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venerdì, dicembre 04, 2020

Gocce d'inchiostro: Le avventure di Mas - Francesco Giovanni Infuso

I giorni passano senza che io nemmeno me ne accorga. Oltre la monotonia, la quotidianità in cui sono completamente immersa, mi congratulo con me stessa per l’ostinazione cui perseguito i miei obiettivi. Leggere un discreto numero di letture, e, ogni tanto, accogliere nel mio salotto virtuale autori emergenti che timidamente bussano alla mia porta con nient’altro che l’umile richiesta di regalargli qualche ora del nostro tempo. Fu così che sul finire del mese di novembre, approdò fra gli scaffali della mia libreria un romanzo dalla copertina color rubino il cui primo impulso fu di divorarne le pagine e custodirne gelosamente il suo contenuto. Praticamente come accade quasi sempre, quando leggo. Abbraccio storie, autori sconosciuti e non, e non rinuncio al proposito di separarmene se non nel momento in cui avrei combattuto la curiosità, le ingiustizie del mondo assurdo in cui ogni tanto mi sembra di vivere.
Sul finire di una settimana stressante e faticosa, ho così letto l’esordio di Francesco Infuso e il suo avvincente Le avventure di Mas partendo con niente e tornando con un sorriso. Una lettura semplice, ma trascinante e imperfetta come solo la vita, le cose in generale sanno esserlo nel quale l’autore evidenzia tante cose che sono celate agli occhi e mediante il suo protagonista ci induce ad avere un’altra possibilità di dimostrare quanto vale e per cosa combatte, e quando scoverà ciò per cui anela a scoprire parla della sua formazione, del suo essere uomo discutibile di cui storia, fantasia si mescolano riunendoli in un unico volume.

Titolo: Le avventure di Mas
Autore: Francesco Giovanni Infuso
Casa editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 326
Trama: Mas si ritrova improvvisamente in una sorta di al di là dantesco dove deve affrontare i propri limiti, ma soprattutto Paura, che gli ha impedito di vivere la vita che avrebbe voluto vivere, e nell’impossibilità di realizzare i propri sogni. Tre fiere terribili – una tigre, un’aquila, un serpente – e orde di ombre malefiche, ma anche elfi e giganti gentili in una fiaba nera, dove niente è come appare, che lascerà con il fiato sospeso per i prodigi narrati, le continue lotte tra il bene e il male, ma che è ben più di un’avventura, è soprattutto il viaggio nella propria anima per conoscere le proprie debolezze, fronteggiarle e poter finalmente essere padroni del proprio destino.


La recensione:
Sul finire del mese di novembre, ho preso parte alle avventure di un giovane, Mas, un avvincente esordio di un autore esordiente italiano, che involontariamente mi fece perdere il senso del tempo. Attrasse me, lettrice onnivora e ignara della sua esistenza, in un epopea che richiama le antiche opere dantesche che si attorniarono al di fuori del surrealismo in cui è immerso il poeta italiano, ma in quello splendente di un mondo molto simile al nostro, sotto i perfetti cieli azzurri di un banalissimo giorno qualunque, mentre Mas svolgeva come di consueto le sue mansioni, camminando come una sentinella in mezzo a masse, forme quasi prive di vita. Il modo in cui feci parte a questa avvincente avventura, seguendo in silenzio ogni sua mossa, incuriosita di conoscere le intenzioni del suo autore mentre prendevo appunti nel mio immancabile bloc notes, la storia che ho finito per considerare come qualcosa di estremamente semplice che cela però un messaggio piuttosto significativo contro chi ogni giorno affronta la vita, le critiche sociali, i pregiudizi come affrontando una guerra, urlava fantasia, epopee medievali, nel quale ho corso e scorrazzato beatamente per una manciata di giorni.
Fu così che questa mia ennesima spericolata avventura mi condusse ai bordi dell’anima di una storia che non possiede nulla di banale, lascia un segno del suo passaggio per ciò che ha più significato per il suo autore e che io spesso considero come un << atto di coraggio >> a sostegno della mentalità odierna, una figura pallida che sfilò davanti ai miei occhi come una rappresentazione di scomporre gli elementi e rimodellarli. Pochi autori sono disposti a riconoscere certe discrepanze sociali, o per meglio dire mostrano un certo talento per parlare di ciò. Francesco Infuso riconosce come l’individuo è un essere imperfetto che nel sentiero insidioso della vita si avvia a combattere una battaglia che sembra non avere mai fine. Ciò nonostante, ho così bruciato il mio tempo fra le sue pagine poiché divorata dalla curiosità, dal desiderio insopprimibile di conoscere quali sorti il suo autore avesse destinato al povero Mas, mentre questo folle sogno dantesco si faceva strada nei recessi più reconditi della sua memoria.
Le prime pagine di un romanzo sono sempre abbastanza fredde da giustificare una certa diffidenza ad approcciarsi ad una lettura sconosciuta, un autore sconosciuto, di cui si apprende la pubblicazione del suo romanzo solo qualche giorno prima; mediante sollecito dello stesso autore, ho accolto la lettura del suo romanzo d’esordio stando per qualche tempo nascosta nel mio cantuccio personale, con plaid, caffè caldo e fumante, la mia immancabile agenda, il Kobo poggiato sopra le gambe a mò di leggio. La scenografia su cui si realizza Le avventure di Mas, dal mio personalissimo santuario magico, illuminava un certo angolo che mi permise di leggere l’epopea di questo giovane con interesse. L’anima di questa storia si era proiettata sulle punta delle mie dita senza che ne fossi del tutto consapevole.
Un metodo piuttosto semplice per evadere dalla realtà, trama di vita di un uomo di media intelligenza che si è scoperto intrappolato in cose di cui non avrebbe dovuto dare peso. L’opportunità di << rinascere >>, il cui Fato sarebbe forse stato meno crudele ed egoista. Allusione alla massa umana che, come un eco remoto o un riflesso opaco, ha scandito un pomeriggio all’insegna della solitudine e della monotonia.
Una storia che altri non è che un sudario di rinascita, ricerca interiore di se, della propria integrità che ha spiccato come un barlume di energia in un mare di rinunce e spossatezza. Con la voce gracchiante dell’autore che mi risuonava nelle orecchie, durante il corso della lettura, che mi ha reso contenta per essermi trovata al suo fianco.
Valutazione d’inchiostro: 4

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