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venerdì, agosto 14, 2020

Gocce d'inchiostro: Donne senza paura - Marta Breen. Jenny Jorddhal e La profezia dell'armadillo - Zerocalcare

Ispirata da un forte senso di condivisione, libera di voler spaziare fra un genere e un altro, ho deciso di approcciarmi alla lettura di queste due graphic novel senza mai sfiorare l’oggetto delle angosce o dei tormenti dei protagonisti. Che ci si sente traditi dagli uomini, specie se questi ostacolano la nostra sopravvivenza, il nostro modo di muoversi nel mondo, è come togliere la corazza ad un guerriero: ci si sente vuoti, come se mancasse qualcosa. Soli, quasi incompresi, dilaniati da un forte senso di rivalsa e rinuncia, che nella maggior parte delle volte li ha condotti dinanzi allo sconforto, all’autocommiserazione. Ma il bello, in tutto ciò, è che alla fine riemergono dalle tenebre. Perché sebbene diversissimi fra di loro, per epoca e temi trattati, questi due racconti hanno un carattere solido, meno tetro della media, e anche se in certi momenti si sia creduto che il mondo sia uno schifo, chi sono io per biasimarli?




Titolo: Donne senza paura. 150 anni di lotte per l’emancipazione femminile. Libertà, uguaglianza, sorellanza
Autori: Marta Breen; Jenny Jordhal
Casa editrice: Tre6o
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 119
Trama: Fino a 150 anni fa, le donne erano considerate un << oggetto >> da possedere, prima dal padre e poi dal marito. Loro, però, non possedevano niente, neppure i vestiti che indossavano. Non avevano nessun diritto sui figli. Era considerato inutile farle studiare. Non potevano testimoniare in tribunale perché considerate << mentalmente deboli >>. E, ovviamente, non potevano votare. Ma, alla fine dell’Ottocento, in America e Inghilterra, qualcosa cominciò a cambiare, grazie a un gruppo di donne disposte a rischiare addirittura la vita per affermare il diritto a esistere dalla parte femminile della società. Un movimento che, da allora, non si è più fermato e che mattone dopo mattone ha fatto cadere il muro dell’ingiustizia: dalla possibilità di lavorare autonomamente e di frequentare l’università al diritto di voto; dalle leggi sul divorzio alla diffusione degli anticoncezionali, ogni tappa è stata una vittoria della dignità femminile. E infatti oggi il muro è quasi abbattuto, eppure qualche mattone rimane ancora …

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La recensione:
A poco a poco, la trama di questo splendido volume si fece sempre più interessante. È il 1940, l’anno in cui le donne lottano per la realizzazione dei propri diritti, e il terzo Reich siede silente in mezzo a carcasse di ebrei. Dalla mia poltrona preferita, ho seguito il << movimento >> di figure in gonnella che segnarono l’ascesa dei diritti al voto, allo studio, al lavoro, ricordando il loro essere donne, combattenti che hanno una loro anima. Un assolato pomeriggio di inizio agosto decisi di fare una sortita fra diverse regioni europee, lasciandomi dietro la generale piattezza di tutti i giorni, china con la mia immancabile agenda, affascinata, sedotta, intrigata da qualcosa che questa volta mi è stato possibile “vedere”. Certamente non indimenticabile, ma piuttosto concreto nel ritrovare ciò che c’è stato. Strisciante, avvolgente, assaporando la sensazione di immergermi in un momento storico incancellabile. Ed in un certo senso così è stato. Ogni cosa è distinta da un'altra, ma affine all’idea di libertà riservata alla donna, che interamente separata e definita, era costretta fra le mura domestiche o a badare i figli. Perennemente calamitate dal dispotismo di mariti severi e pretenziosi, penso che ci sia voluto un certo coraggio per fare questo. Così, sole, di fronte  a gruppi di estranei, figure di un certo spessore, metà delle quali sicuramente le hanno volute morte, si sono ritrovate a criticare le maldicenze indotte per applaudire una causa più grande di loro: quasi impensabile, con una volata mozzafiato attraverso il quale ci si rende conto di essere effettivamente umani.
Ma di storie sul femminismo, la storia, la letteratura ce ne riserva a dismisura, e sebbene so che non si andrà da nessuna parte in particolare, sono ritratti fedelissimi di battaglie interiori che finalmente avranno una loro voce. So di sapere ancora molto poco, al riguardo, ma so anche che di tempo per leggere queste cose ce né a bizzeffe. In un momento imprecisato della mia vita, ho avvertito come un richiamo, e il mio essere non ha potuto non stanziarsi comodamente fra le sue pagine scovando conforto, specie se all’indomani potresti non esserci più.
Il più delle volte, ho desiderato restarci proseguendo lungo una strada che non avevo considerato di intraprendere. Con l’arrivo dell’estate e la calura della mia stanza, questo piccolo libriccino è stato quel piccolo surrogato da cui ho attinto qualcosa di semplice ma veritiero. Importante ed essenziale come l’aria che respiro, che ho ammirato in un guazzabuglio di colori in bianco e nero, sfumature dalle diverse tonalità.
Valutazione d’inchiostro: 4

