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domenica, novembre 24, 2024

Gocce d'inchiostro: Alla ricerca del tempo perduto. Sodoma e Gomorra - Marcel Proust

L’anima, quella creatura evanescente che in questo splendido viaggio non ha avuto alcun colore fittizio, nonostante il nutrito bilancio di ricchezze letterarie, è costituito da un corollario di immagini che a distanza di questo arco temporale vibrano ancora di magia. Alla memoria di un individuo come tanti, ricordare per intero sette volumi è un’impresa alquanto ardua, seppur tali disturbi della memoria la Ricerca ne è zeppa, ma a cui sono legate le intermittenze del cuore. In cui il ricordo diviene sempre più forte perché è incentivato dal dolore e dal sentimento, che regna sovrano su ogni cosa, conferendo non solo bellezza ma anche magnificenza.

Questo quarto volume, non toglie niente al resto dei suoi predecessori, i quali si sovrapposero alla mia vita affinché quel giorno in cui ogni cosa sarebbe svanita l’arte avrebbe prolungato ogni cosa. Promulgato il ricordo, il sentimento, l’amore riservato ad ogni singola pagina come testimonianza di fissare un elemento, comporre un compendio sottilissimo in cui inconsapevolmente si aspira all’eternità.


Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. Sodoma e Gomorra

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12, 50 €

N° di pagine: 584

Trama: Ultimo volume della «Recherche» pubblicato da Proust in vita, tra maggio 1921 e aprile 1922, «Sodoma e Gomorra» è il libro più costruito e al tempo stesso libero, arioso e inventivo dell'opera, «il più ricco in fatti psicologici e romanzeschi» secondo lo stesso autore. A primeggiare è la figura di Charlus, una delle più grandi creazioni dell'universo proustiano, insieme al personaggio di Albertine, entrambi protagonisti di episodi erotici a sfondo omosessuale. Ma «Sodoma» contiene anche uno dei momenti più alti, vibranti e commoventi della «Recherche»: la scoperta, da parte del Narratore, delle celebri "intermittenze del cuore".

venerdì, novembre 22, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 3°

Tutti, la maggior parte delle conoscenze, accompagnatori o visite di passaggio hanno una filosofia tutta loro: pensano che io legga perchè è una fissazione. Chi non legge ignora che io vivo di libri, di letteratura e che la consultazione di testi importanti, negli anni, mi ha portata lontana… In questa terza parte di quei romanzi letti e vissuti casualmente tradisco un certo entusiamo, l’ennesimo, per la parola scritta. I romanzi, le letture, quelle cioè non programmate, a volte trascinano in altalene di sensazioni straordinarie. E sebbene il tempo, gli anni, la vita stessa non si riesce a fare  a meno di sentirsi coinvolti.

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Titolo: Proibito leggere!

Autore: Alan Gratz

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 243

Trama: «E poi volevo più libri per la BLB. Volevo tutti i libri che la signora Spencer aveva bandito. Volevo una valanga di libri che straripasse dall'armadietto. E volevo che tutti li leggessero»

Amy Anne ha nove anni, obbedisce sempre ai genitori, non si lamenta mai e non dice mai la sua. Ma quando alcuni libri, tra cui il suo preferito - quello che ha già letto tredici volte e non si stancherebbe mai di rileggere -, vengono banditi dalla biblioteca della scuola perché accusati da una mamma di essere inappropriati, Amy Anne capisce di non poter restare ferma a guardare. Leggere tutti i libri messi all'indice vorrebbe essere il suo silenzioso gesto di protesta, ma altri compagni si uniscono a lei e in breve tempo si trova a gestire segretamente nel suo armadietto una Biblioteca dei Libri Banditi. Quando viene scoperta, Amy Anne e i suoi amici decidono di non arrendersi e contrattaccare: in fin dei conti, una volta che hai bandito un libro puoi bandirli tutti.

