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martedì, giugno 14, 2022

Solo un'illusione: classici che credevo di amare ma che mi hanno deluso

Ci sono poche possibilità che un classico possa non piacermi. Non scrivo questo perché voglio vantarmi, semplicemente perché credo che i classici siano un mondo per molti inaccessibile che, una volta interpretato il linguaggio e i suoi meccanismi, puoi contemplare forme di straordinaria vita. Eppure ci sono state esperienze letterarie classiche che non mi sono piaciuti. Santo cielo! Perché le delusioni colgono alla sprovvista, specialmente da ciò che tieni più caro al mondo? Ma non mi reputo insoddisfatta di ciò che ho vissuto, e nemmeno dispiaciuta di aver vissuto l’ennesima esperienza letteraria. Credo che essi fungano da monito a non poter rinunciare a certe cose. Ed ecco dunque un numero fortunatamente misero ma sufficiente di letture che non hanno fatto breccia nel mio cuore, nonostante le aspettative e i paroloni che sono stati adoperati per tesserne le lodi, che certamente non rivelano pareri migliori o positivi ma nemmeno disgusto ad essere entrata a far parte di un mondo che questa volta mi ha reso ospite anziché spettatrice vivente.
Una storia che rivaluta la donna e il suo modo di convergere col mondo circostante, che di giusto non ha proprio niente, nel quale l’autore si spinge ad entrare nei particolari, scandagliando la sua personalità, il suo sentirsi donna, confessando ciò che agli occhi di molti era ermeticamente nascosto, abbattuta su milioni di spalle diverse senza aver mai provato moti di compassioni, così tesa e spaventata di restare completamente sola.

Titolo: La cugina Bette
Autore: Honore De Balzac
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 464
Trama: Nella mitologia realista di Balzac, La cugina Bette rappresenta la «parente povera, oltraggiata e che vivendo nell'intimità di tre o quattro famiglie, cerca di vendicarsi di tutte le sue sofferenze». Solo che Lisbeth Fischer, familiarmente Bette, non è né cacciata né maltrattata dai suoi ricchi parenti, bensì aiutata e amorevolmente accolta dalla cugina Adeline e da tutta la famiglia Hulot. Ma l'oltraggio, in lei, è anteriore a qualsiasi offesa, vera o presunta: povera, per nulla avvenente, ma anche intelligente e risoluta, riversa su chi la ama tutto il suo rancore verso il mondo. Ossessionata dal confronto con la bellezza e la ricchezza della cugina, dietro le sembianze di umile e dolce zitella coltiva un feroce desiderio di rivalsa e intesse trame di inganno e distruzione, succube di un odio che si trasforma in lucida follia. Pochi romanzi balzachiani, sono, come questo, foschi e inquietanti, ma nello stesso tempo anche patetici e melodrammatici.

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Mira a raggiungere un effetto di semplicità e coloritura popolare e ricostruisce la psicologia della protagonista Giacinta con una vasta minuziosità di dettagli. Fuggendo nell'apparente silenzio della natura, nel muto silenzio di una vasta dimora, nell'ineffabilità di un sonno eterno, col cuore colmo di una indicibile tristezza.


Titolo: Giacinta
Autore: Luigi Capuana
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 274
Trama: Non era piú una bambina; aveva già sedici anni. Le confidenze di qualche amica le avevano aperto un po' gli occhi. La sua fanciullezza abbandonata le si aggravava sul cuore terribilmente, coi piú vivi particolari, rimescolandola tutta. E quando le passava dinanzi agli occhi l'immagine di Beppe, con quel testone nero e quelle pupille nere che l'avevano tenuta cosí sottomessa, sentiva vibrare per tutto il corpo una sensazione strana, d'inesplicabile tenerezza verso quell'unico amico della sua infanzia che l'aveva tanto divertita e le aveva voluto un po' di bene! E i baci di quelle labbra carnose le rifiorivano, caldi, per un istante, sulle gote insieme colle carezze delle ruvide mani di lui.

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Un libriccino dalla mole piuttosto ridotta il cui contenuto però grava sulle spalle come una roccia. Affascinata dalla meravigliosa concezione della Provvidenza, ho vagato sola nel bel mezzo del nulla in cui bisogna sopportare e respirare l'aria degli altri. In un bianco chiarore infinito che tuttavia non lascia indifferenti, amaro e crudo come è solo la negazione di un qualcosa che deve arrivare, nel non volerlo vedere.
Titolo: I Malavoglia
Autore: Giovanni Verga
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9,50€
N° di pagine: 352
Trama: Al centro della narrazione sta la "Provvidenza", la barca più illustre della letteratura italiana, la più vecchia delle barche da pesca del villaggio. La vicenda ruota intorno alla sventura dei Malavoglia, innescata proprio dal naufragio della "Provvidenza" carica di lupini presi a credito. Si snoda così una trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolgersi doloroso del dramma; una serie di rovesci, colpo su colpo contro i Malavoglia, ogni volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo precedente.

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Un' opera solennemente letteraria che evidenzia come la bellezza talvolta può essere colei che lega qualcosa di forte, tangibile, indelebile che ha funto da filo conduttore fra me e questo mondo, che però non fa trattenere il fiato come credevo ne richiama la narrativa romantica vittoriana a cui sono abituata, che è arrivato in sordina, mi ha reso partecipe di una vicenda dolce in un mare di ricordi che fluttuano nel tempo sempre più remoto.

Titolo: Il giardino segreto
Autore: Frances H Burnett
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 280
Trama: Apparso a puntate nel 1909, fin da subito << Il giardino segreto >> incontrò uno straordinario successo, poi rinvigorito dai giovani fanti di lingua inglese durante la Prima guerra mondiale, che ne fecero uno dei loro libri preferiti in assoluto. Al centro della storia, la vicenda di una bambina orfana, Mary, affidata a uno zio indaffarato e sempre lontano da casa. La prima reazione della bambina, appena arrivata nella villa dello zio, è di rifiuto. Nulla le piace. È scontrosa, capricciosa, scontenta. Ma a poco a poco, grazie ai suggerimenti di Martha, una giovane cameriera di origine contadina, la bambina scopre la bellezza dei luoghi intorno alla casa, si avvicina alla natura e si addolcisce. Ed è sempre Martha a raccontarle una storia che come un dardo colpisce la sua immaginazione: esisteva un tempo un giardino, dove l’adorata moglie dello zio amava stare e che per una tragica fatalità – cadendo dall’altalena – è diventato anche luogo della sua morte.


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Quel romanzo per ragazzi – ma a mio avviso anche per adulti -, che ho sentito e accolto tardi, dalla straordinaria veridicità ma rigido come se camminasse sopra un trampolino. Bello, ma non eccezionale che è un grido repentino, roco, che non si è confuso con quello degli altri. Ma ricco di lucentezza e ombrosità, di sfumature che hanno un loro significato, che come un corvo si è librato nell’aria, avendo una sua meta precisa.

 Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 424
Trama: “Lo schietto amor patrio vibra in quasi ogni pagina e l’amore per gli umili, per gli infelici, per coloro che sono stati diseredati dalla società o dalla natura. Nell’Italia che dopo la passione del Risorgimento viveva una vita grigia e borghese, Cuore portò una fiamma di sentimento, un’ala di poesia, un grido di speranza verso mete più alte e luminose”.







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Viaggio entusiasmante, sebbene a tratti ripetitivo, ma repentino e frettoloso che è una metafora di mancata libertà. Quel trogolo luminoso, sgargiante, che come una discesa frenetica e strabiliante è un mosaico di situazioni, vicende o avvenimenti che mi permisero di starci comodamente.
Titolo: L’isola del tesoro
Autore: Robert L Stevenson
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 3,90 €
N°di pagine: 190
Trama: La mappa di un'isola sperduta nell'oceano, il miraggio di un tesoro nascosto, indimenticabili figure di crudeli pirati e soprattutto il ragazzo protagonista, il coraggioso Jim Hawkins. E poi ancora ammutinamenti, i pericoli dell'oceano in tempesta, spargimenti di sangue... Se esiste un racconto dell'avventura questo è "L'isola del tesoro": ecco perché sin dalla sua pubblicazione ha catturato e continua a catturare l'immaginazione dei ragazzi di ogni continente e di tante generazioni. Stevenson scrisse l'avvincente romanzo per il figlio, non suo, della donna che aveva sposato. Era un modo per essergli vicino, per dimostrargli un affetto che voleva essere forte quanto quello paterno. Forse anche per questo Jim Hawkins, che s'imbarca come mozzo sulla goletta Hispaniola alla ricerca del tesoro, riunisce in sé simpatia, audacia, sincerità e intraprendenza. E forse per questo ogni adolescente ama riconoscersi in Jim e sogna di vivere avventure altrettanto emozionanti. 

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Il ritratto descrittivo in veste eroica di non aver paura di apparire indigesto o irriverente, con la sua esilarante e simbolica storia di voler evadere continuamente da qualunque parte del cosmo. L’atto di desiderare di poterlo fare suscita uno strano senso di sconforto, di sconfitta nel quale l’individuo vaga nelle tenebre senza una via d’uscita, in frammenti di storie che in una dolce confusione dei sensi, mi ha trascinato in attimi di vita comuni.

Titolo: Il giro del mondo in 80 giorni
Autore: Julius Verne
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9€
N° di pagine: 300
Trama: “Il giro del mondo in ottanta giorni” è forse il più noto tra i romanzi di Julius Verne, fonte di numerosi adattamenti televisivi e cinematografici. Il protagonista è un inglese vittoriano di nome Phileas Fogg che, per scommessa con i soci del suo club londinese, si imbarca nell’avventura di fare il giro del mondo in non più di ottanta giorni. Alla base della sua certezza vi è la convinzione tipica dell’Europa del suo tempo di aver domato il mondo, tanto da poter programmare ogni tappa solo sulla base degli orari ferroviari di navigazione ufficiali. Fogg non è un normale turista, non è interessato alle bellezze dei luoghi che attraversa, ma a raggiungere in modo efficiente il suo obiettivo. Ad affiancarlo nell’impresa il domestico Jean, detto Passepartout, che lo aiuterà a risolvere gli imprevisti che incontrerà nel suo tour. In una ridda di imprese, a volte tragiche a volte comiche, Fogg alla fine riuscirà a vincere la scommessa, nonostante gli ostacoli che gli verranno opposti di continuo da un pertinace poliziotto inglese che lo insegue per tutto il mondo, convinto che sia l’autore di un grosso furto in banca.

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Titolo: Una casa quasi perfetta
Autore: Emily Eden
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 245
Trama: L'autrice fu una appassionata seguace di Jane Austen e immaginò di scrivere dei romanzi laddove la grande scrittrice aveva concluso i suoi, ovvero dal racconto della vita di una coppia dopo il matrimonio. Come in "Orgoglio e pregiudizio", la storia inizia con un dialogo tra i genitori della protagonista, la dolce Helen Beaufort, che ha da poco sposato lo scapolo più ambito, Lord Teviot. Nonostante ci siano tutti i presupposti per un'unione ben riuscita - marito e moglie sono giovani, belli e facoltosi - i due dovranno affrontare gelosia, orgoglio e una serie di fraintendimenti che rischieranno di mandare a monte il matrimonio. Sullo sfondo di spettacolari tenute di campagna, tra cene eleganti, visite formali, lettere, dialoghi arguti e sottili considerazioni, l'autrice ha dato vita a un sofisticato intreccio psicologico dalla comicità ancora intatta, che ci insegna quanto sia difficile abituarsi alla vita coniugale nonostante l'amore.

8 commenti:

  1. Thanks for your sharing, Greetings from Türkiye...

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  2. Cuore davvero troppo melenso. I malavoglia, invece, ho imparato ad apprezzarlo nel tempo!

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    1. Già, Cuore non è piaciuto nemmeno a me. Con Verga prima o poi vivrò altre esperienze. Magari con altri suoi romanzi 🤗

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  3. Ciao Gresi, ho letto parecchi dei romanzi citati: concordo su Cuore (secondo me il suo limite principale è quello di essere troppo ancorato alla società postunitaria dell'epoca, in cui noi non ci riconosciamo per ovvi motivi), mentre invece ho adorato "I Malavoglia", sin da quando lo lessi da adolescente per la scuola... ma so di essere una mosca bianca ;-) "Il giardino segreto" e "L'isola del tesoro" li ho letti da ragazzina e non mi erano dispiaciuti, ma magari da adulta potrei trovarci dei difetti! "Il giro del mondo in 80 giorni" invece mi è piaciuto molto :-)

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    1. Mi fa piacere 🤗🤗 io non li boccio completamente perché potrebbe essere che, in un futuro non troppo lontano, possano piacermi... Ma al momento è così 🤗🤗

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  4. "I Malavoglia" non è piaciuto neanche a me ... obiettivamente comprendo la sua importanza nella letteratura italiana, ma purtroppo non sono proprio riuscita ad apprezzarlo!
    Mi dispiace invece di vedere in questa lista Verne e Frances H Burnett, io li ho adorati 😢😇

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