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Titolo: La profezia dell’armadillo
Autore: Zerocalcare
Casa editrice: Bao
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 160
Trama: La storia torna al bianco e nero con retini grigi della versione originale autoprodotta, ma il volume è più grande, per far risaltare meglio i disegni, ed è preceduto da una storia inedita di dodici pagine, in bicromia, che ha l’intento di fare da raccordo fra questo classico di Zerocalcare.




La recensione:
Inizio a credere che Zerocalcare comparirà su Sogni d’inchiostro con una frequenza maggiore del dovuto. Forse è un giudizio affrettato, questo, ma La profezia dell’armadillo è stato quel ponte di mezzo che ha collegato il mio mondo e quello dell’autore. Forse il segreto è racchiuso nei suoi disegni …. Squarci di vita, mi piace definirli, in pagine e pagine di contemporaneità in cui chiunque può riconoscersi. Una sequela di immagini, dialoghi netti e nitidi, parole semplici e del gergo napoletano, eventi e situazioni a caso che alla fine convergeranno in un unico bellissimo quadro, un cumulo crescente di realismo e drammaticità. Ciò ha reso il suo autore piuttosto significativo ai miei occhi … e mi pento di non averlo fatto prima. Di conseguenza, questo è l’ennesimo momento in cui vengo travolta dal senso di colpa. Credo che la diffidenza, che solitamente mi accompagna in momenti di estrema indecisione, talvolta è una compagna spietata, imprevedibile, e due o tre volte riserva spiacevoli sorprese. Mi sorprendo, alla fine, ad osservare il tutto con rassegnazione e vergogna.
Mi sono così appostata in un posto strategico ai bordi dell’anima di questo romanzo, che tirato fuori da una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa recuperai con una certa curiosità. Non ho prestato attenzione al suo contenuto, alle sue pagine. Era la sua anima che avrebbe dovuto colpire dritto al cuore. E così, fortunatamente è stato, che mi ha squadrata in ogni minimo squarcio. Mi ha scarmigliato in tutta la sua travolgente essenza, parlando caldamente come se stesse confidandosi con un amico, vedendo che il pericolo è solo una forma distorta di pensiero.
Ecco qui. Un nuovo graphic novel di Zerocalcare, ed io sempre più sedotta dai suoi disegni. Raccontati mediante storie curiose, a mio avviso autobiografiche, che invitano alla riflessione, e nel quale gli animali, figure eccentriche e sofisticate imitano la realtà come uno specchio riflesso: per cui all’improvviso ci si ritrova soli, fuori dal mondo, e in poco tempo unanimi a condividere qualcosa in cui tutti possono riconoscersi.
Tanta gente lo reputa un genio, e ha voluto constatarlo con i propri occhi. Anche io ho visto in Zerocalcare qualcosa di speciale, e spedita in zone remote della sua coscienza ha emesso una sentenza da cui ne sono uscita incuriosita. Inorgoglita ad aver ascoltato la voce della mia coscienza, ancora una volta.
Valutazione d’inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Non conosco il primo, mentre Zero Calcare salta fuori praticamente OVUNQUE! Ottime recensioni, grazie

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  2. Zerocalcare voglio a tutti i costi recuperarlo, l'altra non la conoscevo ma segno. Ultimamente leggo con molto piacere le graphic novel

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  3. Ho tutti i libri di Zerocalcare^^, visto che ti è piaciuto ti consiglio dimentica il mio nome.
    Il primo titolo non lo conoscevo e lo trovo molto interessante, grazie della segnalazione ;)

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    1. Grazie per il consiglio! Dimentica il mio nome è piaciuto molto anche a me 🤗🤗

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