Christian e Davide erano due banalissimi adolescenti di
soli diciassette anni il cui ricordò però custodirò con estrema cura, poiché consapevole
di ciò che mi hanno confidato le loro pagine, per definizione un <<
pensiero >> che ai giorni nostri è definito quasi come un tabù. E dunque,
la consapevolezza di essermi imbattuta in qualcosa di estremamente intima,
prepotente, mi scoprii coinvolta, completamente assuefatta da una storia che
non possiede nulla di originale ma che, per qualche tempo, ha abitato in me
facendomi divenire parte intregrante di questo tutto che Chiara ha esplicato
così bene.
Titolo: Il mio tutto
Autore: Chiara Zaccardi
Casa editrice: Bibliotekha Edizioni
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 540
Trama: Un romanzo sull’accettazione
della propria e dell’altrui diversità e sul difficile percorso che una simile
scelta comporta. “Come si fa quando non riesci a stare insieme a una persona ma
non riesci nemmeno a stare senza?”, Davide se lo chiede dal momento in cui ha
conosciuto Christian. A sedici anni arriva in una nuova scuola, a Parma, e si
fa subito notare: ama disegnare e non nasconde di essere gay. Per questo viene
preso di mira da alcuni compagni. Il leader dei bulli, Cristian, è il campione
di nuoto della scuola: fisico atletico, occhi azzurri e un sorriso spietato. Cristian
detesta Davide. Almeno finchè non lo bacia. Il loro è il primo grande amore,
giovane, intenso, tanto inaspettato quanto assoluto. Cristian si scopre
indifeso davanti a un desiderio inarrestabile, senza mezza misure, e non sa
come affrontarlo. Abbandonarsi a un sentimento che lo rende diverso o
respingerlo? Ammettere che le fragilità di Davide sono un po' anche le sue o
usarle per allontanarlo?
La recensione:
Era quello e molto di più. Era oltre tra uno squarcio, una caduta
nel vuoto, un grido liberatorio, un tumulto in divenire.
L’amore. Una lingua che non
tutti parlano ma che, contorta e travolgente, dice molto di più di quel che
vorrebbe dire. Le parole non corrispondono mai al modo, ai gesti. E quando i
sentimenti che legano due persone sono integri, solidificati in una patina di
intensità e interezza, crediamo sempre che le parole in questo caso non lo
sanno esprimere. Mano a mano si sono ficcate nella nostra testa come schegge
roventi, ma medesime. Non si sono adattate ad alcun tipo di realtà. Pertanto,
ogni volta che mi imbatto in romanzi che esplicano l’amore romantico,
travolgente, quasi illusorio fra due amanti – checchè essi siano di sesso
opposto o simile -, tento di parlare di ciò che ho visto o assistito, parlo
falsamente, distorcendo l’oggetto che vorrei rappresentare. Tutto avviene quasi
meccanicamente. Quando mi imbatto in situazioni del genere, non è mai facile
inerpicarsi in un altura di parole che se pescate a caso potrebbero trasmettere
poco o niente. Ma le parole, come si può evincere dalle recensioni che scrivo,
i romanzi che leggo, mi hanno sempre donato la capacità di cambiare. Parlare quando
non sarebbe stato necessario, enunciare con difficoltà sillaba in più o in
meno. Ecco perché io ritengo che non è salutare tenersele dentro … talmente
nascoste che anche un bambino potrebbe capire quel che penso. Considero l’amore
come una forza destabilizzante, potente che distrugge, sorprende e incanta, a
seconda dei casi, esprimendo volontà individuali di cui spesso non ne siamo
consapevoli. Ma cosa succede quando l’amore ardente, semplice e volontario fra
due ragazzi non può svolgere il suo naturale processo? Se lacera, se intercorre
fra due spiriti affini, solitari, incompresi, è possibile persistere affinchè
esso non sia più che una semplice cotta? Generalmente fra adolescenti accade
questo. Tutt’al più, si arriva a credere che le attenzioni, i modi di
corteggiamento che si pone ad una persona – che per qualche tempo diventa il
principale oggetto dei nostri desideri più reconditi – sono fonti di esperienza
da cui attingere nel raggiungimento di relazioni mature. Può assomigliare al
vero amore, ma nella maggior parte dei casi non lo è, sebbene la mia è una
semplice riflessione personale. Tuttavia in Il
mio tutto, Chiara Zaccardi ha avuto il potere di farmi vedere questo
aspetto sotto una nuova luce: nonostante le gestualità, le modalità di
innamoramento sono sempre le stesse. Perciò non l’ennesima storia fra ragazzi
che nasce e cresce dal nulla, bensì una dichiarazione d’amore alla vita, alla
diversità, a ciò che si vorrebbe ma non si può svelare. E se non si può svelare
ciò cui teniamo, che stringiamo nel nostro fragile cuore con estrema cura, come
potremo sperare di essere compresi dalle persone che ci circondano? Da amici,
famigliari, che non comincino ad assillarci con concetti inutili di
cambiamento, fasi di crescita incompresa, continuando però ad essere e sentirsi
perduti?
