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martedì, marzo 22, 2022

Gocce d'inchiostro: Un'alleanza pericolosa - Jennieke Cohen

Le possibilità che questo romanzo scoccasse la sua ardente freccia c’erano tutte. Un amore intrinseco e viscerale per Jane Austen, una ragazza amante dei libri e della buona letteratura, attività famigliari che prendono consapevolezza come nell’800 il matrimonio era un dovere legittimo e indistricabile che prevedeva la totale appartenenza fra i due coniugi. Romanzi di questo tipo, generalmente, fanno parte di una tipologia di letteratura che definisco classica. toccano svariate questioni politiche relative a svariate cause, organizzano delle intercessioni affinchè sia sradicata quella ingiusta guerra di intercessione che incorre fra chi depone una certa supremazia per i propri diritti e chi invece se ne vuole accaparrare. Per quanto riguarda l’aura di questo romanzo, c’è da dire che dovetti ricredermi, nel momento in cui conobbi la protagonista, e la << gara >> ad accaparrarsi il principe di turno, che avrebbe offerto garanzie economiche e filiali. Un romanzo generato dal forte senso di curiosità che l’autrice riservò al tema del matrimonio nell’epoca vittoriana, la cui stesura vanta ben vent’anni, che dato il tempo stabilito avrebbe dovuto deporre perlomeno una certa soddisfazione in me. Ciò che vi ho invece riscontrato è stato nient’altro che una rottura improvvisa, un’illusione all’idea che avrebbe autorizzato un certo coinvolgimento emotivo. Questa storia però non narra niente che parla della mia amata Jane Austen né depone quel fascino misto a una certa dose di ammirazione i cui fatti parlano da soli. Scrivere romanzi ambientati in epoca ottocentesca comporta un certo coinvolgimento ma anche un distacco dal mondo. Io sfortunatamente sono stata completamente lontana dalla sua orbita, non potendo accettare i termini di questo insulso paradosso, non potendo vivere in questa condizione di drammaticità smielata.


Titolo: Un’alleanza pericolosa
Autore: Jennieke Cohen
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 456
Trama: Lady Victoria Aston ha tutto ciò che potrebbe desiderare: una sorella maggiore felicemente sposata, il futuro della proprietà di famiglia assicurato, e la possibilità di perdere tempo gironzolando nei campi attorno a casa. Ma basta una notte per sconvolgere definitivamente la sua vita comoda e idilliaca. Suo cognato si rivela infatti un terribile mascalzone e adesso tocca a lei trovare un marito, o la sua famiglia perderà tutto. Armata solo di quello che ha imparato dai romanzi di Jane Austen, Vicky fa il suo debutto in società: ma nemmeno le parole della scrittrice sono in grado di aiutarla a capire se il meraviglioso e astuto signor Carmichael sia in realtà una canaglia; se il suo ex migliore amico, il bellissimo Tom Sherborne, sia più interessato alla sua dote o al suo cuore; né sono in grado di aiutarla a liberarsi delle attenzioni del lezioso signor Silby. Soprattutto, nei libri di Vicky non c'è nulla riguardo gli strani incidenti che iniziano a capitare attorno a lei. E che potrebbero non farla arrivare viva al giorno delle nozze.


La recensione:

Mi reputo felice quando, aprendo un romanzo e immergendomi nella sua storia, mi sento talmente coinvolta, emotivamente e fisicamente parlando, da nutrire un forte senso di invidia e desiderare di migrare in quella terra, in quel luogo in cui farei perdere ogni traccia. Forse i postumi di una vita quasi sempre uguale a se stessa? Forse, nonostante non mi lamenti di quel poco che ho e riesco ad ottenere. Eppure quasi sempre riesco ad avere un certo intuito e quasi sempre i romanzi cui mi approccio innescano un sentimento di appartenenza in cui, fra me e il suo autore, nasce una particolare sintonia. Preferisco credere in questa magia anziché alla balla dello stato d’animo. Si legge per diletto, questo è vero, ma si legge anche come modo d’appartenenza, di comunicazione, pronti a prendersi qualunque responsabilità del nostro fallimento. Preferisco incolpare me stessa, il mio temperamento cocciuto e ambizioso, anziché l’autore di quel determinato romanzo per ammettere che ciò per cui ho perso gran parte del mio tempo si è rivelato inutile, insoddisfacente, facilmente sostituibile e che nella mia carriera di lettrice talvolta accade anche questo. Da quant’è è iniziato l’anno, la seconda batosta letteraria!
Da qualche tempo di distanza dall’ultima cantonata, questa volta toccò a un romanzo che aveva la parvenza di un classico. Le donne erano giovinette ingenue, insipide, tendenzialmente romantiche ma fin troppo per i piedi per aria, smaniose di rincorrere quella felicità tanto amata quanto desiderata e la fantomatica Jane Austen a cui fa cenno la trama era più presente nella cover anziché nell’intero romanzo. Le più attente concorderanno con me, che per essere un omaggio ai romanzi della Austen Un’alleanza pericolosa sonnecchia per poi tramortire sulle soglie di una commedia Harmony stucchevole e noiosetta in cui francamente non accade nulla. Gli uomini, che a quanto mi è sembrato di capire, preferivano << scappare >> dai loro doveri di maschio, detestavano tuttavia l’indifferenza delle donne in età da marito, ma facevano assai poco per porvi rimedio senza intavolare alcun progetto chiaro potesse cambiare la situazione. Ogni tanto predisponevano un debole assalto e lanciavano delle stoccate di ingenuo interesse, ma di solito erano tentativi vani e quasi inesistenti.
Da un po’ di tempo oramai romanzi di questo tipo mi annoiano tantissimo. Il mio approccio con Un’alleanza pericolosa è nato semplicemente perché presentato come un rifacimento delle opere austeniane, che avrebbe dovuto distogliermi da qualche preoccupazione a cui mi sarei imbarcata senza pensarci due volte se perlomeno si sarebbe potuto discutere di slanci del cuore. Mi riferisco sia all’assetto letterario, sia a quello sentimentale. Quale sorpresa avrei dovuto aspettarmi se non l’ennesima ciofeca, esperienza di vita di un adolescente come tante altre alle prese col primo amore e le sue << conseguenze >>. Benchè parla di questioni importanti, esplica una formalità di matrimonio che francamente non conoscevo, srotolandosi in queste quasi cinquecento pagine come una sorta di dono cui avrei dovuto custodire gelosamente.
Ci sono tanti romanzi che toccano tematiche simili. La validità di un romanzo deriva anche da come esse sono trattate, strutturate, presentate al pubblico in cui la memoria avrebbe potuto scintillare e risplendere. Ma nulla di simile è accaduto e al trasporto emotivo di cui parlavo prima e al piacere estatico non vi ho riscontrato assolutamente niente. I suoi protagonisti agiscono con l’intensa euforia degli adolescenti. Persino gli adulti!
Ed ecco che, la cerimonia che è stata inscenata per impedire qualunque moto di azione o agire, pur quanto avrei voluto muovermi e agire, ha generato solo tristi effetti. La prova consisteva nel constatare quanto avrei sopportato questa tortura. Se nel frattempo fosse accaduto qualcosa di eclatante, forse avrei potuto implodere in un gran boato di esaltazione. Ma tale resistenza alla fine è stata trasformata in ciò che di primo acchito confermarono i miei più grandi timori; la sua anima era completamente distaccata dalla mia e tale lettura sarebbe stata bocciata impunemente. Senza alcuna esitazione, né inutili giri di parole. Riflettendo la mia anima semplice che presto o tardi avrebbe ricevuto un premio nell’aver subito questa tortura in prosa. Del resto ogni lettura è un’esperienza di vita, e checchè esso si riveli piacevole o meno alla fine non ha importanza. Certamente se non l’avessi letto non avrei potuto scrivere questo.
Una lettura che nel suo piccolo ha funto da piacevole distrazione agli assalti incauti e bruschi della vita, ma per nulla incline all’idea di classico che attribuisco solitamente a questo tipo di letture in cui l’angoscia persiste anche quando nessun segno di essa è visibile a occhio nudo. Pertanto ho deciso di affrontarlo per constatare la veridicità di certi << ostacoli >>, che mi hanno poi indotto a non approvare questa lettura. Senza alcuna possibilità che cambiassi idea, portandomi dietro un mondo che si riduce a tutt’altre bellezze. Incredibile, indescrivibile, straordinario al punto di fagocitarmi, fondersi in un unico insieme. Leggere, dopotutto, comporta anche questo. Fondersi con l’impossibile che diviene poi possibile.

Valutazione d’inchiostro: 2

4 commenti:

  1. Mi sembra di capire sia stata un autentico fiasco questa lettura; grazie comunque per la recensione

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  2. Concordo con te, mi aspettavo molto di più dalla protagonista (visto come ci era stata descritta) invece solo interminabili tè e feste, il colpevole si capiva lontano un miglio.
    Sarà per la prossima lettura! ;)

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