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venerdì, marzo 15, 2024

Parole incastonate nel tempo parte 1

C’è tanto materiale, tanta ispirazione, tante idee da ricavare dalla lettura dei romanzi. La letteratura, in un certo senso, ha sempre funto da espediente per acculturarmi ma anche per colmare il mio spirito: la mia anima si  bea di certe cose. Sprigiona una luce tutta sua. E c’è da capire che, esageratamente, io vivo per questa luce. Per meglio dire, tento in tutti i modi purchè la sua luce splendida non svanisca ma sia alimentata, giorno dopo giorno, dalla conoscenza di altri testi e autori. Perciò, nel mentre rileggevo quel grande capolavoro de Il grande Gatsby, ho pensato al Tempo. A come possa essere spietato e poco comprensivo, delle volte, ma anche generoso e sensibile, delle altre. Ma, nell’insieme, comprendere come e cosa comporti la sua influenza in relazione a certe storie. Ed ecco la formula sacra, scritta da nessuno in particolare, ma che da anni, secoli o qualche giorno, rievochi una certa importanza. Quale? Sta a noi scoprirlo….

Una struttura a specchio è la testimonianza diretta delle problematiche che attanagliano l’individuo in relazione con altri individui.

Titolo: Il golem

Autore: Gustav Meyrinch

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 320

Trama: Un uomo scambia il suo cappello, nel Duomo di Praga, con quello di un certo Athanasius Pernath, e rivive come in un sogno l’esistenza di costui. A questo inizio casuale si aggancia la vicenda del Golem, il robot avanti lettera cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria, tanto più violenta perché in lui si concentra una forza che ha solo poche ore per scatenarsi.

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Un romanzo meraviglioso che altri non è che un tentativo per fuggire da se stessi. Un opera che ho così accolto nel mio cantuccio personale e che, slegandosi dalla materia di cui si è fatti ma restando prigionieri di carne e vittime ferite, ci si domanda se convivere con un certo dolore sia l'unica soluzione. Con l'anima tumefatta, in compagnia di creature dispensate dalle emozioni, esemplari finiti della razza umana che hanno già provato tutto quel che c'è da provare.

Titolo: La mappa del tempo

Autore: Felix J. Palma

Casa editrice: Castelvecchi

Prezzo: 19, 50 €

N° di pagine: 625

Trama: Londra,1896. Il giovane e ricco Andrew Harrington è inconsolabile per la perdita dell'amata Marie, una prostituta uccisa anni prima da Jack lo Squartatore. A un passo dal suicidio però decide di tentare un'ultima, disperata mossa: tornare nel passato per cambiare il corso degli eventi e salvare la donna. In un'epoca di scoperte e invenzioni, questo sembra infatti possibile tanto che una nuova compagnia, la Viaggi Temporali Murray, dichiara di aver realizzato una macchina del tempo, già immaginata un anno prima da H. G. Wells nel suo celebre romanzo. Ma i viaggi nel tempo hanno effetti imprevisti: lo scrittore stesso è minacciato da un ciarlatano arrivato dal futuro, Marcus Rhys, che tenta di rubargli il manoscritto della sua ultima opera. Rhys è a sua volta inseguito dall'ispettore Garrett, che lo ritiene responsabile di una serie di crimini compiuti con armi misteriose. A servirsi del prodigioso apparecchio c'è anche l'eccentrica Claire Haggerty che, per scappare dalla rigida morale vittoriana, si sposta nell'anno 2000, dove incontra finalmente l'uomo della sua vita.

Per tutti è solo una questione di tempo: sfuggirgli, trasformarlo, modificarlo potrebbe offrire loro l'unica possibilità di cambiare il proprio destino.

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Vite che trascinano nella penosa contemplazione della coscienza umana, dei sentimenti, opera bellissima che arricchisce il nostro bagaglio culturale su cui predominano un'infinità di slanci emotivi, che tracciano un segno del loro passaggio, e lì delicatamente si sono posate.

Titolo: I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia

Autore: Thomas Mann

Casa editrice: Newton e Compton

Prezzo: 4,90 €

N°di pagine: 692

Trama: Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta.

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Un libro struggente che catapulta il lettore in una delle storie d’amore più particolari della storia della letteratura internazionale


Titolo: La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo

Autore: Audrey Niffenegger

Casa editrice: Oscar Mondadori

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 503

Trama: Quando Henry incontra Clare lui ha ventott'anni e lei venti. Lui non ha mai visto lei, lei conosce lui da quando ha sei anni … Potrebbe iniziare così questo libro, racconto di un'intensa storia d'amore, raccontata da due voci che si alternano e si confortano. Si costruisce così sotto gli occhi del lettore la vita di una coppia e poi di una famiglia cosparsa di gioie e di tragedie, sempre sotto la minaccia di qualcosa che nessuno dei due può prevenire o controllare.

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Unica vera vita vissuta, unica forma di espressione che dimora volontariamente e non dentro ognuno di noi, non solo nell’artista ma anche in ogni individuo in quanto grazie all’arte vediamo il mondo quadruplicarsi. Il reale diviene così figurazione di valori ideali, eterni, segno di verità che però resta limitato alla memoria, alla materia. La verità sta così lontana dall’eternità dello spirito e solo all’artista sarà possibile conoscere i segreti mediante l’arte ed esprimerli.


Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. Dalla parte di Swan

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12, 50 €

N° di pagine: 473

Trama: Quasi un preludio "musicale" all'intera Recherche, Dalla parte di Swann (1913) introduce i temi cruciali dell'intera opera: il senso del tempo, la memoria, il sogno, l'abitudine, il desiderio. E poi ancora la gelosia, il rapporto tra arte e realtà, l'interagire di rituali ed emozioni. Il lettore fa conoscenza in queste pagine con i personaggi destinati ad accompagnarlo lungo i sette libri – Odette, Bloch, Françoise, Charlus... –, mentre la storia d'amore di Swann diventa quasi "figura" del contrastato rapporto che legherà poi il Narratore a Gilberte e Albertine.

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Uno stato febbrile accompagnato da delirio e semiconoscenza aveva colpito me e Raskol'nikov che, in un momento piuttosto turbolento della sua vita, divenne un anima in pena che si mosse agile lungo le strade pietroburghesi, additato da milioni di passanti dai volti pallidi, malati e verdognoli, lampioni a gas che gli luccicavano addosso. 

Titolo: Delitto e castigo
Autore: Fedor Dostoevskij
Casa editrice: Clssici Newton Compton
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 550
Trama: Delitto e castigo è il primo dei grandi romanzi che resero celebre Dostoevskij e forse il più popolare. Lo svolgimento dei fatti è incentrato quasi tutto a Pietroburgo, nel corso di un'afosa estate. La vicenda ruota intorno a un giovane studente, Raskol'nikov, che per ragioni economiche è costretto ad abbandonare l'università. Animato da un forte risentimento, ma anche da considerazioni politiche di palingenesi sociale, il giovane progetta e realizza di uccidere una vecchia usuraia. Rubarle i soldi, nella sua idea, dovrebbe renderlo in grado di fare del bene agli altri. Tra questi anche la sorella dello studente, costretta ad accettare un odioso matrimonio allo scopo di aiutare il fratello, e assicurare una vecchiaia dignitosa alla loro madre. Dopo essersi ammalato di "febbre cerebrale" ed essere stato costretto a letto per giorni, Raskol'nikov viene sopraffatto da una cupa angoscia, frutto di rimorsi, pentimenti, tormenti intellettuali e soprattutto dalla tremenda condizione di solitudine in cui l'aveva gettato il segreto del delitto. Dopo una serie di colpi di scena, tra cui la falsa confessione del delitto da parte di un operaio, Raskol'nikov verrà condannato alla deportazione in Siberia. Sarà Son'ja, una giovane ragazza che si prostituiva per sfamare i fratellini, a smussarne la durezza ideologica e infine a redimerlo.

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Il silenzio, l’incoscienza, la mancanza di comprensione, l’inconsistenza sono alcune di quelle forme che attanagliano i sensi, attutiscono i suoni, abissi insondabili che non hanno una loro specifica collocazione ma da quali si intravedono sprazzi stretti e melmosi dell’anima.


Titolo: Il richiamo del corno

Autore: Sarban

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 191

Trama: Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è "il terrore che si prova ad essere cacciati". Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, "ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano". Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai. Con una nota di Matteo Codignola.

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