Romanzi su misura in carta e
inchiostro:
Valutazione d’inchiostro: 4
Romanzi su misura in carta e
inchiostro:
Mai
come adesso sono stata invasa dal forte desiderio di leggere la saga de I
bambini speciali, mai come adesso e specialmente in questo periodo ho riversato
pensieri affamati ed emozionanti in cui mi sono rintanata in una stanza remota
del loro animo per scovare segreti e misteri vari abbottonati alla mia anima,
alleandomi con la presenza di essere sincera, a esibirmi con loro, compresi i
vari sconvolgimenti avvenuti nella famiglia di Jacob. Ed ecco come, nel momento in cui Jacob parlò, ascoltai ogni
cosa, osservando come il ragazzino che conobbi nel primo volume si trasformò in
un uomo, nonostante quella ritratta è un’avventura più grande di lui.
Quando si tratta di sconti, di acquisti libreschi, resistere è davvero un’impresa. Rientro barcollante nella mia camera, nel mio santuario magico, osservo gli scaffali della mia libreria, i romanzi ancora da leggere e vivere e…. anelo ad averne degli altri!
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Il mese di febbraio giunse lentamente, ma inaspettatamente recò con se svariate novità. Toltami finalmente il pensiero dell’ennesima reclusione forzata imposta dal sindaco della mia città, ripreso a lavorare, a vivere con maggior slancio, sciorinando così qualunque tentativo folle che mi avrebbe certamente condotto in chissà quale luogho o meta. La direzione, dunque, mi condusse fra le pagine di un classicone, un bel classicone, che frustatissima di non averlo ancora letto previde il mio approccio forse con troppo entusiasmo. Un po’ ingigantito, a dire il vero, però effettivo che ha mirato a registrare per scelta di approcciarmi all’autore gestendo le sue pagine come mi pare e piace. Fu così che in una manciata di giorni ho scorto le vicende di due giovani nobildonne, pagando però una somma di denaro per vedere questo spettacolo in cui la vivacità, l’allegria, le tronfie apparenze mi avrebbero accompagnata al centro della vanità. Cosa dovevo aspettarmi? Tutto e niente, se non il sollievo di scorgere la donna non più come quella figura vulnerabile e sottomessa bensì dotata di un cervello, una certa forza, una certa intraprendenza che – sebbene macchiata da atti o gesti impuri – la rendono speciale proprio per il suo essere imperfetto.
Questa settimana mi sono lasciata alle spalle qualunque tentazione, qualunque piacevole sorpresa virasse i miei buoni propositi, accogliendo il mese di febbraio con la certezza di seguire un certo percorso di letture. Chi miconosce si stupisce nel leggere queste poche parole; la lettrice istintiva che è in me non si lascia di certo influenzare da inutili TBR. Quale Fato crudele ed egoista avrebbe tracciato il mio passaggio in questa manciata di giorni? Ma da quant’è che è iniziato l’anno mi sono intestardita ad accogliere nel mio cantuccio personale questo folle proposito di essere guidata dal destino, anziché viceversa, che quasi sempre è infallibile, e ogniqualvolta un nuovo romanzo viene smaltito lo ripongo sullo scaffale con un sorriso stampato sulle labbra. Nella vita non c’è nulla di certo, ma era certo che questo mese sarebbe stato il mese di David Forster Wallace. Il mondo prosegue inesorabile il suo percorso, e di autori e romanzi ancora da leggere e vivere ce ne sono a bizzeffe. Ma spesso le delusioni sono dietro l’angolo con la stessa rapidità e foga con cui mi appresto a vivere la stessa letteratura, impreparata dunque a vivere l’ennesima delusione. Perciò, ora che ripongo queste poche righe, mi sento più amareggiata che altro. Come primo approccio con uno dei capostipiti della letteratura, ho vissuto con noia, monotonia, quasi riluttanza questo corredo di immagini che l’autore ci propina mediante un viaggio metatarsico che, sotto certi aspetti, gli ha reso il medesimo più complicato di quel che sembra. Alla fine ho fatto parte di questa nave, sono salita a bordo volontariamente, diretta chissà dove e con chissà chi, ma che non mi ha donato ciò che confidavo. Anzi, il più complicato e solitario viaggio avessi mai fatto, perché di Wallace ho sentito parlare tanto, dissipando così qualunque dubbio.
