Dovetti trattenere l’entusiasmo contagioso che avevo
riservato a questa lettura dinanzi al fragore del mondo: la cosa che più
desidero adesso, mentre tento di riporre in queste poche righe ciò che mi si
agita ancora dentro, e che mi permisero di godere delle grazie di questa
splendida storia, fu di dovermi preoccupare di dare coerenza alle mie parole.
Perché, sebbene talvolta le parole mi abbiano aiutato nel momento del bisogno,
non posso dire che mi hanno lasciato indifferente e pretendere che da questa ennesima
recensione non trapeli nemmeno una parvenza di normalità. Scrivo ‘normalità’
perché, quando si tratta di cuore e emozioni spesso mi lascio andare a
considerazioni insulse. Con Luce d’estate ed è subito notte mi
ha però offerto qualche secondo per poter dare una risposta in più che possa
lasciarmi e lasciarvi soddisfatti. Fingendo di non conoscere la piega che
prenderanno gli eventi, poiché se avessi deciso di non sentire come mia questa
storia non avrei avuto altro modo per conoscerla.
Titolo: Luce d’estate ed è subito notte
Autore: Jon Kalman
Stefànsson
Casa editrice:
Iperborea
Prezzo: 17€
N° di pagine: 304
Trama: ‘A volte nei
posti piccoli la vita diventa più grande’, a volte la lontananza dal rumore del
mondo ci apre al richiamo del cuore, dei sensi, dei sogni. È questo intenso
sentire a erompere dalla vita di un paesino di quattrocento anime della
campagna islandese, dove la luce infinita dell’estate fa venir voglia di
scoperchiare le case e la notte eterna dell’inverno accende la magia delle
stelle. Un microcosmo che è come una lente di ingrandimento sull’eterna partita
tra i desideri umani e le trame del destino, tra i limiti della realtà e le ali
dell’immaginazione. Il direttore del Magnifico che per decifrare la frase di un
sogno si immerge nel latino e nell’astronomia fino ad abbandonare tutto per i
segreti dell’universo, la postina avida di vita che legge ogni lettera per poi
rendere pubblici i più piccanti affari privati dei compaesani, l’avvocato che
crede che il mondo si regga sul calcolo ma poi scopre che non può contare i
pesci nel mare né le sue lacrime. Ogni sentimento dell’animo umano sembra
trovare spazio in un caleidoscopio di storie che abbraccia le pulsioni più
torbide e i sentimenti più puri, il palpito dell’unica estate vissuta dagli
agnelli prima di finire al macello il brivido di un rudere che risveglia i
fantasmi, o il bisogno di mistero che è nell'uomo.
La recensione:
Di rado si trova nel caso un barlume di senso e la nostra vita è dunque poco più di un errore senza meta, questa vita che a volte sembra poter andare per ogni dove e poi s’interrompe un mezzo a una frase.
In questo modo sono
entrata nella vita di questo autore, o per meglio dire lui è entrato nella mia
vita, che immediatamente avevo iniziato a scuotere un poeta romantico come
Stefànsson con raffiche di forte e indicibile sentimento, portandosi via la
polvere delle disgrazie o i reumatismi di una vita sempre uguale a sé stessa
accumulata e nascosta sulle mie spalle. Poco tempo dopo la bellissima lettura
di Storia di Asta, conseguirono altre letture. La maggior parte
meravigliose ed essenziali, altre semplici svaghi per scacciare la monotonia o
il tedio che sopraggiungono in certi periodi come questi. Cominciai a scoprire
questo romanzo tuttavia accumulando in una manciata di ore una sorprendente
dose di sorpresa, ammaliamento, rapimento che mi aiutarono a comprendere come
Stefànsson è un autore le cui opere devono allinearsi sulla scaffalatura di una
libreria luminosa e ordinata, rinnovando una certa fiducia nei suoi riguardi.
Dopo Luce d’estate ed è subito notte prenderò certamente la
decisione di comprare, o perlomeno leggere, qualunque opera di questo autore
islandese, dedicandogli uno sguardo affettuoso, lungo, carezzevole, mediante un
semplice rituale che non mi stanco mai di praticare, ma che basta per
infiammarmi l’anima al punto di sentirmi invincibile, contenta, imprevida,
potente, capace di attraversare qualunque ostacolo o difficoltà.
Ma con Luce
d’estate ed è subito notte ho avuto poco tempo per godermi certe
soddisfazioni, perché non appena decisi di immergermi fra le sue viscere la mia
anima non poté fare a meno di non sentirsi affamata, destabilizzata,
intimandomi quasi di preservare e procrastinare il periodo in cui ci saremmo
dovuti salutare. Senza neanche prendermi il disturbo di obbedire, ho così
divorato queste pagine come se animate da volontà propria, sapendo che dopo non
ci sarebbe stato più niente: non era una zavorra di cui presto o tardi dovevo disfarmi
bensì un piccolo isolotto che ha finito per ammassarsi nel mio cuore,
stanziarsi impunemente, come detriti trascinati dalla marea della vita.
Nel ritrovarmi di
nuovo con Stefànsson, e con una storia romantica dal sapore agre ma intenso, mi
dedicai completamente ad essa leccando ferite ancora aperte di un cuore grande
ma sanguinante, contagiata dall’incosciente atteggiamento tragico, non tardando
nemmeno per un istante ad accogliere di buon grado qualche brutto scherzo della
vita. Un forte senso di malessere, che costringe a sentirsi soli, incompresi e
che induce a voler liberarsi di qualunque rimasuglio di ansia o inquietudine, è
qualcosa che ha a che fare con la natura intrinseca dei sogni in cui
l’individuo si aggrappa a una nozione cosmica, forse del tutto scomparsa, ma in
cui ci si ostina a soffiare su tizzoni spenti. Alla fine si casca in un luogo
apparentemente semplice, in cui sembra non esserci niente di particolare ma in
cui la presenza di un eroe sarebbe utile nel poter trovare consolazione dinanzi
alle avversità della vita contro la morte. Con la voce altisonante del
Progresso, che continua inarrestabile la sua corsa, scrupolosi e attenti a
desiderare un cielo luminoso, sfavillante, che possa ammansire una parte della
nostra anima.
Forse ero l’unica
che non aveva ancora letto questo splendido poema romantico. Forse aspettavo il
momento, la chiamata, l’ispirazione per ritagliarmi uno spazio tutto mio. Ma i
romanzi che desidero leggere, le storie che mi piacerebbe vivere sono troppe, e
talvolta tralasciare qualcosa che poi consideriamo indispensabile è un nido
agitato che talvolta devo proteggere dagli attacchi esterni.
Il mio parere, nei
riguardi di questa lettura, è piuttosto evidente: allo stesso modo di Storia
di Asta, ho amato questo splendido poema. Io, infatti, non ho fatto proprio
nulla per non accettarlo con spirito pratico. E questo volume mi ha concesso di
verificare come ho ancora a disposizione tanti e svariati mezzi per
sopravvivere, cibarmi di qualcosa di estremamente potente, per cui non mi fu
difficile pianificare una nuova immersione nel mondo stefànssiano. L’autore,
infatti, dichiara che il suo è uno stile che si nutre esclusivamente di poesia,
il che spiega una certa attitudine per l’introspezione, l’assetto psicologico.
I suoi sono romanzi in cui si vivono esistenze tranquille, e dopo qualche
tentativo ha infatti reso la scrittura massima di vita. Forma di sopravvivenza
o atto di ribellione contro la morte.
Le parole sono
state quel buon antidoto alla tristezza in cui i minuti, intervallati da frasi,
lettere, suoni o parole, a volte in un sudario di malinconia che ha coperto
ogni cosa, hanno scandagliato così bene la mia anima che, sebbene ogni tanto mi
fermavo per riprendere fiato, guardavo con amore ciò che accadeva dinanzi ai miei
occhi calandomi completamente nei panni di ogni personaggio annuladomi quasi
del tutto.
Da quant’è che ho
chiuso questo romanzo il piccolo paesino in cui si snodano le vicende non l’ho
visto più, ma rimane impresso nei miei pensieri per ancora qualche tempo. Non
riuscirò a dimenticarmelo, così come non dimenticherò la Storia di Asta,
poiché ogni cosa mi è sembrata così profonda, più vicina e sentimentale.
Luce d’estate ed è
subito notte ha funto da piccolo santuario, piccola maestosa nicchia in
cui ho riposato quietamente con amici silenziosi e malinconici, trascorrendo il
mio tempo, cogliendo spesso quell’attimo in cui le stelle compaiono in cielo,
brillano interamente attraverso banchi di nuvole affinché possano realizzare
sogni o speranze.
Prima che ne
sapessi l’esistenza, il romanzo di Stefànsson aveva la forma di uno spazio
bianco. Poi, subì delle trasformazioni, affiorando nel mio essere senza che
nemmeno me ne accorgessi. Se questa recensione trapela stupore, ammirazione,
entusiasmo è semplicemente perché non credevo che, dietro a un romanzo
apparentemente semplice, potesse nascondersi qualcosa di estremamente potente.
Di questo autore e delle sue splendide storie non riesco a non liberarmi, né
tanto meno abbandonarmi alla stretta solida di un sogno romantico, magico,
quasi surreale come questo. È un timido e dolce poemetto che si muove sul
sentiero insidioso della vita, dandoci l’impressione di vivere in un luogo
remoto, lontano in cui lo spazio e il tempo si fondono in un unico essere. Un
romanzo che ha scavato una voragine impressionabile, mediante una prosa
sentimentale ma artificiosa che richiama gli antichi poemi omerici, conferendo
forza e compostezza a una storia che non possiede nulla di speciale. Tuttavia
la sua bellezza si cela nell’inarrestabile potenza dei sentimenti,
compassionevoli e comprensibili, che non svolgono un ruolo predominante ma
fanno parte di un unico cosmo.
Canzone che è stata
letta con sentimento e che ha scaldato il mio cuore, Luce d’estate ed è
subito notte ha fluttuato come uno sciame di insetti al confine della
mia coscienza in cui vecchio e nuovo si mescolano. Non hanno superato un certo
confine, valicato qualunque ostacolo o barriera.
Il mondo è pieno di
sogni che non si avverano, svaniscono e si depositano come rugiada nel cielo e
si trasformano in stelle nella notte.
Valutazione
d’inchiostro: 4
Ottima recensione
RispondiEliminaGrazie! 😊
EliminaNon lo conoscevo, ma mi hai incuriosita! Lo segno subito in wishlist ;)
RispondiEliminaNon te ne pentirai 😉😊
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