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mercoledì, agosto 28, 2024

Gocce d'inchiostro: Il giardino segreto - Frances H Burnett

Il romanzo per bambini più letto negli ultimi tempi era stato relegato sullo scaffale di una libreria fin troppo capiente, non riuscendo però a dedicargli il giusto tempo che ad altre letture impellenti ed urgenti. Romanzi vittoriani, classici, romanzi d’epoca, è talmente bellissimo tutto questo, talmente attinente ai miei gusti, ai posti che mi piacerebbe più vedere, da riuscire a renderlo inimmaginabile. Per forza. Vederne i volti, udire le loro voci, apprendere che si sia trattato nient’altro che un opera per bambini proiettata effettivamente sul nulla, ma il cui grido rivoluzionario rimbomba ancora nelle mie orecchie è stato qualcosa di eccellentemente imprevedibile. Eccellentemente impresso nella mia mente, ma scevro di quelle emozioni, quelle sensazioni, quei moti impetuosi ma perpetui del cuore offuscassero ogni cosa. Piuttosto concentrata nella condizione di solitudine, ansia, paura, alienazione che attanaglia la piccola Mary, che con minuzia, raffinatezza, garbo appartennero ad una vita che non c’è più, una di una donna che fu la perfetta raffigurazione della matrona vittoriana, che ho conosciuto mediante questa lettura e di cui ignoravo la sua esistenza, che mi seguì con nient’altro che carta e inchiostro, immobilizzati sulla soglia di un posto splendido e illusionario in cui tornerò quando pare e mi piace!



Titolo: Il giardino segreto
Autore: Frances H Burnett
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 280
Trama: Apparso a puntate nel 1909, fin da subito << Il giardino segreto >> incontrò uno straordinario successo, poi rinvigorito dai giovani fanti di lingua inglese durante la Prima guerra mondiale, che ne fecero uno dei loro libri preferiti in assoluto. Al centro della storia, la vicenda di una bambina orfana, Mary, affidata a uno zio indaffarato e sempre lontano da casa. La prima reazione della bambina, appena arrivata nella villa dello zio, è di rifiuto. Nulla le piace. È scontrosa, capricciosa, scontenta. Ma a poco a poco, grazie ai suggerimenti di Martha, una giovane cameriera di origine contadina, la bambina scopre la bellezza dei luoghi intorno alla casa, si avvicina alla natura e si addolcisce. Ed è sempre Martha a raccontarle una storia che come un dardo colpisce la sua immaginazione: esisteva un tempo un giardino, dove l’adorata moglie dello zio amava stare e che per una tragica fatalità – cadendo dall’altalena – è diventato anche luogo della sua morte.

La recensione:
La piccola Mary ha aspettato per tutta la vita, rintanata fra sogni, false speranze e rimorsi, nel grembo freddo e distaccato di genitori severi e scostanti. Non avrebbe mai immaginato che al peggio non c’è mai fine: la sua bella e fatiscente casa, i suoi genitori, i suoi libri, le intercettazioni spontanee con la natura, cessarono nel giro di un battito di ciglia. Mary, oramai, può dire di essere completamente sola. Sola al mondo. Congelata come una minestra fredda e stantia, che rievoca ricordi, apre ferite dell’anima non ancora marginate che rivelano tuttavia una certa predisposizione per cosa e chi la circonda. L’esperienze dolorose e traumatiche che visse l’autrice sulla sua pelle, l’abbandono, la solitudine, il rimorso, l’egoismo, i vizi le diedero l’idea che la vita è quel filo lungo che da un momento all’altro potrebbe accorciarsi, e quando si accorcia in uno o due attimi, tartagliano maggiormente. Nessuno come l’autrice avrebbe potuto capire come si sarà sentita. Lei che è sfuggita a chiunque, a qualunque cosa, il cui interesse per la letteratura fu puro e spontaneo. Ogni cosa, allora, lo era.
Trame apparentemente dilattanteschi si ritrovano in vicende di vita quotidiane, talvolta monotone talvolta appassite dai miasmi del tempo, che l’autrice identificò come principale oggetto di studio, veterani dimostrazioni contro i sopprussi, le maldicenze, gli obblighi, le persecuzioni: figure di spessore, che dalla sua camera privata l’autrice mise insieme i pezzi di una lettura semplice ma a mio avviso non indimenticabile. È stata lei che ha dato vita al romanzo fanciullesco, a numerosi romanzi per ragazzi a dire il vero, che hanno confermato il suo talento, hanno dato credito al rapporto fra uomo e natura secondo cui la stessa agiva da arma che da semplice congegno cognitivo.
Si legge Il giardino segreto scomparendo fra le fronde di alberi giganteschi e maestosi. Seguiamo le vicende della piccola Mary rivolgendoci enfaticamente servendosi di chi legge come di un ritrovo in cui accogliere viandanti, qualunque passante che possa condividere un certo dolore, una certa inquietudine. Sebbene il romanzo non pretende di essere capito, piuttosto sapere come ci si sente quando si resta soli, e non vogliamo nient’altro che essere lasciati soli, disperatamente incompresi.
Tali parole, sebbene adoperate in maniera diversa, mi hanno fatto sparire. Mi hanno indotta a << dialogare >> con la sua autrice, e osservando come la piccola Mary si fosse battuta in filippiche in cui denunciava l’egoismo del prossimo e la vita borghese, quella dei campi o dei lavoratori, ho identificato  come la ragione prevalga spesso e non poche volte sul sentimento. Bisognerebbe dare voce  a chi non ebbe mai avuto voce, specialmente a coloro che non poterono esercitare alcun controllo economico e politico.
Romanzi come quelli della Brunett fanno parte di quella tipologia di libri che io considero come i miei preferiti. Io e i loro autori ci incontriamo / scontriamo una manciata di anni prima, riconosco il merito di ciò che mi trasmettono le loro pagine, non tanto per il loro valore materiale quanto per il essere ricordati come preziosi, rappresentazioni di qualcosa in cui l’anima canta. Prende letteralmente vita. È così che serbo poi il ricordo di queste esperienze come reliquie sacre, la cui bellezza elargita mediante un intreccio di fili d’oro che ne decorano una trama armoniosa e semplice, coloro che si nascondono dietro i loro personaggi mi hanno sempre rasserennato.
E da qui la ragione per cui amo i classici, i romanzi di letteratura vittoriana che ogni tanto mi lascia contagiare dalla malinconia, raccogliere tutta la passione insita nel mio animo per poter fagocitare storie come queste. Condotta lungo le strade maleodoranti di una Londra tetra e scricchiolanti, che ha avuto la parvenza si trattasse di essere un fiume di rumori liquidi, che lentamente si sono riversati addosso. Qui mi si sono presentate delle cose bellissime: la casa, un giardino di una splendida tenuta, personaggi che hanno vissuto e respirato assieme a me. Una penna mossa da una mano invisibile che traccia un segno indelebile: una luce che divampa nella notte, il mondo di carta in cui amo viverci perfetto e tangibile.
Una miscela disomogenea di colori che convergono in un unico quadro, un pasto lauco per un lettore avido di storie ma non soddisfacente del tutto, una pace interiore perfettamente rimodellata e costruita come una corazza, abilmente realizzata mediante un momento di perpetua follia.
Il giardino segreto è un opera solennemente letteraria che evidenzia come la bellezza talvolta può essere colei che lega qualcosa di forte, tangibile, indelebile che ha funto da filo conduttore fra me e questo mondo, che però non fa trattenere il fiato come credevo ne richiama la narrativa romantica vittoriana a cui sono abituata, che è arrivato in sordina, mi ha reso partecipe di una vicenda dolce in un mare di ricordi che fluttuano nel tempo sempre più remoto.

Valutazione d’inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Ciao Gresi, ho letto questo romanzo da ragazzina, ma prima avevo visto la serie animata e il film, che trasmettono sempre a ridosso delle feste natalizie! Una lettura davvero piacevole e delicata :-)

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  2. Ciao Gresi!
    Questi libro l'avevo incominciato tante volte da piccolina in un'edizione illustrata meravigliosa, ma avendo visto il film e conoscendo il finale all'epoca lo abbandonavo sempre. L'ho letto e completato un paio di anni fa e mi è piaciuto, seppur ad essere onesta mi aspettassi qualcosina di più.
    Tuttavia, la storia del giardino ha un non so che di magico che mi cattura sempre.

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    1. Vero. Ed infatti la mia valutazione è stata assegnata con le medesime stelline proprio perché il giardino mi ha affascinata molto, ma un pó meno la storia della piccola Mary ☺️☺️

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