giovedì, ottobre 31, 2024

Gocce d'inchiostro: Il caffè della luna piena - Moi Machizuki

Questo romanzo, pur quanto sia stata una lettura davvero molto carina, non è divenuto indimenticabile. La memoria sicuramente annienterà qualunque ricordo serbo, ancora intatto, della sua lettura. Ma amando tanto leggere, ed essendo parecchio veloce, questi sono disgraziatamente le conseguenze cui vado incontro, ma che evocano gli albori di qualcosa che c’è stato e che il tempo perpetuerà per il resto dei nostri giorni. O forse no, perché quella della Mochizuki è sicuramente una storia molto carina, un omaggio da parte dell’autrice nel rievocare la bellezza dei sogni, ma vacuo e fin troppo << semplice >> che ha intonato una melodia, un coro di voci concitate ma che non hanno attanagliato il mio cuore, le mie viscere. Ma che felicità quella di rievocare un’altra epoca, quella che amo riscontrare nei romanzi murakamiani, quanto possa essere tenace la forza dei sogni che cedono il posto al passato, su uno sfondo apparentemente familiare ma distante e guardare dalla finestra virtuale della tua casa il paesaggio non proprio attinente a ciò che mi aveva sussurrato il cuore, ma di cui la Mochizuki avrà tratto ispirazione dalla sua terra natia. Quando non mi affacciavo a questa finestra il mondo distante di cui si parlava non mi sembrava non così distante dal mio, un frammento personale che avrebbe potuto essere più solenne ma oppresso da un sudario di immagini pregni di immagini surreali legati allo studio delle stelle, dell’universo che, seppur fulcro primordiale di ogni cosa, svaniscono così come appaiono: nel nulla.


Titolo: Il caffè della luna piena

Autore: Moi Machizuki

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 204

Trama: A volte, ma solo nelle notti di luna piena, tra le vie di Kyoto o in riva al fiume appare un caffè molto speciale: è una roulotte gestita da un eccentrico chef, un grande gatto tigrato esperto di astrologia, e da altri due felini suoi aiutanti, e si manifesta sul sentiero di chi si sente perso. In questo caffè non è possibile ordinare ciò che si vuole, sono i gatti a decidere cosa offrire ai propri clienti. Il menu prevede incredibili bevande e deliziosi dolci in grado di consolare i cuori affranti degli avventori. Ed è lo chef in "persona" a sedere al tavolo con loro per aiutarli a capire, attraverso la lettura della carta astrale, dove si sono smarriti. Fra una tazza di latte stellare e un pancake al burro del plenilunio, assaporando un gelato al chiaro di Luna e Venere, incontriamo Serikawa, che dopo una folgorante carriera da sceneggiatrice è diventata una scrittrice di videogiochi frustrata e infelice, incapace di risollevare il proprio destino; Akari, che ha amato l'uomo sbagliato e ora non sa immaginare un futuro accanto a qualcun altro; Megumi, alle prese con un'importante scelta lavorativa, e Mizumoto, che incontra nuovamente dopo molti anni il suo primo amore.

martedì, ottobre 29, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta ... e basta 4°

Quando si incassa il colpo della delusione in certe condizioni è naturale essere rammaricati, tristi. Come è naturale ciò che ne dipende. Pareri non propriamente belli, così come le idee o confronti con altre letture, in cui constatare che bisogna anche vivere certe cose, certi momenti per quel che sono. Il rammarico di cui vi facevo cenno, dunque, diviene un diritto, quando ci si guarda attorno e non vediamo niente e nessuno, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono limitazioni: si giudica o si sceglie di giudicare come ci pare e piace. Questa quarta parte di quei romanzi che ho letto ma di cui non vorrò più sentire parlare, non prevede storie di cui già non sapevo cos’aspettarmi.. Non ci sarebbe stato nient’altro che scrivere e guardarsi dentro: non rifugiandosi dagli assalti esterni quanto capirli.