mercoledì, novembre 20, 2024

Gocce d'inchiostro: Pietro il fortunato - Henrik Pontoppidan

Ci sono romanzi, soprattutto testi classici che detengono quasi sempre un certo corollario di informazioni storiche e letterarie, che provenienti da qualche luogo sconosciuto, una terra che ho sentito solo nominare casualmente o dimenticata da Dio, familiarizzano con l’idea di lettura necessaria, consapevole che di letture necessarie effettivamente ce ne sono poche. Per meglio dire, quelle che coincidono con i nostri bisogni, le nostre necessità, anche solo per semplice diletto, ma qualunque sia la ragione con un carico di meriti e demeriti - il tempo - con cui presto o tardi dovremmo fare i conti. Questo romanzo, giunse inaspettatamente, in un momento inaspettato della mia vita, pronto a donare un maggior senso alla mia esistenza semplice, in questi anni poi ancor di più, in una fitta rete di situazioni che verteranno esclusivamente sulla rinascita di un uomo, che lasciava il << grembo >> familiare per incorrere un nuovo cammino. Un mattonazzo di quasi ottocento pagine che, me ne sono resa conto durante il corso della sua lettura, è indirizzato solo a chi ama i classici, per davvero, da cui se ne uscirà forse un pò più forti di quel che si crede, perché ci si spinge talmente oltre da dover guardare al di là di ogni velo, di ogni oscurità, un po come succede a Pietro coi fatti di cronaca della sua stessa vita.


Titolo: Pietro il fortunato

Autore: Henrik Pontoppidan

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 22 €

N° di pagine: 798

Trama: Pietro è figlio di un pastore protestante delle campagne danesi. Fin da bambino sente che la vita di paese lo soffoca e si convince di essere destinato a grandi cose, al successo, alla gloria. Dopo il diploma, si trasferisce a Copenaghen per studiare ingegneria e sviluppa un suo grande progetto tecnico: un'opera idraulica che permetta alla Danimarca di competere con le grandi potenze commerciali europee. Pietro dà così inizio alla sua scalata sociale, frequentando persone sempre più ricche e potenti, scelte in base all'eventuale avanzamento che potrebbero garantirgli: cerca di accattivarsi le simpatie di banchieri, finanzieri e grandi investitori e delle loro graziose figlie in età da marito. Ma per ottenere tutto questo occorrerebbe un atteggiamento dimesso nei confronti dei potenti, una sottomissione che Pietro non ha: vuole fare le cose a modo suo, dettare legge anche tra gli alti papaveri della Borsa, e ogni volta si ritrova al punto di partenza...

lunedì, novembre 18, 2024

Slanci del cuore: romanzi che desidero leggere entro l'anno 2°

Libri, scrittura, chi più ne ha più ne metta, sempre di libri si parla. Parlo, mi piace cibarmi. E di viaggi letterari vivere, come protagonista di qualcosa che solo la parola scritta può conferire.

L’anno sta per concludersi, e di progetti di lettura per l’anno nuovo ne ho già una caterva. Primo fra questi, smaltire la pila di quei romanzi che attendono di essere letti da un pò e che, salvo imprevisti, confido possano essere compagni di un arrivederci al prossimo anno. Libri, testi che ho acquistato tempo fa e che, su questo non ho alcun potere, trasmettono un chè di magnetico, smanioso che solo l’atto del leggerli potrà colmare.

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Riverbera nella notte, nella solitudine del cuore, nella ricerca affannosa di vivere e sopravvivere, in sconfortanti fantasticherie che pulsano nel cuore, mettono a posto qualcosa dentro di noi e il cui ricordo è quasi del tutto svanito.

Titolo: Il canto del cielo

Autore: Sebastian Faulks

Casa editrice: Best Beat

Prezzo: 13, 90 €

N° di pagine: 496

Trama: Francia, 1910. Ad Amiens il giovane inglese Stephen Wraysford incontra Isabelle, una donna irreprensibile, rassegnata a tollerare un matrimonio infelice. Tra i due scoppia improvvisa una passione divorante, ma la loro storia d'amore non è destinata a durare e presto l'uomo ritorna in Inghilterra. Sette anni dopo Stephen è di nuovo in Francia e affronta gli orrori della Prima guerra mondiale. Durante questo periodo sposa la sorella di Isabelle, Jeanne, e ne adotta la figlia, senza sapere di esserne il padre. Sarà la nipote di Stephen, a Londra, nel 1978, a ripercorrere la storia della sua famiglia attraverso il diario del nonno, in cui troverà la risposta a molte sue domande e la forza per cominciare una nuova vita.

sabato, novembre 16, 2024

Gocce d'inchiostro: Alla ricerca del tempo perduto. La parte di Guermantes - Marcel Proust

Avendo avviato il processo della lettura della Ricerca da qualche tempo, l’idea di non proseguire, lasciare a metà la lettura di un capolavoro come questo fu a dir poco impensabile. E con ciò qualunque idea malsana di rimandare la sua lettura. La stessa lettura - o viaggio, a seconda di come si vuol indicare questo straordinario cosmo, non è stata così inaccessibile come mi avevano detto. Questo timore reverenziale che si associava alla semplice idea di cimentarsi in un'avventura come questa, non è stata per me così terribile come dicono. Quanto una sorpresa continua. Difficile, ostica, intricata ma una filosofia di vita che ho professato nel giro di undici mesi, fondata dal desiderio di un uomo di comprendere i meccanismi del Tempo, dell’amore e del suo Io.

Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. La parte di Guermantes

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 672

Trama: Ne "La parte di Guermantes", edito tra il 1920 e il 1921, il Narratore fa il proprio ingresso nel "bel mondo" che, con i suoi riti e i suoi miti, le soirée, i pranzi, i palchi all'Opéra, occupa tanta parte del libro. È la storia di un disinganno, quello della snobistica attrazione per l'aristocrazia; un lungo, rarefatto racconto capace di esaltare la "poesia perduta" della nobiltà e svelarne insieme la sterile frivolezza. Ma anche di approdare, soprattutto grazie al personaggio del barone di Charlus che introduce in maniera vibrante il tema erotico, a una dimensione che trascende la mondanità per giungere a profonde rivelazioni esistenziali.

giovedì, novembre 14, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 2°

La letteratura, i libri. Molti sostengono io sia malata. Fissata, come una paziente affetta da schizofrenia cronica. Lo sono? Mah, chi può dirlo?!? E ciò ha a che fare con la felicità? Quella piccola luce che, in un momento imprecisato della vita, si sprigiona e si posa come un’areola lucente sulla nostra testa? Qualunque cosa sia, certamente c’è da dire che se leggo così tanto una motivazione è racchiusa nell’atto in se. Mi piace il profumo della carta, cibarmi di storie sconosciuti e non che trapelano non solo storie ma tanta magia. Quella magia che solo chi ama certe cose riesce e può percepire. In questa seconda parte, una discreta piletta di romanzi che ho letto e vissuto in passato hanno trasmesso qualcosa. Cosa? Beh, ancora non lo so nemmeno io. Sicuramente lasciato un profumo inebriante che invade ancora le mie narici.

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Titolo: Scrivere per dire si al mondo. Quello che i grandi autori ci insegnano sulll’arte e sulla vita

Autore: Leonardo Colombati

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 303

Trama: Leggere è uno dei più piacevoli vizi solitari, in grado di farci ricordare, immaginare, commuovere con un’intensità che prescinde da dove lo si fa ( a letto o su un treno ) e quando; Italo Calvino sosteneva che quando leggi, << il tempo sei tu che lo decidi >>. I grandi autori, da Dante a Flaubert, da Tolstoj a Proust, da Kafka a Joyce, attraverso i loro privilegiati punti di vista, potenziano la nostra percezione e il nostro sguardo, e così ci insegnano a guardare il mondo con occhi nuovi. Per questo Leonardo Colombati, scrittore, critico letterario e docente di scrittura creativa, ci prende per mano e ci conduce in un percorso di rilettura e analisi delle opere di genio, indagando – dal << principio >> << alla fine>> - le componenti essenziali della creazione letteraria: la definizione dell’io, in apparenza quello dei personaggi, in realtà quello del romanziere e, sorprendentemente, anche del lettore; l’utilizzo multiforme della parola che va a comporre la voce del narratore ( o, per meglio dire, << l’illusione di una voce >>); la creazione dei personaggi, alcuni dei quali sono diventati veri << caratteri >>, come Don Chisciotte, Falstaff, Anna Karenina o Lolita, e che alla fine sono riconducibili a due grandi categorie, gli Ulisse ( << con la sua barba e la cicatrice >> ) e gli Amleto ( << con la sua calzamaglia e il teschio >>); la gestione del tempo, così compresso nei libri rispetto a quello che sperimentiamo nella nostra vita e, diversamente da quanto succede nel mondo reale, capace di procedere in avanti e all’indietro a piacimento dell’autore; e poi l’amore, unico vero tema poetico. E come non soffermarsi sul ruolo della memoria, dalle madeleines proustiane al racconto di Ulisse alla corte dei Feaci, e sul potere curativo della lettura?

