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martedì, aprile 28, 2020

Gocce d'inchiostro: Persuasione - Jane Austen

Fatico ad ammettere con me stessa quanto Anne Eliot non sia stata esattamente quella gradevole compagnia cui confidavo. Il mio percorso nella poetica austeniana, prosegue, imperterrito, nella scoperta di storie, personaggi, amori, che mi hanno fatta sentire orgogliosa, lieta, estremamente soddisfatta di questa scelta presa, eppure con l'eroina moderna per eccellenza austeniana non ho instaurato quel magico legame che avrebbe potuto affermarsi. Spiccare, in mezzo a tutti gli altri. Unica certezza possibile, in un mare d'incertezze, che con la sua tenerezza, la sua bontà d'animo maturerà da una condizione di estrema inferiorità, compiendo un percorso a ritroso che faccia comprendere se stessi e il mondo circostante. Corollario di personaggi dalle mille sfaccettature, che non hanno alcun segreto, alcuna paura di mostrarsi persino disumani, che in altri romanzi sarebbero sembrati assurdi.
Eppure, non avrei potuto scoprire cosa rivelano questa pagine se Anne non avesse parlato, dato che lei di sicuro già sapeva che non avrebbe avuto bisogno di alcuna figura maschile pur di lasciare un segno nella memoria, nell'immaginazione, nelle idee, affinché quel tipo di felicità da così tanto tempo rincorsa avrà suo sfogo. 
Titolo: Persuasione
Autore: Jane Austen
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 10 €
N°di pagine: 336
Trama: Al centro della vicenda Sir Walter Eliot, uomo orgoglioso e pieno di se, e le sue tre figlie, Elizabeth, Anne e Mary. Rimasto vedovo assai presto, Sir Walter affida la giovane figlia Anne alla sua tutrice perché ne curi l'educazione. Ma, innamoratasi di un giovane ufficiale di marina, su sollecitazione della sua mentore che ne sottolinea di continuo la mancanza di mezzi Anne rompe il fidanzamento. Otto anni dopo però lo rincontra. Amaramente pentitasi del passo compiuto a suo tempo, decide quindi di giocarsi ogni possibilità. Anne diventa così sempre più consapevole dei propri desideri.

La recensione:

<< Non esistono difetti fisici che la piacevolezza dei modi non possa a poco rendere accettabile. >>