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Titolo: Scholomance. Lezioni pericolose

Autore: Naomi Novik

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 264

Trama: La Scholomance è una scuola di magia diversa da tutte le altre. Qui non esistono insegnanti né vacanze, e non è possibile riuscire a stringere amicizie disinteressate perché gli unici legami che si possono costruire sono strategici. Soprattutto, è una scuola dove il fallimento è sinonimo di morte certa (sul serio!). Le regole, alla Scholomance, sono drammaticamente semplici: non devi mai aggirarti da solo per i corridoi della scuola. E devi prestare continua attenzione ai mangia-anime, pericolose creature mostruose che si annidano ovunque. Sopravvivere è più importante di qualsiasi voto. Una volta entrato nella scuola, infatti, hai solo due modi per uscirne: diplomarti... o morire! Ma l'ingresso alla Scholomance di una nuova studentessa, El, è destinato a cambiare le carte in tavola e a portare alla luce alcuni segreti dell'istituto. Galadriel "El" Higgins, infatti, è straordinariamente dotata. Forse, tra tutti gli studenti, è l'unica preparata a una scuola tanto pericolosa. Pur non avendo dalla sua un gran numero di alleati – la maggior parte degli studenti la tiene a distanza perché di lei ha molta paura... e perché non è quel che si dice una ragazza amabile – e non incarnando esattamente l'idea di eroina senza macchia, potrebbe senza troppi sforzi evocare un potere oscuro così forte da radere al suolo intere montagne e annientare milioni di persone ignare e innocenti. Per lei, infatti, sarebbe un gioco da ragazzi usare la sua magia per sbarazzarsi una volta per tutte dei mostri che infestano la scuola e che attendono la notte per aggredire e uccidere i suoi compagni. Il problema non proprio trascurabile è che farvi ricorso potrebbe portare alla morte di tutti gli altri studenti...

domenica, ottobre 27, 2024

Gocce d'inchiostro: Il mondo di ieri - Stefan Zweig

Non sono avvezza a leggere biografie ne amo cibarmi di opere che non sono fatti individuali personalmente riportati su carta, bensì osservazioni sul campo di autori che fecero della letteratura massima di vita. Per redigere tali opere vi è dietro un lungo processo di ricerche, di scrittura da cui l’autore attinse dalla sua stessa vita. Il risultato è un volume corposo, ricchissimo dai primi istanti di vita in cui l'autore fu messo al mondo, primi vagiti in una realtà oppressiva e crudele, che mostrano un atteggiamento particolare, diverso da quello che ci si aspetta da una semplice biografia. Non che di semplice non possieda niente. Ma da lettrice attenta e curiosa ci misi un certo impegno, una certa cura per recepire il suo messaggio. Nell'insieme si tratta di incontri, avvenimenti, dejavu che rivelano parecchio di Stefan Zweig, e in particolare, retroscena di ognuno di quei ritratti intimistici che in un certo senso provano il suo potenziale nell'averli realizzati. Ogni capitolo è un chiaro riferimento al passato, che non hanno un messaggio particolare se non che celano meccanismi di azione o pensiero per cui quel romanzo, quell'opera fu caldamente accolta. Percorrendo la corsia della vita, dell'esistenza affinché qualcosa o qualcuno andasse al suo posto, sventolando sotto il naso innumerevoli opportunità che mescolano sogni e realtà.



Titolo: Il mondo di ieri

Autore: Stefan Zweig

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 14, 50 €
N° di pagine: 396
Trama: «Non narrerò tanto il destino di me solo, quanto quello di tutta una generazione, della nostra inconfondibile generazione, la quale forse più di ogni altra nel corso della storia è stata gravata di eventi.» Molto più che semplice autobiografia, "Il mondo di ieri" è il ritratto incantato di un'epoca scomparsa, la suprema epopea di quella "Felix Austria" che tanto segnò la storia e la cultura europea, quel mondo nel quale «ognuno sapeva quanto possedeva e quanto gli era dovuto, quel che era permesso e quel che era proibito: in cui tutto aveva una sua norma, un peso e una misura precisi». Al centro della narrazione sta la Vienna imperiale, simbolo di un'epoca indimenticabile che Zweig – esponente di una generazione che «ha imparato a fondo l'arte preziosa di non rimpiangere il perduto» – descrive in tutto il suo splendore e in tutte le sue contraddizioni. Pubblicato postumo, "Il mondo di ieri" è segnato da un'atmosfera autunnale che imprime all'intera opera il severo suggello della modernità.

venerdì, ottobre 25, 2024

Brividi e sussurri: la paura travestita di bianco e nero 6°

Ottobre giunse quasi inaspettatamente, inavvertitamente. Sulla costa solitaria di un angolo remoto di paradiso mancato, di libri, di letteratura, non se ne sente mai parlare abbastanza, con le loro coste splendide, meravigliose e colorate. Come una radio a tutto volume trasmettono ciò che rappresentano i sentimenti di chi legge e li vive, e, lungo questa banchina immaginaria, stilare liste di libri. Romanzi ancora da leggere e vivere, o da voler rivivere.

