Titolo: Il mio cuore
cattivo
Autore: Wulf Dorn
Casa editrice: Corbaccio
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 347
Trama: C’è un
vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i
suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro
erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come
un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva sconvolta, ricorda di aver perso
la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino,
senza più vita. C’è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole
come «arresto cardiaco» non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non
sa cosa ha fatto in quel vuoto. Ma sa che sarebbe stata capace di tutto… Solo
adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha
raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola,
città: si aggrappa alla speranza di una vita normale. Ma una notte vede in
giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza
lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del
ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro
incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I fantasmi del passato si uniscono a
quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi
si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi propri lei
stessa…
La recensione:
<< A volte la vita è come una gabbia scura
dalla quale non si sa come uscire. Allora non rimane altro da fare che batterci
e tentare di tutto per riacquistare la libertà. >>
Sono stati i momenti di
poca lucidità a tormentarla. Non le ferite ancora sanguinanti del suo piccolo
cuore, benché ogni tanto ancora dolessero; e nemmeno la perdita di un caro - un
fratello, un amico - che vegliava su di lei come un'ombra scrupolosa e vigile. Ma
la sua testa. Da circa otto mesi, gli sfugge sempre qualcosa. Il quotidiano
principio di quotidianità, quell'elemento di monotonia che la tiene al passo
con lo sviluppo della sua stessa storia, sbiadì, abbandonandola a un
susseguirsi di incubi a occhi aperti popolati da macabre apparizioni, ma non
dalla consapevolezza che la sua coscienza li stesse elaborando. Nessuna
responsabilità, nessun ricordo di ciò che è veramente accaduto, nessuna idea
riguardo a ciò che è stato, intenzioni, progetti futuri. E nessuna risposta in
proposito. A quel punto, si era ritrovata stretta nella morsa di dubbi e
perplessità illogiche.
E' stato questo lo stato
mentale di Dorothea, quando arrivai come in sordina fra le pagine dell'ultima
straordinaria opera di Wulf Dorn. Fu così che la trovai. Completamente sola,
smarrita, quasi priva di identità. Come una marionetta in un teatrino,
insicura, impaurita, con la risacca disomogenea dei ricordi che investì ogni
cosa. Ricordi, nozioni, sprazzi di una vita passata, lontana.
Non bisognerebbe mai
girovagare con spensieratezza fra i meandri più oscuri della mente umana né
avanzare verso un baratro e non scorgere più la luce, quando ci si imbatte in
romanzi di questo tipo. O, per meglio dire, quando leggo romanzi scritti da
Wulf Dorn. Eppure la mente umana è sempre stata per me motivo di grande fascino
e l'occasione di leggere Il mio cuore
cattivo, ennesimo stupefacente quadro a tinte fosche di sconvolgente
umanità dove ho passato delle piacevolissime ore in sua compagnia, prima che mi
congedassi con un "arrivederci", è stato davvero irresistibile. Avrei
potuto rifocillare il mio spirito con altre letture, opere di autori emergenti
o famosi ancora da leggere e vivere e che, per curarmi, avrebbero avuto
l'effetto desiderato. Eppure, Dorn, con il quale mi ero congedata qualche mese
fa, aveva celebrato con grande fervore il mio apparire nel suo mondo e lo aveva
fatto con l'ennesima storia sporca e oscura come la notte, deteriorata da un
passato di cui si sa poco e niente, lacerando la mia anima in minuscoli
pezzettini.
In pochi ma intensissimi
giorni ho imparato a sentire i reduci di un certo tipo di esperienze,
raccontate dettagliatamente con fervore. I temi, sempre uguali a se stessi, con
personaggi ritratti come anime dannate che vagano lungo la riva
dell'incoscienza, della follia. Leggere di Dorothea infatti, avvertire la sua
paura scorrere come un brivido sulla pelle, sostanzialmente simile a quella di
una bambina che ha timore degli insetti, a destato il mio fascino. Tuttavia
apparire "normali" in un luogo che di normalità ha ben poco, che gran
parte dei lettori hanno giudicato con leggerezza, è sempre stato il motivo
principale per cui accolgo sempre Dorn nel mio cantuccio personale come un
vecchio amico di infanzia.
