Pages

venerdì, ottobre 11, 2019

Gocce d'inchiostro: Company parade - Margaret Storm Jameson

Quando si vive e si cresce in un contesto storico che inevitabilmente ti cambia, ti fa maturare, invecchiare, porsi delle domande che oscillano continuamente fra il buono e il giusto, esso influenza te e tutto ciò che ti circonda. Il passato lascia un impronta, una traccia di impurità, crudeltà, errore, e per spiegarne le motivazioni della nostra esistenza non c'è altra ragione che vivere. Niente a che vedere col temperamento. Nulla a che fare con la grazia o la redenzione. È insita in ognuno di noi. Essa esiste prima di noi. 
La recensione che prevede il post di oggi, comprende l'incomprensione, una frustrata di spiegazioni e incomprensioni, ma, soprattutto, esplica come l'atto dell'essere liberi è uno scherzo crudele a cui non crede nessuno. Company Parade è la rappresentazione perfetta di una fantasia pura e terrificante. Uno spaccato sociale che è in netto contrasto alle ideologie romantiche della Howard, i cui personaggi sono combattenti che alienano nient'altro che di fuoriuscire dall'ineluttabilità della guerra. Assieme a questo, ovviamente, un amore profondo e cocente per la scrittura, valvola di sfogo o di rivolta contro gli ideali raggiunti. Come un credo religioso. 
Non c'è abbastanza crudeltà per chi si avvale di una certa supremazia, e neppure sufficiente calma. Tutto quello che esplica questo romanzo, le dissolutezze, le depravazioni, i piaceri più efferati, sono qui estremamente incisi su carta, maniacalmente descritti, poiché la Guerra esiste, è esistita e sempre esisterà. 
Titolo: Company Parade
Autore: Margaret Storm Jameson
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N°di pagine: 403
Trama: Nel 1918 la giovane Hervey Russell si trasferisce a Londra lasciandosi alle spalle il marito, ufficiale di terra dell'Air Force impiegato a Canterbury, e il figlio piccolo, che viene affidato alle cure di una nutrice. Hervey è forte e vulnerabile al tempo stesso, a muoverla è la voglia di affermarsi, ma anche il desiderio di dare al figlio le migliori condizioni di vita. Viene assunta come assistente copywriter presso un agenzia pubblicitaria, dove lavora per David Renn, solitario e disilluso veterano di guerra; ha due amici storici, Philip e T. S, due ex soldati che hanno in mente di dare vita a un nuovo giornale; Philip è innamorato dell'amica mentre T. S. è sposato con Evelyn Lamb, direttrice e editor del << London Review >>. Mentre scopre la vivace scena culturale londinese, popolata da scrittori presuntuosi, intellettuali salottieri e spregiudicati uomini d'affari, Hervey è tormentata dalle sue vicende sentimentali. Il rapporto con il marito Penn non è affatto semplice: Hervey non è più innamorata di lui e ha una relazione con 'l' americano'. Dal canto suo, anche Penn tradisce la moglie con la giovane Len Hammond, e la scoperta da parte di Hervey della relazione del marito accresce i problemi nella coppia. Il mondo va avanti, ma la guerra ha lasciato un segno indelebile nelle vite di tutti e ognuno, guardandosi dentro, non può fare a meno di scontrarsi con un grande buio. 


La recensione: 

La guerra, qualunque ne sia il motivo, è ingiustificabile. Non c'è niente che giustifichi l'ingegnosità bestiale della guerra. Solo gli sciocchi, solo gli ammalati, possono credere che ammazzare dei forti e dei giovani uomini con le macchine ci procurerà un vantaggio. 

