialla che, sebbene questo aspetto letterario non entra nel mio cerchio personale, fra me e questa storia, la storia di queste due sorelle, si è instaurato nell'immediato un buon rapporto.
Da questa lettura si può solo ottenere un sentimento imprescindibile come la gioia incontenibile di poter leggere qualcos'altro di questo autore. Non c'è stato niente che mi abbia indotto, nemmeno per un istante, a volgere le spalle alla brughiera incolta di Combe Raven, semplicemente perché invaghita un po' troppo dalle pratiche macchinose e contorte del suo creatore.
Con questo stato d'animo, vi invito quindi a convertirvi fondamentalmente all'idea che, se si desidera leggere Wilkie Collins, bisogna lasciarsi andare. Sia nel momento in cui si diventa membri effettivi, parti integranti della linfa e della carta, sia nel momento in cui si accetta la condizione che, una volta imbarcatosi in un viaggio di una certa importanza, non si è poi così liberi di uscirne tanto facilmente.

Titolo: Senza nome
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 801
Trama: Quando le due sorelle Magdalen e Norah Vanstone, alla morte improvvisa dei genitori, scoprono che questi non erano sposati, si trovano private di una cospicua eredità e costrette a guadagnarsi da vivere. Ognuna dovrà fare affidamento sulle proprie risorse: mentre Norah, dimessa e ligia al dovere, si rassegnerà a una vita da governante, l'irresistibile Magdalen sfrutterà il suo fascino per farsi strada, determinata a riconquistare l'eredità al punto da prendere in considerazione la mossa più pericolosa di tutte: sposare l'uomo che detesta.


La recensione:

Niente a questo mondo rimane nascosto per sempre. L'odio evade dalla prigione segreta del pensiero attraverso la porta segreta degli occhi e l'amore scopre il Giuda che lo tradisce grazie a un bacio. Ovunque si guardi, la legge inevitabile della rivelazione è una delle leggi della natura: un segreto che rimane tale è un miracolo a cui il mondo non ha ancora avuto la fortuna di assistere.

Una settimana è trascorsa zeppa di eventi. La lettura di Senza nome sconvolse del tutto il mio universo personale, cambiando quasi il mio stile di vita, seguendo più fedelmente le indicazioni di un uomo attento, enigmatico, circospetto, pronta a scoprire qualunque mistero o arcano mi si parava dinanzi. La sua mole, il suo andamento, l'odore di nuovo e di oscuro, che mi avvolse come una coperta troppo pesante, la sua violenza e la sua tranquillità, pian piano divennero parti di me. In una manciata di pagine avevo già imparato i meccanismi, svelato qualche piccolo arcano, e, soprattutto, ascoltato il suono melodioso sprigionato dalle sue pagine che, per tutta la durata della lettura, ha risuonato con piacere nelle mie orecchie. Nel buio, dopo una manciata di pagine, la fantasia aveva preso il sopravvento; non capivo più la differenza tra ciò che accadeva attorno, e quello che la mia coscienza riconosceva. Il confine fra la mia esistenza e le mie azioni diventarono a poco a poco più labile, finchè non scomparve del tutto.
In un attimo non facevo più parte di questo mondo, sebbene i punti da tenere in mente non erano pochi: una mancata firma in un contratto matrimoniale, le vibrazioni di sentimenti forti e indomabili come la gelosia e l'impulsività, il coraggio di ribellarsi alle convenzioni sociali dell'epoca. Fulcro primordiale di questa storia, infatti, è il non desistere. Non esitare a combattere, in un mondo che ti costringe a prostrarti continuamente. Piuttosto rincorrere una certa strada che conduca alla felicità, sebbene il percorso da intraprendere è tortuoso ma se, armati di pazienza e perseveranza, ci darà il permesso di ottenere quel Paradiso mancato che ogni singolo individuo desidera.
Io, in questo contesto, dove sono stata? Che cosa ho fatto, se non prendere consapevolezza degli eventi che hanno tartassato la brughiera incolta di Combe Raven. Credere o non credere non è sempre una libertà individuale. Non è una questione su cui posso esprimermi sempre con una certa facilità. Tuttavia, pur quanto non facile, Senza nome è stata una lettura che di libertà non me ne è stata concessa minimamente. Collins però reputa me, gli individui in generale, esseri dotati di carne e ossa ma anche di una buona dose di intelligenza che, discostandolo dalla massa, lo rendono superiore e straordinario. La realtà quotidiana, che apparentemente sembra avvolta in una quiete dolce e sonnolenta, cozza con lo stato di riposo indisturbato che aleggia tipicamente nei romanzi collinsiani, come una landa deserta e sonnacchiosa. Si tratta forse di uno stato di seminconscienza in cui masse di idioti, come sanguisughe, si accaparrano delle volontà, delle prudezze altrui?
Non ho potuto fare a meno di provare compassione. Questo mondo di piccoli grandi uomini è il medesimo in cui Madgalene, eroina forte e indomita di questa storia, è quell'anello mancante che tuttavia ci stringe abilmente nel palmo minuscolo della sua mano. Prima che il mio Io acquisisse una forma ben definita, in una trama fitta di gesti e parole, con sufficiente possibilità di integrarmi nella società descritta normalmente. Però una volta stabilito un certo contrasto, non ho potuto fare a meno di vivere in questo fatiscente cottage conformandomi ai suoi valori.
Aggrappata morbosamente alla mia agenda, ma in modo simbolico pur di dare nell'occhio, sono stata condotta lungo le diramazioni tortuose di una storia di stampo classico/ moderno in maniera del tutto repentina, involontaria, in cui ho potuto avvertire ogni cosa sin dal primo momento in cui ne sono stata investita. La luna scintillava come un frutto maturo nella notte; lanterne scintillanti, il mondo incarnato in un pezzo di storia in cui ho fatto perdere volontariamente le mie tracce.
Mi sono persa nella ragnatela del tempo, intessuta magistralmente da Wilkie Collins, nei ricordi di una famiglia comune ma i cui affetti e legami saranno presto recisi da eventi improvvisi e sconcertanti, perché nella tenuta di Combe Raven c'era molto più di quel che credevo.
Si trova conforto nella continuità della natura, sebbene la stabilità del passato ha avuto un certo potere di alleviare le tribolazioni del presente. La sensazione di vecchio e nuovo; un passato che non sbiadisce mai e che costringe a voltarsi indietro ogni tanto. Una miscela omogenea di colori che convergono in un unico bellissimo quadro, uno spettacolo meraviglioso che colpisce maggiormente per l'abilità dell'autore nel farsi strada nel cuore dei suoi personaggi, senza imbattersi in niente che lo possa ostacolare. Così liberi, leggeri, senza alcun forma o individuo che possa ostacolarli.
Inconsapevolmente ho scoperchiato un vaso di Pandora, racchiuso in un luogo famigliare e comune, che mi ha condotta lungo un magnifico viaggio. Affiancata da una donna coraggiosa, valorosa, testarda che ha dovuto affrontare diverse avventure e battaglie interiori per ottenere la pace e la felicità. Mediante semplici fogli di carta stampata, ricoperti da una coltre di polvere e sporcizia e dall'umidità degli anni.
La favola di una piccola grande donna e del suo misteriosissimo segreto, che mi ha fagocitato nel suo grembo fino a quando il filo invisibile della sua lettura si è disgraziatamente rotto. Poiché appassionante, sconveniente, quasi tentatore e ingannevole, dramma poliziesco inglese che mi ha reso protagonista di una vicenda che offre allo sguardo lo sfavillante spettacolo di un sentimento che ne il tempo ne l'incuria potranno mai estinguere.

Dovunque guardate, su ogni scranno che conti c'è seduto comodo un idiota, fuori dalla portata dei grandi intelletti, che, in questo modo, non possono spodestarlo. In tutto il nostro sistema sociale, l'imbellicità regna sovrana, spegne impunemente la luce della ricerca e bubola, come un gufo in risposta a ogni protesta.

Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo

4 commenti: