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domenica, gennaio 31, 2021

Gocce d'inchiostro: Camera con vista - Edward Forster

Dopo tantissimo tempo fui testimone dello stato di rinascita che incorre la giovane Lucy, una rinascita spirituale, apoplettica, un'ira della forza così enorme e devastante da farci solo augurare che niente e nessuno avrebbe intaccato la sua integrità, però che soddisfazione vederla rivolta contro qualunque forma di convenzione, contrazione, lei così come tante altre eroine della letteratura classica meritava quella brutale rinascita, e quanto è stato bello vedere Lucy attingere a tutto ciò che avrebbero reso la sua figura non più rinchiusa fra le solide barriere di una cella bensì di fluttuare come le pare e piace. Una grande e magnifico esempio di redenzione ma anche intraprendenza, un buon auspicio per il secolo che sarebbe successo, e quando lessi di lei non credevo che alle donne fosse negato tutto questo. Gli anni, la lettura mi hanno insegnato come certi idiomi, certi preconcetti erano un avvertimento, una carezza, ed Edward Forster proiettò in queste pagine il coraggio e l'autocontrollo di figure inizialmente dubbiose successivamente intrepide che respingono qualunque forza di potere, qualunque protesta conduca a guardarsi non con gli occhi degli altri bensì con quelli di se stessi.




Titolo: Camera con vista
Autore: Edward Forster
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N°di pagine: 280
Trama: Lucy Honeychurch, una giovane inglese attenta alle convenzioni sociali della borghesia vittoriana ma costretta a fare i conti con i propri sentimenti. George Emerson, agnostico e anticonformista, capace di "vedere" attraverso le perplessità e di percepire la realtà nascosta dietro le apparenze. 

La recensione:

Sappiamo di venire dal vento e di doverci ritornare, che tutta la vita non è che un nodo, un garbuglio, una macchia sulla superficie liscia dell'eterno. Ma perché mai questo dovrebbe renderci infelici? Amiamoci, piuttosto, lavoriamo e cerchiamo d'essere felici.