martedì, novembre 12, 2024

Gocce d'inchiostro: La reputazione - Ilaria Gaspari

Un antico proverbio cinese dice che le apparenze hanno sempre il potere di colpire al primo sguardo. Immagini che galleggiano nella piscina della vita, ingannevoli e illusorie; sfondi sul mondo che offrono allo sguardo uno sfavillante spettacolo di colori.

In mezzo a una tempesta che in un momento potrebbe scaldare al sole, in un successivo andare in frantumi contro gli scogli, bruciano l'anima marcendo invisibilmente. Involontari e taciturni, attestati alla sensibilità e alla compassione.

Nella mia carriera di lettrice ho letto tantissimi libri le cui storie, nonostante avessero bisogno di parole che mi si attorcigliarono intorno come la tela di un ragno, impallidirono, si ammalarono e poi morirono alle prime luci dell'alba. E La reputazione rientra nella categoria di quei romanzi che, nonostante operino silenziosamente dentro di te, non possiedono quella particolare magia di quando si è soggiogati al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Immagini sublimi o incrinature che non riescono a descrivere la qualità della storia.

Il profumo inebriante di una storia che può sprigionare solo la parola scritta, rendendoci felici per una manciata di secondi per poi svanire senza pietà e lasciarci tristi, turbati e malinconici, se capaci di trasmetterci quella magica sensazione di perdere completamente la volontà, è una sorpresa serena e rassicurante. Un titolo semplice ma romantico, una copertina bellissima e subliminale, una trama originale e innovativa, talvolta, trasmettono messaggi straordinari capaci di far vibrare il nostro animo. Privi di ambiguità, acquazzoni estivi in uggiose giornate d'inverno. Basta poco per trafiggere la nostra pelle: abbracci d'amore che ancora bruciano di passione; gesti poco eclatanti che producono involontariamente calore.

Eppure esistono romanzi che fanno viva testimonianza della moltitudine di sentimenti contenuti nel cuore umano. E l’approccio con questa giovane autrice italiana, nonostante sia stata distante eoni da mè, è dotato di una sottile vena poetica, è una storia semplice e realistica in cui ho potuto scorgere alcuni aspetti del mio passato, e che nonostante alcuni momenti, è trasceso nella psiche umana.

Titolo: La reputazione

Autore: Ilaria Gaspari

Casa editrice: Guanda

Prezzo: 19

N° di pagine: 304

Trama: Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France, che accoglie le clienti con il suo seducente accento francese. Il suo entusiasmo contagia l'indecifrabile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei, ansiose di conquistarsi libertà e indipendenza. Tra loro Barbara, eterna laureanda in filosofia arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere. Imparerà da lei che la moda è tutt'altro che una faccenda frivola: è un rito, un gergo, un sogno, un segreto… Per chi come Marie-France ne ha fatto una missione, è un antidoto al dolore, all'angoscia di scomparire, ai cambiamenti che il tempo infligge. Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un'idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi. Compaiono strani messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeggiano e nel quartiere cresce l'ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c'è una relazione con quel che si dice in giro? Con una prosa capace al tempo stesso di profondità e leggerezza, Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista della maturità. Cosa succede quando la diffidenza inquina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Barbara non è pronta a scoprirlo, forse non è pronta a diventare adulta, eppure non avrà scelta.

domenica, novembre 10, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 1°

Esistono storie, romanzi che, in un primo momento, non avrei concesso nemmeno un attimo della mia attenzione. Romanzi dalla mole interessante, vertiginosa, nascosti in nicchie o santuari magici inesplorabili che, così per caso, giungono quando meno ce lo aspettiamo. Ho letto già un discreto numero di romanzi, durante il mio percorso di lettrice. Romanzi che mi hanno delusa, o conquistata, innervosita o rammaricata. Nell’insieme, allietato il mio spirito. Nell’insieme, testi che ho detestato o amato, lasciato qualcosa. Quest’oggi, suddiviso in tre parti, la prima parte di quei testi che, letti per caso, hanno donato qualcosa. Quel qualcosa che però ha a che fare con quella straordinaria magia che nasce, quando ci si imbatte in un testo sconosciuto. Cosa ne ricavo da tutto questo? Innanzitutto, amplio le mie coscienze.. Poi, la mia vita si colora maggiormente 🙂

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Titolo: Mirador, Irene Nemirovsky, mia madre
Autore: Elisabeth Gille
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 360
Trama: “Mirador” non è una semplice biogradia di Irène Nèmirovsky. È la scrittrice stessa che, attraverso la voce della figlia, Elisabeth Gille, ci racconta in prima persona di sé e della propria vita. E rievoca con accenti intimi e originali la Russia lacerata e suggestiva dell’infanzia e dell’adolescenza. Poi, dopo l’elisilio seguito alla Rivoluzione d’Ottobre, sono la Francia e Parigi lo scenario in cui Irene spicca il volo e diventa famosa. Infine la provincia francese è il teatro che vede svolgersi l’ultimo atto della sua esistenza, che è anche l’ultimo atto di una borghesia colta ma incapace di cogliere i segni premonitori della tragedia che si sta abbattendo sull’Europa e che troppo tardi si accorge della furia che travolgerà milioni di persone, come la stessa Irène, deportata nel 1942 ad Auschwitz, dove morì di tifo un mese dopo.

venerdì, novembre 08, 2024

Gocce d'inchiostro: Viaggio al termine della notte - Louis Ferdinand Céline

Non fosse stato per il mio amore indissolubile per i classici, quell’insaziabile sete di curiosità che delle volte mi fa pagare il suo caro prezzo, non credo avrei letto e conosciuto una mastodontica opera come questa, nessuna di quelle fatiche ercolani intraprese e che mi vide impelagata per due settimane, sul finire del mese di settembre. Fatiche che, pur quanto abbia tentato di non lasciarmi trasportare dai sentimenti, è stato davvero difficile da comprendere. Non lasciarsi fagocitare dal sapore di una storia che ha tanto di oscuro, amaro, in cui la brutalità di uno scontro bellico esorbitante, come quello della Prima guerra mondiale, si mostrò esattamente per com’è: crudele, sverginata, irrimediabilmente oscena. E chi si approccia, chi decide di imbarcarsi in questa folle avventura, - non mi riferisco solo a chi legge, ma anche a quelle povere vittime che parteciparono in prima persona -, dovette fare poi i conti con ogni cosa. L’egoismo, la crudeltà, la paura, alimentando e dimostrando come innegabilmente si trattava di elementi che poggiano su una struttura ferrea, d’acciaio o di platino, ma abbastanza durevoli, di cui Celine fece testo mediante una riflessione sul senso della vita. Rendendosi conto come, analizzando ogni cosa, sarebbe stato possibile comprendere chi siamo. Nella solitudine del cuore, seppur si tenti di avanzare in luoghi da cui sembra impossibile uscirne, dona un’immagine cruda e vera della realtà. Inoltrandosi e perdendoci in un viaggio che ha a che fare con l’anima, con l’idea che la notte, così bella ed eterna, possa garantire qualcosa che solo la morte potrà conferire.


Titolo: Viaggio al termine della notte

Autore: Louis Ferdinand Céline

Casa editrice: Corbaccio

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 564

Trama: A novant'anni dalla sua pubblicazione e a oltre sessanta dalla morte dell'autore, Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell'uomo così com'è. L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo nel panorama francese ed europeo è stato poi il modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha saputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l'emozione, il sentimento della vita: di qui l'invenzione di un linguaggio che ha tutta l'immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un'opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo. Oggi il Viaggio, nella traduzione ormai classica di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l'intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità.