Il momento in cui Company Parade giunse fra gli scaffali della mia gigantesca libreria fu abbastanza breve, durante il periodo di sconti indetti dalla casa editrice Fazi. Un mese, purtroppo, non sono bastati per schiarirmi le idee, stilare una lista di ciò che avrei dovuto e potuto comprare e ciò che, invece, avrei potuto ottenere soltanto molto dopo. Ma il romanzo di Jameson mi incuriosii subito, e il suo richiamo fu quasi una novità per me, anche se di romanzi di questo tipo oramai ne leggo a bizzeffe. Eppure quella copertina bellissima, dai colori accesi e luminosi, la distanza - diciamo - fra il mio mondo e quello dipinto dall'autrice, portarono la mia coscienza a sfiorare paurosamente la frenesia, l'impazienza. Fiutai qualcosa di estremamente bello, straordinario che mi indusse a correre in libreria per accaparrarmene una copia. 
Tutto si svolse all'insegna del conflitto mondiale più famoso della Storia, la proclamazione dell'Armistizio, ed esteriormente quello che trascorsi insieme alla sua autrice e i suoi splendidi personaggi fu una settimana molto simile ai miei ideali di sogno di assoluta felicità letteraria in quanto possiede una bella introspezione psicologica, un ritratto realistico del secolo, la realizzazione di una bolla in cui ci si sente protetti affinché la vita non cambi le sorti. 
Un treno sferragliante e polveroso mi aveva condotto in una Londra grigia, fuligginosa, rumorosa e ombrosa che quasi si scontró con il passo veloce di una giovane reporter. Quel tanto per restarne affascinata, incuriosita, oppressa dalla certezza che nulla di statisticamente spettacolare come questo nostro incontro casuale avrebbe mai potuto ripetersi. Allora questa giovane donna si chiamava Hervey Russell e la sua è una storia di incontri e scontri, fughe e intoppi verso una via di salvezza che l'hanno disgraziatamente piantata in una città che vestiva già elegantemente. 
In una confusa e mortale apprensione, che non riescono ad evitare nemmeno le persone più fredde, quelle più generalmente tranquille e ricche, unita a quella di queste figure evanescenti che camminano sulla scena, quella di Margaret Storm Jameson è la più grande e straordinaria prova di letteratura della poetica inglese che si fece strada con vigore e intensità sull'asfalto polveroso di una terra così traboccante di interesse. 
Company Parade ha infatti una voce tutta sua e la sua forza risiede nella straordinaria efficacia di richiamare il passato in un contesto storico attualissimo, modernissimo in cui l'ambiente circostante riflette il senso morale dei protagonisti, il loro stato d'animo o il loro stare nel mondo. Avanzando nei cuori di chi legge, attraverso conturbamenti morali e sorprese a ogni mossa, getta una certa inquietudine fra masse di carni instabili e maldestre, entità create altrove, moralisti, socialisti pronti a combattere per contrastare qualunque avversità, dominati da un forte senso di inadeguatezza e disagio. Viaggiatori di carte e parole imprigionati in pozzo scudi da cui non se ne scorge la luce, imponenti, solitari e assertivi dominati da qualcosa forse più forte di loro stessi. 
Fra provocazioni di crisi d'angoscia, esplosioni di odio e perfidia, brutali incomprensioni, quello della Storm è un magnifico manifesto sociale e culturale dipinto con gli stessi colori dell'inferno, in un montaggio di scene attraverso le quali conosciamo i diversi punti di vista dei personaggi. In una sequela di situazioni in cui la scrittura è il punto focale dentro al quale si muovono le cose, si riversano elementi o forme di innumerevole ribellione che esprimono condizioni di disagio e di apprensione. Brevi e repentini, netti e incisivi, che, come uno scrittore allestisce con le parole i burattini del suo teatro letterario, da una parte muove i fili legando gli interessi individuali, nell'altra gruppi di anime attorniate nel palcoscenico artificiale della vita che combattono ognuno per un bisogno personale: un figlio lasciato alle amorevoli cure di un estraneo, una casa di campagna abbandonata a data da destinarsi. Il tutto con un forte lutto interiore, ribellioni famigliari, ambiziosi e contorti che come vecchie ruggini si ignorano completamente. 
Come la Nemirowski, la Jameson fu una coraggiosa combattente che, in questa splendida opera, promulga importanti temi quale: la mancanza di essere liberi, il distacco dalla massa, lo spirito comunitario e rivoluzionario. In un paesaggio di tranquilla apocalisse, popolato anche se apparentemente disabitato, attirando involontariamente per la forza, la semplicità con cui descrive la guerra mediante l'atto dello scrivere come conseguenza di riversare quello che ci scombussola nel nostro animo. La sconfitta o la pace attuale, estremamente effimera ed illusoria, dettata dai socialisti a compiere certe azioni come un attonito stupore di quello che si prova dopo un brutto sogno. E il suo forte bisogno di comprendere il prossimo. 
L'eco di ogni singola parola ha attirato la mia attenzione proprio perché sollecita, e la sua operosità procede con lo scandirsi dell’orologio della vita. Questo Company Parade a cui fa riferimento il titolo ci parla di anime vagabonde che assistono allo spettacolo ripugnante della guerra, ma che, grazie alla scrittura, umanamente divengono più forti. Poiché oppressi dalla volgarità e dalla banalità del mondo circostante, impazienti di fuggire, infelici, dominati da moti di freddezza e ripugnanza. 
Un toccante viaggio nella Londra dei primi anni 20 è quella narrata in queste pagine. La sua autrice non nasconde un forte attaccamento nei riguardi dei suoi figli di penna, sorvolando nei tetti di borghi umidi e maleodoranti, a bordo di una vettura diretta in un Paradiso mancato. Una zona dimenticata persino da Dio, illesa da simili torture. Quel genere di storia che ho ascoltato con un certo fascino, ammaliamento, perturbamento, constatando quanto ci sia di magnifico e allo stesso tempo terribile fra le sue pagine.
Valutazione d’inchiostro: 5

8 commenti: