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sabato, dicembre 30, 2023

The Best Book of .... 2023! Un anno pieno di parole: carta e inchiostro

Mi guardano spesso in silenzio i miei cari e amati libri. Per tanto tempo sono stati compagni fidati, amici a cui confidare ogni cosa, e penso fra me e me che se non esistessero queste semplici risme di carta non ci sarebbe per me vita. Letteralmente. Perciò leggo tantissimo, e non per vantarmi, per alla fine dell’anno, confrontarmi con i miei coetanei, e constatare se io sia quel vincitore che silenziosamente ha vinto l’ennesima sfida. Niente di tutto questo: leggo per vivere, forse l’ennesima frase fatta, e leggo perchè la mia inutilissima vita non ha un senso. Intanto il tempo procede spedito lungo il suo inesorabile corso, e mi rendo conto quanto ci sia di serio in tutto questo, quanto c’è di profondo dietro a certi pensieri, certe riflessioni, ma nella buona e nella cattiva sorte è così, no? Ebbene, questo è il mio 2023 libroso. Com’è stato? Abbastanza soddisfacente, entusiasmante, voli pindarici che non sono evaporati quando giunti alla fine di ogni capitolo ed accomiatati con un semplice << fine >>, quanto con l’ardente promessa di un arrivederci … ed io commemorerò tale promessa. La mia posizione che è anche ciò che riflette il mio gusto letterario, e che senza cui oggi non sarei la divoratrice di libri che sono.

Miglior romanzo d’avventura:


Entrare a far parte di questo mondo, alleandosi con chiunque, persino col Gatto e la Volpe, riportando alla luce un’avventura che forse sarà ripresa e ancor ripresa in futuro, ritenuta quasi quel genere di lettura in remissione.


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Migliori biografie:

Effetto scaturito quasi spontaneamente, forse più marcato dalla possibilità di aver accolto questa quotidiana odissea di una derelitta, una persona cui mi sono legata moltissimo. Perché la Ranieri è una delle voci italiane più belle di cui non se ne potrà fare a meno, una volta la si conosce, la si ascolta, stando sul podio invisibile dell’arte con una bacchetta, un piccolo strumento in cui dirige l’orchestra, la cui melodia scaturita è un essenza che colpisce e che solo mediante a una vera e propria rinascita è possibile liberarsi del passato.


Così triste da non poter provare compassione o tenerezza, lettura logorante ed estremamente coinvolgente la cui melodia mi ha permesso di assistere alla << nascita >> di questa piccola grande donna, che lentamente avanzò verso l’oscuro baratro del nulla, e da lì non tornò mai più indietro. 🌺🌺🌺🌺🌺

Questa bella biografia, in poche ma essenziali pagine, parla di vita, di letteratura, dell’arte, di tutto questo e il suo autore, facendo di questi concetti elementi essenziali che spiccarono in un momento particolare della sua vita, naturalmente fece ammenda e… mutò. Cambiò il suo modo di vivere, vedere il mondo circostante, a tal punto di paragonare le opere degli Dei a quelle della sorte che non sono provviste di un ordine naturale o intrecciate alla provvidenza.


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Una storia semplice ma amara e forte che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un viaggio straordinario e indimenticabile.






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Ascesa nel futuro, nell’esultanza, nella brillantezza poetica, così rumorosa e frastornata, questi diari sono un invito a guardarsi dentro e da cui la stessa autrice potrà abdicare. Come? Interagendo col prossimo. Mutando da piccola e gentile donnina francese, rimpicciolita in un fascino intelligente e peccaminoso, in qualcosa di grande e potente che presto o tardi scoverà un mondo nuovo, dai valori vividi, vasti e giganteschi. 

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La vicinanza come negazione alla solitudine e la vittoria a una brama elementare, dionisiaca, che ha mutato il mio animo durante il corso della sua lettura. Ho visto districarsi i nodi di una matassa ancora ingarbugliata, profonda e intima che è stato davvero impossibile non fare a meno di osservare. Rimasugli di pensieri connessi e disconnessi che tuttavia cozzano con la sua anima.
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Quella della solitudine può apparire come un sentiero lungo e monotono che a causa del rapido susseguirsi di eventi, del magnetismo di una società, di forme politiche che annichiliscono ogni intento di positività o purezza, raggiunge la sommità di una collina giù per il quale il sentiero della vita si snoda tortuoso e irto di ostacoli, scomparendo e riapparendo a tratti. 






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Riconoscere se stessi in pezzi, in luoghi in cui ci si scopre ossessionati dalla supremazia altrui, ci si auto psicanalizza, quasi un invito a guardarci dentro. a riconoscere cosa è giusto e cosa no, osservando il mondo con gli occhi dell’innocenza o della crudeltà. 🌺🌺🌺🌺🌺

Un testo che è una bellissima ricerca sulla figura del celeberrimo vampiro, Dracula. Ricco di informazioni che ne accrescono le immagini, l’idea riportata alle leggende, ai miti che si celano dietro una figura come questa. Avvolgente sopratutto perchè ha rafforzato il mio desiderio di studiare a fondo un conte così celeberrimo, come Dracula.







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Migliori classici:

La percezione dell'io, abbozzato e incerto, che ritrae un immagine sfocata del noi stessi, e che getta una particolare luce sulla verità che coincide con lo stesso Toby. Collegando il ricordo del tempo a un momento particolare della sua vita, costruendo un'impressionante galleria di fantocci animati, magistralmente disegnati in pochissimi ma salienti tratti.







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Non si discosta dall'idea di tristezza o rammarico che suscitano le sue pagine. Qualunque forma di gioia o contentezza è un soffio di vento che a malapena si riesce ad avvertire. E, una certa luce negli occhi, è ciò che più si brama, come se in attesa di un miracolo. Nel bene o nel male, desiderosa di veder consolidare quel qualcosa che tutti desidererebbero concretizzare. Affidandosi all'immaginazione, o all'istinto, come unico giustificato rimedio.

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Una storia indimenticabile e perfetta che, nella sua brevità, riesce a trasmetterci un certo dolore. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. Una ricostruzione attenta che funge da monito verso coloro che continuano a costruire delle solide barriere attorno a se stessi.


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In questo romanzo, in una bottega che tuttavia diviene allegoria nonché materia di ricordi, dramma, archivio di affetti, angosce, luogo del sognato ritorno. Simbolo di vite consumate e legate agli stessi personaggi, estraneo a qualunque forma di riscatto. Ma dotato di << vita >> poiché detentore di tracce mortificate, allegoriche ad oggetti grotteschi, a luoghi prevalentemente significativi non tuttavia fuggendo dalla stessa, quanto facendone parte. Londra appare così il fantasma di quelle canaglie che corrodono il mondo, orrori viscerali e predefiniti, non emettendo alcun suono ma esistendo, popolando in un cumulo di disgrazie, oggetti che alla sola vista accrescono una certa impotenza e disperazione.


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Non è solo un affresco della letteratura vittoriana. Piuttosto un affascinante intreccio di follia, passione, affetti, malessere e benessere, ma anche un meraviglioso viaggio per aver permesso sia a Pip sia al lettore di crescere in questa tetra solitudine. Rifocillare l'anima, quando non aveva la certezza di poterlo fare.

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Un inghippo di relazioni, interazioni, rivelazioni sconcertanti e non che ci parla di personaggi non proprio meravigliosi né perfetti, ma che spiccano per il loro essere non perfetti né meravigliosi. Quanto esseri finiti in un mondo infinito che vagano lungo la riva dell’assurdo, dell’insoddisfazione, in una continua ricerca dell’identità interiore, che poggia sugli aspetti psicologici che su quelli sensuali il cui messaggio fondamentale consiste non nel compiacere esclusivamente se stesse, ma essere libere di spiccare il volo, quando meno se lo aspettano.


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Un dramma sentimentale, seducente e romantico che mi ha resa prigioniera delle stesse colpe, degli stessi peccati dei protagonisti. Un opera raffinata, delicata come un tulipano, che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si provano più sofferenze che gioie. Sciorina continuamente descrizioni dettagliate che, spesso e volentieri, inducono al tedio e alla noia, e cattura l'attenzione per il toccante e sano romanticismo che si respira fra le sue pagine e in cui diviene sempre più forte l'esigenza dell'autore di esplorare la zona dei sentimenti.


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A dispetto di altri romanzi, il senso di alienazione, il dramma che scandaglia attimi di vita comune, è stato davvero forte. Onnipresente, ossessivo, che racchiude un guazzabuglio di sentimenti straordinari. Il cuore così appassionato ma non ardente d’amore, che tuttavia coincide col desiderio incontrollato di attrarre e conquistare senza curarsi del male che si può recare a un uomo. La civiltà antica ha impedito di indulgere in sentimenti istintivi e incontrollati di giustizia e rettitudine in cui si agisce per convinzioni, acquisite e accettate dalla società e lasciare da parte la bontà dell’amore.


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L’essere umano è in bilico fra estasi e sogno, sebbene immerso in un mondo zeppo di meschinità, ipocrisia, cattiveria che rivelano l’intento dell’autore di esaminare il senso della vita. Ed, intrappolato nel lungo limbo delle convenzioni sociali, incorre esclusivamente l’ideale dell’uomo forte, libero, capace di vedere la netta differenza fra verità locale e verità universale, come una complicata emozione che ha racchiuso nel suo palmo due amanti nella sfera insondabile dell’amore.




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L’armatura sentimentale di un’ammirazione priva di contenuti, qualcosa di così indissolubile ma radicato nell’infanzia destinato poi a scomparire nell’uomo adulto, in chi contempla e giudica. Questo volume, dunque, così come il primo, mi ha permesso non solo di immedesimarmi al punto di confondere la realtà circostante con quella che ho vissuto su carta, quanto di vestire i panni di giovani fanciulle che esplicano la bellezza, la purezza, languido intermezzo che tuttavia dona una luce particolare alla Recherche.





Malgrado la brevità di certe storie l’autore mette in evidenzia personaggi che hanno una sua valenza, nel carosello di immagini, suoni o parole che creano un piccolo e meraviglioso universo. Frammentato ma visibile. E, nell’insieme, conciliano l’idea che la ragione possa spiccare in questo universo, quello personale dell’autore, impossibile da vedere nell’immediato ma reso sensibile in piena maturazione.





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Un dramma sentimentale, realistico e profondo che mi ha resa prigioniera delle stesse colpe, degli stessi peccati di Maggie. Un opera raffinata, delicata come un tulipano, che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si provano più sofferenze che gioie. Sciorina continuamente descrizioni dettagliate, e cattura l'attenzione per il toccante e sano sentimento di fratellanza che si respira fra le sue pagine e in cui diviene sempre più forte l'esigenza dell'autrice di esplorare la zona dei sentimenti e la natura circostante.


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Il lettore entra in contatto con diversi meccanismi: la famiglia, l'istruzione, l'amore. Intreccio straordinario di cattiveria, affetti, malesseri e benesseri ma anche un meraviglioso dono per aver permesso a Nicholas di cercare una strada, quando non aveva la certezza di arrivare a una meta.







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Un romanzo che ho apprezzato e compreso lentamente, in cui la vita torna a trionfare sulla negligenza, ma lo fa nel modo più primitivo possibile, nel più crudele dei modi, con l’uomo che torna ad essere l’essere umano limitato e curioso di sempre impartendo così la conoscenza mediante dialettica, scambio reciproco di idee. Un’opera che scandaglia il labile confine del possibile e del reale, che taglia qualunque legame col mondo esterno ed elimina qualunque segno di remora o incertezza. Simbolo di quella modernità che presto avrebbe determinato quella che è la letteratura cortese più affascinante degli ultimi tempi.

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Malinconico e curioso, confortevole come un abbraccio non del tutto caldo ma sentito, nel quale è stata delineata una storia dal sapore agrodolce. Abbellita da minuziose curiosità, voli pindarici di fantasia, un tuffo nel passato in cui l’idea di raggiungere la felicità è un sogno che non si infrangerà del tutto. L’impulso, il lampo di compassione, l’ingenuità infantile, tutto questo compreso pienamente.



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Nei primi anni del Novecento, uno studioso inglese, amante dei libri e della buona letteratura, proveniente da un ambiente povero e liquamoso, vide la professione di professore come un modo per raggiungere la libertà.
Molti non l’avranno accettato, né saputo accogliere né ammirare come si deve. Per me è stato quel personaggio in cui non ho potuto fare a meno di ammirare, nutrire un certo fascino, ogni volta che aprivo il libro e leggevo di lui, che non mi ha fatta sentire estranea nemmeno per un secondo. Quasi folgorata dalla sua anima semplice, quasi tragica, particolare e trascendentale che come un gesto d’amore, di riconoscenza, di unione verso un mondo che lo ha tradito, inconsapevolmente mi aveva scelto.




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La gioia del raccontare che inganna e rende complici, coinvolti ad essere protagonisti di svariati effetti, che seppur non rispecchia perfettamente i canoni della tradizione storica, esige qualcosa di meno prosaico e complicato di quel che sembra, avvincente e coinvolte che mette da parte un certo gusto per l’imperfezione e la non conclusione, nella sua disordinata integrità, e il desiderio insopprimibile di leggere i volumi successivi, che presto o tardi avrebbero tracciato il proprio sentiero. 






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Ho fatto un viaggio in Transilvania e ho percorso anch'io quel territorio che, per molti, è tutt'ora così colmo di ricordi vividi e terribili. Mi sembrava impossibile credere che le cose che hanno visto e udito i personaggi, non li avesse provati anche la sottoscritta. Ogni traccia disegnava ogni cosa. Un castello si ergeva, sovrastando una landa desolata. Una cortina di nuvole nere, minacciava sopra il mio capo. E, nella sua stanza, rinchiuso nella sua cella di legno, il conte Dracula aspettava silenzioso gli mio arrivo.


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La favola di una piccola grande donna e del suo misteriosissimo segreto, che mi ha fagocitato nel suo grembo fino a quando il filo invisibile della sua lettura si è disgraziatamente rotto. Poiché appassionante, sconveniente, quasi tentatore e ingannevole, dramma poliziesco inglese che mi ha reso protagonista di una vicenda che offre allo sguardo lo sfavillante spettacolo di un sentimento che ne il tempo ne l'incuria potranno mai estinguere.

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Una storia in cui il cuore resta sospeso per tutto il tempo. Sotto il bianco riflesso del cielo di pioggia, fattosi chiaro man mano che si avanza, l'ho raccolta sul palmo roseo della mia mano. Qui ho ricevuto in dono dalle mani dell'autore una bianca e delicata bellezza creata da Paskernac. Mi ha letteralmente aperto le porte a figure avvolte da una particolare oscurità. E la promessa di una certa intimità, contenuta, fredda come una luminosa notte del nord, di Zivago e Lara ma anche di chi li circonda o legge, che mi si è accorsa incontro come una potente onda verso cui sono accorsa nel buio delle stanze remote della mia coscienza.

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In una disomogenea forma di conoscenza, ammaliamento e potere, uscire da un mondo apocalittico, recriminoso come questo, è stato davvero difficilissimo. Una volta entrata, è stato davvero arduo tornare alla vita di tutti i giorni. 

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Un anima complessa che tuttavia si è sposata con quella semplice del mio animo. Assaporando la sensazione di essermi finalmente immersa in un momento storico, maggiormente conquistata dalla potenza dei sentimenti che circondano l’aura di ognuno dei personaggi; sebbene marionette mosse da una mano invisibile, così belli e definiti, stonano tuttavia col suo disegno geometrico ed estremamente complesso. Scritto mediante parole che hanno inciso un segno del loro passaggio, mettendo ogni cosa a soqquadro, calandosi nei panni di quei poveri disgraziati che giorno dopo giorno si nascondono dietro corazze insondabili.


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Una fase di vita facilmente riscontrabile al presente, così attinente alla realtà come un pugno allo stomaco o la febbre nel corpo. Un unità autosufficiente di bellezza e manierismo il cui brivido della lettura sta nel non sapere mai se l’amore potrà prevalere su tutto, se si sia trattato di questione di possibilità, scelte, l’effetto devastante e destabilizzante che avrebbe dovuto calibrare svariati sforzi in diversi modi.





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Algido e impenetrabile, circondato da quella patina di emozioni che ti scavano dentro, Estate affonda le sue radici nel cuore di chi legge non badando a niente e nessuno se a ciò che potrebbe intaccare la sua anima semplice e lucente.


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L’uomo, l'individuo di sesso maschile, nei romanzi classici di letteratura russa ha propositi tutti suoi e, se espansive di emozioni, etichettate come seccatrici e avventuriere.
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Seppur intriso di sentimenti forti e travolgenti, non ha lasciato un segno del suo passaggio come credevo, ma mi ha permesso di apprezzare e viaggiare fra diversi salotti parigini mediante il semplice atto del narrare. La narrazione, qui, mediante la scrittura, nel momento in cui ci si imbatte fra i personaggi, mi soggiogarono in mutamenti emotivi, perturbazioni o confessioni intimistiche che si assottigliano, si ispessiscono, a seconda dei casi.
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Opera che affronta molte questioni relative alla società del secolo, nonché richiamo costante alla libertà repressa, alla crescita all'età adulta, agli affetti. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui compresero, all'epoca, o, inclinazione adatta a rievocare emozioni represse. Gioia, felicità, spensieratezza.

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Pur quanto semplice e desideroso di forme di libertà estreme, Cranford non converge in una rinascita totale che sguscia in forme mostruose e artificiali, apparentemente ridicolo, ma costruisce una fase di vita facilmente riscontrabile al presente, così attinente alla realtà come un pugno allo stomaco.
Un romanzo che è un unità eterogenea autosufficiente di respiro e pensiero, il cui brivido della lettura sta nel non sapere se queste figure alla fine potranno elevarsi in mezzo a tutto questo caos. Forse dovuto da una questione di possibilità, di scelte il cui effetto potrebbe calibrare ogni cosa.

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Racconto di una donna fragile e tormentata, timorosa del futuro e del senso della vita, trascinante, realistico, affascinante e alquanto tragico, Madame Bovary è uno straordinario intreccio di tradimenti, peccati, azioni inviolate e violate. Un impasto di pensieri, ricordi indelebili di una giovane donna rievocati dal tempo davanti agli occhi del mondo. 🌺🌺🌺🌺🌺

Un romanzo profondamente introspettivo che oscilla continuamente

fra il buio e la luce, in cui la nozione del tempo traballa come un vagone

su un asse in equilibrio precario. Zeppo di frammenti di pensieri che

si riversano impetuosamente, mediante parole che sono riaffiorate dalle tenebre. O, meglio, da una Fortezza, e in poco tempo riassorbite dalle stesse.




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Un romanzo che ho amato e compreso pian pianino, in cui la vita torna a trionfare sulla morte, ma lo fa nel modo più primitivo possibile, nel più crudele dei modi, con l’uomo che torna ad essere l’essere umano limitato e curioso di sempre. Un opera che scandaglia il labile confine del possibile e del reale, che taglia qualunque legame col mondo esterno ed elimina qualunque segno di remora o incertezza. Simbolo di quella modernità che presto avrebbe determinato quella che è la letteratura gotica più affascinante degli ultimi tempi.
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Un vasto assortimento di citazioni filosofiche e riferimenti dettagliati sulla vita, in cui Ester sperimenta le gioie dell’amore carnale attraverso un lento processo di scoperta della propria condizione di penitente. Tutti incarnati in un unico volto, in quello della sua amata Perle, del piccolo demonio mandato dall'inferno e, naturalmente, della sua creatura. 


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Migliori fantasy:
Una delle più belle celebrazioni d'amore che compongono gli scaffali della mia strapiena libreria è per me il terzo capitolo di una delle saghe letterarie più amate, negli ultim
i tempi. 

Un amore in cui ho visto la bellezza di tante cose, che si sprigiona nella semplicità dei piccoli gesti, in cui si cerca sempre di mettere a tacere la malinconia, il senso di sconforto e il segreto rituale della protagonista di coronare il suo più grande sogno: diventare una vampira.

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Ciò che rende questo fantasy diverso dagli altri non fu affatto la questione relativa all’aspetto fantasy, compatibile a quello di altri romanzi, che poggiano su aspetti relativamente semplici ma che se ci si pensa più di qualche minuto non hanno un vero e proprio fondamento logico. 

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La fantascienza incontra la più bella manifestazione popolare, sin da sempre amata da tutti: la favola. Trascinante, romantico, fiabesco, a tratti intenso e drammatico, Gilded è una favola moderna talmente bello, un po' più maturo della saga delle Cronache lunari, in cui mi sono immersa al punto tale da non saper distinguere la realtà dalla finzione. Semplice ed emozionante, il romanzo funge come una sorta di omaggio alle favole di Perrault ed, efficace e fantasioso, traccia una linea invisibile tra presente e passato. Ritagliando un posto speciale persino nei cuori di coloro che credono che leggere questo genere di storie non sia altro che una perdita di tempo.



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L’atmosfera onirica e ovattata, i colori vellutati e sfarzosi, quel sentore di inquietudine che aleggia tutt’intorno, il concetto di illusione che evidenzia quanto siano importanti i ricordi, far prevalere la nostra identità, che ti inducono a vivere in un tipo di illusione che sconvolge ma dalla quale determina il tipo di persona che siamo.
Opera straordinaria e bellissima che non dà completamente credito a qualunque sussulto del cuore, non risponde a qualunque quesito dettato dalla nostra coscienza, ma che mi ha trascinato nel meraviglioso intento di scovare la crudeltà, l’innocenza, in uno squarcio di luce che ne risalta le tenebre.

🌺🌺🌺🌺🌺 Un romanzo innaturale, inspiegabile ma straordinariamente indimenticabile in cui il bello della sua lettura sta proprio in questo suo essere sbagliato. Estraneo ed erroneo, probabilmente agli occhi di molti. Un’accozzaglia di circostanze e avvenimenti assurdi che si verificano spesso senza motivo, e che non trovano una sua collocazione esatta: interpretare le cose nella maniera più conveniente aiuta a capirne la natura.
Un cosmo letterario di stupefacente bellezza oscurato da strambe ombre, misteri inspiegabili del cuore umano, sprazzi di dolore che altri non sono che il riflesso senza luce dell'amore.


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Un trionfo di bellezza, un certo amore per le arti e la mitologia, uno sciame di personaggi che si sono mossi con una certa velocità alla ricerca di un sentimento che forse non esiste nemmeno, appostati qua e là, Il dardo e la rosa è un poema romantico, sensuale e seducente da cui però traspare una certa incertezza, un certo abbandono. La Carey, devo ammettere, a proposito, ha realizzato un lavoro eccezionale. Attenta, curiosa, osservatrice, di cui questa sua prima opera è un esempio per l'amore che ella riserva al mondo orientale e con il quale esplora il cuore umano, con delicatezza e libertà.

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Un fantasy epico per adulti costruito mediante aspetti che esplicano un unico assetto: esplicare la sofferenza. Evidenzia come, mediante una sequela di errori, l’individuo è soggetto a scontri e razioncini vari, e che lo rendono atipico e particolare non quanto per la storia in sé tanto per la protagonista. Il suo essere originale, in mezzo a carcasse di guerrieri morti in battaglia, innumerevoli dettagli che richiamano la tradizione cinese scritti in maniera alquanto realistica e attenta che hanno un’importanza simbolica e non metaforica.

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Miglior horror:

Non si muore tanto facilmente, ma nonostante poi ciò accade non si può non combattere, né porre fine a qualcosa di assolutamente imprevedibile. Ciò che mi ha più colpito fra queste pagine non è tanto la presenza dello stesso It, entità definita come la Madre di tutte le cose, quanto il messaggio che si cela dietro. Quanta attenzione bisogna porre quando si è bambini? Non bisogna mai abbassare la guardia, checché sei un bambino, un adolescente o un adulto. Ma quando sei giovane, vulnerabile, inconsapevole, quanta attenzione bisogna porre al mondo circostante? Soprattutto quando sei solo, soprattutto quando inevitabilmente si attacca qualcosa che sembra non voler lasciarti in pace. Ma il risultato è ottimale. Sia quando a muovere i fili sono bambini, adolescenti, sia quando trascorrono gli anni e scopriamo la banda dei Perdenti con ferite dell’anima che non riusciranno mai più a curare. Quale sarebbe stata la cura?

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Sicuramente formidabile, talmente formidabile da convincermi a vedere nell’immediato il film che non avrei visto perchè ne sottovalutavo il suo valore, oltraggiato la sua memoria, scivolando in un carro funebre e malinconico che mi ha posta in situazioni scomode, in una perpetua lotta di vincere e sopravvivere, in profondi stati di solitudine che coincisero con l’anima dello stesso romanzo.






Una volta entrata, è stato davvero arduo tornare alla vita di tutti i giorni. Sebbene quella di Il golem  è una tematica piuttosto peccaminosa, moderna, incurabile, in una struttura a specchio è la testimonianza diretta delle problematiche che attanagliano l’individuo in relazione con altri individui. Il tutto in un capolavoro assolutamente indimenticabile, nonché frammento etico e biblico in cui ognuno di noi può rispecchiarsi, in cui l’individuo è quella massa informe, compatta, solidificato in un unico recipiente.  🌺🌺🌺🌺🌺

Viaggi mentali la cui meta non è un posto fisico ma relativo alla mente, la zona grigia fra il bene e il male, un Harem segreto in cui si lotta pur di trovare la pace con sé stessi, storie straordinarie e avvincenti che pur quanto dovrebbero trasmettere una certa inquietudine è un unico splendido universo da esplorare almeno una volta nella vita.




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Disperazione, follia. Fra gesti sconsiderati e folli, e il flusso lento della storia che scorre silenziosamente in un paesaggio famigliare, una favola dark inzuppata di sofferenze e atrocità in cui la figura individuale cammina incompresa e sola, senza fermarsi, lungo il tragitto della morte.







🌺🌺🌺🌺🌺 Miglior mistery:

Una lettura straordinaria, ammaliante e ipnotica che dimostra come la Bray, in questi pochi anni dalla sua ultima pubblicazione, mantiene ancora intatto il proprio smalto. Realizza una favola dark dai toni cupi e grigi in cui fanno da sfondo l'odio, la violenza e la paura. Nulla è lasciato al caso e, fra le sue pagine, è possibile avvertire misteri e segreti inconfessabili di una generazione che avrebbe potuto essere la nostra, animati come un sogno vero e poco rassicurante.

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Un piccolo puntino di luce che trasmise interesse e anche smarrimento, sin dalla prima pagina. Dubbi o perplessità, la scissione fra vero o falso, giungendo a conclusioni del tutto inaspettate, in cui la tensione era piuttosto palpabile, alcune figure radunate ai bordi dell’anima di questa storia. L’aura distaccata, fredda di ogni romanzo giapponese che si rispetti, fra masse indistinte di anime flagellate da ansie o paure che vivono e pulsano, scalciando ogni giorno, aprendo finestre sul lattiginoso panorama dell’umanità.
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Migliori romanzi di narrativa:


 
Un piccolo universo raccolto e gentile, che in un brusco istante si è formato attorno a me.
Così colorato, sofisticato, semplice, intimo e progressista da cui ho potuto vedere ogni cosa. Un foglio bianco, punteggiato da piccoli sbaffi e volteggi, adornato da linee rette, e solo dopo da frasi raffinate provenienti da un’anima arida. Il pallido riflesso di ciò che sono stati per l’autrice i suoi più intimi segreti, e di cui traspaiono particolari valori.

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Scevro da qualunque sensazione avvertita in precedenza, tanta solidarietà e senso di conforto, in una trama studiata per benino, che è un oscura esaltazione del passato, nella frenetica confusione di vicende che non hanno ancora una vera e propria natura.
Una tela dalla luce apparentemente fievole, che prende vita in un soffio e che divora da dentro per come pensavo. Un vertiginoso labirinto che mi ha resa impossibilitata nel contenere la mia felicità per la sua lettura.


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Una storia molto carina che inevitabilmente mi ha fagocitato… beh, in un certo senso, alla fine, è quello che è accaduto. Una necessità a tornare fra le braccia di autori che negli anni ci hanno inevitabilmente risucchiato in un vortice di sensazioni altalenanti, quasi guasti, annichiliti nel portare il fardello di una vita crudele, egoista, minacciosa, destinati a porre rimedio a qualcosa anche quando sembra non sia così.







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Una lettura che mi ha piacevolmente colpito. Perfino la mia coscienza, che solitamente non vuole saperne di incappare in forme di letteratura che alla fine si rivelano nient’altro che una perdita di tempo, non ci pensò due volte a credere come si trattasse in realtà di uno spiraglio di salvezza, uno sprazzo di luce in un banco di nuvoloni grigi e ingombranti, riconoscendo come abbracciare questo tipo di letture talvolta sia un’ottima scelta e che la storia di Rita Nardi è quel tipo di storia che se fossi stata un’adolescente sarebbe stata il posto migliore per stanziare per una manciata di giorni in confronto alle gelida mura di un Castello fuori città in cui mi piace rifugiarmi assiduamente.


Canzone che è stata letta con sentimento e che ha scaldato il mio cuore, Luce d’estate ed è subito notte ha fluttuato come uno sciame di insetti al confine della mia coscienza in cui vecchio e nuovo si mescolano. Non hanno superato un certo confine, valicato qualunque ostacolo o barriera. 




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Una storia che inevitabilmente sottrae la felicità, e che ti costringe a compiere profonde riflessioni, limitandosi ad essere una semplice via di transito per se stessi. Una storia che trasmette estraneità, vulnerabilità nonostante si combatte per ottenere il contrario, introspettivo e attento intrappolato nel buio in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in equilibrio precario. Una piccola fortezza riassorbita dalle stesse parole con cui è stata raccontata.





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Un’opera deliziosa in cui trapela l’amore per Proust, la letteratura, e che tocca corde così sensibili del nostro animo che hanno un che di magnetico, perché delle volte non mi è sembrato di leggere quanto << vivere >>. Sentinella silente di unione fra anime che ha raccontato qualcosa di piccolo che ai miei occhi è divenuto gigantesco, importante, e forse uno dei principali motivi per cui mentalmente continuo a tornarci, perché avrei ascoltato altro, instancabile a condividere un amore grande e inarrestabile come quello della Recherche.

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Un’entità umana riesumata dal tempo che esplica valori universali fondamentali, immutabili nella dignità dell’intelligenza, sicuro ma fin troppo sterile per i miei gusti che, privo di quei guizzi letterari che mi piacciono tanto, merita una certa importanza ma non marchia al punto da considerarlo incensurato per qualunque approccio o età.

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Bellezza, luce, calore in cui persino i raggi del sole che picchiano sopra le nostre teste veglieranno lungo questo cammino. Si stringono a voci colme d’emozioni, anche quelli più tristi, cercando così di guardare dalla finestra virtuale di questo piccolo Cosmo, qualcosa di estremamente confortevole. Ospitale. Un piccolo cuore che batte all’unisono dei suoi personaggi.






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Una lettura che nella sua straordinaria delicatezza conferisce una sorta di energia spirituale. Quando il Fato bussa alla porta costringe ad affrontare la vita in ogni forma, in ogni dilemma, alludendo a innumerevoli opportunità in cui si alena anche il minimo contatto. Non propriamente liberi da entità che imprigionano nella loro morsa, in cui mi è stato davvero impossibile non poter ammirare queste figure di passaggio nei loro abiti umili, aspirando ventate di odori malsani che pian piano si lasceranno alle spalle.

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Una storia che non possiede nulla di speciale, ne di maestoso checché sostengono le recensioni o le critiche delle testate giornalistiche. Eppure, è un romanzo in cui inevitabilmente ci si sente coinvolti. Scava un solco profondo nell'anima di chi legge, rendendolo spettatore di vicende che avrebbe potuto vivere in prima persona.

Un racconto che altri non è che un oscuro labirinto in cui non tutti credo ameranno perdersi e che, per opera di un magistrale disegno, appassiona e sconcerta.Gioca tra il reale e l'assurdo, sentimentale e drammatica che è una nostalgica rievocazione del passato, nonché rivisitazione di un epoca irrecuperabile fatta di strani e oscuri personaggi, rivelazioni sconcertanti e patti stretti col diavolo. 








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Pezzo di puzzle che compone quel meraviglioso cammino de La divina commedia, i cui personaggi tuttavia non hanno mai trovato una sicurezza totale. Una delicata sicurezza che è stata lentamente nutrita, ai mali che sono stati loro inflitti, cercando di perfezionare e sanare il corso di uno strano destino.Un gesto familiare e tenero, che ho fatto già in passato e che rifarei altre milioni di volte. Come se Mercuzio mi appartenesse. Diventando la musa di qualcuno, venerato e adorato dalla sottoscritta con tutto il corpo e tutta l'anima. E solo così, leggendo, ascendendo al Paradiso.

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Questo romanzo avrebbe dovuto trasmettere qualcosa. E nonostante la semplicità, delle volte confusa con banalità, per me è stato così. Conservando questo aspetto peculiare ma non sfogando negli scambi individuali che il rievocare certi ricordi dovrebbe comportare né la presenza di anime che avrebbero dovuto perpetuare il suo ricordo nella mente di chi legge quanto conferma come anche lei, la stessa autrice,  sia stata una figura di passaggio. 

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Migliori saggi:

In uno scambio di ruoli, in uno scambio di interlocuzioni fra materia e carne, corpo e spirito è necessario preservare il tutto specialmente nel momento in cui il mondo sembra stia per avviarsi lungo il lento processo della distruzione. Scavalcando o valicando qualunque barriera, tenuta così stretta ai bordi di quest’anima passionale ma turbolenta che, persino adesso, a distanza di qualche giorno dalla sua lettura, mi tiene salda alla sua presa.




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Questo piccolo libriccino mi aiutò a riporlo nella lista di quei romanzi che considero significativi, stimolata da un profondo senso di fiducia, la consolazione di essere impegnata in qualcosa di importante che dà successo. Attenzione, ammaliamento ma anche tanta soddisfazione. Perché lavorare, produrre qualcosa, se adoperando quella giusta concentrazione, riponendo quelle giuste attenzioni, produce godimento per la nostra anima semplice ma appassionata.




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 Dormire è una delle più belle << attività >> individuali. Senza, l’individuo
non potrebbe esistere, vivere, non potrebbe mettersi in

moto ed abbracciare la vita esattamente per com’è: dolce e amara.

Bella e triste. Affinché il nostro circo circadiano non rallenti, le nostre

attività cerebrali non rallentino, il nostro benessere spirituale e f

isico aumenti e migliori il nostro benessere.  


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Questo bel saggio, in soldoni, esplica tutto questo. Comincia a sciorinare quelle particolari ragioni per cui è facile distrarsi, soprattutto ai tempi di Facebook, Instangram, Tik tok, è possibile prendere atto di tutto questo e andare avanti. Perché essere produttivi non comporta ad annullare completamente dalla nostra vita i social, isolarsi a tal punto da non poter stringere alcun legame. Semplicemente stabilire un equilibrio, un equilibrio personale che ci renda contenti, orgogliosi della strada intrapresa. Allusioni giocose, affettuose della vita in generale, che, a mio avviso, potrebbe divenire più divertente se ben calibrate.

             



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Propensa ad essere asservita a questo cambiamento di cui ci parlano questi saggisti, ho accolto così questa ennesima opera di crescita personale oltrepassando la soglia del visto e scostando il velo dell’impossibile. Scacciando ogni negatività, ogni remora iniziale, quanto fare di certi elementi degli insegnamenti di vita che, se messi in pratica, potrebbero migliorare la nostra vita.


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Funzionando, producendo, molto più del previsto. Raggiungendo svariati traguardi, conoscendo a fondo me stessa e ciò che più mi piace e mi fa stare bene, al punto che mi ha arricchito così tanto che lo dimostra questa ennesima recensione. Questo desiderio ardente di parlarne con qualcuno, promulgare il suo pensiero e i suoi piccoli segreti per << sopravvivere >> dinanzi all’inesorabile strisciare del mondo che, a me, non interessa più di tanto. Non più quel mostro temibile di cui molti stanno ancora alla larga, ma una bestia feroce ma domabile che io ho conquistato.

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Miglior romanzo storico:

Un quadro raffinato che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.
Sciorina continuamente descrizioni dettagliate che, spesso e volentieri, inducono al tedio e alla noia, è costruito mediante dialoghi incessanti che fungono quasi come monologhi interiori dei protagonisti, in cui è quasi sempre in atto una contrapposizione della persona la cui risposta è data dalla stessa anima, ma cattura l'attenzione per la sensualità che si respira fra le sue pagine e in cui diviene sempre più forte l'esigenza dell'autore di esplorare la zona dei sentimenti.




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Migliori romanzi thriller:

Gioco di luci e ombre, macchinoso, estremamente geometrico e ponderato, determinata a restare finchè qualcosa o qualcuno sciogliesse i nodi di una matassa perfettamente costruita, con gli occhi fissi su un reticolato di disegni, sospiri, frasi sussurrate nel cuore della notte, ciascuna con una combinazione diversa. Pagine di troppo che tuttavia convergeranno tutte in un unico quadro. Intorno, tutto così estremamente opaco, immerso in un luogo famigliare che brucia agli occhi, considerato come un’opera d’arte che dona come la sensazione di essere appartenuti ad un altro mondo, avulso dalla realtà. Travolgendo chi legge con la forza di uno tsunami, facendo risalire il tempo di un secolo, fino al tardo periodo.

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Il Male avrebbe esorcizzato qualunque paura, qualunque forma di vita e conoscenza da cui potrebbe scaturire un potere che potrebbe regalarci la supremazia. L’uomo si specchia in tentativi di rincorrere la supremazia che coincide con una delle fasi della vita in cui ogni cosa appare sotto sfumature semplici, senza alcuna vera e propria forma di malvagità.

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Un thriller avvincente di forte tensione emotiva. In una giostra di gesti sconsiderati e folli che tormentano il nostro animo di un angoscia crescente, la trasposizione dei sentimenti sempre più tormentati e oscuri di due anime contrite ma dannate. Una storia che fluttua silenziosa in un paesaggio rurale in cui spicca la figura evanescente di una donna che cammina inconsapevolmente e senza fermarsi lungo il tragitto della morte; un giovane medico segretamente innamorato di lei, un ambizioso ma folle scultore tormentato dalla paura e dalle angosce.

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Peggiori letture:

Romanzo fantasy per giovani adulti ma concerne anche ad un pubblico adulto, una lettura che non spicca per tante cose ma soprattutto per la caratterizzazione dei protagonisti, il loro essere forti, figure divenute di carne e ossa che non hanno nè un’importanza simbolica nè metaforica, Ma anche un wordbulding povero, inesistente, quel forte senso di vendetta, la sensazione di essere avvolti e fagocitati in un’atmosfera densa, oscura, cupa dove predominano la malvagità, il desiderio di sopraffare il prossimo, la vendetta, la lealtà, rappresentano il guizzo di una storia che avrebbe potuto emettere un vagito all’inizio di una nuova era. 

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Un fantasy per ragazzi costruito mediante aspetti che esplicano un unico assetto: vincere contro chi ci ha sempre maltrattato. Evidenzia come, mediante una sequela di errori, pregiudizi, meschinità, l’individuo è soggetto a scontri che lo rendono smanioso di libertà. Dettato da forze superiori che nemmeno io ho potuto riconoscere, in mezzo a innumerevoli dettagli che richiamano la tradizione vittoriana. Una lettura che mi ha donato la sensazione di essere avvolta in un’atmosfera densa ma non soffocante, che non ha attecchito col mio spirito, nel guizzo di una storia che avrebbe potuto emettere uno splendido canto.

N° complessivo romanzi letti:  230

Cartacei: 112

Ebook: 118

Bookhaul: 40

Romanzi acquistati letti: 38

Riletture: 73

Classici: 29

Narrativa: 54

Fantasy: 32

Racconti: 8

Saggi: 19

2 commenti: