A volte commetto l’errore di sopravvalutare la fiducia che certi
autori, certi romanzi mi ripongono. Il gran ruggito dell’io che promana dall’anima
di spiriti inquieti, solitari, spesso disumani e crudeli sembrano escludere
ogni caduta nel dubbio o nell’incertezza, ma come nella vita di tutti i giorni
anche con i romanzi capitano di << vivere >> momenti inattesi,
momenti di pura sorpresa, cupa introspezione, e siccome capitano di rado, mi
colgono quasi sempre alla sprovvista. Dubbi esistenziali, perlopiù, che
mostrano quasi sempre le mie idee, i miei pensieri, mostrano le mie attitudini,
specialmente i sentimenti o l’emozioni che ripongo alle sue pagine. Sarebbe valsa la
pena << combattere >> per qualcosa che non cambierà mai, se
giudicare un romanzo nel miglior modo possibile avrebbe migliorato o peggiorato
le cose? Con L’amico fedele, primo romanzo di un autrice conosciutissima invece
in America, è accaduto esattamente quello che non mi aspettavo, sebbene quelli
ritratti non sono stato altro che torture senza posa di un anima troppo
fragile, solitaria e inquieta nel quale non ho potuto non sentirmi coinvolta. Impossibile
sebbene il comportamento di Karen sia stato a dir poco riprovevole, ma
adeguandomi a una visione distorta e personale della letteratura come vocazione
racchiusa in storie, piccoli tasselli di grandi e piccole ingiustizie che
pretendono il diritto di essere ascoltate.
Titolo: L’amico fedele
Autore: Sigrid Nunez
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17, 60 €
N° di pagine: 220
Trama: C’è un'unica persona a cui potrebbe chiedere: il suo amico
più caro. Ma, ora, non può più farlo. È passato tanto tempo da quando si sono
conosciuti, lui, professore di un corso di scrittura, e lei, la sua studentessa
più promettente. Quelle lezioni le hanno aperto un mondo fatto di libri. Le hanno
insegnato che nessuna pagina scritta è mai sprecata, perché anche se viene
gettata via, l’autore impara qualcosa. Le hanno infiammato il sogno di fare
della letteratura la ragione della sua esistenza. Da quelle ore nelle aule dell’università
sono diventati inseparabili. Un’amicizia che si è nutrita del sapere, del
ragionamento, della poesia. È a questo che Karen si appiglia mentre accoglie l’eredità
inaspettata che le ha lasciato: un simpatico e ingombrante alano. Forse dietro
quel regalo si nasconde qualcosa. Perché il tempo passa e la natura di quello
che la legava al suo amico assume forme diverse, sopite, mai confessate. Chissà
se con davanti la pagina bianca è arrivato il momento di dare vita a quel
romanzo che non ha mai avuto il coraggio di scrivere.
La recensione:
Parliamo dei morti per
ricordarli, per mantenerli vivi nell’unico modo che ci è possibile. Però ho
scoperto che più la gente racconta di te, più tu sembri scivolare via, più
diventi somigliante a un ologramma.
L’anima, quale anima? Quella del romanzo, ovviamente.
Quella de L’amico fedele
è racchiusa in un guazzabuglio di esperienze, raccolte di memorie che esplicano
certi concetti pur di non perderli nel tempo, farli sprofondare nell’oblio. Sulla
quarta di copertina, la trama riportava la sinossi di qualcosa che non avevo
ancora visto e che ha funto da espediente per comprendere appieno il romanzo. Perché
quello ritratto in L’amico fedele non
è tanto quel concetto che un lettore sano di mente si aspetterebbe di scovare da
una storia atipica, astrusa, interiorizzata come questa, ma tanto quanto dal
fatto che nel momento in cui lo si legge si ha la sensazione di essere stati
rimossi dal mondo, e poi di farne parte. Osservando il tutto come spettatori di
un mondo in cui il lutto, la perdita per una persona cara è interiorizzata ai
limiti dell’eccesso, isolato in una bolla invisibile di tenebre e oscurità che
ci induce a restare intrappolati in una spirale di pensieri, sprazzi di vita che
ci inseguono, divagano, rincorrono.
È stato così che la lettura di un romanzo apparentemente insulso, insipido
mi ha donato quelle giuste soddisfazioni utili per giudicare L’amico fedele come una lettura non
propriamente bellissima ma nemmeno pessima. La soddisfazione di una lettura in
una sola seduta, i cui tiepidi miglioramenti filosofici e letterari dopo un
approccio per nulla facile mi condussero dinanzi alla soglia di un sentimento
burrascoso, trascinante, disarmante, negativo, nocivo, in cui non vi sono
personaggi veri e propri ma conversazioni interiorizzate, sprazzi di pensieri
rivolte a qualcuno in particolare, hanno reso il tono confidenziale più
drammatico di quel che credevo, la scrittura una forma confidenziale che non ha
però una vera e propria forma. Il suo
idioma si era del tutto atrofizzato. Tanti autori spesso colgono il richiamo
della vocazione letteraria come espediente per dare voce a chi non ha voce, con
un corredo di nozioni che scorrono sotto le nostre dita come sabbia fine, la
testa sfornava continuamente pensieri aspri, osceni, trasformando per esempio la
banale figura di un cane come omonimo mezzo d’espressione o esplicazione di
pensieri o emozioni.
La letteratura però è stato uno dei capisaldi dell’intero romanzo.
L’amico fedele, infatti, lo ricorderò
positivamente non tanto quanto per il suo contenuto, tanto quanto per i suoi
pensieri fissi riguardanti la letteratura. Insieme ad un ampia, drammatica
visione nell’osservare ciò che ci circonda, e metabolizzarla con parsimonia ed
attenzione. Ricordando così uomini o donne del presente e del passato, l’isolamento
di restare aggrappati a qualcosa che si riduce al niente, a una specie di
solitudine affannosa.
Una patina di insoddisfazione, tristezza, dispiacere, ha graffiato
il mio corpo. Il corpo che sa come talvolta sa essere sottile come un velo. In L’amico fedele è innegabile come abbia
avvertito una certa malinconia. Non proprio concerne alla tipica tristezza
shakesperiana, bensì qualcosa di piuttosto affine. Una certa drammaticità che
nel corso della lettura ha sedimentato nel mio animo. Per me piuttosto
comprensibile, fidata compagna di viaggio di un tempo. I libri, così come la
scrittura, hanno sempre funto come espediente per combattere gli assalti
esterni. Ed ecco da dove arriva questo mio strambo interesse per il romanzo
della Nunez, le sconosciute motivazioni per cui mi hanno indotta a lasciarvi un
segno del mio passaggio, o, nel finale, l’emissione di una tacita
rassegnazione! Com’è assurda la vita. Com’è stato strano il mio incontro con Sigrid
Nunez e la sua figlia d’inchiostro, spuntata dal nulla un banalissimo giorno di
metà maggio, senza un ma né un perché, cornice di una melodia che non ha
effettivamente una sua collocazione, seppur il romanzo si premura a tenerci
ancorate a quelle note che rivelano una parte fragile e precaria della sua
anima.
Ostinata e curiosa, ho colto nozioni importanti che come un canto
indistinto e privo di significato, con ansie e preoccupazioni smorzate da una
realtà piuttosto lontana ma vicina, in un momento di quiete spirituale si sono
levate al di sopra dei miei pensieri. Non producendo quella meravigliosa
melodia cui avevo confidato, ma una storia che è una pozzanghera umana in cui
sono riversati i pensieri di una donna in cui può riconoscersi chiunque, dietro
a semplici e pure pagine di diario si nascondono la vita, il cuore pulsante di
una ragazza privo di vivacità e musicalità. Non una ragazza che in poche pagine
è diventata << amica >>, bensì la voce di uno spettro dalle tonalità
discordanti, atonali.
Un romanzo in cui il silenzio, la solitudine, la compassione, il
dramma, l’amore per le belle arti sono categorici. Inzuppati di perle di
saggezza, filosofiche che hanno una loro collocazione fissa e nel quale l’intento
di rincorrere una felicità vana, illusoria, inconsistenete, è davvero
impossibile.
Ciò che manca, ciò che perdiamo e
di cui piangiamo la perdita, non è ciò che, in profondità, ci rende quello che
siamo veramente? Per non parlare di ciò che volevamo dalla vita e non abbiamo
mai avuto.
Valutazione d’inchiostro: 3 e
mezzo
Con i romanzi Garzanti ho un problema. Potrei fare a meno anche di questo...
RispondiEliminaA questo romanzo, però, io gli darei una possibilità 😉
EliminaTeşekkürler bu güzel inceleme için Gresi 😊
RispondiElimina☺️♥️
EliminaNon conosco; ottima recensione comunque
RispondiEliminaSpero allora lo leggerai ☺️☺️
EliminaBellissimo blog complimenti! Ti seguo♡
RispondiEliminaGrazie mille ☺️☺️♥️
EliminaNon lo conoscevo, mi trasmette una sensazione strana questa trama. Non riesco benissimo ad inquadrarla ma d'altra parte mi ispira :)
RispondiEliminaNon è una lettura semplice, ma se ti incuriosisce non te la sconsiglio ☺️☺️
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