Esco dalla galleria di una bellissima mostra letteraria, sorpresa, e mi lancio su questa lettura con la consapevolezza di conservarne un ricordo sbiadito, a passo svelto perché era stata una lettura veloce, perché il mio rapporto con questo autore chiedeva attenzione ma anche un incontro che avrebbe scandito attimi di una vita comune, che dopo la fortuna di un gesto di gentilezza, di rinascita tanto inattesa, camminai lungo una strada assolata, scintillante che disgraziatamente non ho ancora vissuto, furtiva come mettersi a contatto con qualcuno di irraggiungibile, che ruppe il silenzio di dubbi e perplessità stanziati negli anni. Una certa sete di conoscenza si impadronì di me, in questi ultimi giorni di gennaio, che non si è trattata semplicemente di una sete comune, una sete che ti induce allo sfinimento, volevo riempirmi di una storia che avrebbe accarezzato la mia anima con estrema cura. Camera con vista era quel luogo lontano da cui desideravo tornare.
Non che la visione sognante, quasi padrona di se stessa, della vita, non abbia conseguito a una certa felicità. Non che essa fosse servita ad intrapretare l'anima con estrema cura, ad bearsi di forme di vita mediante cui si rincorre qualcosa di irraggiungibile, qualunque cosa. No, era qualcosa di più di un semplice racconto in cui è esaltata la vita, la bellezza, l'atmosfera soffocante di una realtà che dovrebbe coinvolgerci a consolidare forme intrinseche di libertà. La donna non dovrebbe essere seguita da niente e nessuno, l'amore conforma questa ideologia aiutandoci ad osservare tutto sotto mentite spoglie. L'efficienza americana di una storia nella sua incarnazione più folle, accattivante, sana, introspettiva e intensa per questa visione ironica, quasi sognante, e com'è stato diverso osservare un Italia lontana, passata a fare il pieno di valori, colori, esordienti tattili che barricano stanzette di comprensione, violano qualunque forma di solitudine. Ognuno una porzione individuale fatta a posta per Lucy, e una volta scoperta se stessa scovare quel piccolo spazio dove inserirsi. Concreto, ben fatto, riempito da figure perbene e di buona posizione sociale ma radicate nel territorio della mentalità ristretta e sospettosa. Lucy è quella donna ritratta come una figura medievale che ha conosciuto il mondo e vissuto la bellezza virando però verso prospettive in fuga. Avvertendo tutto ciò con una certa scontentezza, stabilendo così un rapporto paritario che è piuttosto discutibile, benedizione passeggera la cui influenza è un evento, un incantesimo, un momentaneo calice di giovinezza.
Camera con vista si poggia su aspetti solidi, affidabili, ben fatti che cerca giovamento nell'ulteriore possibilità di vedere la vita non come quella landa desolata e deserta bensì come quella fonte inesauribile di gioie e potere. Incassa colpi che rifornisce contenitori vuoti, quasi privi di vita, che consumano ogni cosa come se cercassero la vita stessa. Discutere su motivi per cui si può rinascere non è così fallace, nullo, una rivoluzione abortita che un tempo sembrava quasi una blasfema e che adesso è solo il ricordo di ciò che non poteva essere. 
Così, al termine di tutto questo, eccomi qui a riporre queste poche righe, in un sabato sera monotono e pigro, a sfogliare pagine di diario che ho riempito con fitte annotazioni e pensieri. A parlare di quella che è stata questa esperienza per me, nel complesso un bel romanzo. Sono sicura, che dopo una lettura del genere, di Edward Forster vorrò leggere qualcos'altro. Talvolta servono letture così; rigeneranti, dissacranti, sorprendenti che contrastano l'effetto di tutte quelle brutte sorprese degli ultimi mesi, le giornate di intense letture per certi versi incomprensibili, che hanno sortito decisioni di svariato tipo. Mi hanno lasciata confusa da indurmi a non voler più dirigermi su questi fronti..ma i classici, la letteratura americana sono il mio punto d'appoggio. La prova di forme di abnegazione che perseguito con forza e passione, non rinunciando nemmeno per un secondo a ciò che considero come la linfa vitale della mia esistenza. E Camera con vista è l'ennesimo esempio di quanto significato ha ciò per me tutto questo, insegnandomi qualcosa, attingendo a forme d'espressione distorte ma bellissime.
In un periodo come questo, i libri accrescono il mio amore incommensurabile per la vita. I classici mi hanno sempre dato l'impressione che leggere valori artistici e culturali di alcune opere fosse un metodo per interpretare la realtà. E il romanzo di Forster, il contrappeso che mi impedí di finire china dinanzi alla malinconia, in quanto avevo saputo lasciarmi contagiare dal tono scherzoso nel momento d'iniziazione alla vita adulta propiziata dall'Italia, e tutto mi è sembrato così profondo, impregnato di quella assurda solennità tipica dei classici con la quale la fugacità di un misero atto d'amore investiva inevitabilmente anche l'atto più insignificante. Lo specchio in cui ciascun personaggio vede riflesso la propria immaginazione: ognuno a seconda della propria rappresentazione. Firenze, infarti, scenario per gran parte della vicenda, divine qui sfondo di una sfilza di oggetti e situazioni simboliche. Una successione di tappe del cammino di svariate figure che condurrà alla maturazione, proprio come la protagonista Lucy. Lei che rappresenta il prototipo perfetto della ragazza semplice e ingenua, irritabile e suscettibile che nonostante tutto, in un centinaio di pagine, maturerà moltissimo. Soffocherà l'emozioni che incorrono nella disapprovazione del mondo e delle sue convenzioni, così come reprimere l'amore per il giovane schietto e anticonformista George. Colui che riesce a vederla come nessun altro. Vede tutto di lei. La pelle strappata, il cuore esposto. Ogni minima parte della sua anima, per lui completamente nuda. Considerato come il romanzo più romantico e ottimista dell'autore affronta molte questioni relative alla società e alla politica del XX sefoo. Un richiamo costante alla sensualità repressa, alla libertà delle religioni costituzionali, alla crescita all'età adulta, all'amore vero. La rappresentazione perfetta di un Italia che diviene oggetto d'attrazione per una serie infinita di artisti e il terreno ideale per l'indagine accurata del rapporto fra l'esistenza e la sua rappresentazione fra arte e vita. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. O, ancora, l'inclinazione adatta a rievocare sensazioni corporee. La funzione che i personaggi svolgono nell'osservare l'Italia con "nuovi occhi". La cornice di un quadro dal quale è possibile valutare lo spettacolo e scoprire se esso di riguardi o meno. Un romanzo coraggioso che racchiude al suo interno un'infinità di significati. Mira a ricostruire la società italiana dei primi anni del Novecento, e, in particolare, funge da monito verso coloro che continuano a costruire delle solide barriere attorno a sé stessi. A trincerarsi dinanzi a un'infinità di pregiudizi che, se abbattuti, ci permettono di percepire cosa è chi ci circonda. A interpretare il mondo sotto molti punti di vista, e, solo allora, continuare a vivere interamente la nostra vita.
Valutazione d'inchiostro: 4

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