L'amore, il sentimento, l'importanza dell'emozioni si trovano sempre con facilità fra le pagine dei romanzi di Jane Austen, ma Persuasione disgraziatamente si discosta in parte da questa visione. Dopo quattro romanzi inizio a scovare con facilità cose che non espugnano o, al contrario, egregiamente, questo concetto e cedo alle crisi dell’insoddisfazione. Poi comincio a sentirmi in colpa, sciocca e stupida a giudicare con così dovizia di pregiudizi un romanzo moderno e per eccellenza come questo, e questo spiacevole effetto lo riscontro quando l'anima della storia in sé non coincide con la mia, perché anche se non incomprensibile, scovato nel momento di sua più grande vulnerabilità, comportandosi allo stesso modo di quei romanzi che mi hanno colpita dritto al cuore, preferendo beccare una certa insoddisfazione anziché una vera e propria delusione. 
Infatti, la storia della dolce e tenera Anne, è una storia apparentemente commediografica nel quale il tedio, che segna un periodo di transizione da un arco temporale ad un altro, in un mondo famigliare ma non più fresco come una volta, traspare un certo disinteresse della stessa autrice, quasi privo di umorismo, nell'osservare in disparte il mondo circostante anziché d'impatto. E tale ragione è facilmente rintracciabile nel concetto che l’autrice riservó al concetto di tempo, a quella libertà utile a riconoscere e seguire la propria inclinazione senza alcuna tentazione, non necessariamente affiancati da una figura maschile ma da un forte bisogno di autoaffermazione che il piacere stesso della scrittura è radicato nel trasmettere un messaggio. Persuasione infatti è quella landa arida, deserta vergata di uno stile impreciso, affannoso, ritmico che oscurano il pensiero della Austen, con un linguaggio non sempre decifrabile ma secco per integrare con i personaggi. Gesti impulsivi, affannosi, poco ponderati che bruciano sulla nostra coscienza senza alcun biasimo o remora a vendere l'anima in cambio di qualche momento di felicità. Anne era molto carina, dolce, ma il suo essere non ha riposato nel mio animo. 
Sempre austeniana, Anne è di gran lunga, assieme a Emma, la più vicina all'autrice che la sua penna concepì, specialmente in un momento fondamentale della sua vita mentre il lettore la vede crescere emotivamente, spiritualmente, da un incontro a un altro, da un uomo a un altro, non che non adempiesse al suo ruolo di eroina ma fin troppo 'gentile' da lasciarsi andare. Commettere qualche errore, lasciarsi persuadere quando meno se lo sarebbe aspettata, a volte perfino dinanzi alla sua famiglia, e il brutto di questi momenti è stato che non mi hanno procurato molte emozioni. A parte il fatto che fosse la terza figlia di un aristocratica famiglia, di Anne non sapremo molto, se non che aspira a rincorrere una mera illusione di felicità in un momento di transizione dalla vita adulta a quella matura. Ignaro delle motivazioni che si celano dietro al suo comportamento, il lettore osserva questa figura di carta comprendendo il suo comportamento anziché le sue emozioni, e tale concetto non mi ha appagato completamente né talmente nel profondo che questa lettura vieta l'idea di memorabile, che poi sottolinea e riempie il cuore di concretezza e aspirazioni che la discostano dalle altre eroine, forti e coraggiose, che nel contrastare i loro altereghi scoprono se stesse. L'originalità di questa figura, infatti, è dovuta dal suo essere estremamente libera, scevra da qualunque figura poteva al tempo condizionare la sua condizione sociale o economica, ma il suo arrischiarsi dinanzi all'età matura con la consapevolezza di un antieroe. 
Personalmente, avrei voluto la Austen affibbiasse ad Anne più resistenza, maggiore volontà nell'inseguire i suoi sogni non respingendo niente che la facesse distogliere da distrazioni, consentendo così a chi l'avrebbe compresa, avrebbe potuto leggere il suo cuore di penetrare nel tempio nascosto della sua femminilità. Ma con Anne non succederà nulla del genere, eccetto che alla fine ricoprirà se stessa. Osservando il mondo con altri occhi, desideri che si erano capovolti ora ripristinati, svaniti nel nulla, nell'oblio, desiderati con ardore. 
Non ho compreso a fondo Anne, divisa in due dalla voglia di sentirsi diversa, incondizionata, nell'esercitare una certa posizione sociale, la cui anima ha però alla fine brillato, dopo un certo processo letterario, che non spicca di certo per stile né per tematiche, quasi la Austen non avesse prestato attenzione a ciò che ha scritto. Un piccolo affresco della produzione austeniana che non ha conquistato il mio cuore, si è stabilito altrove, giusto qualche chilometro distante dagli altri fratelli di carta, che ha fatto la sua apparizione sul finire del mese di aprile, accompagnato da eventi e situazioni turbolenti, dove ammetto non ho mostrato alcun segno di ostilità, alcun impulso violento del tutto fuori luogo circostante, che ha contribuito ad solidificarsi in qualcosa di sfacciato, stilisticamente parlando, umile ma dotato di poco vigore che mi ha impedito di perdere la testa come con tutti gli altri. 
Valutazione d’inchiostro: 3+

10 commenti:

  1. Ciao Gresi, non ho letto questo romanzo della Austen, mi spiace leggere che non ti ha convinto appieno... personalmente, tra quelli che ho letto, il mio preferito è "Orgoglio e pregiudizio" :-)

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    1. Ciao, Ariel! Io ho voluto leggerli tutti, perlomeno quelli che ho, e questo mi è piaciuto un pó meno a dispetto degli altri. Nonostante tutto però una bella lettura. La Austen è sempre la Austen ☺️☺️

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  2. Non ho letto questo romanzo, preziosa la tua review come sempre!

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  3. Eppure dicono sia l'unico che potrebbe piacermi della Austen... Indecisione cosmica!

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  4. Della Austen ho letto "Ragione e Sentimento" e "Orgoglio e Pregiudizio" (che ho preferito).. i classiconi insomma! Ora attendo di leggere "Persuasione", che mi ha incuriosita dopo aver visto "La casa sul lago del tempo", dove viene citato più volte. Ti farò sapere a fine lettura :)

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