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venerdì, gennaio 29, 2021

Una porta tra le parole: Bridgerton - Shonda Rhimes

Dai tempi dell’ultima trasposizione cinematografiva vista nel cinema più vicino della mia città non scrivevo un post relativo a film o serie tv con un certo trasporto da che ho memoria, poi la sera della vigilia di Natale Netflix annunciò la realizzazione di questo nuovo progetto, firmato da  Shonda Rhimes, una saga in costume ambientata nei primi anni del 1800, che suscitò interesse e scalpore, ed io che non sono più facilmente credulona a ciò che piace alla maggior parte della gente presi di petto la decisione di trascorrere gli ultimi giorni dell’anno con la visione di questo telefilm.
Adesso che ripongo queste poche righe posso solo dire, che anche io mi sono persa nei meandri di questa commedia inglese, londinese, di facili costumi per il suo continuo e perpetuo moto di rinascita e ancora riesco a comprendere la giovane ed ingenua Daphne ad appendersi sulla soglia della vita e ad eseguire incredibili acrobazie esclusivamente per l’occhio sociale. Cosa trarre vantaggio da tutto questo? Un racconto d’amore dolce, passionale ma anche una rinascita spirituale, individuale edificante, che ho malamente giudicato all’inizio e che ho poi accolto nel mio personalissimo cantuccio personale con un certo entusiasmo.

Per nulla indifferente, anzi, piuttosto imbarazzata, attratta dallo sharme del bel duca, mi ha particolarmente colpito tutto questo, con la sua dolcezza sciropposa, il suo orgoglio dilaniante, l'istruttivo esempio che non bisogna fare alcuna distinzione fra il colore di pelle fra una persona e un'altra, stando lentamente venendo a patti con forme alterate di convenzioni sociali dell'epoca, di cui la stessa Daphne comincerà ad abituarsi, e quando finalmente si spoglierà della sua castità immaginare cosa le avrebbe preservato il futuro sarebbe stato scandaloso. Chi l'avrebbe mai detto che un uomo egocentrico, antipatico, altezzoso potesse un giorno diventare suo marito? Chi l'avrebbe mai detto che solo il pensiero del suo esserci, della sua presenza l'avrebbe rasserenata, indispensabile conciliare l'idea che l'uno non potesse vivere senza l'altro come uno scudo contro gli orridi contorcimenti della timidezza, dell'egocentrismo, della superbia, e ora che la sua mano avrebbe stretto quella di Simon, ora che stava provando a comportarsi come una moglie, altre abitudini sarebbero subentrate. Quella che io considero normalità sarebbe stata per Daphne una nuova amica con cui prendere famigliarità, prendendo l'abitudine di farsi rispettare da qualunque forma di sottomissione, e la cosa più bella in tutto ciò è la sua rinascita. Quel timido e fragile giglio bianco che si trasformerà in una bellissima rosa. Perchè è stato Simon a farla fiorire, a farla rinascere, a renderla libera di qualcosa che prima non aveva dato peso, gesti che sono venuti poi come puri riflessi, del tutto indipendenti della sua volontà, e solo quando doveva staccarsi da lui per qualche pregiudizio o discrepanza si rendevano conto di non poter vivere l'uno senza l'altro.

Prima di tutto questo, non avevo dato credito alla possibilità che Bridgerton potesse sortire un guazzabuglio di sentimenti contrastanti. Nè mai avrei immaginato che anche io sarei caduta nelle maglie di una storia che non è per nulla ridicola o banale, anzi evidenzia quanto sia difficile essere coraggiosi in un epoca come questa con le persone che ti vogliono bene, osservando il tutto sotto una nuova ottica. Ed il bello di questa serie, la sua originalità, a mio avviso, sta in questo: cogliere ciò che inizialmente era parso da ostacolo e che ora reso evidente diviene fastidioso e irritabile. Sembra un problema di poco conto, l'ennesima storia di autoconversazione e rinascita, ma nella fattispecie una sequela di eventi che cambiano, ti cambiano, agiscono come volontà propria, e poi finalmente, dopo una serie di rovelli vari, trovano soluzione, bellezza e stupore.

Nella vita non c'è niente di certo, e di certo non era ammissibile che anche io potessi scoprirmi così ansiosa di sapere cosa dovremo aspettarci dalla seconda stagione. In questi ultimi tempi il mondo mi ha distribuito una serie di delusioni con la stessa rapidità e foga con cui si stringono le mani, e poichè di delusioni ne ho anche abbastanza ho abbracciato questa storia con la certezza che si sarebbe rivelata nient'altro che un piacevole dramma, ma che mi rendo conto sono felice sia stato molto più di questo. Perciò sono felice, mentre ripongo queste poche righe, che il Fato mi abbia posto dinanzi a questa strada, non solo per la gioia che ho condiviso con Daphne ma anche per me stessa, perchè questa nuova alternativa di felicità era ciò che più cercavo. 
Reclusa in un mondo lontano anni luce da me, ma bellissimo, straordinario, suggestivo e ammaliante che ha reso la vita un posto migliore e confortevole.

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