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sabato, luglio 11, 2020

Gocce d'inchiostro: Cuore - Edmondo De Amicis

Certe letture sono necessarie, non perché pongono temi, scelte, situazioni, elementi letterari che dovrebbero far riflettere - l’amore per la patria, per la famiglia, l’istruzione, la cultura, le guerre, i disordini politici e sociali -, semplicemente perché certe letture consolidano la nostra identità. Le letture che mi hanno accompagnato in questo periodo non mi hanno conferito delusioni o perplessità, poiché consapevoli come nella maggior parte dei casi che riesco a comprendere i motivi per cui attingo a certe scelte. Autori che silenziosamente reclamano la loro attenzione da tanto tempo, la stabilità e l’interesse riservate a pagine che sono reduci di salti temporali che inebetiscono, sbalordiscono, ammaliano, che ti saltano alla gola e anelano ad avere ancor di più. I romanzi letti, questo romanzo che ho letto, come piccole e invisibili creature si sono annidate nel mio cerchio personale con la consapevolezza che tantissimi anni fa si fece leggere, addossandosi malauguramente la nozione di lacuna letteraria da colmare meglio in un tempo futuro. E per svariate ragioni, ho colmato la lacuna letteraria del romanzo di Edmondo De Amicis consapevole che questo fosse il momento giusto. Vocazione che mi ha letteralmente invaso, un pomeriggio di fine giugno, dissoluto e apparentemente indifeso ma ossessionato dal voler riporre l’amore per la patria, la famiglia, l’istruzione come capacità di resistere. Senza farsi intimidire, dal secolo rigoglioso, bellico che l’Italia visse in quel lasso di tempo, mentre minima è stata la sua presa nella vita, nella mia, che tuttavia non si è mostrata insoddisfatta, nemmeno per un istante, di questa lettura.
 Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 424
Trama: “Lo schietto amor patrio vibra in quasi ogni pagina e l’amore per gli umili, per gli infelici, per coloro che sono stati diseredati dalla società o dalla natura. Nell’Italia che dopo la passione del Risorgimento viveva una vita grigia e borghese, Cuore portò una fiamma di sentimento, un’ala di poesia, un grido di speranza verso mete più alte e luminose”.

La recensione:
Quando ci si imbatte fra le pagine di un romanzo famigliare si pensa a quanto tempo è durato la sua procrastinazione, gli affetti, l’ambito scolastico, la fuga ad una realtà oppressiva, stagnante ma drammatica, gli uomini, i contadini, i posti di lavoro, le svariate similitudini con la letteratura classica. E disgraziatamente è vero. È vero perché se, Cuore l’avessi letto nell’età adulta mentre passato e presente si fondevano in un unico sistema e raccolsero gli avanzi di un epoca che non è più la nostra, penso che non sarebbe stato utile niente di ciò. I miei dubbi, le mie perplessità sono innumerevoli quando mi approccio ad un romanzo, ad una lettura. Ci penso parecchio a chi desidero legarmi, evidenzio i motivi per cui vi ci risiedo, e anziché concedermi possibilità di accettazione penso al vano tentativo che mi vide impelagata quando ero ragazzina. Cuore aveva gironzolato nel mio cerchio personale tra i tredici e i quattordici anni, la lettura cui mi ero approcciata con curiosità, quasi con tedio, mi aveva indotto a relegare il romanzo in una stanza spoglia della mia coscienza decidendo caparbiamente di aspettare il momento della sua chiamata.
All’età di quasi ventotto anni, questo romanzo scivolò nelle stanze della mia coscienza perché cominciai a nutrire un certo fascino per un autore che tanto tempo fa non avevo compreso. Mirando però ad interessi più oggettivi che sentimentali, dove la voce della mia coscienza fu messa in attesa e fatta uscire esclusivamente quando ne fu necessario. Non potevo liberarla perché ero consapevole che avrebbe prevalso su ogni cosa, incapace di adattarsi a qualcosa che non rientra nel mio posto ideale. La voce di questa coscienza mi ha fatto comprendere come Cuore è un romanzo che mi ha ricordato la mia infanzia, il mio essere studentessa, ingenua, volenterosa e curiosa, che ha avuto una melodia tutta sua, non come tanti altri, ma quasi originale, eccentrica, che tuttavia esplica le condizione sociali/ politiche italiane dei primi anni del 900. Non propriamente libera, certa, ma rigogliosa, forte, quella patria perfetta che data la situazione narrata è stato teatro di azioni, eventi, situazioni che racchiuse nel suo grembo storie di gente umile, lavotatori, donne, bambini che non riescono tuttavia a vivere in libertà. Ci sono diversi momenti in cui ho visto ciò. Creature che sembravano più funnamboli manovrate da un abile prestigiatore che andava a bussare nelle case degli italiani con gridi laceranti di prostrazione, umiltà attraverso il quale ho imparato a conoscere e vedere ogni cosa. Il loro stare fra tutti. Il guardarsi attorno, e giudicare con i propri occhi, le proprie capacità. Come affrontano il tutto, consapevoli di essere prostrati da qualcosa o qualcuno più forte di loro.
Cuore è quel romanzo per ragazzi – ma a mio avviso anche per adulti -, che ho sentito e accolto tardi, dalla straordinaria veridicità ma rigido come se camminasse sopra un trampolino. Bello, ma non eccezionale che è un grido repentino, roco, che non si è confuso con quello degli altri. Ma ricco di lucentezza e ombrosità, di sfumature che hanno un loro significato, che come un corvo si è librato nell’aria, avendo una sua meta precisa.

Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo

4 commenti:

  1. Non sono mai riuscita a leggerlo; grazie della recensione

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  2. Ciao Gresi, ho letto questo romanzo durante il mio percorso di studi: non male, ma troppo melenso a mio parere...

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