Tema principale: i ricordi.
Oggi ripresentati in tutte le salse, che ha corroso e annientato lo spirito
della protagonista, e di chi legge, anche se in minima parte, inquietando,
sconcertando, dominando sulla scena come una figura invisibile che sottopone
queste creature a un trattamento speciale, per usare un eufemismo, crudele, che
include un esame attento sulla psiche umana. Considerati come messaggi
provenienti da un altro mondo, luoghi pericolosi e inaccessibili in cui è
impossibile covare una via d'uscita.
Una copertina che non
designa nulla di speciale, una trama che dice tutto e niente, Il mio cuore cattivo mi ha condotto fra
le vecchie mura di un ospedale psichiatrico. In un mondo tetro, squilibrato come l'irregolare tic tac di un
orologio, circondato da un muro che avanza verso la distruzione. La
disperazione. La follia.
In
compagnia di una viaggiatrice lasciata sola nell'immensità del cosmo, in una
trama impenetrabile che scivola nei recessi della psiche umana, ergendo un muro
di dubbi, perplessità che inquinano lo spirito.
Identità
distorte o bipolari che come animali selvaggi ringhiano e agognano la libertà;
assurde chimere di felicità dove esiste la compassione, il conforto, l'amore;
amori segreti sopiti dal tempo. Un fratello scomparso e forse mai più
ritrovato; un segreto di cui non si conosce l'identità; indelebili ferite
dell'anima che ricoprono il nostro cuore ma lo intrappolano nelle tenebre di
una mente inconsapevole e folle.
L'ingegno
dell'autore sta nel sprofondare abilmente nel sotterraneo buio della psiche umana
di cui non si trovano limiti, non si conosce la fine e che forse non dà alcuna
speranza di sopravvivenza. Ci invita a percorrere questa ennesima storia
avvicinandoci a tentoni verso suoni, voci confusi. Qualunque cosa, qualunque
sia la voce che sussurra il nostro cuore, che ci porta dritto all'isolamento.
Alla solitudine.
Capitoli
che scorrono velocemente da indurci a confondere la realtà con la fantasia che,
tra un colpo di scena e un'altro, un'indagine sconvolgente e rivelazioni
macabre, racchiude un impasto di pensieri, sogni, speranze, delusioni, sospesi
nell'aria stagnante impossibili da annullare del tutto, in tutto il loro
incredibile terrore. La vera identità di un'adolescente come tante altre,
recisa come una linea di demarcazione.
In una
manciata di giorni, Il mio cuore cattivo
ha sconvolto del tutto il mio universo personale. E, stupefacente, spontaneo,
oscuro, è un altalena di gesti sconsiderati e folli che tormentano il nostro
animo di paura, angoscia crescente. Il flusso sinuoso della storia scorre,
silenziosamente, in un paesaggio famigliare di cui, qualche mese fa, avevo
fatto perdere spontaneamente le mie tracce in cui spicca la figura evanescente
di un'adolescente sola e quasi incompresa che cammina inconsapevolmente senza
fermarsi lungo il tragitto della morte.
Prendi e stringi qualcosa di reale e concreto
- qualunque cosa ma non una parte di te stessa perché il contatto con il tuo
corpo potrebbe ingannarti - in modo da avere una percezione di ciò che è vero e
poterlo distinguere bene da ciò che non lo è.
Voto: 4-
Cara Gresi! come sempre leggendo le tue recensioni ne rimango incantata!!
RispondiEliminaUna trama che mi ispirava molto, ma più leggevo le tue parole e più mi sembrava di entrare nel libro!
Esito finale: finito dritto sulla mia lista!! :)
Ciao Erin! Grazie mille :) Sei sempre gentilissima :) Se lo leggerai poi mi farai sapere ;)
EliminaCerto!!
EliminaPosterò sicuramente una recensione!! ;)
Jasmine
devo assolutamente leggerlo, Wulf Dorn è sempre un autore fantastico...
EliminaConcordo! Ho letto quasi tutto di lui, e ogni suo romanzo é a mio avviso più bello dell'altro :)
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