Ci sono stati un mucchio di autori, di romanzi estrapolati da questa lista. Le prime impressioni sono sempre quelle di cui ci si aggrappa, ma poi sono i ricordi che contano. Di romanzi in cui la paura diviene protagonista di un’isola ricca e piena di anime penitenti che vagano lungo la riva dell’assurdo, questo salotto virtuale ne ha ospitato pochi. E non perchè non mi piacciono, quanto perchè i miei obiettivi, i miei scopi personali sono indirizzati verso altro. Quando però sopraggiunge Halloween, penso che in mezzo a classiconi imbottigliati in brughiere verdi e luminose o scrupolosi attimi di vita di uomini trattati brutalmente e speranzosi che sopraggiunga qualcosa che abbia la parvenza di un cambiamento o mutamento, potrei anche metterli da parte. Dovunque le mie vite letterarie hanno questa parvenza, ma bisognerebbe anche guardare oltre. Da qualche anno, in tema, checchè si tratti di Halloween, di Natale, dell’estate o della primavera, ho letto e vissuto viaggi letterari inerenti al periodo e non perchè mi sentissi in dovere di farlo quanto perchè mi piaceva l’idea di poterne parlare, nel momento più adatto. Come dicevo, quest’anno Halloween è sopraggiunto quando meno me lo sarei aspettata, cogliendomi vulnerabile e immersa nella quotidianità più assoluta, ma non impreparata. Quanto con un numero discreto di letture che, a modo loro e in maniera diversa, hanno popolato le mie notti miti.

L’insoddisfazione, la ricerca perpetua della felicità procurano un malessere mortale che stona con l’aura di finta incorruzione che serpeggia fra queste pagine. Dio non esiste, il Male non conosce gradi poiché ciò che lo sorregge è la soppressione della vita umana. 

Titolo: Intervista col vampiro

Autore: Anne Rice

Casa Editrice: Longanesi

Prezzo: 18,60 €

N° di pagine: 363

Trama: Una stanza buia. Un registratore acceso. Un giornalista. E un vampiro. Da quasi due secoli, ormai, Louis De Pointe Du Lac non è più un uomo; è una creatura della notte, e ha tutta la notte a disposizione per convincere Daniel, il giornalista, che la storia che gli sta raccontando è vera. Così come è vero il suo volto, tanto pallido ed esangue da sembrare trasparente, di una bellezza soprannaturale e per sempre cristallizzata. Louis racconta di come abbia ricevuto il dono ( o forse la maledizione?) della vita eterna proprio quando non desiderava altro che la morte. È il 1971, è un’altra New Orleans, e Luois, in seguito al suicidio dell’amatissimo fratello, vorrebbe soltanto seguirne il destino. Ma la seduzione del dono oscuro è potente, specialmente se ha i modi, la voce e l’aspetto di Lestat. Sensuale e affascinante, crudele e allo stesso tempo capace di profonda commozione, Lestat ha bisogno di Louis tanto quanto Louis ha bisogno di lui. Quando infine, dopo anni di scorribande notture, Louis sta per decidersi ad abbandonare Lestat, questi gli fa il regalo più grande: Claudia. Una bambina di appena cinque anni, in fin di vita, che solo il dono oscuro può salvare. L’unico peccato che il sacrilego e irrilevante Lestat non si può permettere: creare una vampira di soli cinque anni. Una vampira bambina, che non crescerà mai. E sarà l’inizio della fine.

mercoledì, ottobre 23, 2024

Gocce d'inchiostro: Psycho - Robert Bloch

Ad affascinarmi è stata l’aura di mistero, ammaliamento che suscitarono le sue pagine. Non la brutalità, né l’intelligenza se non la furbizia che è stata usata per scrivere questo romanzo. Stare sulle proprie, ma alle sue regole. Come un ente supremo e dominante, mi ha controllato sin dal primo momento in cui decisi di imbarcarmi in questa storia. Ma cosa avrebbe detto Robert Bloch se avesse saputo che in Psycho mi sono sentita coinvolta, molto più di quel che credevo? Lo scrittore che ha visto la seconda guerra mondiale, ha ideato la storia che si portò dentro ignaro che nel XXI secolo questo tipo di storie avrebbero sortito un effetto completamente poco attitudinale. Scovando un posto speciale nei meandri della letteratura americana, nel descrivere l’allegoria di una forma violenta e suprema che predomina e subentra su ogni cosa dividendo in passi rituali, concentrazione e autocontrollo. Il ritmo serrato sfocia nel turbamento, nell’apprensione che alla fine sfumano con la consapevolezza che la scrittura è spesso un buon surrogato contro i rimedi del cuore e dell’anima. Lasciando inebetiti.Privi di parole. E senza alcuna prova tangibile, che tuttavia si consuma in brutte sensazioni che non ci lasceranno mai. Sorvegliando la mente, lì, cercando di darci bella posta.

Titolo: Psycho

Autore: Robert Bloch

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 14 €

N° di pagine: 192

Trama: Norman Bates vuole molto bene a sua madre, il problema è che la donna è morta da più di vent'anni, o almeno questo è quello che pensa la gente nella tranquilla cittadina di Fairvale, in California. Norman vive con la madre nella casa vicino all'albergo di famiglia, il Bates Motel, lungo il vecchio tracciato dell'autostrada, oggi in disuso. Una sera si presenta alla reception una giovane donna, Mary, ladra per amore: l'incontro turba i pensieri di Norman, ma la madre veglia su di lui, decisa a proteggerlo con il suo coltello da macellaio. Un grande romanzo che ha ispirato un film leggendario, un viaggio da brivido nella mente di un uomo, e tra le ombre della sua identità.

lunedì, ottobre 21, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta ... e basta 3°

Ovviamente questi romanzi, seppur non mi sono piaciuti, con un rimasuglio di storie, parole, suoni che ancora sento sprigionarsi come un moto naturale, fu opprimente. Sono trascorsi alcuni anni da che questi testi, sopraggiunti casualmente, si sono congedati bruscamente. Bruscamente perchè il nostro incontro non è stato dei migliori, in cui ancora avverto il sapore amaro della delusione, il tempo in cui il silenzio si cristallizzò nella consapevolezza che questi testi dovevano essere letti. Qualcosa di non particolarmente necessario ma, che, nel bene e nel male, hanno arricchito il mio bagaglio culturale.

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Titolo: Eredità

Autore: Vigdis Hjorth

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18,50 €

N° di pagine: 374

Trama: Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bard e Bergliot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bard vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljiot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitrè anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bard e Berglijot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bard e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i famigliari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.

sabato, ottobre 19, 2024

Gocce d'inchiostro: Dombey e figlio - Charles Dickens

Da quando conobbi Charles Dickens ho dedicato gran parte del mio tempo alla lettura e alla conoscenza di lui e dei suoi testi: orfani in bilico fra la vita e la morte, intesi a conferire non solo un quadro estremamente drammatico quanto realistico, anime la cui vita è intrappolata - quella estremamente povera e borghese della Londra vittoriana di fine ottocento -, in un sistema sociale poggiato su paradigmi ipocoristici, fasulli in cui l’adempimento a nuove regole avrebbero dovuto conferire una certa importanza al popolo, donare loro una nuova voce e non oscurando maggiormente. Occupandosi di tutto questo come trattando la normalità, la quotidianità. Di Dickens ci sarebbe da spendere molte più parole di quel che servono per redigere un testo che possa donare anche una minima parvenza, eppure ad inizio agosto lessi Dombey e figlio, e qualcosa accadde…. Chi fosse interessato ad esplorare questa << nuda >> terra stia però attento a ciò che potrebbe incappare. Si paga una piccola quota, un dazio e ci si impegna a restare impassibili o intatti, a seconda dei casi, in base ai fili mossi dal suo autore. Io mi ero già fatta un’idea di ciò che avrebbero visto i miei occhi, ma al centro di ogni cosa c’era una ditta, quella Dombey e figlio, conferendo un quadro in cui il tempo è simulacro di eternità. La solitudine, la comprensione forme artificiose recluse nell’impossibilità di prosperare, di attecchire nell’anima di chiunque e, magari, con un po ' di fortuna, restare a lungo per interpretare la fatalità di ogni azione.


Titolo: Dombey e figlio

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Bur

Prezzo: 19€
N° di pagine: 1126

Trama: Pubblicato a puntate nel 1847-1848, Dombey e figlio è uno dei capolavori della narrativa dell’Ottocento. Incentrato sulla figura di Paul Dombey, ricco e arido commerciante, vittima dell’avidità e del desiderio di potere ed escluso dalla vita, dall’amore e dalla tenerezza, il romanzo affronta il tema della punizione dell’orgoglio, esemplificata dalla figura del protagonista, irrimediabilmente perseguitato dalla cattiva sorte: il figlio Paul, debole e delicato, muore; un secondo matrimonio si rivela fallimentare; la sua ditta fallisce. Un libro tenebroso, patetico e commovente in cui Dickens rappresenta l’ossessivo scorrere del tempo, la morte della sensibilità e del sentimento in una società che nella sua corsa verso il futuro si aliena sempre più dall’uomo.

giovedì, ottobre 17, 2024

Parole di troppo: romanzi lunghi per lettori oziosi 3°

Trovo che risme di carta gigantesche e voluminose abbiano un certo fascino. Me ne rendo conto, sembra assurdo, ma a me questi volumi, i cosiddetti mattonazzi, mi piacciono tanto. L’ho scritto nel post precedente a questo, lo scrivo anche adesso. E sorrido meramente quando penso, che tanti lettori stanno lontani dai classici perché la maggior parte di essi sono voluminosi ed impegnativi. Eppure credo che, lungo la strada dei lettori, certi testi siano importanti, imprescindibili per la sua crescita personale, per il suo bagaglio culturale, in quanto dopo aver speso tempo qualcosa, presto o tardi accadrà. Nell’immediato tanto fascino, poi la consapevolezza che il fuoco ardente che aveva divorato le nostre viscere si è perpetuato anche nel tempo.

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Titolo: Bella del signore

Autore: Albert Cohen

Casa editrice: Bur

Prezzo: 11, 50 €

N° di pagine: 8oo

Trama: Ariane e Solal, lei nobile di nascita, lui altissimo dirigente della Società delle Nazioni, entrambi alteri ma irrequieti, si incontrano, si amano e fuggono via alla ricerca di una passione assoluta ed esteticamente perfetta. La perfezione formale, però, non esiste, l’amore a poco a poco si illanguidisce e viene sostituito dalla noia, fino alle estreme conseguenze.

martedì, ottobre 15, 2024

Gocce d'inchiostro: L'amante e L'amante della Cina del Nord - Marguerite Duras

La quantità, il dramma e il conflitto contro la perdita della propria identità, dell’essenza, sono impersonali. Simboli di dramma americano, lo spirito che vorrebbe controllare la memoria, la materia. Ed ecco che, impegnarsi a scovare qualcosa di palese e coerente, che si installa dentro di lei come un seme della sua creatività, del suo genio, assieme ai misteri che la vita ci riserva, dimostra i segni di un'arte istantanea, immediata, spontanea, più consona all’anima, prima che passi attraverso i suoi condotti cerebrali e diventi un’astrazione, un’invenzione, una bugia. Questa necessità di scovare nel profondo è deleteria perché in questo modo la donna svanirebbe comparativamente. Diventando cieca, o perlomeno facendo finta di non vedere.

Nella confusione di effluvi di sesso, inchiostro appena rovesciato, pensai che la Duras si fosse posta agli altri, costantemente, poiché solo così poté comprendere la letteratura. Il potere della scrittura, in quanto nessuno, prima di lei, sguazzare nel fango e allo stesso tempo poter rialzarsi. Proprio lei che si ribellò, a modo suo,, protestò angosciosamente, sgomentando la gente, ossessionandola a tal punto che la << estraniarono >> dalle sue stesse opere. 

Titolo: L’amante

Autore: Marguerite Duras

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 123

Trama: La storia d'amore di una francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, sullo sfondo di un ritratto di famiglia, nell'Indocina degli anni trenta. Racconto di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza, "L'amante" trasfigura e risolve integralmente in una scrittura spoglia e intensa, il complice gioco che la memoria e l'oblio ricalcano sulla trama della vita.

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Titolo: L’amante della Cina del Nord

Autore: Marguerite Duras

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9,00 €

N° di pagine: 192

Trama: Marguerite Duras, dopo aver saputo della morte del protagonista dell'Amante, rivive, riscrivendolo, l'amore fra quel cinese e lei quindicenne. Nell'Amante della Cina del Nord i protagonisti sono quindi gli stessi dell'Amante: l'uomo cinese e la quindicenne bianca. Uguale lo sfondo: l'Indocina degli anni trenta, con i suoi pomeriggi estenuanti, l'odore di pioggia e gelsomino, le strade brulicanti di cani, mendicanti, pazzi, le note del jazz. Ma la storia viene rivissuta, scavata, sviluppata, ingrandita, poiché in fondo essa costituisce la matrice di tutta l'opera della Duras. L'infanzia in Cocincina è riguardata con l'accanimento di chi vuol dire tutto: l'orgoglio, la povertà, l'avarizia, la crudeltà della vita coloniale per i degradati. Non c'è più spazio per tenerezza o nostalgia. Le passioni sono primarie, violente: un fratello pronto ad ammazzare per droga, una madre tentata di prostituire la figlia, un cinese molto ricco venuto dal Nord a fronte di una famiglia rovinata. E tutto è raccontato in modo immediato, diretto, sensuale.

domenica, ottobre 13, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta.... e basta 2°

Di storie d’amore o di svariato tipo questo salotto letterario ne ospita a bizzeffe. Parto a bordo di una scialuppa indirizzata chissà dove. Ascolto melanconiche canzoni puntati chissà dove ma che lasciano un segno del loro passaggio. Assisto allo sbrigliare di una matassa apparentemente difficile da sbrigliare ma che generosamente offre qualcosa: nella maggior parte dei casi queste storie non mi hanno soddisfatta come credevo e, quest’oggi, in questa seconda parte lo spettacolo proposto ha un chè di religioso, profano e affiancare uomini o donne sconosciute che non mi hanno soddisfatta meramente mi strappa un sorriso. Presto o tardi il nostro incontro doveva avvenire. E, negli anni, non entusiasmante come credevo, quanto memorabile e veloce come una macchia d’inchiostro.

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Titolo: Il mio splendido migliore amico

Autore: A G Howard

Casa editrice: Newton Compton

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 406

Trama: Alyssa Garden riesce a sentire i sussurri dei fiori e degli insetti. Peccato che per lo stesso dono sua madre sia finita in un ospedale psichiatrico. Questa maledizione affligge la famiglia di Alyssa fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo "Alice nel Paese delle Meraviglie". Chissà, forse anche Alyssa è pazza, ma niente sembra ancora compromesso, almeno per ora, almeno fin quando riuscirà a ignorare quei sussurri. Quando la malattia mentale della madre peggiora improvvisamente, però, Alyssa scopre che quello che lei pensava fosse solo finzione è un'incredibile verità: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, è molto più oscuro di come l'abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere e per salvare sua madre da un crudele destino che non merita, Alyssa dovrà rimediare ai guai provocati da Alice e superare una serie di prove. prosciugare un oceano di lacrime, risvegliare i partecipanti a un tè soporifero, domare un feroce Serpente. Di chi potrà fidarsi? Di Jeb, il suo migliore amico, di cui è segretamente innamorata? Oppure dell'ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida nel Paese delle Meraviglie?

venerdì, ottobre 11, 2024

Gocce d'inchiostro: Ragazza donna altro - Bernardine Evaristo

In atti sovversivi che non tralasciano alcun dubbio su ciò che succede continuamente nel mondo questo romanzo è un romanzo di rivolta, una perpetua conquista alla fuga o alla libertà che credo bisognerebbe leggere, almeno una volta nella vita, non tanto per l’importanza del tema trattato quanto per l’anima che vi è racchiusa in questa storia. Un anima semplice, devastata, svezzata che rifacendosi al passato si proietta in avanti. E giunge alla fine solo dopo aver intuito il principio.

La cosa più logica, naturalmente, è stata quella di perseguire una strada, percorre un sentiero che inconsapevolmente avevo imboccato. Il rischio era alto, ma dedicare del tempo prezioso a Bernardine Evaristo ha alimentato una scintilla che inizialmente credevo si affievolisse. Ultimo bacio di un condannato, il commiato a una via di redenzione o libertà, che mi ha resa un piccolo involucro trasparente senza peso, senza anima, soffiata come una cannula dal primo vento, da certi tipi di letture si imparano inevitabilmente tante cose. E, uno fra tutti, quanto i gesti impuri sono talvolta atti di oscenità.


Titolo: Ragazza donna altro

Autore: Bernardine Evaristo

Casa editrice: Sur

Prezzo: 19€

N° di pagine: 520
Trama: È una grande serata per Amma: un suo spettacolo va in scena per la prima volta al National Theatre di Londra, luogo prestigioso da cui una regista nera e militante come lei è sempre stata esclusa. Nel pubblico ci sono la figlia Yazz, studentessa universitaria armata di un’orgogliosa chioma afro e di una potente ambizione, e la vecchia amica Shirley, il cui noioso bon ton non basta a scalfire l’affetto che le lega da decenni; manca Dominique, con cui Amma ha condi­vi­so l’epoca della gavetta nei circuiti alternativi e che un amore cieco ha trascinato oltre­oceano… Dalle storie (sentimentali, sessuali, familiari, professionali) di queste donne nasce un romanzo corale con dodici protagoniste: etero e gay, nere e di sangue misto, giovani e anziane; impiegate nella finanza o in un’impresa di pulizie, artiste o insegnanti, matriarche di campagna o attiviste transgender. Cucite insieme come in un arazzo, le loro vite (e quelle degli uomini che le attraversano) formano un romanzo anticonvenzionale e appassionante che rilegge un secolo di storia inglese da una prospettiva inedita e necessaria.

mercoledì, ottobre 09, 2024

Parole di troppo: romanzi lunghi per lettori oziosi 2°

Vedere una pila gigantesca di romanzi svettare da una scrivania, le cui coste scintillanti e colorate fungono da monito, eco assordante del nostro cuore, a me non ha mai spaventato. Quanto affascinato. I mattonazzi, così mi piace chiamare questa tipologia di romanzi, mi piacciono perché le loro storie, le pagine che racchiudono mondi straordinari, sono infinitesimali, addirittura a volte superano persino le migliaia, e quando succede che debba leggerli ne sono davvero entusiasta. Contenta, felice di trascorrere giorni, settimane o addirittura mesi in compagnia di un autore o un'autrice, che, alla fine, sperticherà le lodi. Perlomeno questo è ciò a cui confido. Suddiviso in due parti, a distanza di tre anni, propongo nuovamente questo post ma con altri consigli di lettura. Romanzi letti e vissuti la cui aura pregna di magia, bellezza pulsa ancora nelle mie tempie.

Titolo: It
Autore: Stephen King
Casa editrice: Pickwick
Prezzo: 18, 90 €
N° di pagine: 1216
Trama: A Derry, una piccola cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma la pioggia è fitta e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede. Cercare di recuperarlo è l'ultimo gesto del bambino: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio, uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile, e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l'estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora. It, considerato una pietra miliare della letteratura americana, è un romanzo di bambini che diventano adulti e di adulti che devono tornare bambini, affrontando le loro paure nell'unico modo possibile: uniti da un'incrollabile amicizia.

lunedì, ottobre 07, 2024

Sette libri in sette giorni: 8°

 Quello di pormi delle sfide, leggere una miscela disomogenea di romanzi che avrebbero non solo reso entusiasmanti giornate ordinarie e monotone quanto smaltire la mia lunghissima TBR, è una buona opportunità per comprendere e scoprire nuovi autori, nuove discipline impartite dalla lettura di testi apparentemente semplici, ma anche risposta a quel naturale desiderio di saziare quella sete insaziabile di sapere che generalmente si trascina e mi trascina in ogni dove. Non compaiono spesso questa tipologia di sfide in questo salotto virtuale sebbene di sfide io ne abbracci a bizzeffe, ma le ferie hanno funto da espediente per incontrare quegli spiriti che mi si sono attorniati, mi hanno preso per mano e condotta in luoghi in cui non credevo poter vivere. Vedere con i miei occhi. In una settimana ho così visto spiriti di tutti i tipi, fantasmi di vecchie dai capelli bianchi e lunghissimi, animali o creature marine che a volte hanno invaso i corpi di pescatori quanto fuori da barche gigantesche, ho visto tante cose strane e ne sono uscita a bocca aperta. Nella maggior parte dei casi contenta, entusiasta e sbalordita di aver visto tutto questo, incurante di ciò che mi avrebbero riservato. E ora che ogni cosa si era conclusa, ora che posso finalmente parlarvene mi domando se a modo mio sia stata fortunata a leggere questi testi in questo periodo….Lo sono stata, una lettura più bella dell’altra a eccezione di qualcuna che vedrete posta qui, come un punto interrogativo alla fine di una domanda, e nell’insieme svolgendo quelle funzioni che hanno avuto voce mediante una logica diversa da quella che avevo previsto.


Titolo: Tata Matilda

Autore: Christianna Brand

Casa editrice: San Paolo Edizioni

Prezzo: 8, 5o €

N° di pagine: 160

Trama: Inizia così Tata Matilda, il primo libro della trilogia di Christianna Brand, la storia di una incredibile tata che usa la magia per tenere a bada i tremendi bambini che le sono affidati e per cambiare la loro vita per sempre. Quando Tata Matilda apparve per la prima volta, più di quarant'anni fa, affascinò i lettori di tutte le età. Viene oggi riproposto alle nuove generazioni in edizione economica. Christianna Brand (pseudonimo di Mary Christianna Lewis, nota anche come China Thomson e Mary Ann Ashe,1907-1985 o 1988) è nata a Malaya e ha trascorso l'infanzia in India. Ha ricevuto la sua educazione in un convento francescano che ha dovuto abbandonare nell'adolescenza per motivi economici. Prima di dedicarsi alla scrittura ha svolto diversi lavori, come modella, ballerina, commessa di negozio e governante. Il suo primo romanzo, Death in High Heels, fu pubblicato nel 1941. Un anno dopo debuttò con il suo personaggio più famoso, l'ispettore Cockrill della Polizia della contea del Kent, nel romanzo Heads You Lose. L'ispettore apparirà in sette dei suoi romanzi polizieschi. Il personaggio di Tata Matilda è ripreso in due romanzi successivi, Nurse Matilda Goes to Town (1967) e Nurse Matilda Goes to Hospital (1975).

sabato, ottobre 05, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti una volta .... e basta 1°

Già…esistono anche questi romanzi. Romanzi che, dopo averli letti, ti domandi il perché li hai letti, e quale Fato mi abbia indirizzata fra le sue pagine. Sì, capitano anche questi momenti. Questi momenti io meramente li considero come delle conseguenze per chi legge tanto, e svariati generi che si imbattono sulla nostra strada, lungo il nostro sentiero in un modo o nell’altro lasciano qualcosa. Un segno, una traccia. Suddiviso in quattro parti, questa piccola carrellata di romanzi ha infervorato la mia anima ma anche resa preda di sensazioni altalenanti. Eppure non mi piace fare di tutta l’erba un fascio e credere che, in così tanta carta straccia, qualche sprazzo di luce è possibile scorgerlo: il momento in cui ogni cosa si concluse. Perché la vita è troppo breve per mutare una storia, in partenza, bruttina divenga bella ma, chi lo sa se, un giorno, certi libri non domineranno il mondo?!? Sicuramente lo faranno, ma non il mio XD

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Titolo: Sei tu il mio per sempre

Autore: Katy Evans

Prezzo: 15, 90 €

Casa editrice: Fabbri Editore

Numero di pagine: 316

Trama: Brooke ha reinventato se stessa dopo la tragedia che le ha cambiato la vita, e ora lavora come fisioterapista. Quando la sua migliore amica la trascina a un combattimento clandestino di pugilato, basta uno sguardo di Remington Tate l'enigmatico vincitore dell'incontro - a sconvolgere ogni sua certezza. Data la sua fama, quando Remington la invita nello spogliatoio Brooke pensa che si tratti solo di una notte di sesso. Invece il dolce viso di Brooke l'ha colpito con la stessa forza di un gancio che ti coglie alla sprovvista. Remy la vuole a ogni costo e, pur di averla accanto, la assume come fisioterapista. Brooke accetta subito, anche se non ha la minima idea di che cosa l'aspetta. Resistere alla bellezza e alla perfezione di quel corpo è impossibile. Resistere alla sensualità di quelle labbra e di quel sorriso sfrontato è totalmente inutile. Brooke non ha altra scelta che abbandonarsi a Remington, a quel piacere devastante che soltanto lui è capace di farle provare e all'amore incondizionato che pretende. Ma cosa succederà quando il lato oscuro di Remy prenderà il sopravvento?

giovedì, ottobre 03, 2024

Gocce d'inchiostro: La contessa nera - Rebecca Johns

Se la mia vita finisse in questo istante non penso potrei essere più soddisfatta di così! Questo per dire che la mia vita, nei primi giorni di settembre è rimasta saldamente legata a quella di una giovane donna che nella fine del Seicento si muoverà fra schiere di uomini egoisti e crudeli, creature inviolate persino da Dio e, soprattutto, imprigionata in una gigantesca torre. Quella di oggi è la mia opinione riguardo una lettura di cui non sono più avvezza ma che, un po ' tediosa al principio, seducente e ammaliatrice subito dopo, mi ha guardata come se volesse dirmi qualcosa … E alla fine qualcosa mi ha detto, ed io non ho potuto non essere più incuriosita. Non scrivo << entusiasta>> in quanto l’esordio della Johns rivela non poche pecche. Eppure il fragore confuso dei miei pensieri, di idee che cozzano l'uno contro l'altra, in progressivo allontanamento dalla realtà circostante, dimostrarono come di questa donna e della sua “fama “ conoscevo ben poco e che una manciata di giorni in sua compagnia ha infuso in me un certo rispetto, una certa devozione nel percorrere un cammino a ritroso, sino alla fine.

Titolo: La contessa nera
Autore: Rebecca Johns

Casa editrice: Garzanti

Prezzo: 18, 60€

N° di pagine: 360
Trama: Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Murata viva in una stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Bàthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nàdasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sàrvàr è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? La contessa nera si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Bàthory, la contessa sanguinaria. Padrona spietata, torturatrice di centinaia di giovani donne, assassina crudele.
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