Certe letture sono necessarie,
non perché pongono temi, scelte, situazioni, elementi letterari che dovrebbero
far riflettere - l’amore per la patria, per la famiglia, l’istruzione, la
cultura, le guerre, i disordini politici e sociali -, semplicemente perché certe
letture consolidano la nostra identità. Le letture che mi hanno accompagnato
in questo periodo non mi hanno conferito delusioni o perplessità, poiché consapevoli
come nella maggior parte dei casi che riesco a comprendere i motivi per cui
attingo a certe scelte. Autori che silenziosamente reclamano la loro attenzione
da tanto tempo, la stabilità e l’interesse riservate a pagine che sono reduci
di salti temporali che inebetiscono, sbalordiscono, ammaliano, che ti saltano
alla gola e anelano ad avere ancor di più. I romanzi letti, questo romanzo che
ho letto, come piccole e invisibili creature si sono annidate nel mio cerchio
personale con la consapevolezza che tantissimi anni fa si fece leggere,
addossandosi malauguramente la nozione di lacuna letteraria da colmare meglio
in un tempo futuro. E per svariate ragioni, ho colmato la lacuna letteraria del
romanzo di Edmondo De Amicis consapevole che questo fosse il momento giusto. Vocazione
che mi ha letteralmente invaso, un pomeriggio di fine giugno, dissoluto e
apparentemente indifeso ma ossessionato dal voler riporre l’amore per la
patria, la famiglia, l’istruzione come capacità di resistere. Senza farsi
intimidire, dal secolo rigoglioso, bellico che l’Italia visse in quel lasso di
tempo, mentre minima è stata la sua presa nella vita, nella mia, che tuttavia
non si è mostrata insoddisfatta, nemmeno per un istante, di questa lettura.
Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 424
Trama: “Lo schietto amor patrio
vibra in quasi ogni pagina e l’amore per gli umili, per gli infelici, per
coloro che sono stati diseredati dalla società o dalla natura. Nell’Italia che
dopo la passione del Risorgimento viveva una vita grigia e borghese, Cuore
portò una fiamma di sentimento, un’ala di poesia, un grido di speranza verso
mete più alte e luminose”.
La recensione:
Quando ci si imbatte fra le
pagine di un romanzo famigliare si pensa a quanto tempo è durato la sua
procrastinazione, gli affetti, l’ambito scolastico, la fuga ad una realtà
oppressiva, stagnante ma drammatica, gli uomini, i contadini, i posti di
lavoro, le svariate similitudini con la letteratura classica. E
disgraziatamente è vero. È vero perché se, Cuore l’avessi letto nell’età adulta
mentre passato e presente si fondevano in un unico sistema e raccolsero gli
avanzi di un epoca che non è più la nostra, penso che non sarebbe stato utile
niente di ciò. I miei dubbi, le mie perplessità sono innumerevoli quando mi
approccio ad un romanzo, ad una lettura. Ci penso parecchio a chi desidero
legarmi, evidenzio i motivi per cui vi ci risiedo, e anziché concedermi
possibilità di accettazione penso al vano tentativo che mi vide impelagata
quando ero ragazzina. Cuore aveva gironzolato nel mio cerchio personale tra i
tredici e i quattordici anni, la lettura cui mi ero approcciata con curiosità,
quasi con tedio, mi aveva indotto a relegare il romanzo in una stanza spoglia
della mia coscienza decidendo caparbiamente di aspettare il momento della sua
chiamata.
All’età di quasi ventotto anni,
questo romanzo scivolò nelle stanze della mia coscienza perché cominciai a
nutrire un certo fascino per un autore che tanto tempo fa non avevo compreso.
Mirando però ad interessi più oggettivi che sentimentali, dove la voce della
mia coscienza fu messa in attesa e fatta uscire esclusivamente quando ne fu
necessario. Non potevo liberarla perché ero consapevole che avrebbe prevalso su
ogni cosa, incapace di adattarsi a qualcosa che non rientra nel mio posto
ideale. La voce di questa coscienza mi ha fatto comprendere come Cuore è un
romanzo che mi ha ricordato la mia infanzia, il mio essere studentessa, ingenua,
volenterosa e curiosa, che ha avuto una melodia tutta sua, non come tanti
altri, ma quasi originale, eccentrica, che tuttavia esplica le condizione
sociali/ politiche italiane dei primi anni del 900. Non propriamente libera,
certa, ma rigogliosa, forte, quella patria perfetta che data la situazione
narrata è stato teatro di azioni, eventi, situazioni che racchiuse nel suo
grembo storie di gente umile, lavotatori, donne, bambini che non riescono
tuttavia a vivere in libertà. Ci sono diversi momenti in cui ho visto ciò.
Creature che sembravano più funnamboli manovrate da un abile prestigiatore che
andava a bussare nelle case degli italiani con gridi laceranti di prostrazione,
umiltà attraverso il quale ho imparato a conoscere e vedere ogni cosa. Il loro
stare fra tutti. Il guardarsi attorno, e giudicare con i propri occhi, le
proprie capacità. Come affrontano il tutto, consapevoli di essere prostrati da qualcosa
o qualcuno più forte di loro.
Cuore è quel romanzo per ragazzi
– ma a mio avviso anche per adulti -, che ho sentito e accolto tardi, dalla straordinaria
veridicità ma rigido come se camminasse sopra un trampolino. Bello, ma non eccezionale
che è un grido repentino, roco, che non si è confuso con quello degli altri. Ma
ricco di lucentezza e ombrosità, di sfumature che hanno un loro significato, che
come un corvo si è librato nell’aria, avendo una sua meta precisa.
Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo
Non sono mai riuscita a leggerlo; grazie della recensione
RispondiEliminaMolto carino ☺️☺️
EliminaCiao Gresi, ho letto questo romanzo durante il mio percorso di studi: non male, ma troppo melenso a mio parere...
RispondiEliminaPer me una lettura carina, ma niente di più ☺️☺️
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