E’ stata questa la <<
condanna >> di Cristian e Davide che, fra i banchi di scuola, amici in
comune e non, sono stati soggetti a forze superiori che hanno indotto allo
stupore, alla disarmonia universale. Eppure, è bastato un piccolo gesto per
accorgersene. Ragazzi infranti, soli, incompresi. L’assetto sociale ricoperto
di adattabilità. Come sopravvivere? Scovando quella che è la vera e propria
essenza della loro unione. Trovo che l’amore adolescenziale sia una fonte
infinita di materiale, un inesauribile emporio di cose frantumate. Chiara ha
raccolto oggetti che mi sono sembrati degni d’attenzione … oggetti scheggiati,
fracassati, ammaccati o sfaciati che hanno solleticato la mia attenzione.
Il nostro fu un incontro che si
svolse poco prima delle ferie estive. E che in una manciata di pagine ho
constatato quanto si sia rivelato interessante. Fondamentale ascoltare una
giovane così giovane, dallo stile semplice, ma intriso di lirismo e
sentimentalismo, da cui a mio avviso ognuno di noi dovrebbe imparare qualcosa. Una
profezia che ha proferito verità il cui mondo tuttavia è ancora
disgraziatamente impreparato.
Non per me, che rinsavita da
certi concetti o preconcetti, ha scartato ciò che è superfluo e ciò che invece
è a dir poco rilevante. Ed è così che, seduta dinanzi al computer, ho scritto
tutto questo di getto. Ho colto sul palmo delle mie mani parole che non credevo
di possedere, e che confido possano essere bastate ad esplicare il mio
riconoscimento nei riguardi della sua lettura. Di storie di amori travagliati,
ingenui, ne ho lette a bizzeffe, eppure quella de Il mio tutto ha soffocato tutto ciò che spinse la sua autrice a
scrivere. Se fosse stato detto troppo poco o troppo, il tono è stato
particolarmenre coinvolgente, intimistico, introspettivo, quasi confidenziale. Certo,
due fidanzati che incorrono a raggiungere ed ottenere un sogno romantico come
questo è inaccettabile, troppo inusuale, quasi disgustoso per essere definito
voluto. Eppure tale fu il sogno d’amore di Davide e Cristian, che subirono le
implicazioni, le dispute di cari o amici che fra incontri, scontri, eventi,
baci rubati nel cuore della notte, hanno intimidito i lati opposti di queste
figure potendo così fare ciò che più gli pare. Essere finalmente liberi. In battaglie
che hanno risposto a tante cose, e che alla fine gli sarà riconosciuto un certo
prestigio. Imparando ad appellarsi alla logica, alla fiducia in se stessi, alla
calma necessaria per continuare a discutere e coronare il loro sogno d’amore. Indipendentemente
da ciò che avrebbero voluto o desiderato le loro famiglie.
Come un dramma tragico, Il mio tutto è stata una lettura davvero
bella, sentimentale, particolare da cui
ne sono uscita inevitabilmente sedotta. Non più il ritratto di quelle entità
divisibili, ma masse compatte e indistruttibili che non hanno desiderato nient’altro
che conforto, consolazione, accettazione. Poiché considerati come uomini
<< deboli >>, inferiori, timorosi della vita, di chi li ha
sovrastati, spiriti dipendenti di situazioni caduti in trappole o giochi di
vita strategici e insidiosi.
Valutazione d’inchiostro: 4
Grazie per questa bella recensione, il libro raccontato con gli occhi di 2 adolescenti deve essere molto bello e coinvolgente.
RispondiEliminaGrazie a te ☺️☺️
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