mercoledì, novembre 06, 2024

Le TBR: richiami dell'anima 43°

 La stagione spooky, o, come dicono in America, la Spooky season è volata e di notte, specialmente, quando le tenebre avvolgono persino le nostre fragili membra, dominano su qualunque scenario: al mattino presto, quando il mondo è ancora immerso nel sonno, a metà pomeriggio, quando il caos regna già sulle strade, e, la sera, prima di andare a dormire. Un viaggiatore che decide di imbarcarsi in una storia il cui dolce sapore potrebbe scontrarsi con quello amarostico della notte, può essere preso dall’euforia generale ed immergersi a tal punto da non saper distinguere la realtà dalla finzione. Magia e sogno, realtà e finzione. Se uno poi decide di leggere testi, come quelli che vi presenterò quest’oggi, alimenta quella scintilla che tanti anni fa era scoccato in lui; pensando di essere caduto nelle braccia di Orfeo, o in una riproduzione onirica molto simile a quella che il mio amato Murakami descrive nei suoi splendidi romanzi.

lunedì, novembre 04, 2024

Gocce d'inchiostro: Jezabel e Il vino della solitudine - Irène Némirovsky

Oramai sono completamente assuefatta dalla prosa incisa, acuta della Nèmirovsky. Leggermente sconcertata dagli orrori che questa dovette affrontare quando era già adolescente, nel tentativo di inquadrare al meglio il grande cammino imboccato da questa grande donna. Le pulsazioni erano piuttosto accelerate, non so spiegare il perché. Avevo forse sentito o avvertito qualcosa?

In un certo senso, fra le pagine di Suite francese avevo avvertito come una scossa percuotermi tutto il corpo. Un repentino salto nel vuoto, e mi ero trovata a camminare su una landa desolata, fredda, sconosciuta che mi ha indotta a portare prudenza, ma anche attenzione riguardo a tutto ciò mi circondava. Non era niente di che … o forse no? Del resto, è da considerare niente un cruente e folle scontro come quello della Seconda guerra mondiale?

Ed ecco infatti che mi sono trovata nuovamente con la Nèmirovsky, questa volta portata dritta dritta verso qualcosa di più stretto e intimo. La vita da giovane della stessa autrice, che in ogni suo romanzo risulta perfetta. Un'armoniosa descrizione di quegli anni in cui si avverte un sentimento forte, indelebile, così aspro e inebriante. Un sentimento da cui, alla fine, ci si potrà liberare e liberarsi per sempre da ogni ostacolo, forza o impedimento, e avviarsi verso una nuova strada.

Titolo: Jezabel

Autore: Irène Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 194

Trama: Quando entra nell’aula di tribunale in cui verrà giudicata per l’omicidio del suo giovanissimo amante, Gladys Eysenach viene accolta dai mormorii di un pubblico sovreccitato, impaziente di conoscere ogni sordido dettaglio di quella che promette di essere l’affaire più succultenta di quante il bel mondo parigino abbia visto da anni. Nel suo pallore spettrale, Gladys evoca davvero l’ombra di Jezabel, l’ombra che nell’Athalie di Racine compare in sogno alla figlia. La condanna sarà lieve poiché la difesa invoca il movente passionale. Ma qual è la verità – quella verità che Gladys ha cercato in ogni modo di occultare limitandosi a chiedere ai giudici di infliggerle la pena che merita?

sabato, novembre 02, 2024

Romanzi su misura: Ottobre

Comincio a tirare le somme, come al mio solito, quando un mese sta per concludersi e sta per sopraggiungere un altro. Questa volta, protagonista il decimo mese dell’anno, che, in altri tempi, avrebbe avuto come oggetto di studio i romanzi a tema: orrorifici, spaventosi, pronti a farci trasalire dalla poltrona o dalla sedia. Eppure fra le qualità più belle dell’avvento di un nuovo mese, come del resto ogni cosa, c’è la bellezza di cogliere sorprese, aspetti che ad una prima occhiata non avevamo dato peso, e che poi rivelano sempre qualcosa di noi. In questo caso, romanzi che hanno smaltito la mia tbr, e soprattutto, fatto prendere consapevolezza che al raggiungimento dei miei obiettivi, non ci vorrà poi molto. Perché ogni singolo romanzo letto ha dato e donato qualcosa, ed io è questo ciò cui aspiravo.


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Romanzi su misura in carta e inchiostro:


Un dramma realistico e piuttosto intenso che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si vivono le gioie ei dolori dei due protagonisti, emergendo dal passato come una figura definita nell'immediato.

Valutazione d’inchiostro: 4

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