Gira e rigira, romanzi intensi e densi di contenuti approdano nel mio salotto virtuale con una certa cadenza. Ad ogni modo, e per fortuna, sino ad oggi non ne sono rimasta delusa, però mi manca lo slancio, l’ispirazione in cui confido per il suo approccio, quella scintilla di interesse che mi faccia leggere quel determinato romanzo perché mi affascina – o mi chiami, come piace definirlo -, anziché per << dovere >>. Questo romanzo, la cui copertina è già di per se bellissima, è stata una lettura molto bella che ho accolto con una certa diffidenza mediante una reading challange a cui sto partecipando da inizio anno. L’espediente è di conoscere, approcciarsi ad autori sconosciuti e non, inerenti a delle tracce, che promettono viaggi spericolati e mozzafiato da cui ne esco quasi sempre guasta. Da quant’è partecipo è stato così, e anche con il romanzo di Klaus Modick la sua lettura è stato meno facile del previsto ma denso, ricco di svariati punti di vista fra letteratura, arte e pittura, che riscrive il mondo di Rilke mediante l’occhio di poeta. Ci si accosta alla sua aura mistica, quasi inavvicinabile, disegnando nel nulla parole, caricando voci che hanno una loro figura, riproducono qualcosa di buon gusto e pregio. L’individuo è un essere senziente venuto al mondo forse perché ha completamente perso la sua direzione. Cosa fare per rinascere da un mondo così piatto e vacuo?
Si può non vivere un’esperienza come questa? Ebbi come un’illuminazione, uno scoppio di ilarità, un brivido di eccitazione mista a una buona dose di interesse che, come una risata spontanea, rimbalzò sulle pareti della mia stanza. Invase la mia coscienza al punto tale da non poterne dare una sua forma. Sono giunta tardi in balia della coscienza di questo giovane, con la copia perfetta e ancora profumata di nuovo che stanziava sullo scaffale da parecchio tempio. Ma i romanzi, per fortuna o per sfortuna, sono pazienti ed il momento di leggere della storia di Martin giunse inaspettato solo negli ultimi giorni di gennaio. Venne a trovarmi nel momento in cui mai me lo sarei aspettata, di cui io stessa ho interpretato in svariato modo. Non eclissando però ciò che effettivamente è: un viaggio interiore che è il raggiungimento delle proprie aspirazioni letterarie nonché ascesa nel campo dell’alta società, ma in particolare una parabola. Una rappresentazione dell’inizio di un avventura verso l’inconfutabile fine. Una specie di processo naturalistica dove l’ascesa sociale è narrata come una progressiva regressione autodistruttiva, in cui lo scontro fra uomo e natura non sarà altro che metafora dei contrasti sociali dell’America fra il XIX – XX secolo.
Stavolta il Fato mi aveva condotto in un luogo famigliare, che inizialmente mi ha estraniata, disorientata, e anche se non nego mai la lettura di un buon libro, checche esso sia conosciuto o sconosciuto, ho ceduto con un certo slancio sin dal primo momento in cui Andrew cominciò a parlare. Fuori posto, un piccolo sassolino in una scarpa, che si avviò lungo una strada da cui non vi farà più ritorno nel quale tuttavia si sentirà estraneo, esattamente come mi sono sentita io sin dal primo momento, quasi a disagio, radicandoci con una certa estrema difficoltà. Eppure il bello della sua lettura sta nel squarciare il velo delle convenzioni; oltrepassare un limite che traccia il passaggio di certe figure, certi funnamboli che non sono propriamente buoni né cattivi, che si affannano a sopravvivere. Impegnati nell’eterna e sconfortante lotta di sopraffare il Male. Quasi come un derivato poema russo, una reliquia sacra descritto con un certo distacco emotivo, ho osservato il tutto trincerandomi dietro coperte di solitudini, diffidenza, cappe di silenzio e inquietudini talmente intensi da divenire quasi disturbanti, assordanti, fragorosi. Un istillato di crudele realtà russa il cui messaggio molto bello, però, è un urlo dalla soglia dell’insoddisfazione morale di chiunque. Di chi è costretto ancora a << vivere >> in uno stato totalitario perverso e crudele e di chi giorno dopo giorno ne trae vantaggio, come una sorta di effetto devastante e scatenante.
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Romanzi su misura in carta e inchiostro: